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Autore: _happy_04    20/10/2017    2 recensioni
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«Sei perfettamente calmo, dal momento che la cosa non ti riguarda.»
Dal momento che la cosa non ti riguarda.
Certo.
Ti sono stato accanto fin dall’inizio. Ci siamo tirati fuori dai guai l’un l’altro infinite volte, abbiamo completato Greed Island unendo le forze, abbiamo riso, pianto, giocato, combattuto insieme. Siamo entrati a far parte l’uno della vita dell’altro come un uragano, ma legandoci come una cosa sola. Ging non era certo mio padre, ma avevo preso a cuore la faccenda, avevo preso te a cuore, e ti ho sostenuto dal primo all’ultimo.
Ma, mi sembra giusto, la cosa non mi riguarda.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Killua Zaoldyeck
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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But now you're just somebody that I used to know


But you didn't have to cut me off
Make out like it never happened and that we were nothing
And I don't even need your love
But you treat me like a stranger and that feels so rough
 

Dannazione. Fa male. Perché, cavolo, perché fa così male?
Lo ammetto, mi sono sentito tagliato fuori. E sei stato tu.
Mi chiedo ancora come sia possibile. Il Gon che conoscevo non faceva così. Voleva bene alle persone, sfoggiava sempre un sorriso, e non voleva il male di nessuno, neanche il più sporco e terribile degli assassini quale io sono. Credeva nel lavoro di squadra, e non avrebbe lasciato indietro un compagno neanche sotto tortura.
Non cercava vendetta, non portava rancore per nessuno. Non gli passava neanche per la testa il pensiero di uccidere.
E non mi avrebbe tagliato fuori.
Ricordo ancora quando mi salvasti da quel treno, quando tentai di uccidermi, e dicesti: «Se fossi tu, non mi dispiacerebbe essere tradito.»
Eravamo una squadra.
Se mi impegno riesco ancora a sentirlo, quel sentimento di sicurezza, la certezza di poter contare su di te qualunque cosa fosse successa. La consapevolezza di non essere mai veramente solo, di aver sempre un appoggio con cui rialzarmi, anche dopo le peggiori cadute.
Non avevo mai realmente provato quella sensazione prima. Fin da bambino, mi era stato insegnato a combattere da solo, ad essere forte da solo, senza fare affidamento su nessuno. Avere te mi ha aperto un mondo, ha riscaldato quel cuore in ipotermia che avevo nel petto, quel blocco di ghiaccio che mi appesantiva il respiro.
Poi, poco fa, come se nulla fosse, mi sono arrivate le tue parole, colpendomi come il più forte pugno in faccia che abbia mai ricevuto: «Sei perfettamente calmo, dal momento che la cosa non ti riguarda.»
Dal momento che la cosa non ti riguarda.
Certo.
Ti sono stato accanto fin dall’inizio. Ci siamo tirati fuori dai guai l’un l’altro infinite volte, abbiamo completato Greed Island unendo le forze, abbiamo riso, pianto, giocato, combattuto insieme. Siamo entrati a far parte l’uno della vita dell’altro come un uragano, ma legandoci come una cosa sola. Ging non era certo mio padre, ma avevo preso a cuore la faccenda, avevo preso te a cuore, e ti ho sostenuto dal primo all’ultimo.
Ma, mi sembra giusto, la cosa non mi riguarda. In questo momento per te sono un estraneo, non è vero?
Ora, in teoria, da bravo estraneo, dovrei fregarmene altamente di te, di quello che ti succede, se muori o vivi, e andare a dare una mano a qualcun altro. Di sicuro Knuckle o Shoot gradirebbero un piccolo aiuto.
Ma non ci riesco, diamine, non ci riesco.
Provo sì a distrarmi, a pensare a quanto altro ci sia da fare. Ma è tutto inutile. Continuano ad assillarmi le tue immagini, o almeno del “te” che credevo di conoscere. Per quanto mi impegni, al viso d’ira che sta fissando spietato Neferpitou continua a sovrapporsi quello di ciò che eri. I tuoi grandi occhi, preziosi proprio come l’oro dei loro riflessi e pieni di un’energia infinita. Il tuo sorriso contagioso, gioioso, che pareva essere la cura a tutto. La tua risata, capace di riempire di allegria un triste pomeriggio autunnale. Quella tua personalità, quel raggio di sole che illuminava e faceva scorrere la vita con più dolcezza.
Tutto questo, dove è andato a finire?
Lo so, io, dove. È rimasto con quella innocenza di bambino, pura, cristallina, che ha cominciato ad annegare nel momento in cui sei stato risucchiato dal crudele giro dei sentimenti degli adulti, stupidi e crudeli.
Ma ciò non cambia come mi sento. Credimi quando ti dico che mi sono sentito letteralmente morire dentro quando mi hai sbattuto in faccia quelle parole. Ho ricevuto colpi che mi hanno fatto sanguinare molto di più, ma mi hanno fatto molto meno male.
Quanto mi hai detto… Alle mie orecchie, è sembrato come un modo per dire che non fossimo più una squadra. Che non eravamo più “Gon e Killua”, ma “Gon” e “Killua”. E c’è differenza.
Mi chiedo se te ne rendi conto. Se, come sempre, stai parlando d’istinto e senza pensare alle conseguenze, affidandoti forse a quel briciolo di candore infantile che ti rimane.
Probabile.
Solo che non sembra esserci modo di fartelo capire, al momento. Ora come ora, sei una bomba a mano, pronta ad esplodere e a portare dolore e devastazione al minimo stimolo. Un egoista che non permetterebbe a nulla di mettersi fra te e il tuo obiettivo.
A quanto pare posso solo aspettare. Aspettare che uno di noi due esploda. Che sia io o che sia tu.


-------Angolo dell'autrice
Ma ciao a tutti!
Okay... mi scuso per questo... boh, questa cosa.
Ah, con calma: se vi state chiedendo perché, pur avendo messo una parte del ritornello, non ho messo "song-fic" nei generi, è presto detto: in pratica, di recente ho riscoperto Somebody that I used to know. Attualmente, è la mia fissa insieme a Painkiller dei Three Days Grace. E ho detto tutto.
So, come spesso mi capita ascoltando musica, ho sentito questi tre versi e ho subito pensato a Killua e Gon in quel momento dell'arco delle Formichiemere. Diciamoci la verità, Gon si è comportato parecchio da stron- *coff coff*
Killua (e io) ci è rimasto uno schifo. E aveva pure ragione.
Solo che, ehm, per quanto riguarda il resto della canzone non è che ci azzeccasse un granché. Quindi, come dire, i primi tre versi del ritornello bastavano e avanzavano, a mio parere.
Ah, mi scuso nuovamente per questo, mh.... ammasso di parole. Sono pure solo poco più di 750, quindi pure parecchio cortino quasi quasi è più lunga questa nota d'autore. But tutto sommato mi piaceva come era venuto fuori, e anche mia sorella sembrava d'accordo, quindi boh, alla fine ho deciso di pubblicarlo qui a mio rischio e pericolo. *si prepara per i pomodori*
Un po' deprimente, dite? Oh, non vi preoccupate, vi ho pure graziato. Sul mio computer c'è molto, molto di peggio. Magari prima o poi vi uccido anche l'anima vi faccio vedere anche questo "molto peggio".
E niente, questa nota sta uscendo pure più lunga della storia stessa. Quindi, io mi congedo, magari mi risparmio anche qualche pomodoro.
Bacioni,
-Happy-
   
 
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