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Autore: Gimme    19/10/2017    0 recensioni
"Ho assaggiato svariate volte il sapore dell’ingiustizia.
E’ amaro, e triste. "
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello, Near | Coppie: Matt/Mello
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il sapore dell'ingiustizia






 

Ho assaggiato svariate volte il sapore dell’ingiustizia.
Cominciando dal fatto di essermi ritrovato orfano: perché proprio io?
So che, purtroppo, non si può scegliere in che famiglia venire al mondo, ma perché doveva capitare proprio a me di nascere senza genitori?


Continuando poi con l’arrivo all’orfanotrofio. Tutto molto bello, sì, era un posto grande ed accogliente, almeno con gli altri bambini. Perché, ad essere sinceri, io non mi sono mai sentito accolto o voluto bene.
Né dagli insegnanti, né dai supervisori.
Mai.
Sono sempre stato ‘il bambino con problemi di rabbia’, quando in realtà non mi hanno chiesto neanche una volta come stessi.
Non avevo problemi di rabbia, avevo problemi di esistenza. Ma a loro non è mai fregato nulla, a loro importava solo di trovare un successore di L. Il che poteva anche essere interessante, avrei avuto un minimo di riscatto su quegli esseri ripugnanti che mi guardavano storto, ma purtroppo, non ho potuto avere neanche quello.
C’era quello stupido bambino che mi superava ogni volta, spesso anche solo di un punto.
Uno solo, vi dico.
E quel punto in più è sempre stato la mia rovina. Quel margine tra il ‘discreto’ e il ‘perfetto’, Near era sempre sul piedistallo più in alto del mio. Mi faceva rabbia il fatto che non parlasse con nessuno, come se si sentisse superiore per stare con gli altri bambini.
E poi, quei suoi dannatissimi puzzle. Li ho sempre trovati idioti. Che senso aveva fare un puzzle senza colori o forme?
Near si ostinava a comporre e disfare quel suo puzzle completamente bianco, candido, senza alcuno scopo.
Ed infine, il suo nome. Near. Mi sembrava una presa in giro, come a dire ‘Lui è più vicino ad L di quanto tu non sarai mai’.
Ho sempre odiato quella situazione.


Ma ,per fortuna, c’era Matt. Non saprei come descriverlo, ad essere onesti. So solo che l’ho sempre amato alla follia, sempre. Ovviamente lui non l’ha mai saputo, perché il mio orgoglio non mi ha permesso neanche di concedermi il ‘vizio’ dell’amore.
Matt è stato il primo e unico amico che abbia avuto all’interno dell’istituto.
Ma a pensarci bene, anche al di fuori dall’orfanotrofio.
Aveva quei capelli rossi e folti, che non si vedevano spesso in giro, mi tiravano su di morale anche nelle mie giornate peggiori. Aveva degli occhietti verdi molto vispi, avevano costantemente una scintilla di furbizia al loro interno.
Per non parlare poi di quella sua ossessione per le righe: aveva praticamente solo magliette rigate!
Sorrido ancora oggi a pensarci, era sempre così allegro, e allo stesso tempo, così menefreghista.
Non gliene è mai fregato nulla del mondo in cui viveva, a lui importava che stessero bene lui e le persone a cui teneva.
Cioè, io.
Mi lusingavano quei suoi pensieri, mi lusingava sapere che ero sul podio della sua mente. Forse quella è stata l’unica soddisfazione che sono riuscito ad avere. Ho sempre ammirato il suo modo di vivere.
Viveva alla giornata, noncurante di quello  che succedeva all’esterno: ‘Quando uscirò, allora forse comincerà ad importarmene qualcosa’, diceva sempre, anche se poi non gliene è importato nulla nemmeno una volta fuori dall’istituto.
Abbiamo passato praticamente la nostra intera esistenza insieme. Quando sono fuggito dall’istituto, l’ho visto spiarmi dalla finestra, apparentemente disinteressato dell’accaduto. In realtà sapevo che gli dispiaceva, ma non voleva darlo a vedere, e a me stava bene così.
Nei mesi successivi alla fuga, l’ho pensato spesso, tanto da farmi sanguinare la testa. Credevo di essere diventato pazzo, quando per un periodo avevo cominciato a vederlo per strada.
‘L’ho pensato così tanto che ora mi sono venute anche le allucinazioni’, pensavo io, cercando di trovare un senso a quella situazione.
Ma poi ho scoperto che non era ciò che pensavo io: Matt era uscito dall’istituto. Ed era venuto a cercarmi.  Avevo sentito gli occhi  pizzicarmi, dopo aver constatato il fatto. Lì, in mezzo alla strada trafficata, stavo quasi per piangere. Matt non si era scordato, anzi, voleva passare ancora la sua vita insieme a me. Ricordo che gli sono corso incontro, e gli ho chiesto cosa ci facesse proprio lì.

''Ti conosco, Mello'', questa è stata la sua risposta. E io non potevo che esserne rincuorato.
Peccato che, tutti questi sentimenti, non li abbia mai neanche fatti trasparire. Sono sempre stato carico di rabbia e di orgoglio, e purtroppo, li ho lasciati vincere anche troppo spesso.


‘Sono un orfano, ma questo non vuol dire che io debba essere un fallito’ mi ripetevo spesso, per spronarmi.
Solo ora, ho capito che frase del cazzo fosse.
E’ ovvio che non sarei diventato un fallito, col quoziente intellettivo che mi ritrovavo.
Ok, avevo perso la battaglia per diventare il successore di L, ma avrei potuto fare tante altre cose nella mia vita.
Peccato che all’ora non la pensavo esattamente così.
Ero entrato nella mafia, da giovanissimo. Mi dava quella sensazione di invincibilità e di potenza. E così fu, per un periodo.
Ero diventato ‘Mello il taglia teste’, ero anche temuto.
Potete crederci? Un ragazzo alto un metro e settanta, che pesa cinquanta chili, con dei capelli a caschetto biondi, era temuto.
Inutile dire che per me quello era una grande fonte di soddisfazione.  
E Matt era sempre lì accanto a me, ed io ogni giorno che passava me ne innamoravo di più.
Onestamente, non so perché lo trattassi in quel modo. Ero spesso acido nei suoi confronti, nonostante l’amore che provavo.
Forse, per darmi un senso di protezione, o forse semplicemente perché ero affogato nell’orgoglio.


Avevamo iniziato a lavorare insieme, era bello passare così tanto tempo con lui.
Mi pento di non avergli detto neanche una delle cose che sto dicendo ora.
Chissà quante volte lo avrò ferito, poteva nascondersi quanto voleva, ma capivo quando era offeso o alterato.
Così come lui lo capiva con me.

Buffo, il fatto che abbia preso coscienza di queste cose, da moribondo.
Il rapimento non è andato come sperato.

I poliziotti hanno circondato Matt, e Matt è morto.

Vi sembra giusto, che ne dovessi venire a conoscenza tramite la radio di un furgone?
E soprattutto, vi sembra giusto che Matt sia morto? A me no. A me non sembra giusto, affatto.
Ed ora, mentre sono in fin di vita, mi ritrovo a pensare a tutte le occasioni mancate, e ai momenti passati insieme a quella testa rossa.
 
‘Mi dispiace Matt... non pensavo sarebbe finita così’
 
Ho assaggiato svariate volte il sapore dell’ingiustizia.
 
E’ amaro, e triste. 




 
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Salve a tutti! Spero voi tutti stiate bene.
Mi presento, sono Gimme, e questa è la prima storia che pubblico su questo fandom. 
Mi è venuta di getto, non è una storia con troppe pretese.
Ad ogni modo, spero sia di vostro gradimento!

Un abbraccio,
Gimme.
  
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