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Autore: SirioR98    22/10/2017    0 recensioni
Qualcuno d’importante ha detto che non ha senso vivere la vita se non si ha modo di raccontarla. O forse non lo ha detto nessuno, e a dire il vero non è un gran che di aforismo. Però penso contenga un fondo di verità: se non la si organizza in maniera logica, la nostra esistenza è solo un susseguirsi di episodi più o meno casuali. O forse la casualità è un qualcosa che, in qualche modo, è già scritta da qualche parte e che demolisce la logica? O ancora, è forse meglio vivere la vita per quello che dà? E se... scusate, sto divagando. Ricominciamo.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 16

 
Entro in camera, più confuso che altro.
Comincio a rovistare nell’armadio, cercando qualcosa di decente da indossare per stasera.
“Cosa mi metto? Questo?” Tiro fuori una giacca rosso porpora con ricami d’oro e...
“No, troppo pacchiano per i miei gusti.” Sentenzio gettandola alle mie spalle.
“Quest’altro?” Alzo davanti a me un...c-coso a forma di...ma perchè mancano le maniche?
“No, nemmeno questo. Troppo informale e incompleto, oserei dire.” Osservo.
“E poi...ugh...iuta.” Rabbrividisco al solo pensiero.
Mi ritrovo in mano un capo per un neonato, a giudicare dalle dimensioni.
“E questo come ci è finito nel mio armadio?! Nemmeno mi entra!” Urlo, ormai esaurito, credendo di essere da solo con i miei pensieri.
“E CERTO CHE NON TI ENTRA, TESTA DISABITATA. QUEL VESTITO È IL MIO!” Sento urlare una voce da sopra la mia testa.
Ecco, la terza è la volta buona: questa è SICURAMENTE la mia fine. Ringrazio tutti quelli che mi hanno conosciuto, alcuni di questi mi odieranno ma non soffermiamoci sui dettagli. Lascio tutto quello che ho (NULLA!) a tutti gli orfanotrofi che conosco (Nessuno...in effetti, cos’è un orfanotrofio? Si mangia? A proposito: che fame.).
È Kyle, come se non l’avessi saputo, dal momento che condividiamo la stessa stanza.
“E tu da dove sei spuntato? Da quanto tempo sei qui?” gli chiedo senza fiato per lo spavento e la sorpresa.
“Vuoi la versione breve della storia, o quella lunga?” mi chiede sarcasticamente.
“La corta, se possibile.” Rispondo con tono ulteriormente sarcastico.
“Bene: in realtà sono una spia segreta. Le mie abilità di mimetizzazione e silenziosità sono ineguagliabili. Ero il migliore del mio corso.” Dice, mettendosi in piedi sulla sua branda, atteggiandosi.
“Potevi semplicemente dire che eri già qui, e sei rimasto in totale silenzio a...” Vengo interrotto.
“...guardarti imprecare contro dei capi di tessuto, perchè non sai cosa indossare per il banchetto di stasera? Sì, l’ho fatto.” Completa la mia frase, facendomi il pollice su e sorridendo a piena bocca. Alzo una mano per fermarlo.
“Aspetta...come fai a sapere di stasera?” Mi guarda incredulo. Assume una serietà che sa di affari.
“Vuoi la versione lunga o corta?” Chiede ancora, sempre con sarcasmo. Odio quando fa così...
“Dimmelo e basta!” Gli urlo, ormai stressato a livelli critici.
“Ero assorto nei miei pensieri e, all’improvviso, dalla finestra è entrata nella stanza una luce gialla, potente come le fiamme del...” Comincia a raccontare, gesticolando e indicando, come farebbe un attore di strada.
“KYLE!” Sto per strozzarlo. Si lascia cadere a gambe incrociate sul letto.
“Va bene, va bene, non ti arrabbiare. Lo sa praticamente tutta l’accademia. Seriamente Greg, non hai, per caso, notato tutti i festoni attaccati alle pareti dei corridoi?”
“Ora che mi ci fai pensare, no. Non ho notato nulla.” Rispondo ironicamente.
Kyle alza gli occhi al cielo e, svogliatamente, salta giù dal suo letto.
“Il tuo spirito d’osservazione è ammirabile, devo dire. Ad ogni modo, l’aveva detto Yesmallion dopo aver annunciato la spedizione. Non l’avrai sentito, visto che te ne sei praticamente scappato dalla mensa.”
Apro la bocca per ribattere, ma non ho argomenti.
Alza un sopracciglio, incrociando le braccia.
Serro le labbra e lo fisso.
“Per caso vorresti una mano?” Inspiro profondamente e calo la testa.
“Sì.” Si porta una mano all’orecchio.
“Scusa, non ho sentito bene, che hai detto?”
Mi ripeto.
Scuote la testa.
“Più forte.”
“E dài!”
“Grida!”
Prendo un cuscino a caso, lo premo con violenza sul mio viso e urlo fino a quando non ho più delle corde vocali.
Dopo vari minuti di urlo, abbasso il cuscino per ritrovarmi un Kyle dalla faccia impassibile che mi osserva.
Respiro affannosamente.
Si chiarisce la gola tossicchiando, portandosi un pugno alla bocca, e mi si avvicina.
Arriva a pochi centimetri dal mio viso, mi preme le guance con le mani e mi guarda negli occhi.
Segue qualche secondo di silenzio.
“Sì, sei scemo.”
Vorrei prenderlo e buttarlo giù dalla finestra, ma il pensiero di ricevere la stessa sorte da parte di una persona di nostra conoscenza, mi blocca.
“Vieni, dai, che ti faccio vedere una bella cosa”
“Se sono i brufoli sulla tua schiena, per oggi passo, grazie.”
Mi porta davanti al mio letto, stranamente in ordine, e vi ci trovo un’uniforme da cavaliere.
Ma non si tratta di un’armatura; è una vera e propria uniforme bianca, un mantello, con un aggancio al collo e due aperture dove dovrebbero uscire le braccia, copre una camicia sulla quale, in alto a sinistra, è ricamato lo stemma dell’accademia.
Sopra e sotto lo stemma, è ricamata una scritta.
Non capisco la lingua.
“Cosa c’è scritto?”
Scemo chi legge
“No, non credo. So come si scrive.”
“E come fai a saperlo?”
Pronuncio “Tá do mháthair cráin”, lasciandolo di sasso.
“Le prime cose che si imparano di una lingua nuova: gli insulti.” Pollice in su e sorriso a 32 denti.
“...hai appena dato della scrofa a mia madre?”  Vetri infranti. Questo è ciò che sento. Con la paura di vedermi recapitato un (meritato) pugno in faccia, sorrido molto meno rispetto a prima con un’espressione che sembra dire “Mamma mia, che imbarazzo...”.
Più che da un pugno, invece, la mia espressione beota è accolta da un sopracciglio alzato e una faccia rassegnata e giudicante.
Roinnt sa chorp, aontaithe san fhuil” declama Kyle.
“Ti voglio bene pure io”
“Significa ‘Diversi nel corpo, uniti nel sangue’, genio”
“Sangue? Urgh...un po’ macabro come motto”
“Secondo Yesmallion, il motto segue il disegno del nostro stemma, ovvero che nonostante la diversità delle razze presenti in questa scuola, l’unica cosa che le unisce ‘nel sangue’ come fratelli è lo scopo per cui combattono...”
‘Scopo’. Ecco una parola che non sentivo da un po’ di tempo. Eppure riecheggia come un temporale nella mia testa, ora che la risento.
Qual è il mio scopo qui? Come mai non ne ho ancora trovato uno?
Ma per adesso non importa.
“Quale sarebbe questo scopo?”
“E io che ne so, pare che sono Yesmallion...”
“Ti vedo un po’ agitato”
Scuote la testa.
“No, non sono agitato. È che non mi è mai piaciuto come motto. Non so perché. Ha un bel significato, non lo metto in dubbio, ma secondo me non esprime appieno il significato del simbolo.”
Aggrotto le sopracciglia e guardo lo stemma.
“Che intendi?”
Ci pensa su un attimo.
“Bene, cosa penseresti se ti dicessi di voler sollevare da solo Bakax?”
Sbuffo.
“Direi che sei pazzo. Moriresti tentando, ti schiaccerebbe.”
Mi prende le braccia, le unisce alle sue per formare un quadrato, una seduta.
“E se provassimo insieme a sollevarlo?”
Guardo le nostre braccia.
“Sì, potremmo farcela. Con immenso sforzo, ma potremmo farcela.”
Sorride.
“Questo vuol dire il simbolo. Una persona sola non può sconfiggere il male, ma più persone, se si uniscono, possono. L’unione fa la forza, il detto esiste per un motivo.”
“Certo, anche così il motto ha un suo senso. Però il tuo punto di vista è...giusto”
“Siccome, purtroppo, questa scuola è vecchia quasi quanto il suo rettore, il motto è vecchio e stantio come...”
Sento bussare alla porta.
Apro. È Yesmallion.
È già vestito elegante, entra nella stanza senza essere invitato.
Si gira a guardare il disordine che ho messo in stanza, poi guarda noi.
“Sentivo fischiarmi le orecchie: qualcuno sta, per caso, parlando di me?”
Kyle si mette la mano davanti la bocca per non dire qualcosa di cui si sarebbe sicuramente pentito.
“Non esattamente” rispondo.
“Stavamo avendo un’accesa discussione sul significato dello stemma dell’accademia, in particolare del suo motto.”
Ci guarda sbigottito.
“Seriamente? Mancano pochi minuti all’inizio del banchetto, a cui io vi ho espressamente detto di non tardare, e voi state qui a discutere di araldica?”
“Perchè? A che ora si terrà il banchetto?” domanda Kyle.
“Beh, praticamente...” dice Yesmallion alzando il polso e controllandoselo, come se avesse una meridiana portatile.
“Adesso!”
“Cosa?” urlo.
“Muovetevi! Perchè se voi due non uscite da questa stanza entro i prossimi 5 minuti, vi arriverà un ‘vecchio e stantio’ calcio nelle natiche, va bene?” esce urlando Yesmallion, lanciando una feroce occhiata a Kyle e tirandosi la porta dietro.
Kyle guarda prima me e poi la porta appena chiusa, indicando tutti e due.
“Ma come...?”
“Non lo voglio sapere. Muoviti a vestirti!” gli dico lanciandogli la sua divisa.
Prima di uscire dalla stanza mi guardo e riguardo allo specchio posto ai piedi della branda del mio letto.
Non sono convinto di quello che vedo di fronte a me.
Quell’uniforme.
Quel mantello.
Quello stemma.
Quel...me che vedo allo specchio.
Se in questo preciso momento mi potesse vedere il me stesso di qualche tempo fa, quello che Yesmallion aveva recuperato in una taverna a tracannare vino e altri intrugli, a cercare risse fino a tardi e a vivacchiare in silenzio e noncuranza, sicuramente si farebbe delle grosse e grasse risate nel vedere il ‘damerino’ che sono diventato.
Quello che non avrei mai pensato di diventare.
Quasi mi sembra di essere un cavaliere. Un paladino.
E’ così vero ma anche così irreale.
Io? Un paladino?
Non mi ritrovo nei panni che indosso adesso.
Kyle mi ‘risveglia’ dal pensiero profondo, dandomi una pedata non tanto forte nel didietro. Sussulto per la sorpresa.
“Se non ti muovi, te ne arriva un altro.” dice Kyle uscendo dalla camera.
“CE ne arriva un altro. Hai una pedata riservata anche tu, con l’impronta del piede di Yesmallion.” Dico ridendo e chiudendo la porta della stanza.
“Ancora mi chiedo come faccia quel vecchio a sentire tutto! Avrà la stessa età della montagna alle nostre spalle, ma sentirebbe uno spillo cadere a terra dall’altra parte dell’accademia.”  Dice Kyle, con le mani in tasca.
“Piuttosto, come fa a essere dappertutto? Letteralmente: 5 minuti prima era nel corridoio più sperduto del mondo e 5 minuti dopo è davanti la porta della nostra camera, che è più lontana di non so quale altro posto qui. Seriamente, ha fatto prima ad arrivare lui rispetto a me!” aggiungo, portandomi le mani alla testa e mimando un’esplosione.
“Genio, quello è uno stregone! Un po’ rimbambito, ma pur sempre uno stregone.”
“Effettivamente non hai tutti i torti...soprattutto sul ‘rimbambito’.”
Kyle cammina all’indietro, ridendo per la mia espressione.
Mentre raggiungiamo la camera di Kyra per andare tutti insieme al banchetto, facciamo a gara a chi imita meglio Yesmallion.
La mezz’elfa apre la porta trovando il fratello piegato in due dalle risate, mentre io urlo come il vecchio.
“E ora andate a fare una missione suicida soltanto perché mi va, avete capito?” Urlo alzando un dito, esagerando un tono ebro.
La ragazza alza un sopracciglio.
Mi accorgo della sua presenza, cerco di ricompormi. Kyle, vedendo la scena, ride ancora più forte.
“Ma voi non state bene, avete qualche problema.” Scavalca suo fratello, che ormai è steso a terra tenendosi la pancia, e si avvia per il corridoio, facendo finta di non conoscerci.
“Kyra, ferma, aspettaci!” Le grido dietro cercando di rimanere serio. Non ci riesco, ovviamente, scoppio a ridere.
La ragazza torna indietro e ci osserva con un braccio sul fianco.
La sua divisa è uguale alla nostra, messa accanto a suo fratello non si distinguono.
“Più sto con voi, più mi rendo conto di avere a che fare con due bambini.” Dice con il tono da mamma che rimprovera i suoi figli.
Ci mettiamo a piangere come dei neonati. “Mamma, Greg mi tocca”
“Non ti sto toccando!”
“Mi sta toccando! M-mi sta toccando!”
“Non ti sto toccando! Tocco l’aria...”
Mi lecca il dito. Gli prendo la lingua fra pollice e indice.
“Nano, vedi che te la stacco la lingua, eh!”
Si mette a ridere, ancora non gli ho mollato la lingua.
Kyra alza un sopracciglio.
“Per caso avete assunto oppiacei?” Chiede tutta seria.
Il fratello scuote la testa, ancora ridendo sotto i baffi – che non ha -.
“Ragazzi, dobbiamo andare, se Yesmallion non ci vede, avvierà le ricerche...di nuovo. Meglio avviarci.”
Camminiamo per i larghi corridoi dell’accademia. Sono addobbati a festa, con gli stessi arazzi bianchi dell’entrata e dei nastri attaccati al soffitto, che collegano le due parti opposte delle volte, riprendendo i colori dell’accademia.
È solo un tocco, ma riescono a rallegrare tantissimo i corridoi usualmente grigi. Le porte in legno ci scorrono accanto, una alla volta, tutte uguali, simmetriche.
Giriamo a sinistra, entrando in un corridoio così grande da sembrare una stanza, una parete interamente percorsa da grandi finestroni, che fanno entrare la luce arancione del crepuscolo.
Si iniziano ad accendere le luci.
Nei grandi lampadari, pendenti dal soffitto, nascono tante piccole fiammelle.
Vedo che stregoni e apprendisti si stanno dando da fare.
Attraversiamo l’ultimo corridoio prima del grande scalone.
Non facciamo più di tre passi, che sentiamo una voce impacciata.
“Senti… è da un po’ di tempo che volevo dirtelo…”
Conosco bene questa voce.
“I-io… v-volevo chiederti se, insomma… hai capito, no?”
E infatti, davanti all’arco che dovrebbe portare allo scalone, troviamo il mio draconico preferito – nonché l’unico che conosca – che parla, o almeno ci prova, con l’unico tank di nostra confidenza.
All’incirca.
Va bene, più o meno di nostra conoscenza.
Fa un respiro profondo, giusto per raccogliere tutto il coraggio possibile e immaginabile, e in un solo fiato, pronuncia la fatidica domanda:
“Mi concederesti il grandissimo onore di farti da cavaliere al banchetto di stasera?”
Tutto questo in un sol fiato, ricordiamoci.
Finalmente!
Era l’ora, devo dire. Mi parlava di lei in continuazione dall’alba dei tempi.
“Hai visto Greg?” Chiede il ragazzino, indicandoli con la mano.
“Bakax ha trovato il coraggio di dichiararsi. Perché non lo fai anche tu? Ah, già... la marmottina non contraccambia i tuoi sentimenti, vero?” mi sfotte Kyle, con su stampato quel suo sorrisino a mezza bocca.
Ma la mia mente non focalizza la frecciatina.
E’ rivolta a tutt’altro.
Sono felice per loro. Strano accoppiamento, ma sono felice.
Sorge solo una domanda spontanea: cavaliere? Si tratta di una serata a coppie?
Non credo, ce l’avrebbero detto.
Magari Bakax ha usato il banchetto solo come scusa.
Sono sicuro che non sia un ricevimento a coppie.
Dopo una risposta positiva – molto positiva - da parte di Saffron, i due piccioncini si avviano verso la sala.
Aspettiamo due minuti prima di seguirli.
Ci affacciamo dal balcone dello scalone, uno scalone che si apre a forbice sull’androne centrale (a detta di Kyle).
Noto con orrore che tutti, e dico tutti, sono divisi a coppie.
“Per favore, non ditemi che dovevamo portare qualcuno...” I ragazzini si scambiano uno sguardo.
“Oh no, e adesso? Se ci becca Yesmallion, chi lo sente quel vecchio?” dice Kyra, preoccupata.
“Scusa, ma non potremmo dirgli che non ci è arrivata alcuna comunicazione della serata? Sai no, perché sarebbe la pura e semplice verità!” Afferma Kyle, parlando sottovoce per non farsi notare da tutto il sottoscala.
In mezzo alla folla cerco di scorgere la tunica elegante di Yesmallion, ma fortunatamente il vecchiaccio non è nei paraggi.
“Ragazzi, lì sotto sembra tutto tranquillo, adesso dobbiamo solamente entrare nella grande sala senza farci notare, capito? Rapido e indolore.” Propongo ai gemelli, che annuiscono in consenso.
Pur di evitare altri commenti da Yesmallion, questo e altro.
Con una coordinazione che manco un battaglione addestrato da anni, ci muoviamo in maniera rapida giù per lo scalone, serpeggiando tra le varie coppie nell’androne dell’accademia, per poi entrare alla chetichella nella grande sala ricevimenti.
Appena entrati, non riconosciamo nulla. Certo, non è che ci sia entrato così tante volte da ricordare il minimo particolare a menadito, ma il lavoro che hanno compiuto per la festa è straordinario, sembra di essere in un altro mondo.
Ci ritroviamo davanti al festival dello sfarzo e degli addobbi.
Di sicuro, non lo stile dell’accademia.
Degli enormi festoni e arazzi recanti il simbolo dell’accademia risaltano subito all’occhio, nonostante siano appesi alle mura, occupano la maggior parte del nostro campo visivo.
La luce si propaga da 5 enormi lampadari e da numerosissime lanterne appese ai lati della sala.
Un’enorme tavolata è disposta su un intero lato della sala.
Ed è riduttivo dire che è apparecchiata a festa e piena di pietanze lussuose.
Considerando che normalmente si mangia su tavoli in legno non proprio puliti nella mensa, costretti a cibo scadente (alle volte era ancora vivo), posso considerare questo giorno come il mio compleanno.
Prima ancora che possa dire ‘Tanti auguri a me’ e che, insieme a Kyle, mi tuffi in quel ben di Warlord sotto forma di cibo, sento una mano calare sulla mia spalla.
“Ma bene, noto con piacere che vi siete ricordati di venire a coppie.”
La voce di Yesmallion, come un fulmine, tuona alle nostre spalle.
“C-come?” Chiedo, i nervi tesi sotto la sua mano.
“Beh, sei in compagnia di Kyra, significa che uno dei due abbia ricordato la cosa…presumo.” Continua Yesmallion.
“Ma veramente io non ho sent- Ahia!” Dice Kyle, interrotto dal mio tallone sul suo piede, segno di far silenzio, reggermi il gioco e non dire a Yesmallion la triste verità.
“Sì, Yesmallion. Abbiamo ricevuto il messaggio…ci siamo organizzati di conseguenza. Kyra è la mia dama per stanotte.” Dico, inviando ai gemelli uno sguardo supplicante.
Di contraltare, gli sguardi che ricevo in risposta non sono dei migliori.
Kyle potrebbe incenerirmi solo guardandomi. Certo, potrebbe farlo anche senza guardarmi, ma quello è un altro discorso.
Kyra, invece, è indecifrabile. Ha sempre quella sua espressione truce che riserva solo a me e a suo fratello, sì... insomma, il solito ‘Appena siamo soli, pregherai per essere di nuovo nel bosco a combattere i lupi’.
Ma noto un senso di imbarazzo, accentuato da un tenue rossore sulle sue guance.
Sarà solo impressione mia.
Non biasimo la loro voglia di farmi fuori alla fine della serata e, anzi, credo che me lo meriterei, dopo tutto quello che è successo in questi giorni.
Yesmallion sorride, dandomi un paio di pacche sul braccio
“Stupendo, sono molto felice per voi due! Sai…” Si volta verso Kyra “…avevo l’impressione che Greg avrebbe preferito tuo fratello a te, ma a quanto pare non è così! Certo, a vedervi non è che ci sia questo drastico cambiamento.” dice il vecchiaccio, concludendo con una risata bonaria.
Kyra arrossisce più intensamente, ridendo nervosamente e continuando a guardarmi come a dire ‘La stronco in due questa cariatide, va bene?’.
Ora ne sono sicuro, non è una mia impressione.
“Ehm, no Yesmallion, credo che tu abbia frainteso. Io e Kyra non stiamo insieme. Per nulla.” Dico al mago lentamente, scandendo bene le parole, affinchè mi possa comprendere.
“Ah, ho capito: non volete ancora rendere ufficiale la cosa, giusto? Volete evitare che le voci girino, situazioni magari un po’ scomode, ma non vi preoccupate. Non dirò nulla!” dice lui, continuando a darmi pacche sul braccio.
Se non la smette immediatamente, gli stacco la mano a morsi e la uso per schiaffeggiarlo.
Kyle si schiarisce la voce per attirare l’attenzione.
“Scusatemi, vedete che ci sono pure io qui. Sempre che non vi siate dimenticati di me...” Fa notare il ragazzino, che ormai, se avesse voluto, sarebbe diventato una torcia umana, o elfica, per la rabbia.
Ma, per il bene della salute sua e di tutti gli altri, cerca di non darlo a vedere, nascondendo tutto dietro a un sorriso troppo forzato da sembrare naturale.
“No, certo che non ci siamo dimenticati di te, piccolo Kyle. Anzi, visto che non sei in dolce compagnia, avrei giusto giusto bisogno delle tue abilità per questa sera.”
Abilità? Cos’è, Yesmallion ha preparato un grosso braciere per arrostire carne ma non ha come accenderlo?
Kyle lo guarda perplesso, così come me e Kyra, che ormai è un pomodoro di quanto è rossa.
Se non sapessi che sta arrossendo per la vergogna, potrebbe sembrare che sia allergica a qualcosa.
“Vedi, avevo preparato per questa meravigliosa serata, un altrettanto meravigliosa esibizione musicale.”
Esibizione musicale?
Cioè, vuoi dirmi che questa è una serata danzante?
Davvero?
“Il nostro violinista, purtroppo, ha avuto uno spiacevole incidente durante la spedizione, e non può suonare stasera.”
Ho sentito delle voci a riguardo: un ragazzo dell’accademia, purtroppo non di nostra conoscenza, per via di una caduta da un dislivello non troppo alto, si è fratturato il polso destro.
“Quindi?” Chiede Kyle, guardando altrove.
“Quindi, ho ricevuto voce da alcune fonti, che qui resteranno anonime – Kyra  – che tu sai suonare il violino. Potresti, gentilmente, sostituirlo tu?” Dice Yesmallion.
“Ma io devo…”
Kyle viene subito interrotto
“Era una domanda retorica, Kyle. Devi.”
Kyle non dice nulla, ma riesco a percepire il suo corpo irrigidirsi. Si sta trattenendo dal far del male al vecchio. Con lo sguardo, ci implora a dargli una mano, ma senza risultato.
Sospira, rassegnandosi.
“Obbedisco.” Dice, alla fine, in maniera riluttante.
“Splendido! Lì dietro troverai tutto quello che ti serve. Buona fortuna.” Dice il vecchio a Kyle, ormai fumante di rabbia.
Prima di salire sul palco, Kyle si avvicina a me.
Mi tira già, per arrivare meglio al mio orecchio.
“Piccolo avviso per stasera: se tocchi mia sorella in maniera sbagliata, ti brucio la faccia. Intesi? Buona serata.” Mi sussurra, inizialmente in tono categorico e poi calmo e rilassato.
“Bene, vi lascio soli…” Mi dice Yesmallion, facendomi un occhiolino prima di andarsene.
Mi giro verso Kyra, grattandomi la nuca.
“È stato terribilmente…imbarazzante. Scusami di averti coinvolto in questo. Di avervi coinvolto in questo.” Le sussurro, per cercare di metterla a suo agio.
Il suo sguardo rimane indecifrabile.
Scuote la testa e mi sorride.
Se prima era arrabbiata e frustrata per tutta la situazione, penso che ora abbia capito il perché della mia sceneggiata.
“No, tranquillo, ti capisco. Non è semplice quello che stai passando, vuoi fare una buona impressione su tuo padre, ma allo stesso tempo essere lasciato in pace da Yesmallion, desiderio comune a tutta l’accademia.
Ma la prossima volta…” Si avvicina pericolosamente.
“…avverti prima di farne una delle tue!” Afferma, dandomi uno scappellotto sulla nuca.
Non mi lamento nemmeno.
Me lo merito.
“Forza su, fai il bravo cavaliere. Prendi tre posti liberi per me, per te e per Kyle. A proposito di Kyle, vado a calmarlo e a spiegargli tutto, che sennò mi tiene il broncio per tutta la sera…”
“Ti tiene? Ci tiene il broncio…” Le faccio notare il plurale mancante.
“No, che non ti tiene il broncio. Vorrà ucciderti, questo sì, ma il broncio non te lo tiene sicuro.” Dice Kyra, allontanandosi verso il palco.
Al centro dell’enorme tavolata, vi è una parte rialzata, probabilmente riservata a Yesmallion e soci.
Riluttantemente, occupo tre posti non troppo lontani dalla tavola degli insegnanti e, nel frattempo, mi siedo, osservandomi intorno.
Il soffitto, usualmente spoglio, è ovviamente addobbato a festa, così come le pareti, che ho notato prima.
Gli invitati cominciano a entrare nella grande sala, trovando posto.
La maggior parte degli allievi è accompagnato da una dama o un cavaliere, stasera.
La sala si riempie del bianco delle divise, tutte e cinque le razze sono riunite sotto un unico colore. Vedo alcuni cavalieri chinarsi a baciare la mano delle proprie dame, prima di farle accomodare al tavolo.
Noto con piacere che Bakax e Saffron sono seduti vicini, quasi quasi vado a salutarli.
Faccio per alzarmi, quando una voce a me nota mi fa voltare.
“Finalmente sono riuscito a trovare due minuti per avvicinarmi. Yesmallion non è cambiato di una virgola, sempre il solito logorroico. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio, presumo.” Conclude mio padre con una risata gioviale, sedendosi di fronte a me.
Annuisco osservandolo, sento la mascella irrigidirsi. La tensione mi prende.
Decido di assecondare la sua risata, ma quella che esce dalle mie labbra è inconfondibilmente nervosa.
“Già, l’ho notato…” Dico più a me stesso che a mio padre.
Ci guardiamo intorno imbarazzati, la tensione fra di noi è palpabile. Sento una smorfia affiorarmi sul viso, cerco di reprimerla.
Tossicchio.
“E quindi… a quanto pare il vecchio si è dato da fare per organizzare il tutto.”
Nic- padre… insomma, lui si stringe nelle spalle.
“Ma quale, ha organizzato tutto quel nanetto verde che gli trotterella sempre intorno.” Aggrotto le sopracciglia.
“Intendi Pancrazio?” Annuisce per confermare.
Wow, quella cosa minuscola si è occupata di tutto questo? Gli devono dare un aumento.
“Tutto da solo? Hai capito la piccola salamandra…” Continuo.
“Lui e altri quattro insieme a lui. E indovina chi c’era tra questi quattro?”
“Non dirmelo…c’eri anche tu?” Gli chiedo, cercando di imitare il sopracciglio alzato di Kyle. Fallisco miseramente. Mi metto a ridere.
“Tu non ridere! Credimi se ti dico che non c’è nulla di più umiliante di essere comandato a bacchetta da un essere alto quanto il mio stivale e con una voce così…così…”
“Stridula e nasale?” lo interrompo, imitando la voce di Pancrazio.
“Quasi simile, senza dimenticare le duecento volte in cui menziona il ‘grande, GRANDE Yesmallion, capo di qui e rettore di là’…” continua Nic, tentando anche lui di imitare la sua voce.
Ridiamo insieme, sperando che Pancrazio, o chi per lui, non ci senta.
Bene, la tensione iniziale sembra essersi smorzata. Un buon segno, finalmente.
Finisce di ridere asciugandosi le lacrime dagli occhi.
“Allora, con chi sei venuto stasera?” A questa domanda, mi blocco. Lo guardo tutto serio.
“In che senso…ah, inte-intendi chi è la mia dama?”
“E in che senso intendevi, scusa?” Dice ridendo.
“Speravo non intendessi proprio, in generale.” Dico, cercando di sviare il discorso.
“Vorresti dirmi che tu stasera sei da solo?” Mi chiede seriamente.
“C-circa…” dico, cercando con lo sguardo Kyra e Kyle.
Mi guarda con il sopracciglio alzato. Perché tutto il mondo ci riesce e io no? C’è per caso una cospirazione nei miei confronti?
“Senti, nessuno ha avvisato. Va bene? Siamo arrivati e…” Mi blocca.
“Siete?” Annuisco mentre faccio spallucce.
“Sì… io, Kyra e Kyle.” Si porta una mano in fronte, ridendo.
“Greg, sembri caduto dalle nuvole! Non ti pare un po’ strano che quella ragazzina ti stia sempre intorno?”
Sbuffo.
“A me? Quella segue suo fratello, mica me. E poi…credo di non interessarle, e in ogni caso non è neanche in età da marito…” Alza gli occhi al cielo.
“E chi ha mai detto questo, stai dicendo tutto tu! E poi, io e tua madre ci siamo conosciuti prima che lei fosse in età da marito e…”
“Non continuare.” Lo avverto.
“Non puoi immaginare quanto fosse dolce la prima volta che…”
“Ma non lo voglio sapere!” Urlo.
“…la prima volta che siamo usciti insieme, che pensi? Anche se la prima volta che…”Mi tappo le orecchie. Di sicuro non voglio sapere delle prime volte dei miei genitori.
“Non ti sento! Non esisti!” Cerco di cantare sopra le sue parole.
“Scherzo, scherzo. Quanto sei immaturo.”
Scuoto la testa, lasciando cadere la conversazione. Guardo altrove.
“…provi qualcosa per lei, vero?” Apro la bocca sbigottito e mi indico.
“Io? Ma ti par- ma… insomma… NO!” Sgrano gli occhi quando sento dei passi alle mie spalle. È Kyra, che si sta avvicinando.
Si siede accanto a me.
“Buonasera, Nicholas. Di che stavate parlando così animatamente?” Chiede, incrociando le mani sotto il mento.
La mia faccia sprofonda nelle mie mani.
“Per favore, non chiedere.” La supplico dalle mani. Ride nervosamente, rinunciando alla sua curiosità.
“Nicholas, si sta godendo la festa? Greg l’ha cercata per l’intero pomeriggio.”
“Ma non è vero, mi ha costretto lei sotto minacce di mort-“
Un tallone mi si conficca nello stinco.
Va bene, sto zitto.
“E sì, GREG aveva smania di parlarle. Vero, Greg?” Lo dice con il fuoco negli occhi.
Effettivamente è così.
Proprio mentre sto per cominciare a parlare, Kyle mi spunta alle spalle, regalandomi uno scappellotto sul collo. Si siede alla mia sinistra.
“Salve, Nic. Cioè, Nicholas. Vedo che finalmente Greg le ha parlato.” Lo guardo per fargli capire di averci interrotti.
Alza le sopracciglia quando comprende, tappandosi la bocca con le mani.
“Oops, scusate. Continuate pure.”
Kyra, avendo capito tutto, decide di alzarsi.
“Credo di aver dimenticato qualcosa in camera. Ehm, Kyle, potresti gentilmente venire a darmi una mano?”
“Ma dai, ora che comincia il divertimento?”
Lo prende per un orecchio.
“Kyle Amadeus Greywood, alzati immediatamente!”
“Agli ordini” mettendo subito la mano alla fronte.
Li vedo uscire dalla sala.
“Dal momento che la cena non comincerà ancora per un altro po’, vorresti fare quattro passi fuori?” chiedo a Nicholas, cercando un pretesto per uscire da lì.
“D’accordo”
  
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