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Autore: Classicboy    16/10/2017    3 recensioni
[2° classificato al contest "Calling Alle the Monster"]
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Storia scritta per il contest "Calling All the Monsters" indetto dalla pagina facebook Axis Powers Hetalia - Italian Fans
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Supernatural!AU, Witch!AU, OOC dei personaggi, presenza di nyo
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Kyle pensa di condurre una vita tranquilla, quasi monotona, nella piccola cittadina in cui abita. Va a scuola, esce coi suoi amici, si prende cura dei suoi fratelli minori, e così via.
Ma le sue convinzioni verranno presto a mancare quando, una mattina, il suo migliore amico, Alfred Jones, si presenta davanti alla sua porta completamente sudato con un'unica frase “Mi devi aiutare”.
Cosa intende dire l'americano? In che razza di guaio si è cacciato durante l'ultima luna piena? E cosa centra in tutto questo sua cugina, l'eccentrica Alice Kirkland? E poi Michelle, la sua dolce e fantastica ragazza, ha davvero qualcosa a che fare con tutto ciò?
Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Australia, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nyotalia, Seychelles
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Scritta per il contest “Calling All the Monsters” indetto dalla pagina facebook Axis Powers Hetalia - Italian Fans

 

 

 

 

Pacchetto numero 6: Streghe e sabba
Mai interrompere una strega durante un sabba. Personaggio A si ritrova trasformato in qualche creatura (lupo mannaro, vampiro, gnomo, la scelta è vostra) e la sua parte umana rischia di scomparire, se l’incantesimo non viene sciolto in tempo

 

 

Autore: Classicboy

Titolo storia: Un vero bacio e una lacrima d'amore

Rating: Verde

Genere:Soprannaturale, Romantico, Commedia

Personaggi: Australia/Kyle Kirkland, America/Alfred Jones, Seychelles/Michelle Sesell, nyo!Inghilterra/Alice Kirkland (comparsa veloce di cinque secondi di Scozia/Alistor Kirkland)

Note: AU, OOC abbastanza forte dei personaggi a parere dell'autore, genderbendm presenza di nyo

Pairing: OzSey (Australia x Seychelles), citata di sfuggita la RusAme e la PruHung e forse anche qualche altra coppia se volete vedercela

Note autore: Allora, avviso: anche se si tratta di una storia per il contest “calling all the monsters” questo racconto NON è un horror. Ho chiesto ad una delle giudici e mi ha dato il via libera come genere a patto che rispettasse la consegna del prompt (cosa che spero di aver fatto). All'interno di questa storia è presente inoltre nyo!Inghilterra, in quanto è scritto esplicitamente “strega” sempre nel prompt, inoltre a fine capitolo vengono velocemente citate anche nyo!Norvegia (Astrid) e nyo!Romania (Mina). Per chiarire delle cose che potrebbero mandare in confusione il lettore: Australia e Inghilterra sono cugini, Australia e America sono migliori amici, inoltre Kyle è il fratello maggiore di Wy e Nuova Zelanda, il loro padre è un pilota di aerei (spesso fuori casa quindi), mentre la madre è morta di parto per dare alla luce Wy. Australia e Seychelles si conoscono sin da quando sono bambini, e America si è trasferito nella cittadina da piccolo. L'ambientazione è un paesino degli Stati Uniti che si affaccia sull'Oceano Pacifico, e non è troppo grande. La storia è ambientata verso la metà di Setembre. In questa storia Australia ha la patente perché sì e perché così l'ho deciso io.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN VERO BACIO E UNA LACRIMA D'AMORE

 

“Va bene, mate, ora fai un respiro profondo e spiegami con calma cosa c'è che non va”

Kyle distolse un attimo lo sguardo dal frigorifero e lo portò su Alfred, seduto su uno dei ripiani della cucina.

Quella mattina l'australiano si era svegliato convinto che sarebbe stata una giornata assolutamente magnifica, da poter passare nell'ozio più totale! Il sole splendeva nel cielo blu, le temperature, nonostante fosse Settembre, erano abbastanza buone da permettergli di andare a fare surf, inoltre non si doveva neanche preoccupare di verifiche e compiti in quanto la scuola era stata sospesa per quattro giorni a causa dell'anniversario della fondazione. E, a concludere il tutto, quella sera lo aspettava un appuntamento con la sua fidanzata, la bellissima Michelle Sesell. Insomma, cosa volere di più dalla vita?

Tuttavia tutti i suoi piani furono mandati all'aria quando, alle nove e mezza, qualcuno si era messo a bussare violentemente sulla porta di casa sua. E quando era sceso per andare ad aprire, tirando giù tutti i santi esistenti e anche qualcuno di inventato sul momento, si era stupito non poco trovandosi di fronte il suo migliore amico, Alfred, completamente sudato e col fiatone. Il giovane lo aveva guardato per un attimo con occhi da folle, prima di dire semplicemente: “Mi devi aiutare”

E così ora i due erano nella cucina dell'australiano, Alfred seduto su di uno dei ripiani che continuava a muoversi a disagio, Kyle intento a perlustrare il frigo alla ricerca di qualcosa che gli potesse dare abbastanza energie da affrontare quella che, ne era certo, sarebbe stata una mattinata decisamente difficile.

“Ho... ho un problema, dude, e tu sei l'unico di cui mi fidi abbastanza da potermi aiutare a risolverlo” mormorò alla fine il biondo, con le guance rosse per l'imbarazzo.

L'amico non poté che esibirsi in un sorrisetto diabolico, mentre si voltava a guardarlo, il cartone col succo di frutta alla papaya in mano: “Aww, mate, ma che tenero che sei”

“S-smettila, Kyle è una cosa seria!” esclamò Alfred, mentre l'australiano si metteva a sghignazzare a più non posso.

Sorry sorry, mate, ma me l'hai servita su di un piatto d'argento. Prometto che da ora in poi sarò serio” si scusò il castano, prima di aprire la confezione e iniziare a bere a canna.

Il biondo si esibì in una smorfia di disgusto: “Devi spiegarmi come fai a bere quella cosa. Io la trovo disgustosa”

Kyle alzò gli occhi al cielo: “Parla quello che l'ultima volta che siamo andati a mangiare in pizzeria si è ordinato la pizza all'ananas. Di' un po', ma non hai detto di avere un problema urgente?”

Alfred si riscosse: “Sì, giusto scusa, hai ragione. Comunque mi devi aiutare”

“È la terza volta che lo ripeti, mate, e io per la terza volta ti rispondo che sarei più che felice di farlo. Ma se tu non mi spieghi per quale motivo e come la vedo un po' dura”
“Okay, è-è un po' difficile da dire, e ti suonerà assurdo, ma ti giuro che è la verità. Io... io... - prese un profondo respiro e guardò l'amico diritto negli occhi - Io sono stato maledetto da una strega”

“...”
“...”
“Pfffffft...! Tu saresti stato cosa?!” esclamò Kyle dopo un paio di secondi di silenzio, sputando addosso al biondo il succo che stava bevendo.

Alfred si tolse gli occhiali e lo guardò male: “Dude, che schifo. Ad ogni modo mi hai sentito bene: sono stato maledetto da un strega”
Kyle si grattò dietro la testa con fare poco convinto, mentre guardava l'altro adolescente che prendeva dei rotoli di carta e si puliva: “Scusa se te lo dico, mate, ma sembra una cosa davvero difficile da credere. Insomma, voglio dire, le streghe non esistono neppure, no?”
Alfred sospirò sconsolato: “Mi piacerebbe tanto poterti dire di sì, ma purtroppo esistono, e una di loro mi ha maledetto tre settimane fa”

“Ehm...”
“Non mi credi, vero?”

“Scusami, mate, ma mi suona davvero una cosa ridicola. Sicuro di non aver sbattuto la testa da qualche parte?”
“Sì, Kyle, sono sicuro, e ti posso portare anche una prova in più. La strega che mi ha maledetto è Alice Kirkland”

“Che?!”
Alfred annuì: “Mi hai capito bene: a maledirmi è stata tua cugina”
L'australiano si mosse a disagio: “Senti: so che mia cugina è un po'... eccentrica, ecco, però definirla addirittura una strega che maledice le persone mi pare un po' eccessivo...”
Il biondo sospirò esasperato: “Ti dico che è la verità! Va bene, non sarei voluto arrivare a tanto, ma mi vedo costretto. Kyle, guarda i miei denti”
What?”
“Mi hai sentito: guarda i miei denti”
Mate, tu sei tutto svalvolato. La cotta per Braginski ti sta portando gravi danni al cervello. Ad ogni modo se è l'unico modo che ho per farti tacere e riportarti alla ragione...”
Kyle si avvicinò, lo sguardo scettico, ma non appena i suoi occhi videro la dentatura dell'altro un'espressione di sorpresa passò sul suo volto. Si avventò sul ragazzo e gli aprì a forza la bocca. I denti dell'americano erano appuntiti e triangolari, e i canini erano decisamente più lunghi ed affilati del normale. Non erano i denti di un essere umano quelli, ricordavano più i denti di...

“Un lupo”

L'australiano impallidì e si allontanò leggermente, mentre l'amico annuiva con fare grave.

Il castano costrinse i battiti del suo cuore a rallentare, prima di guardare diritto negli occhi il migliore amico: “Adesso tu mi racconti per filo e per segno cosa diavolo è successo, e come mia cugina centra in tutto ciò”

 

 

Mate, sei davvero sicuro di non volere che ti dia un passaggio? Devo già accompagnare Michelle a casa, e dove abiti tu è ben distante da qui...”
Alfred si voltò a sorridere verso l'amico: “Tranquillo, dude, una passeggiata non mi potrà che fare bene. E poi è una bella serata, mi prenderò una tintarella di luna” e si mise a ridacchiare.

Alfred, ne sei certo?” domandò Michelle sporgendosi dal sedile del passeggero della macchina del fidanzato.

L'americano fece un gesto noncurante con la mano: “Tranquilla, Mich, e così poi vi lascio un po' di privacy, no? Me la so cavare, e poi non avete nulla da temere. Cosa volete che mi succeda in una cittadina tranquilla come la nostra? Inoltre dimenticate che io sono l'eroe, ahahahahah!”
Kyle sospirò: “E va bene, mate, se sei così convinto allora noi andiamo. Ci si vede a scuola” e fecero un ultimo pugno contro pugno, prima che il castano guidasse la sua auto fuori dal parcheggio del cinema.

Il biondo li guardò andare via, prima di alzare la testa verso il cielo notturno. Quella sera le stelle splendevano luminose, e la luna piena ricordava una sfera di cristallo.

Il ragazzo riportò la sua attenzione davanti a sé e prese a camminare in direzione di casa sua, mentre si chiudeva la lampo della felpa.

Alfred, suo fratello Matthew e i loro genitori quando erano venuti ad abitare lì avevano comparto una casa fuori città, che apparentemente era appartenuta ad una famiglia benestante che intorno alla prima metà del 1800 la usava come casa per le vacanze. A piedi da lì al centro erano circa un quarto d'ora, quindi era comunque facilmente raggiungibile.

Dopo essersi lasciato la città alle spalle e aver imboccato la strada sterrata che lo avrebbe condotto a casa sua, Alfred notò di essere nei pressi del vecchio cimitero. Inconsciamente rabbrividì. Ecco, una cosa che odiava era il fatto che erano andati ad abitare poco distanti dal vecchio cimitero cittadino. Era un luogo cadente e abbandonato ormai da quasi un secolo, con parte delle pareti crollate e le croci di ferro o pietra coperte da rampicanti. Di giorno aveva un aspetto quasi curioso, ma di notte al biondo faceva venire gli incubi. Quando si erano da poco trasferiti lì il ragazzo aveva solo dieci anni, e per almeno un mese aveva dormito con il lucchetto alla finestra, per paura che qualcosa potesse entrare da lì nottetempo.

Il giovane deglutì, e stava per andare avanti, quando notò per un attimo qualcosa che rifletteva la luce della luna. Il biondo aggrottò la fronte confuso. Chi mai poteva essere? A quell'ora poi! Nessuno usava più quel luogo, e soprattutto a nessuno sano di mente sarebbe venuto in mente di entrare in un camposanto a mezzanotte.

Alla fine, spinto dalla curiosità che troppe volte lo aveva fatto finire nei guai, entrò in punta di piedi.

Si mosse un po' tra le lapidi, mentre cercava di trattenere i tremiti. Sbagliava o tutto ad un tratto la temperatura era andata diminuendo? Inoltre non si sentiva quasi più alcun rumore. Gli occhi blu del ragazzo saettarono tra le croci, le cui ombre parevano essere dotate di vita propria.

Maledizione a lui e al suo aver fatto quella maratona di film horror l'altra sera con Kiku!

Alla fine le sue orecchie, rese ipersensibili dalla pressoché totale mancanza di suoni, captarono un rumore. Sembrava il suono dell'acqua in una pentola, accompagnato poi da una sorta di basso mormorio in una strana lingua gutturale.

Alfred, facendo ancora più piano, si diresse verso dove venivano i suoni. Alla fine si trovò alle spalle di una gigantesca statua dell'angelo della morte, dietro alla quale sembrava giungere il suono. Il ragazzo prese un profondo respiro e, sempre facendo attenzione, si sporse da dietro la statua, pregando tra sé e sé che in realtà fosse tutta una sua fantasia e che in realtà si era addormentato sul divanetto del cinema e che presto Kyle e Michelle lo avrebbero svegliato per tornare a casa.

Peccato che il suo desiderio fosse destinato a rimanere tale, anche se lo spettacolo che gli si profilava davanti agli occhi sembrava davvero uscito da un sogno. O meglio da un incubo.

Sopra ad un fuoco che non sembrava emanare calore era appoggiato un gigantesco pentolone, nel quale una brodaglia verde bolliva emettendo un vapore fetido che faceva accapponare la pelle al ragazzo anche a quella distanza. Dietro al pentolone una figura avvolta in pesanti vesti nere e con un cappuccio dello stesso colore tirato a coprire il volto mescolava con un lungo mestolo la sostanza, continuando a mormorare quella strana nenia. A completare il tutto su di una lapide in secondo piano quelli che sembravano essere a tutti gli effetti due corvi ed un gufo reale guardavano l'intera scena.

Alfred non si era neanche accorto che stava tremando. Voleva correre via, lontano da lì, e dimenticarsi per sempre di quella surreale scena, eppure... eppure c'era qualcosa che lo affascinava.

Alla fine l'incappucciato si fermò e mise via il mestolo. Dopodiché schioccò le dita e un gigantesco tomo volò letteralmente di fronte a lui. Il biondo emise un singulto di sorpresa, e subito si rifugiò dietro alla statua. Dopo pochi minuti, non sentendo nessuno che si avvicinava né che chiedeva chi fosse, si arrischiò a guardare di nuovo, e vide che la figura era ancora concentrata sul libro fluttuante. Stava mormorando qualcosa, e mentre lo faceva muoveva le mani, e ingredienti spuntati da chissà dove volavano verso di lui per andare poi ad aggiungersi al calderone. Alla fine chiamò a sé una boccetta contenente un liquido rosso sangue e si mise a contemplarla.

Spostò da parte il libro e si avvicinò, scostandosi finalmente il cappuccio, e Alfred per poco non si lasciò sfuggire un'imprecazione: di fronte a lui, i capelli biondi raccolti in due code e gli occhialetti che risplendevano alla luce del fuoco, se ne stava Alice Kirkland.

La ragazza mise la boccetta controluce e si lasciò sfuggire un sorrisetto, prima di mormorare: “Bene bene, ancora questo ultimo ingrediente e poi tutto sarà pronto per la maledizione. Si pentirà di ciò che mi ha detto, quella rana presuntuosa”
Alfred si ritirò di nuovo nell'ombra e chiuse gli occhi, cercando di pensare al da farsi. Le cose che aveva visto non avevano senso, non potevano essere vere, non c'era una spiegazione razionale che poteva adottare. O meglio, una ce n'era, ma era troppo spaventato per pensarci.

Strega.

Alice era una strega, e lui l'aveva interrotta nel bel mezzo di uno dei suoi riti malefici.

Deglutì, mentre sentiva il sudore freddo incollargli la maglietta contro la schiena.

Doveva andarsene.

Non c'era altra soluzione, doveva andarsene e dimenticare tutto ciò che aveva visto, era l'unica cosa sensata che poteva fare.

Sbirciò un'ultima volta fuori dalla sua postazione, e vide che Alice era ancora tutta intenta a ricontrollare un'ultima volta il suo libro, con i suoi due fedeli corvi alle spalle che continuavano ad osservarla. Bene, allora poteva anche...

Aspetta un attimo...

Ma non c'era anche un gufo?

Il richiamo sordo del volatile proprio sopra di lui fece venire un colpo al cuore ad Alfred, che alzò di scatto la testa. Su di una delle ali della statua il pennuto lo osservava con aria severa, come se si trattasse di un ladro scoperto con le mani nel sacco. E fu in quel momento che l'americano capì che era stato scoperto.

Imprecò mentalmente: probabilmente quello stupido uccello lo aveva sentito quando Alice si era scoperta il volto.

Devo andarmene da qui” fu il suo unico pensiero. Abbassò la testa e fece per correre, quando vide di fronte a sé proprio l'inglese.

Aveva le braccia incrociate di fronte al petto, gli occhi verdi lanciavano dardi di fuoco.

Un sorriso nervoso percorse il volto del ragazzo: “Ehm, ciao Alice. Freddino stasera non trovi? Forse è il caso che ritorni a casa, sai com'è è tardi e non vorrei ammalarmi, presto ho una partita della squadra di football, e come ben sai l'hero non può certo mancare, no? Ahahah... Oh, ma vedo che tu invece ti sei attrezzata bene con quel bel cappotto nero così tetro e spaventoso, ben fatto! Ti dona proprio, sai? Io invece sono stato un po' uno sciocco a non pensarci. Cosa ci vuoi fare? Del resto non sei tu che mi dici sempre che sono un idiota? Ehehe... Va bene, ti lascio che sembri molto occupata coi tuoi abracadabra e richiami spiritici. Salutami casa, ci si vede a scuola”

Mentre parlava il giovane si muoveva per guadagnare l'uscita, sempre guardando in faccia l'altra.

Ma la sua fuga verso la libertà venne facilmente fermata.

Fermo dove sei”

Il tono di voce di Alice era basso, ma era talmente gelido ed emanava talmente tanta rabbia che al ragazzo pareva averglielo appena urlato nell'orecchio.

Tu hai disturbato il mio sabba privato, Alfred. A nessun mortale è permesso assistere al sabba di una strega ed andarsene vivo”

Ogni traccia di colore aveva abbandonato il viso del biondo, e ormai stava tremando visibilmente.

M-mica mi vorrai... mi vorrai... fare f-f-fuo...?”
L'inglese ridacchiò: “Tranquillo, mica ti voglio uccidere, Alfred. Noi streghe non siamo più così barbare”
Il ragazzo si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo: “Ah bene, allora io...”
“Non ho finito”
Il biondo si congelò sul posto.

Te lo ripeto, Jones: nessun mortale può assistere al sabba di una strega ed andarsene da vivo. Tu, ahimè, sei un mortale. Ma come ti ho già detto non voglio ucciderti”
“E-e allora cosa pensavi di fare?”
Alice sorrise e gli si avvicinò, per poi strappargli con forza una ciocca di capelli.

Ahia!”
“Non fare il bambino, hai subito cose peggiori durante le tue amatissime partite di football”

La bionda si diresse verso il paiolo, sempre guardando i capelli del ragazzo.

C-che cosa vuoi fare, Alice? Mica vorrai buttare anche i miei capelli lì dentro, vero?”
L'inglese si voltò a guardarlo. La luce del fuoco proiettava strane ombre sul suo volto, mettendole in risaltò gli zigomi e facendola sembrare un teschio ghignante.

La parola chiave è “mortale”, Alfred. Fintanto che sei un semplice essere umano io non ti posso lasciare andare. Ma a questo possiamo facilmente porre rimedio”

Alice gettò i capelli nella brodaglia, che subito passò dal color rubino che aveva in precedenza ad un giallo oro. Dopodiché l'europea iniziò a cantare, stavolta ad alta voce, mentre un vento lugubre prendeva a ruggire e le ombre a danzare intorno alla sua figura.

Alfred indietreggiò spaventato, mentre con tutto sé stesso pregava che quello fosse solo un sogno e che presto si sarebbe svegliato.

Alla fine Alice lo guardò, e l'americano vide che le pupille dei suoi occhi erano diventate verticali, come quelle dei gatti.

Ombre del purgatorio, io vi invoco. Levatevi gemendo dal vostro sonno secolare. Tornate ad assaporare il cibo e le bevande dei vivi. Portate a compimento le promesse e i propositi lasciati in sospeso. Vivete di nuovo i sentimenti che credevate ormai perduti. E in cambio datemi il potere di esaudire il mio desiderio: che la mia maledizione si abbatta su lui, che ha osato spiare il più antico e sacro rito della Sorellanza. Che il suo aspetto esteriore corrisponda al suo animo, e che le sue fattezze mutino. Portate a compimento i miei desideri, o spiriti, e esaudite la mia richiesta!”
Il buio avvolse Alfred, mentre sentiva un dolore bruciante invadergli tutto il corpo.

 

 

“Uao, mate, che storia” mormorò solo Kyle, mentre osservava Alfred.

L'americano aveva appena finito di raccontare le sue vicende all'amico, ed ora si muoveva su e giù per il soggiorno del ragazzo.

L'americano alzò la testa: “Quindi mi credi alla fine?”
Mate, ho visto i tuoi denti, e sinceramente la tua storia è talmente piena di dettagli e cose specifiche che le soluzioni possono essere solo due: uno, questo è il miglior scherzo che tu abbia mai organizzato e tra un po' verrà fuori qualcuno con un cartello con su scritto “sei su Candid Camera!”, o, due, stai raccontando la verità. E visto che non vedo nessuno in giro con un cartello direi che la seconda ipotesi è quella giusta”
Alfred si mosse leggermente a disagio: “Cosa facciamo?”
“E io che ne so? Comunque c'è una cosa che non mi spiego”
“Sì?”
“Dalle cose che mi hai raccontato tutta questa faccenda della maledizione risale ormai a quanto? Due? Tre settimane fa? Perché vieni appena ora a chiedere il mio aiuto?”
“Oh, beh, ecco... - mormorò l'americano facendosi rosso, mentre si portava una mano dietro alla testa - Può essere che inizialmente non avessi poi tutta questa voglia di sbarazzarmi della maledizione...”
“...”
“...”
“Non ci credo...”
Dude, posso trasformarmi in un fottutissimo animale! Scusa: se tu potessi trasformati in uno squalo o roba simile per caso vorresti annullare questa capacità?”
“Ora che mi ci fai pensare, effettivamente no”
“Ecco, quindi non giudicarmi”
“Ma questo non spiega perché tu abbia cambiato idea”

Alfred si avvicinò all'amico e lo prese per le braccia, un'espressione di puro terrore sulla faccia: “Perché non riesco più a controllarle. Inizialmente poteva trasformarmi praticamente a comando. Pensavo di essere l'animale e, bum!, mi trasformavo. Poi però di recente i comportamenti ferini hanno iniziato a prendermi anche quando sono umano. E stamattina... stamattina mi sono svegliato con questi - e si indicò nel panico i denti aguzzi - E lì ho capito che, molto probabilmente, se non intervengo al più presto e non sciolgo la maledizione rischio di ritrovarmi trasformato completamente in un animale, senza più possibilità di tornare indietro!”

“Che storia... - mormorò l'australiano, che ancora faceva fatica a metabolizzare tutte quelle notizie - Quindi fammi capire bene: o sciogli la maledizione al più presto o ti ritroverai molto probabilmente trasformato per sempre in un lupo?”
Alfred arrossì leggermente: “Ehm, non esattamente un lupo...”
What?”
“Ecco, quando Alice mi ha maledetto non mi ha fatto diventare un licantropo. È qualcosa di simile, ma non sono metà lupo”
“E cosa sei allora?”
Alfred mormorò qualcosa a tono bassissimo.

“Cosa? Mate, se non alzi la voce non ti capisco”
“Mi-mi ha fatto diventare un... un golden retriever”
I due ragazzi si guardarono per un attimo in silenzio negli occhi, prima che Kyle scoppiasse a ridere fragorosamente.

“Non c'è niente da ridere, jerk!” esclamò l'americano, mentre l'altro si buttava sul divano, tenendosi la pancia con le mani.

“OhmioDio, muoio! Ahahahaha! Non ci... non ci posso credere! Bwahahahahahah! Alfred il... il golden retriever mannaro! Ahahahahah! Attenzione, vi leccherà e vi farà le feste a morte, ahahahahah! È la cosa più divertente che abbia mai sentito! Bwahahahahah!”

Dopo cinque minuti le risate, più o meno, si fermarono, e il biondo riuscì a riportare l'amico alla calma.

“Allora, tremendo golden retriever mannaro, come ti dovrei aiutare?” domandò Kyle ancora scosso dai tremiti delle risa, mentre si asciugava una lacrima.

“Non lo so. Speravo che tu ne sapessi qualcosa di più di stregoneria visto che Alice in fondo è tua cugina”

“Mi dispiace deluderti, mate, ma in famiglia non siamo in molti ad essere in possesso di poteri magici” rispose sarcastico il castano.

Alfred stava per rispondergli in malo modo, quando qualcuno suonò al campanello.

Kyle andò ad aprire: “Sì, chi è?”
“Ehi, cher, come stai? Pronto per la nostra mattinata in spiaggia?” domandò Michelle sorridendogli radiosa.

L'australiano si bloccò un attimo sul posto, confuso, prima che la sua mente gli ricordasse che oltre all'appuntamento di quella sera aveva programmato di passare la mattinata in compagnia della fidanzata facendo anche un picnic in spiaggia, visto che suo fratello e sua sorella erano impegnati tutto il giorno e suo padre in quel momento era dall'altra parte del mondo.

Alla mora bastò guardare l'espressione sperduta sul viso del suo ragazzo per intuire la verità: “Te ne eri dimenticato, vero?”
“Scusami, princess, scusami davvero. È che stamattina sono successe un casino di cose, e una roba tira l'altra e sai com'è: si finisce per perdere il senso della realtà”
Michelle sospirò sconsolata: “A volte mi chiedo dove hai la testa”
In quel momento Alfred si affacciò urlando: “Insomma Kyle, io ho un problema serio qui! Ti ricordo che sono appena stato...!” ma si bloccò non appena vide Michelle che lo osservava confusa.

“Ehm, ciao Mich” la salutò il ragazzo.

“Ciao, Alfred... Cos'è successo? Cosa ti hanno fatto?” domandò curiosa la giovane.

“Ehm, ecco io...”

Il biondo cercò con lo sguardo l'aiuto del migliore amico, il quale gli lanciò un'occhiata che stava ad significare: “bello, tu ti sei messo in questo pasticcio, tu ti tiri fuori”.

“Ehm, come spiegare...?” annaspò l'americano in cerca di una scusa convincente.

Tuttavia non ce ne fu bisogno, perché Michelle aggrottò la fronte e gli si avvicinò.

“Alfred, che hai fatto ai denti? Manca più di un mese ad Halloween”
Il giovane si porto una mano alla bocca, mormorando un “shit” mentre ormai pensava che la ragazza si sarebbe messa a strillare o chissà che.

Tuttavia Michelle lo stupì, sospirando e prendendosi a massaggiare le tempie: “Oh, per il pentagramma di Salem... Alfred, cosa hai fatto per far arrabbiare una strega? E soprattutto: che strega hai fatto arrabbiare?”

 

 

I tre ragazzi erano seduti sul divano nel soggiorno di Kyle. Alfred aveva appena finito di raccontare la sua storia alla mora, che ora si era portata una mano al viso ed aveva assunto un'aria meditabonda.

“Capisco...”
“Ehm, allora Michelle - mormorò Alfred imbarazzato - Quindi anche tu saresti, ecco... una strega?”
La ragazza lo osservò per un attimo sperduta: “Come? Oh sì, scusa stavo pensando... ad ogni modo sì, sono una strega”

“E quando pensavi di dirmelo, sentiamo?” chiese Kyle leggermente offeso.

“Scusami cher, io avrei voluto, ma ci sono regole che non possiamo infrangere, e una di queste è rivelare intenzionalmente l'esistenza del mondo magico ai mortali”

“Ah ha, capisco. Regole, come no” esclamò il ragazzo sarcastico incrociando le braccia e spostando il volto in un'altra direzione.

Michelle sospirò: “Per favore, smettila di fare il bambino. Dopo che avremo risolto il problema di Alfred ti racconterò ogni cosa”
Kyle la osservò di sfuggita: “Davvero? Promesso?”
La ragazza sospirò con un leggero sorriso. In fondo il suo fidanzato era una persona semplice, si vedeva che si stava sforzando di fare l'offeso e che in realtà stava morendo dalla curiosità.

“Sì, cher, te lo prometto”
“Bene. Allora che facciamo?”
Michelle assunse di nuovo un'aria meditabonda: “Da quello che mi hai raccontato, Alfred, mi sembra logico che Alice ti ha maledetto perché hai interrotto il suo sabba solitario...”
“Cos'è un sabba?” la interruppe l'australiano curioso.

“Un sabba nell'antichità era un rituale che si svolgeva ad ogni luna piena e in cui le streghe si ritrovavano tutte assieme per rinnovare i loro poteri con riti empi e sacrilegi, in cui diverse volte veniva anche convocato il principe delle tenebre. Al giorno d'oggi non c'è più questa necessità, in quanto ormai il potere delle streghe è diventato qualcosa che si trasmette da genitore in figlio, ma comunque di tanto in tanto si può decidere di tenere dei sabba per compiere dei riti o creare pozioni particolarmente potenti. Sapevo che Alice aveva in progetto di farne uno, ma non conoscevo il luogo. Il vecchio cimitero... effettivamente ha il suo fascino, dovrei proporlo alle altre per il nostro prossimo raduno...”
“Ehm, mi dispiace interrompere le tue riflessioni stregonesche, Michelle - intervenne Alfred - Ma qui abbiamo un problema che riguarda il sottoscritto! Ed è un problema serio anche! Sento la necessità di mettermi per terra e grattarmi l'orecchio col piede...”

“Giusto, hai ragione, scusa. Ad ogni modo da quello che ho capito la maledizione che ti ha lanciato Alice è una maledizione fallata”
What? Che intendi dire con fallata?!”
“Beh, è presto detto: Alice non voleva trasformarti in un cane, perché sarebbe equivalso a ucciderti

“Non capisco”

“La cosa non mi sorprende, mate
“Ah ah, come siamo spiritosi oggi, dude

“Smettetela di battibeccare come due bambini. Ciò che intendevo dire è che se fossi scomparso nel nulla la gente avrebbe iniziato a fare domande, avrebbe iniziato ad indagare, mettendo a rischio la comunità magica. Lei voleva trasformati in un mannaro, così te ne saresti stato zitto, ma evidentemente ha, come spesso le succede, sbagliato formula e ti ha gettato una maledizione zoomorfa a tempo. In un primo momento assomiglia molto alle trasformazioni licantropiche, però col passare del tempo rivela la sua vera natura. Le streghe la usavano un tempo come dono fasullo per i re che non mantenevano la parola data oppure per coloro che con la forza le costringevano ad esaudire un loro desiderio. Questo mi ricorda un simpatico aneddoto in cui...”
“Parleremo dopo di aneddoti - la fermo il biondo - La domanda ora è: che diavolo facciamo?”

Michelle si alzò in piedi: “Semplice, andiamo da Alice e le chiediamo di sciogliere l'incantesimo”

Alfred e Kyle osservarono per qualche secondo la ragazza.

“Ehm, non puoi scioglierla tu la maledizione dell'hero?” domandò il biondo, leggermente spaventato dalla prospettiva di andare di nuovo a trovare la strega.

Michelle scosse la testa: “Solo chi ha scagliato la maledizione può scioglierla, in quanto conosce tutti i processi che sono stati usati per compiere il rito”

“Ehm, princess - intervenne a quel punto Kyle - Ma sei sicura che sia una buona idea? In fondo cosa le impedirebbe di dirci di no o di trasformare anche noi?”
“A impedirle di trasformarci ci penserò io, tesoro. Sono abbastanza brava come strega. E al dirci di no... le streghe spesso sono come mercanti, o come Abel Jansen: se vedono qualcosa che può interessarle sono ben disposte a fare uno scambio”

“E va bene, se le cose stanno così allora mi fido di te, my lady - rispose l'australiano alzandosi in piedi e stiracchiandosi - Voi andate ad aspettarmi di fronte all'auto, io vi raggiungo tra una decina di minuti”
Alfred lo osservò confuso: “Una decina di minuti? Cosa devi fare di così importante?”
Kyle sospirò alzando gli occhi al cielo, prima di indicare la maglietta scolorita del film “Lo squalo” e i pantaloni con su una fantasia a palme e banane che aveva addosso: “Sono ancora in pigiama, datemi almeno il tempo di cambiarmi e farmi una doccia, please

 

 

Dopo una decina di minuti finalmente il castano uscì dalla casa, i capelli ancora lievemente umidi.

Great, ed ora direi che possiamo andare - esclamò Alfred voltandosi - In marcia, miei heroes, andiamo a sventare il diabolico piano del male!”

“Ora mi sembra che stai esagerando Alfred. Alice non è così cattiva, e poi la colpa è tua che ficchi il naso dove non dovresti”

“Un hero non sbaglia mai, la verità è che...!”

“Ehm, mate...” li interruppe la voce di Kyle.
“Che c'è?” domandò il ragazzo voltandosi.

“Non vorrei suonare indiscreto, ma...”
“Sì?”
“Quella coda... è nuova?”
Alfred girò la testa e vide una lunga coda color biondo miele che spazzava l'aria dietro di lui.

L'adolescente la guardò per qualche secondo, prima di scoppiare ad urlare: “What the hell?! Da dove diavolo viene fuori questa, adesso?! Da quanto ce l'ho?! Oddio, la maledizione sta peggiorando, tra un po' mi metterò ad abbaiare ai gatti e ad inseguire le auto! Cosa faccio?!?!”

Michelle sospirò e si avvicinò al biondo, per poi tirargli uno schiaffo in faccia.

“Alfred, ricomponiti. Abbiamo tempo fino al sorgere della luna per spezzare la maledizione. Non è questo il momento adatto per farsi prendere dal panico. Ora sali in macchina” lo rimproverò, prima di prendere posto sul sedile del passeggero di fianco al guidatore.

L'americano si massaggiò la guancia, prima di borbottare tra sé e sé: “Certo, facile dire queste cose, non è lei quella che rischia di passare il resto della vita a seppellire ossi in giardino e abbaiare ai riflessi. E poi volevo stare io sul sedile davanti...”

Kyle si limitò a scuotere la testa, prima di salire a sua volta e mettere in moto.

Il viaggio si rivelò, ben presto, un incubo, con Alfred che ogni minuto esclamava: “Siamo arrivati?”
Dopo la quarta volta l'australiano sbottò: “Per l'amor del...! No, Jones, non siamo arrivati, e sai perché? Perché Alice vive dall'altra parte della città, e sono di media almeno dieci minuti di macchina, e sinceramente non voglio prendermi una multa per eccesso di velocità”

Alfred si buttò a sedere sbuffando: “Non c'è bisogno di prendersela, dovrei essere io quello agitato qui, non tu. Sono io quello che ha tempo fino al tramonto e poi si ritroverà per sempre trasformato in un golden retriever”

“Lo so, mate, ma per favore, calmati. È appena primo pomeriggio, abbiamo tempo. A proposito, altri sintomi da cane?”
L'amico scrollò le spalle: “Non saprei, però Kyle?”
“Sì?”
“La prossima volta che usciamo assieme fammi un favore: usa un altro deodorante, questo ha un odore pestilenziale” e si coprì il naso.

Il castano assunse un'aria ferita: “Ehi, questo è il mio deodorante migliore! Di' un po', ma l'hai sentito?!” esclamò voltandosi verso la fidanzata.

Michelle tuttavia evitò lo sguardo del ragazzo, mentre il volto si arrossava per l'imbarazzo.

Kyle la guardò incredulo: “Princess, anche tu? Ma, pensavo ti piacesse....”
“Scusami Kyle, non te l'ho mai detto perché non volevo offenderti in qualche modo, ma sul serio: il tuo deodorante ha un odore terribile. Spesso devo trattenere il fiato quando ti sono vicina”

“Tradito dalla mia stessa fidanzata, non ci credo...”

Dopo pochi minuti finalmente i ragazzi arrivarono di fronte a casa Kirkland.

Michelle si mise di fronte alla porta, per poi voltarsi verso gli altri due: “Ricordatevi di far parlare principalmente me, e, per favore, niente gesti avventati”

“Promesso”
“E va bene” borbottarono gli amici, prima che la giovane suonasse al campanello.

Dopo pochi secondi la porta venne aperta dal fratello maggiore di Alice, Alistor, che inarcò un sopracciglio nel vederli.

“Ma tu guarda che terzetto particolare si è presentato alla nostra porta. Posso fare qualcosa per voi?” domandò il rosso appoggiandosi contro lo stipite.

“Dobbiamo parlare con Alice” spiegò Michelle.

Alistor sospirò, mentre si portava una mano alla fronte: “Ecco che ne ha combinata un'altra delle sue... La trovate in camera sua, piano di sopra seconda porta a sinistra. Kyle sa qual è” e li fece passare.

I tre si affrettarono su per le scale, e bussarono alla porta dell'inglese.

Da dentro li raggiunse una voce spazientita che esclamò: “Per l'amor di Merlino... Alistor, per l'ultima volta: non mi disturbare mentre sto...! - la porta venne spalancata di botto, e l'espressione di Alice passò da una furente ad una perplessa - Voi tre che ci fate qui?”

“Alice - disse Michelle - Siamo venuti a contrattare la maledizione di Alfred”

L'inglese li fece accomodare in camera sua e si preoccupò di chiudere bene la porta a chiave, per poi voltarsi verso gli altri tre: “Bene bene, contrattare, dite? E perché mai? Pensavo che ti piacesse essere golden retriever a metà, Alfred”

L'americano mormorò una parolaccia, che si tramutò in un lamento di dolore quando Kyle gli pestò con forza il piede. Lamentò che ricordò molto un uggiolio.

Michelle avanzò decisa verso la bionda: “La maledizione che hai eseguito è errata. Non hai fatto un incantesimo di licantropia, ma uno di zoomorfìa. Ti chiediamo di scioglierlo in cambio di qualcosa”

Alice assunse un'aria confusa: “Zoomorfìa? No ti sbagli. Sono certa di aver eseguita una maledizione licantropica”

“Davvero? E sentiamo, hai aggiunto le tre bacche di aconito, la piuma di grifone e la pelle di serpente corallo?”
L'inglese sbatté un paio di volte le palpebre: “Ma non erano foglie di alloro, scaglie di basilisco e peli di bertuccia?”
Il silenzio che ne seguì fu una risposta sufficiente.

“Proprio la strega distratta mi doveva capitare?” si lamentò a bassa voce il biondo, ricevendo una gomitata nel fianco dall'amico.

“B-beh, e se anche fosse?! - esclamò rossa per l'imbarazzo la maggiore - Comunque quell'americano borioso se l'è cercata! Ha spiato il mio sabba!”

“Lo so, e infatti è per questo che sono qui per chiederti di contrattare la maledizione” cercò di farla ragionare con tono pacato Michelle.
Alice assunse un'aria pensierosa: “Contrattare eh? Effettivamente c'è qualcosa che potreste darmi...”
“Qualsiasi cosa, ma ti prego, sciogli l'incantesimo! Non voglio diventare Krypto, non sarei così figo come lo sono da umano” piagnucolò il biondo.

“Da te non voglio niente, Alfred. Però... voglio qualcosa da voi due” ed indicò Michelle e Kyle.

What? E cosa diavolo ti dovrei dare io poi?” domandò confuso l'australiano.

La bionda sorrise, con un luccichio pericoloso negli occhi: “Semplice: voglio un vero bacio una lacrima d'amore”

L'africana arrossì di botto: “Cosa? Scordatelo, sono ingredienti troppo preziosi, non te li darò mai!”
“O questo oppure spero che ad Alfred piaccia inseguire palloni. In effetti non sarà troppo differente da ciò che fa di solito con la squadra...”
Michelle strinse il pugno della mano talmente forte che le nocche sbiancarono.

“Okay, okay, time out. Cosa diavolo significa “una lacrima d'amore”? E in che senso è un ingrediente “troppo potente”? E cosa sarebbe poi questa storia che ti dovrei dare un “vero bacio”? Perché: ne esistono anche di finti? E ti ricordo che io sono fidanzato, oltre che si tratterebbe di una cosa incestuosa!” intervenne l'australiano.

Alice ridacchiò: “Non voglio un bacio in quel senso Kyle. Figurati se mi va di baciare qualcuno che usa un deodorante così fetido...”
“Ma cosa avete tutti contro il mio deodorante oggi? A me l'eucalipto piace...”

“No, quelli che io voglio sono ingredienti. Ingredienti impregnati di vero amore, due delle cose più potenti su cui una strega possa mai mettere mano”
C'era un luccichio pericoloso nello sguardo di Alice, un luccichio quasi folle. Si capiva che desiderava dal più profondo del suo cuore quel “vero bacio” e quella “lacrima d'amore”, qualunque cosa fossero.

Kyle spostò lo sguardo su Michelle: “Princess, cosa dobbiamo fare? Io non so cosa stia chiedendo, però qui è in gioco la vita di Alfred! Secondo me è un prezzo che possiamo pagare...”

La mora rilassò le spalle, ma quando parlò la sua voce era spezzata, come di una persona sconfitta: “Hai ragione Kyle, Alfred è troppo importante... e va bene Alice, ti daremo ciò che ci hai chiesto”
“Eccellente” esclamò la bionda tirando fuori dalla tasca la sua bacchetta.

Michelle annuì, prima di voltarsi e andare verso il fidanzato. Lo prese per la maglia e lo guardò diritto negli occhi.

“Ora baciami, e pensa soltanto a tutte le cose belle che abbiamo passato. Concentrati sui tuoi sentimenti per me nella loro più completa interezza, va bene?”

L'australiano annuì confuso e stava per chiedere alla ragazza di spiegarsi meglio, ma lei lo attirò a sé. A quel punto Kyle chiuse gli occhi e fece come gli era stato detto.

Pensò a Michelle.

La dolce, grintosa, sorridente, energica Michelle. La luce della sua vita, il suo mare pieno di onde, il suo delfino giocoso. Se la immagino con i suoi capelli neri che danzavano nell'acqua, con il suo viso perennemente aperto in un sorriso allegro, con la sua pelle ramata che gli ricordava il bronzo. Ripensò a quando si erano incontrati per la prima volta e a come, anche se erano solo bambini, l'avesse subito trovata carina. Pensò a quando sua madre era venuta a mancare, e a come Michelle fosse stata l'unica a farlo tornare a sorridere con la sua dolcezza. Pensò alla prima uscita come amici da adolescenti solo loro due. Pensò a come il suo amore fosse cresciuto man mano fino a passare da un semplice germoglio ad un albero grande e frondoso. Ricordò il momento in cui le aveva confessato i suoi sentimenti al tramonto sulla spiaggia (molto cliché, ma Kyle era un tipo romantico). Pensò ai gelati, alle pizze, ai pic nic, ai pomeriggi sulla tavola da surf e a quelli sul divano addossati una sull'altro a guardare serie TV.

Pensò a Michelle, per la quale sarebbe arrivato a dare la sua stessa vita.

Kyle sentì le labbra pizzicare, e un sapore di fragola e di rose gli invase il palato. Aprì leggermente gli occhi e vide un fumo rosa ed evanescente uscire dalla sua bocca.

Dopo pochi secondi si staccarono.

Il fumo continuava a uscire, e veniva prontamente aspirato dalla bacchetta di Alice, la quale stava sorridendo raggiante.

“Perfetto, ed ora Michelle...”
La ragazza annuì, e solo in quel momento Kyle notò che stava piangendo.

Princess, cosa...?” domandò allarmato, ma la mora lo fermò con un gesto della mano, mentre prendeva la fiala che Alice le stava porgendo e ci metteva dentro la sua lacrima. Questa prese a brillare, come una piccola stella. Emetteva una luce bianca e fredda, e a guardarla il castano provò un profondo senso di malinconia e tristezza.

“Molto bene - esclamò la bionda, mentre riprendeva il contenitore e lo metteva al sicuro - Ora lasciatemi da sola con Alfred mentre lavoro sulla maledizione”

Michelle annuì e portò fuori Kyle in fretta.

I due uscirono dalla casa e si avvicinarono all'auto del castano.

“Mich, cos'è successo precisa...?” ma prima che potesse andare avanti la fidanzata lo abbracciò di slancio.

“Tu... tu non mi lascerai, vero? Tu... tu mi ami, giusto? Giusto?” domandò disperata tra i singhiozzi la ragazza, lasciandolo spiazzato.

Kyle la attirò a sé e prese a confortarla. Stava tremando.

“Tranquilla Michelle, respira, non ti lascerò. Io sarò sempre al tuo fianco. Perché tutt'a un tratto pensi a queste cose così assurde?”
La ragazza si staccò e si asciugò le lacrime, prima di mormorare: “Un vero bacio e una lacrima d'amore sono le due facce della stessa medaglia. Sono gli opposti naturali. Col bacio una persona rivive tutti i momenti belli vissuti con l'amato, con la lacrima invece si rivivono tutti i momenti di crisi e di tristezza, fino ad arrivare a pensare che quello è l'ultimo bacio che ci si scambierà mai, e che presto l'altro ti lascerà con il cuore spezzato in due”

Kyle spalancò la bocca inorridito: “E tu sapevi tutto questo?! E nonostante tutto hai comunque deciso di farlo?! Perché?!”

Era arrabbiato, anzi di più: era furente. Lui avrebbe dovuto proteggere Michelle, e invece la ragazza si era sacrificata al suo posto! Perché non glielo aveva detto? Avrebbe sperimentato lui quell'orribile cosa! Pensava che non sarebbe riuscito a sopportare tutto quel dolore?! Figuriamoci: lui avrebbe sopportato le più indicibili torture per lei! Inoltre era arrabbiato anche con Alfred, per essere uno stupido che si metteva sempre nei guai, e con Alice, per essere una strega avara disposta a far soffrire gli altri per il proprio tornaconto.

La mora gli mise una mano sul petto: “Calmati Kyle, è tutto finito, sto bene, sul serio...”
“Bugiarda, se stessi davvero bene, allora perché stai ancora piangendo?”

La ragazza sobbalzò leggermente. A quel punto l'australiano la attirò a sé e la baciò, come non aveva mai fatto prima d'ora. Immagino di ripetere la stessa cosa che aveva fatto prima nella stanza di Alice, solo che stavolta cercò di trasmettere i suoi sentimenti verso la ragazza. La strinse a se è e proiettò tutto il suo amore verso di lei.

La sentì rilassarsi tra le sue braccia e ben presto la sua bocca si riempì del sapore salato delle lacrime della giovane. Solo che stavolta erano lacrime di gioia e felicità, lacrime di vero amore.

 

 

Kyle osservò il mare azzurro di fronte a sé, prima di addentare un panino.

“Mi stai dicendo, chomp, che anche Elizabeta è una strega?! Andiamo, capisco Astrid che ha sempre quell'aria glaciale attorno e Mina che sembra a tutti gli effetti un vampiro, ma Elizabeta? Michelle, con lei ci vado a mangiare una pizza alla fine di ogni stagione sportiva, non può essere una strega!”
Michelle sospirò, prima di dare un buffetto scherzoso sulla guancia del fidanzato: “Tesoro, se dovessimo seguire questa tua linea di pensiero allora neanch'io potrei essere una strega, no? E poi visto il fidanzato direi che la cosa non dovrebbe suonare neppure troppo strana”
“Che?! Cosa intendi con “visto il fidanzato”? Non dirmi che anche Gilbert è un essere strano!”
“Gilbert è un demone - spiegò semplicemente la mora, ignorando l'espressione sgomenta del ragazzo - Il tira-e-molla tra loro due va avanti da qualcosa come almeno tre secoli. Non so come sia iniziato il tutto, non sono così vecchia, ma è una storia davvero strana”

Wait a minute - la interruppe il castano - Ma allora Ludwig cos'è?”

Michelle si esibì in un sorriso triste: “Questa è un affare privato che riguarda la famiglia Beilschmidt, Feliciano e una promessa che deve ancora compiersi”

L'australiano stava per chiedere spiegazioni, quando i due vennero interrotti da qualcuno che gridava “Ehi guys!”.

I due ragazzi si voltarono, lasciando perdere temporaneamente il loro pic nic sul mare, e videro Alfred correre loro incontro, il braccio alzato in segno di saluto e un sorriso a trentadue denti sul volto.

Era passato circa un mese da quando Alice aveva rotto la maledizione lanciata sull'americano ed era entrata in possesso degli ingredienti, e, nonostante l'americano all'inizio fosse uscito un po' scosso da ciò che gli aveva detto la bionda, ora pareva essersi ripreso completamente.

I due fidanzati si alzarono, e i ragazzi si scambiarono un cinque.

“Ehi mate, come butta? Tutto a posto? Come va col tuo piccolo, ehm, problema peloso?”
“A meraviglia - esclamò Alfred senza perdere il sorriso - Certo, oggi per poco durante l'allenamento non mi sono messo ad inseguire il pallone lanciato da Mathias, ma per il resto sta andando tutto alla grande!”
Kyle annuì, sollevato.

Apparentemente, da come gli aveva spiegato Michelle, un incantesimo scagliato durante un sabba non si poteva sciogliere o annullare in alcun modo. Ciò che l'inglese aveva fatto era stato semplicemente invertire la maledizione e trasformarla in una maledizione licantropica, come nei suoi piani iniziali. All'inizio la cosa all'americano non era piaciuta granché (“non voglio avere più nulla a che fare con voi streghe e il vostro assurdo mondo!” aveva esclamato diretto a Michelle quando Kyle lo aveva riaccompagnato a casa quel fatidico giorno), ma ora aveva ripreso lo stesso entusiasmo di sempre, trovando la cosa divertente e scherzando spesso a riguardo.

“Voi che facevate?” domandò curioso il biondo.

Michelle scrollò le spalle: “Niente di che, solo un pic nic, e stavo raccontando un paio di cose del mondo magico a Kyle”
“Esattamente. Mate non crederai mai e poi mai a quello che ho scoperto”

E mentre i tre si mettevano a sedere sul telo da mare con Alfred che curioso domandava informazioni più precise, lo sguardo dell'australiano cadde sulla fidanzata.

C'erano così tante domande che voleva farle, ad esempio: cosa intendeva con “è

un affare privato” quando si era messa a parlare di Ludwig? E cosa c'entrava Feliciano in tutto quello? E poi a cosa servivano ad Alice il vero bacio e la lacrima d'amore? O ancora contro chi era diretta la pozione che la cugina stava preparando durante il malefico sabba del mese scorso?

Chissà, forse restando con Michelle prima o poi lo avrebbe scoperto...

Ma in quel momento l'unica cosa che gli interessava davvero era godersi quel momento di pace e tranquillità, con un panino in mano, il mare di fronte a sé, la sua fidanzata al suo fianco e il suo migliore amico alle spalle.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:
Allora, salve gente del mondo.

La stesura di questa storia è stata un vero e proprio Calvario, aspettate che vi racconto. Questa è la terza versione della storia, la prima e la seconda erano proprio dei racconti a sé stanti che in comune avevano soltanto il prompt. Infatti nei piani iniziali a venire trasformato non doveva essere America, ma Australia, e la storia si doveva concentrare sulle avventure di Michelle, innamorata del ragazzo sin da quando erano bambini, che doveva portare a compimento tutta una serie di prove per conto delle streghe che lo avevano maledetto per poi alla fine concludere il tutto con un romantico ricongiungimento e un bel lieto fine, ma visto che era una cosa davvero troppo lunga da rendere in un'unica One Shot ho preferito cambiare drasticamente soggetto. Chissà, magari in futuro, per il prossimo Halloween potrei ritirarla fuori...

Ad ogni modo non so cosa pensare della storia. Ad essere sinceri sono soddisfatto a metà di come è venuta fuori, forse potevo renderla decisamente meglio, ma non mi va di spaccarmi troppo la testa su di una cosa del genere. In fondo partecipo al contest per semplice divertimento e per allenarmi nella scrittura, non per vincere (anche se è una cosa che non guasterebbe in fondo, no? XP)

Comunque da come forse avrete capito alla fine le domande di Kyle sono domande aperte che potrebbero eventualmente in futuro trovare una risposta. Esattamente, nel caso in cui lo vogliate e siate incuriositi potrei scrivere delle One Shot sempre ambientate in questo universo fantsy solo con protagonista la Gerita o Alice.

Fatemi sapere eventualmente se siete incuriositi.

Se la storia vi è piaciuta lasciatemi una recensione, ci si vede gente, bye!!!!!!!!

   
 
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