Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: whitecoffee    22/10/2017    4 recensioni
❝“Potresti abbassare il volume della tua maledetta musica? Sono almeno quarantacinque minuti che non faccio altro che sentire “A to the G, to the U to the STD”. Per quanto tu sia bravo a rappare, il mio esame è più importante. Grazie”
-W
“N to the O to the GIRL to the KISS MY ASS”
-myg
“Senti, Agust Dick, comincia a calmarti, che non ci metto niente a romperti l’amplificatore e pure la faccia.”
-W❞
rapper/photographer!YoonGi | non-famous!AU | boyxgirl
-
» Storia precedentemente pubblicata sul mio account Wattpad "taewkward"
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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XXXII.
Somebody to Love



“If this is what it's like falling in love
Then I don't ever wanna grow up
Maybe I'm just a kid in love”

(Shawn MendesKid in Love)
 


 Y O O N G I   
 
 

Mi presentai alla porta di Winter con le braccia carche di popcorn e patatine. Ebbene sì. Avevo creato un account nel suo stesso sito di drama, iscrivendomi alla famosa newsletter da cui anche lei riceveva periodicamente le emails, con la notifica dei sottotitoli disponibili. Non che io seguissi quelle sciocchezze da ragazzine. Ovviamente. L’avevo palesemente fatto per lei.
A soli quattro giorni dalla famosa cena con la mia comitiva, mi ero ufficialmente arreso: la vicina di casa mi aveva vinto il cuore, senza nemmeno sforzarsi di conquistarlo. Me n’ero reso conto nel momento esatto in cui l’avevo vista nel corridoio, mentre parlavo con Nancy, e avevo afferrato la sua mano come se fossi stato sul punto di affogare. Ma occorre fare prima un preambolo. Dunque, la mia ex si era ripresentata alla porta, con una lacrimevole espressione di dignità ferita. Aveva sorriso pietosamente, dicendo di non aver mai capito quanto importante potessi essere, e che lei avesse fatto un madornale errore, a lasciarmi per Jackson. Il tutto, però solo perché l’aveva scoperto in camera da letto, con la sua migliore amica. Quale spalla su cui poter andare a piangere, allora, se non la mia? La cosa divertente, era che io, con ogni probabilità, l’avrei anche accolta e consolata. Se fossi stato solo. E se non avessi conosciuto Winter, nel frattempo. Perché ero fatto in quel modo. Non disponevo di tutta quella dignità, specie nei confronti di chi mi avesse dimostrato anche un minimo di affetto, nel corso della mia vita. Forse perché ne avevo avuto bisogno in modo così disperato, da sentirmi poi in costante debito, nei confronti di chi mi fosse stato accanto. Ma in quel caso, era stato diverso. Appena i miei occhi avevano scorto il profilo della mia vicina di casa, avevo capito, intrecciando le mie dita a quelle di lei, tirandola a me. Mentendo a Nancy. Dicendole che stavamo insieme da due mesi, e che non avessi alcuna intenzione di ricominciare da capo.
Ovviamente, la bionda l’aveva presa male, producendosi in una delle sue formidabili osservazioni di cattiveria gratuita, per le quali avrei volentieri voluto cucirle la bocca con ago e filo. Ma Winter le aveva risposto senza fare una piega, difendendo me e se stessa in un colpo solo. Brillando ai miei occhi in maniera definitiva. Avevo finalmente capito che era lei, che volevo accanto. Mi meritavo qualcuno che combattesse per me, non contro di me. E, da quel momento, non avevo fatto altro che orbitarle attorno. Come se lei fosse stata la Terra, ed io la luna. Mi ero inventato una scusa diversa ogni sera, per poter entrare nel suo appartamento e condividere i suoi stessi spazi. L’avevo vista cucinare la cena per entrambi, ridere a qualche stupido programma televisivo e storpiare canzoni coreane sotto la doccia. Dio solo sapeva se non avessi voluto inseguirla fino in capo al mondo. Nella mia testa c’era solo lei. Se chiudevo gli occhi, vedevo il suo volto. Quando li riaprivo, e mi rendevo conto di essere solo in casa mia, il mio umore precipitava. Sentivo che non era quello, il mio posto. Non ero mai stato così, in vita mia. Cominciavo a comprendere i punti di vista degli strampalati protagonisti dei libri che NamJoon leggeva e ogni tanto mi prestava. Nelle mie playlist, i brani aggressivi avevano lentamente ceduto il posto a K.Will, Eddy Kim e Park HyoShin, per non parlare delle sdolcinatezze acustiche europee o americane. Perfino gli artisti mainstream mi andavano bene. Non capivo cosa mi stesse succedendo. Mi stavo rammollendo. Ascoltavo perfino l’oroscopo alla radio, in macchina, quando andavo a lavorare al pub. I miei amici ridevano spesso, sorprendendomi a sorridere davanti al cellulare, solo perché Winter mi aveva risposto con la sua solita dolcezza femminile. Mi davano dello sciocco, a non volermi dichiarare. Eppure, non ne avevo il coraggio. Mi sentivo così bene ad averla intorno, che non volevo rovinare quell’atmosfera così bella. Prima o poi, gliel’avrei detto. Per il momento, stavo bene. Stavamo bene. Perché mi accorgevo dei suoi sorrisetti, quando casualmente il mio braccio le circondava le spalle, o nel momento in cui giocherellavo con i suoi capelli, mentre leggeva sul divano. Non ero stupido, mi rendevo perfettamente conto che anche lei stesse lentamente cedendo all’avermi intorno. E tale era stata la ragione maggiore a spingermi a presentarmi alla sua porta, anche quella sera.
Schiacciai il campanello, facendo attenzione a non rovesciare nessuno dei sacchetti che avessi ammassato fra le braccia. Sapevo che Winter era in casa: l’avevo sentita inveire contro Snickers, perché non voleva spostarsi dai suoi libri di testo, impedendole di studiare. Infatti, pochi istanti dopo, l’uscio si schiuse, rivelando la sua figura minuta e burrosa. Aveva lasciato i capelli sciolti, ed indossava il suo solito pigiama con i gattini. Che a me faceva sempre ridere. La mia vicina aveva l’abitudine di girare per casa in quel modo, quando non usciva. Non usava vestirsi, per rimanere nel suo appartamento, tranne quando tornava dall’università e mi trovava ad aspettarla sulla porta. Trattenni una risata, e lei sollevò un sopracciglio.
«Diamo una festa ed io non lo so?» Mi chiese, occhieggiando popcorn e patatine. Scossi la testa, sorridendo.
«Sbaglio, o stasera c’è la nuova puntata di Moon Lovers?» Domandai, molto casualmente. La vidi illuminarsi.
«Sì!» Esclamò. «In verità, sono indietro di un episodio» commentò, portandosi un indice al mento. Mi strinsi nelle spalle.
«Li guarderemo entrambi» dissi, entrando come se fosse stata casa mia.
«Ma come facevi a saperlo?» S’informò, seguendomi in cucina, dove scoprii Snickers dormire acciambellato sui romanzi di Winter, sopra al tavolo da pranzo. Riposava come se nulla potesse turbarlo, in tutta la sua elefantiaca placidità. Certo che era proprio grasso.
«Magia» risposi, laconico, posando i sacchetti nello spazio libero da testi e membra feline. Mi voltai a guardarla, e scoprii che mi stava fissando, con un sopracciglio sollevato, un mezzo sorrisetto sulle labbra e le braccia incrociate. Sospirai, sollevando le mani in segno di pace.
«E va bene» concessi. «Mi sono iscritto alla newsletter anch’io. Contenta?» Ammisi, mentre lei tratteneva una risata ed annuiva, contenta.
«Vado a prendere il pc, tanto studiare è inutile» commentò, lanciando un’occhiata risentita al suo gatto. «Non ho più bisogno di dirti “fa’ come se fossi a casa tua”, perché ormai lo è diventata» aggiunse, e la sentii dirigersi nell’altra parte dell’appartamento. Sorrisi fra me, mentre mi spostavo verso le credenze, per prendere le ciotole in cui mettere il contenuto dei sacchetti. Aveva ragione. Trascorrevo più tempo lì dentro che da me. E non me ne dispiacevo affatto.
 
 


 

Stavamo guardando l’ultimo episodio disponibile di Moon Lovers, e dovevo ammettere che avesse cominciato a catturare anche me. Ero come ipnotizzato dalla storia della protagonista, che s’intrecciava con quella dei principi, a palazzo. E la prima dama di corte, lady Oh, mi stava particolarmente simpatica. Mi piaceva, come donna. Severa ma giusta, che teneva ad HaeSoo come se fosse stata sua figlia. Continuavo a mangiare patatine meccanicamente, mentre sentivo Winter accanto a me guardare lo schermo presissima. Nel momento esatto in cui il re ricevette la donna, seppi che sarebbe finita male.
Ovviamente, la protagonista della vicenda era stata messa in mezzo dalla sorella dell’ottavo principe e alla regina Yoo, coinvolgendola in un tentativo di avvelenamento a sua insaputa, ottenendo di farla condannare a morte. Il principe Wook, preferito da Winter, aveva rinunciato a perorare la causa della sua “amata”, per non permettere che la sua famiglia venisse scoperta ed esiliata. Gli unici a preoccuparsi per lei, erano il principe So e la dama Oh. Udimmo la donna spiegare al re che fosse già prossima alla fine dei suoi giorni, affetta da una malattia incurabile. Sentii la mia vicina sussurrare un “no”, e portarsi le mani alla bocca. E la situazione non cambiò per i successivi venti minuti. Finché, ella non crollò definitivamente, vendendo la dama Oh pregare HaeSoo di non insistere, e di lasciarla morire al suo posto.
Veder piangere Winter, seppur per una banalità come un drama, fu una scena inedita, per me. Non avrei voluto che reagisse in quel modo. Le avrei volentieri spiegato che era tutta finzione, che l’attrice sarebbe tranquillamente sopravvissuta, ma sentii che sarebbe stato inutile. Doveva essersi affezionata al suo personaggio, e vederlo fare quella fine le riusciva doloroso. Non sapevo cosa fare, come comportarmi. Mi risolsi a passarle un braccio attorno alle spalle, e ad attirarla a me. La ragazza si aggrappò al tessuto della mia maglietta, continuando a seguire le scene sullo schermo con lo sguardo. E, quando la donna salì al patibolo, nascose il volto contro il mio petto. Rifiutandosi di guardare. La circondai con entrambe le braccia, stringendola, sentendo le sue lacrime bagnarmi la t-shirt, e il suo piccolo corpo singhiozzare. Effettivamente, rimasi anch’io piuttosto male, per quella donna. Avrei volentieri voluto vedere la regina, al suo posto. Ma non era così che la storia sarebbe dovuta andare. Purtroppo. Accarezzai la schiena di Winter, cercando di calmarla. Sentii il suo respiro regolarizzarsi, mentre la puntata finiva. Ma non accennava a volersi allontanare da me. Ed io, ero ben felice di poterla tenere fra le braccia, in quel modo. Passarono svariati minuti, in cui non me la sentii di dirle nulla. Lasciandole il tempo per metabolizzare la scena. Poi, mi resi conto che la mia vicina si era tranquillamente addormentata, con il volto appoggiato al mio torace. I tratti del volto erano distesi, le labbra dischiuse. Sospirai, aggiustando la mia posizione alla sua, lasciando un braccio sulle sue spalle, accarezzandole i capelli di tanto in tanto, appoggiando la mia testa alla sua. M’impossessai del telecomando e cominciai a fare zapping sulla tv, preparandomi all’idea che sarei rimasto tutta la notte lì con lei. I nostri respiri si erano sincronizzati, nel quieto silenzio nella stanza, interrotto solo dal sommesso cicaleccio della televisione.
Non ero mai stato così, con una ragazza. Nemmeno per Nancy. Cosa mi stava prendendo? Perché non reagivo, desiderando soltanto di esserle accanto come in quel momento? La guardai, mentre continuava a riposare tranquilla. Si mosse, stringendomi la vita con il braccio, affondando il volto ancor di più nel tessuto della maglia. Il cuore mi scivolò contro lo sterno. Deglutii, sentendomi perso più che mai. Ero felice, senza capire. Si trattava forse di quello, l’amore? Sentirsi maledettamente bene, senza bisogno di pillole, alcolici, musica o qualsiasi altro tipo di passatempo o distrazione? Facendosi bastare solamente il battito cardiaco di un’altra persona, affinché che si combinasse con il proprio, a notte fonda?
Cosa mi stai facendo, Winter?



 


 


#Yah!: io spero infinitamente che questo capitolo abbia ripagato le vostre attese, perché mi sento SO MUCH in colpa di non aver abbastanza tempo per aggiornare, argh. Anyway, domani esce il nuovo cd degli Epik High ed è un giorno felice, perché quei tre sono il mio cuore. Sto contando i secondi. Avete sentito la nuova canzone di Taylor Swift? A me fa pensare a Kookie. Non escludo che potrei scriverci qualcosa sopra. AND forse e dico forse, potrei avere una sorpresa di Halloween in serbo per voi, ma non vi prometto nulla. We'll see. Intanto, shippate #YoonWin e twittatelo, trendatelo, fate striscioni e quel che volete, any shipping is a good shipping. Love u all <3

   
 
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