Era
un tocco lieve, delicato, di certo non un boblin che lo depredava nel
cuore della notte.
Una
parte della sua mente sapeva che non c'era nessuna minaccia,
perciò
rimase in quel momento tra il sonno e la veglia in cui niente aveva
peso, in cui tutto era perfetto.
La
carezza era gentile, un tocco in punta di dita che gli sfiorava la
schiena nuda con lentezza, morbidamente, seguendo i disegni delle sue
cicatrici, come se volesse leggerle, come se potesse capirle.
Link
non ricordava nemmeno quando se le fosse fatto, erano passati cento
anni e la sua mente era stata cancellata, non aveva memoria neppure
del dolore, ma i segni sarebbero rimasti impressi per sempre sul suo
corpo per ricordargli che aveva fallito e che era sopravvissuto per
poter sentire quel peso e quella vergogna.
Eppure,
il dito le seguiva con riverenza e amore, senza perderne una, senza
osare saltare nemmeno la più piccola.
Scese
languidamente dalla spalla e giù per le vertebre, fermandosi
un
attimo titubante prima della sua natica. Poi sentì il
morbido
fruscio di un paio di labbra, premute fugacemente lì dove la
mano si
era fermata.
“Queste
sono molestie, lo sai?” riuscì a farfugliare con
ancora gli occhi
chiusi.
Avvertì
il sorriso dell'altro aprirsi sulla sua pelle, prima ancora di
sentire il suono di una leggera risata.
Il
letto ad acqua ondeggiò appena, cullandolo tenuemente.
Riuscì
ad aprire un occhio quel tanto da vedere Sidon sorridergli esitante,
preso in castagna, ma con la mano ancora ferma sulla sua schiena, le
dita premute con delicatezza e possesso assieme.
Aveva
già addosso gli accessori d'argento e la fascia, pronto per
qualcosa
di importante come una riunione o una conferenza o un qualunque cosa
facesse un principe.
“Buon
giorno!” lo salutò entusiasta, con un sorriso
splendente dei suoi
denti aguzzi.
La
prima volta che si erano incontrati e Sidon gli aveva sorriso, era
rimasto spiazzato e lievemente intimorito dalla sua dentatura da
squalo: adesso portava i marchi di quei denti sparsi per il corpo e
si meravigliava ancora del controllo che lo Zora riuscisse a
esercitare su sé stesso per non lasciargli niente
più che delicati
segni.
In
quel momento, comunque, neppure il più bello dei suoi
sorrisi lo
avrebbe convinto ad alzarsi.
Mugugnò
una protesta a bocca chiusa e si girò dall'altra parte,
serrando
bene gli occhi per schermarsi dalla luce del giorno.
Sembrava
ancora dannatamente troppo presto.
La
risata di Sidon risuonò ancora nell'aria. Sembrava sempre
divertito
da qualcosa, soprattutto quando c'era lui, ma non poteva sapere se
fosse così anche quando non c'era, presumeva solo che fosse
sempre
entusiasta ed emozionato di ogni cosa, e quello era uno dei motivi
per cui il principe aveva attirato la sua attenzione, sin
dall'inizio.
La
statura, la prestanza e l'attrazione erano stati presi in
considerazione solo dopo.
“Io
ho in programma una riunione con gli anziani, volevo salutarti prima
di andare. Ma dormi quanto vuoi e passa a salutare mio padre se puoi,
ha saputo che sei tornato e ci terrebbe a vederti”
esclamò Sidon
alzandosi dal letto, e di nuovo il materasso ad acqua
gorgogliò
creando piccole onde.
Link
soffocò una risata nel cuscino, Sidon poteva facilmente
credere che
fosse uno sbadiglio.
Dubitava
che re Dorephan sarebbe stato così ansioso di vederlo se
avesse
saputo cosa stesse andando avanti tra lui, Link, e suo figlio il
principe, già da qualche mese. O forse il re lo sapeva
eccome e per
quello voleva vederlo, per gettarlo in una prigione acquatica o
giustiziarlo alla maniera Zora, che non sapeva necessariamente come
fosse, ma implicava comunque la morte, perciò non sarebbe
stato
bello in nessun caso.
Che
a ben pensarci, nemmeno lui sapeva esattamente come fosse iniziato
quel qualcosa con Sidon. Il principe era... era tutto quello di cui
aveva bisogno, sinceramente.
Era
supportivo, era gentile e dolce, era entusiasta di qualsiasi cosa,
era comprensivo e presente e Link sapeva che qualunque cosa avesse
fatto, o avesse deciso di fare, Sidon sarebbe sempre stato al suo
fianco, moralmente o anche fisicamente se glielo avesse chiesto,
senza pensarci due volte.
“Ho
portato anche la colazione, per quando ti alzerai” disse il
principe da qualche parte, mentre si sistemava un accessorio, a
giudicare dal tintinnio di metallo.
Oh
sì, amava Sidon.
Link
saltò su alla menzione del cibo, annusando l'aria
attentamente, così
in fretta che il materasso sobbalzò, facendolo ondeggiare
per
qualche momento.
Sidon
ridacchiò, portando l'attenzione sul piccolo fagotto Hylian,
tutto
orecchie e capelli biondi.
“Quali
sono i tuoi programmi di oggi?” gli chiese interessato,
avvicinandosi al letto.
Link
aveva ancora gli occhi semichiusi per la luce del giorno e si
grattava pigramente un braccio, e Sidon sperò che stesse
pensando,
perché dava tutta l'impressione di essersi riaddormentato
seduto.
“Devo
cercare un sacrario nascosto” farfugliò dopo
qualche istante, con
la voce impastata dal sonno. “Su Ranel” aggiunse
poi, più come
se lo stesse confermando a sé stesso.
Si
stiracchiò pigramente e passò le mani tra i
capelli arruffati, con
uno sbadiglio.
“Devo
andare a Gerudo Town a prendere gli stivali da neve da un tizio che
pensa io sia una ragazza e anche alla fonte della fata radiosa a
prendere delle briocarote. Già che ci sono mi
farò potenziare le
scarperoccia ignifughe, devo andare al Monte Morte a procurarmi dei
minerali. Mi servono anche dei durian, dovrò andare alla
torre di
Firone! E portare una foto di Kilton ad un tipo allo stallaggio di
Estakkala, se riesco a ricordamene.”
Aveva
snocciolato la sua lista quasi senza prendere fiato e Sidon ne rimase
impressionato e divertito, trattenendo a stento una risata. Poi
però
capì cosa volesse dire e il sorriso si spense sulle sue
labbra.
Non
c'era modo che Link riuscisse a fare tutto in un giorno solo, nemmeno
con la tavoletta Sheikah che gli permetteva di spostarsi rapidamente
da un sacrario all'altro, nemmeno con tutta la sua forza e la sua
resistenza.
Sarebbero
passate altre settimane, prima che potesse rivederlo.
Una
volta era stato via per ventitré giorni, li aveva contati, e
quando
era tornato, stanco, ricoperto di fango e affamato, aveva solo fatto
un cenno con la mano, un gran sorriso e aveva preso a raccontargli di
una caccia ai draghi massacrante, per poter avere un pezzo dei loro
corni.
Si
chinò, di molto data la sua enorme statura, e
circondò
delicatamente la testa di Link con le sue troppo enormi mani.
“Sarò
qui ad aspettarti, se e quando vorrai tornare”
mormorò
sinceramente, nonostante il dolore di lasciarlo andare.
Perché
Link aveva un compito e lui non si sarebbe messo in mezzo, per quanto
fosse preoccupato per la sua sicurezza.
Perché
Link era l'eroe di tutti e non solo il suo e altri avevano bisogno di
lui.
O
forse proprio quello faceva più male e instillava in lui i
dubbi e
le paure.
Link
sorrise, aprendo del tutto i suoi grandi occhi azzurri, e Sidon
adorava quello sguardo, più limpido di qualsiasi fonte,
più
luminoso di qualsiasi gioiello potesse mai possedere o indossare.
Nessuno Zora aveva né avrebbe mai avuto uno sguardo
così e dubitava
ce ne fosse uno anche solo simile in tutta Hyrule.
Il
piccolo, davvero troppo piccolo al suo confronto, hylian
sollevò
appena il mento e mise le mani sulle sue.
“Certo
che torno! Devo ancora cacciare l'Hinox allo stagno Rals per Torf,
una delle tue guardie” disse con enfasi, uccidendo
all'istante ogni
più piccola traccia di romanticismo nell'aria, da bravo
killer
qual'era.
Eppure,
Sidon sapeva anche quello di Link, e lo amava comunque.
“Torna
per me, testa di legno!” sibilò stringendo appena
la presa,
schiacciando le sue guance.
Link
spalancò gli occhi e sembrò capire solo in quel
momento la sua
gaffe. Per lo meno, dal rossore delle sue orecchie pareva aver
capito.
Si
divincolò e si mise in piedi sul letto e fu lui a circondare
la
faccia di Sidon con le sue piccole mani, eppure piene di premura.
Non
era mai stato bravo con le parole, e a volte gli uscivano commenti
insolenti o sfacciati con le persone sbagliate e nei momenti
sbagliati, a seconda del suo livello di stress o di sopportazione. Ma
con Sidon non aveva bisogno di parole e amava anche quello.
Si
sporse in punta di piedi e poggiò un fugace bacio sulle sue
labbra,
e sorrise quando le sentì piegarsi all'insù,
superata la sorpresa.
Quando
si allontanò, gli occhi dorati di Sidon scintillavano e gli
costò
ogni cellula del suo corpo per non ridere della sua euforia.
“Tornerò
presto” promise, perché non importava quanti
giorni o settimane
sarebbero serviti per i suoi compiti, lui sarebbe sempre tornato al
villaggio Zora.
Quella
volta e quella dopo e quella dopo ancora.
Ricoperto
di tagli e ferite e con la borsa piena di souvenir e storie, sarebbe
sempre tornato da Sidon.
Il
principe Zora era enormemente in ritardo ormai, ma si sporse comunque
per prendere un altro bacio, forse solo un po' più profondo
e
passionale di prima.
Gli
anziani potevano aspettare.
Link
era più importante di qualsiasi altra cosa.
Note:
Come
detto, shippo Slink! Visceralmente!
Qui
in pratica stanno già assieme, ma nessuno lo sa o forse
sì, ma li
assecondano.
Link
di botw adoro immaginarlo come un tappetto mascalzone, sarcastico,
impertinente e casinaro, a sassy little shit.
Spero
vi sia piaciuta,
a presto, torno a Hyrule per combattere la battaglia finale!