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Autore: Reaperonzolo    21/10/2017    1 recensioni
[Mercymaker]
Buttò la sigaretta, ormai finita, nel vuoto sotto di sé e se ne portò subito un’altra alle labbra. Cercava, stizzita, l’accendino nelle tasche del camice e per poco non faceva cadere la sigaretta che aveva tra le labbra, quando sentì due mani fredde avvolgerle la vita da dietro, intrufolandosi sotto il suo maglione scolorito.
Mercy sobbalzò e si girò di scatto, liberandosi da quella stretta.
Widowmaker la stava guardando divertita. Si chinò su di lei e la dottoressa rabbrividì.
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Amélie 'Widowmaker' Lacroix, Angela 'Mercy' Ziegler
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Piccole scie di fumo uscivano dalla sua bocca, per poi dissolversi velocemente, spinte dal vento di quel freddo pomeriggio invernale. Il cielo era nero, prometteva pioggia, anche se, ancora, di una goccia nemmeno l’ombra.
Mercy se ne stava appoggiata alla balaustra del balcone del suo appartamento, con una sigaretta stretta fra le dita.
Un altro tiro.
Non si era neanche cambiata da stamattina: indossava ancora quel vecchio camice bianco, quel maglione grigio scolorito e quei jeans chiari.
Aveva cercato –senza alcun risultato- tramite il lavoro, di mettere in ordine tutti i pensieri che, pochi giorni fa, le avevano affollato la mente in modo insistente.
Stesso posto, il suo appartamento.
Stessa ora, un freddo pomeriggio invernale.
Mani che, tempo addietro, la accarezzavano voluttuose, ma anche silenziose, perché non dovevano fare alcun rumore, se non volevano essere scoperte.
Solo che, pochi giorni fa, quelle mani non erano più rosee, calde, ma al contrario erano cadaveriche, un bluastro misto a violaceo, e soprattutto…fredde.
Widowmaker l’aveva ingannata.
La verità è che assomigliava davvero troppo alla giovane di cui si era persa completamente anni fa.
Ok, il colore è un po’ cambiato.
E va bene, anche un po’ la voce.
Ma i gesti…i gesti erano pacati, calmi, silenziosi…perfino dolci, avrebbe azzardato.
Le movenze che aveva…sinuose, eleganti…perfino alcune cose che diceva.
Tutto, davvero, troppo simile al passato.
E Mercy ci era cascata, era caduta nella tela tessuta appositamente per lei. Non aveva neanche provato a liberarsi. Come dicevo, Widowmaker l’aveva ingannata.
Si era presa gioco di lei, facendole credere di essere il fantasma di Amelie Lacroix,
prendendo letteralmente a calci i suoi sentimenti.
Dio, quanto faceva male. Quanto faceva male vedere la donna che un tempo amava trasformata in un assassino, e Mercy ancora che non ci credeva.
Questa cosa doveva finire. Adesso. Non poteva più sopportare questi strani giochi che non capiva.
Buttò la sigaretta, ormai finita, nel vuoto sotto di sé e se ne portò subito un’altra alle labbra. Cercava, stizzita, l’accendino nelle tasche del camice e per poco non faceva cadere la sigaretta che aveva tra le labbra, quando sentì due mani fredde avvolgerle la vita da dietro, intrufolandosi sotto il suo maglione scolorito.
Mercy sobbalzò e si girò di scatto, liberandosi da quella stretta.
Widowmaker la stava guardando divertita. Si chinò su di lei e la dottoressa rabbrividì.
Allungò due dita e le tolse la sigaretta dalla bocca, sussurrando poi: “Ti fa male”.
Mercy, accigliata, alzò di scatto una mano e le tirò un ceffone, beandosi per un attimo della faccia stranita e incredula dell’altra. Dopodichè si avviò dentro il suo appartamento, chiudendosi la porta a vetri alle spalle.
Era in piedi nella camera da letto a fissare un punto a caso nella stanza, quando sentì dei passi dietro di lei.
“Cosa sei venuta a fare?”
I passi si fermarono.
Silenzio.
“Salutarti”
Mercy si voltò verso di lei, un espressione beffarda di chi non vuol credere a ciò che gli si dice disegnata sul volto: “Sì certo, come no!”
Indicò la porta.
“Fuori da qui. Non c’è niente di cui parlare”.
Widowmaker le si avvicinò ancora, giungendole ad un passo dal naso.
“Ma che scortese…l’altra volta non eri così” e cercò di nuovo di afferrarle i fianchi.
Davvero troppo.
Mercy si difese con un pugno ben assestato.
Widowmaker non era tipo da farsi scivolare le cose alle spalle. Con Mercy, magari, la prima volta lo faceva anche, ma alla seconda reagiva.
Spinse brutalmente la dottoressa al muro, strappandole il camice di dosso, che era diventato ormai d’impiccio.
L’altra si dimenava dando colpi a casaccio, al che la cecchina spinse il suo corpo su di lei e le serrò le mani in alto per tenerla ferma.
“Perché…? Perché ti opponi?”
Mercy la guardò con uno sguardo che voleva dire tante cose:  paura, sdegno, rabbia, eccitazione.
Oh no, non di nuovo.
Non. Cadere. Nella trappola. Di nuovo!
Spinse con forza le sue labbra su quelle della vedova, in un bacio violento.
Widowmaker lasciò la presa e la dottoressa prese l’iniziativa per spingerla subito con poca grazia sul letto dietro di loro. Si mise a cavalcioni su di lei, facendosi aiutare a sfilare il maglione.
Dopodichè le mani della vedova andarono velocemente ai bottoni dei jeans dell’altra; Mercy se ne accorse e le scostò con stizza, sbottonandoseli da sola.
Si alzò poco poco per sfilarseli, quando incrociò lo sguardo dell’altra. I suoi grandi occhi ambrati la stavano fissando insistenti, il solito ghigno beffardo non c’era.
Mercy si chinò su di lei portando le mani ai lati del suo volto: si scambiarono un altro bacio, un po’ diverso da quello di poco fa.
Subito dopo, qualcosa di caldo stava scendendo lungo il viso di Widowmaker.
La fissò negli occhi con fare interrogativo.
 
Angela piangeva.

 


[Angolo dell'autrice]
Piccolissima nota: ho cambiato nome account (non più xTekiraix, ma Reaperonzolo - Reaper + Raperonzolo ahah -), ma per semplicità chiamatemi pure Alice. Spero che questa 100% angst mercymaker vi sia piaciuta, alla prossima!
P.s.: se per caso la lettura vi risulta difficile a causa di grandezza caratteri, font utilizzato e altre cose tecniche, ditemelo eh!
  
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