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Autore: giulii    21/06/2009    0 recensioni
Lilly e Robin si conoscono da molto tempo ormai, e finalmente possono passare tutto il tempo che vogliono insieme, nel loro viaggio..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il paesaggio era fantastico, le case, le chiome degli alberi, tutto era ricoperto di neve. Robin si guardava in giro, meravigliato, per lui che veniva dall’Italia era una cosa nuova. Non aveva mai visto tanta neve in vita sua. Gli alti pini della foresta arrivavano così in alto che parevano sfiorare il cielo, Robin pensò che dovevano avere moltissimi anni. Non aveva mai visto una foresta in vita sua, e non riusciva a credere che per milioni di anni quegli alberi erano cresciuti, e per anni si era mantenuto quel clima sereno e piacevole. Si concentrò su ciò che c’era ai piedi della montagna: un poco nascosto dal folto del bosco in cui si trovavano, c’era un piccolo laghetto ghiacciato. Riusciva a scorgere con chiarezza le persone che pattinavano ora, erano abbastanza in poche, non più di trenta persone, ed erano tutti ragazze e ragazzi. C’erano anche i bambini, imbacuccati come pinguini, e naturalmente con una scia di mamme preoccupate dietro che li seguivano. In un lato del lago c’era una piccola casetta, dove si poteva bere qualcosa di caldo. -Robin tu sai pattinare vero?- gli chiese una voce femminile. -Ma certo- rispose lui. Aveva imparato a pattinare da piccolo. -Okay, allora va bene- disse la ragazza. Si chiamava Lilly. Arrivavano alla riva del laghetto ghiacciato e si prepararono per pattinare. Robin non aveva mai pattinato su un laghetto, dalle sue parti non ce n’erano e non si era mai spinto più a nord dell’Italia, in inverno. Mentre osservava gli altri ragazzi pattinare, pensò che in fondo in fondo non doveva essere tanto diverso da una pista di ghiaccio. Si avventurò con Lilly sul ghiaccio, e insieme fecero il giro del laghetto. Lei scherzava e rideva come al solito, come la solita pazzerella che aveva imparato a conoscere e amare. Gli volteggiava attorno ignara che lui sapeva pattinare benissimo. La vide arrossire quando inciampò in un buco e cadde lunga distesa sul ghiaccio, per poi mettersi a ridere e aspettare che lui venisse a tirarla su. Mentre le porgeva la mano galantemente, Robin osservava le altre persone, erano tutte coppiette. Si sentiva fortunato ad avere Lilly come compagna, sapeva che non tutte le persone riuscivano a trovare l’anima gemella nella loro vita, e quando ci riuscivano spesso rimanevano deluse: un carattere troppo dolce, troppo forte.. tutto questo non era mai accaduto con lei, avevano saputo far fronte alle difficoltà, e si erano assunti le proprie responsabilità. Lui stesso sentiva di essere in qualche modo cambiato, qualcosa si era risvegliato nel suo cuore, a parte l’amore, sentiva veramente di essere una persona diversa. E lo stesso valeva per Lilly, da persona quale era, aveva conosciuto l’amore, la dolcezza dei sentimenti, la gioia di sapere che qualcuno era sempre al suo fianco. Prima di fare una sosta alla casetta per bere qualcosa di caldo incontrarono diverse persone. Purtroppo erano amici di Lilly, che parlavano tedesco, così non riusciva a capire niente. Lilly aveva provato a insegnargli qualcosa, ma Robin sentiva che quella lingua stravagante sarebbe rimasta per lui un mistero impossibile da svelare. Si fermarono un momento a parlare con una coppia. Lilly cominciò una conversazione in tedesco e lui sospirò: avrebbe dovuto aspettare un po’, prima che avessero finito. L’amica di Lilly era una bella ragazza sui diciotto anni, aveva i capelli biondi ricci, due limpidi occhi azzurri e portava una sciarpa blu intorno al collo. Il ragazzo da cui era accompagnata era un tipo alto, con i capelli neri e un naso appuntito, sicuramente parlava solo tedesco anche lui. Robin cercò di dirgli qualcosa, ma proprio quando stava per aprire bocca, parlò l’altro. Parlò spedito, a raffica, o almeno così gli sembrava. Gli aveva forse fatto un complimento? Incerto, si voltò verso le ragazze, che si misero a ridere. Lilly sorrise e gli si avvicinò. -Ha detto che se fosse in te, mi sposerebbe subito- gli sussurrò all’orecchio. Il tedesco sorrise, evidentemente soddisfatto del complimento che aveva fatto. Robin e Lilly si fissarono per un istante negli occhi, e insieme, pensando alla stessa cosa, sorrisero anche loro. Più tardi, nell’affollato ristorante, riuscirono a parlare meglio del loro viaggio. Entrambi avevano in piedi gelidi come blocchi di ghiaccio. Lilly aprì la cartina sul tavolo mentre Robin portava due tazze di cioccolata calda. -Allora, noi siamo qui- disse lei indicando un puntino in mezzo alle montagne – se proseguiamo andando verso Monaco di Baviera possiamo fermarci là una notte, e poi ripartire verso Venezia, che ne dici?- -Mi pare una buona idea, quando partiamo? Subito?- -Monaco è a due ore da qui- rispose lei rimuginando –se partiamo verso le sei possiamo arrivare benissimo per le otto, un posto per dormire lo troveremo, ho già prenotato il vecchio albergo in cui ero già stata- bevve un sorso dalla tazza. -Quello in cui eri andata in gita?- chiese lui mettendo giù la tazza. Lei sorrise: –Esattamente- Più tardi andarono a fare una passeggiata nel bosco, Lilly non lo sapeva, ma mentre gli parlava del viaggio, dei prezzi e dei trasporti che avrebbero usato, lui raccoglieva manciate di neve e le appallottolava. Progettava già di sommergerla di palle di neve, quando si accorse di averla persa. -Lilly?- provò a chiamare, ma dove era finita? In quel punto non era possibile nascondersi, a parte nella neve, che arrivava al ginocchio. Si ritrovò a passare sotto un pino carico di neve, e quando finalmente capì, era troppo tardi, vide lei saltare fuori e scuotere l’albero con le mani. Immediatamente tutta la neve cadde giù bagnandolo fino alle calze, non vide niente per un paio di secondi, e quando finalmente venne fuori dalla bufera i suoi occhi videro Lilly che rideva come una pazza, buttata a terra. -Avresti dovuto vederti! Lilly? Lilly? Dove sei?- esclamava ridendo –e poi io sono uscita..- si teneva la pancia dal ridere. -Ah, e io farei ridere?- chiese Robin facendo finta di essere offeso, intanto estraeva dalla giacca una palla di neve –vediamo quanto faccio ridere ora!- esclamò poi gliela tirò addosso. -No! No per favore!- diceva lei e intanto scappava ridendo. Ad un certo punto, di proposito, fece marcia indietro e gli saltò addosso. Caddero tutti e due nella neve fresca, incuranti dei vestiti che si stavano bagnando. Erano sperduti nel loro viaggio per il mondo, ma non se ne curavano, sapevano che finche sarebbero restati uniti, tutto sarebbe andato bene.
  
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