Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Aletorre22    23/10/2017    0 recensioni
Dal testo:
"Avevo troppa voglia di innamorarmi e avevo capito che avrei dovuto accontentarmi".
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~Era arrivato il momento di farla finita. Non ce la facevo più. Ero stata trascinata in vortice; stava andando tutto troppo velocemente. Ricordo come se fosse ieri, il giorno in cui me lo presentarono Elisabetta e Daniele.

"Piacere, Filippo" : una stretta sicura, decisa.

Lo scrutai attentamente, non era per niente il mio tipo di ragazzo ideale. Alto quanto me, magro, un naso prorompente, occhi scuri come i capelli ricci, lentiggini, lentiggini e ancora lentiggini. Io ero, e sono ancora, un' inguaribile romantica, mai stata fidanzata per scelta. Eh si, perché tutti i ragazzi che avevo conosciuto ed avevano provato ad approcciarsi, non mi andavano bene. Ho sempre trovato un difetto in ognuno, li paragonavo al mio prototipo. Che poi non avevo un tipo ideale. Almeno caratterialmente doveva rispecchiare dei requisiti, però anche esteticamente doveva essere carino, guardabile. Non un bell'assoluto, però doveva avere fascino. Mi bastava che fosse: gentile, premuroso, geloso al punto giusto, intelligente, ma soprattutto simpatico. Massimo ad esempio. Lui si che mi piaceva, non lo conoscevo però di persona. Esteticamente mi incuriosiva e avevo fatto qualche indagine qua e là prendendo informazioni. Anche Andrea, Giacomo, Federico e Ferdinando, potevano essere dei papabili fidanzati. E poi molti altri ancora. Tutti diversi, ma tutti mi intrigavano. Il problema principale era che non sapevo come fare a conoscerli. Il gruppo di amici con cui uscivo era sempre lo stesso da anni, molti dei quali erano delle coppiette. Frequentavamo sempre gli stessi ambienti, le stesse persone che non erano più di tanto interessanti. Poi la svolta: Elisabetta fidanzata con un ragazzo conosciuto in palestra. Dapprima fui felice, poi l'invidia incominciò a farsi sentire. Non ero invidiosa del tipo con cui si era messa, ma del fatto che sarebbe piaciuto anche a me stare con qualcuno che ci tenesse a me, con cui uscire e divertirmi. Come mi sarebbero piaciute le uscite in quattro.

"Anna Claudia piacere".

"Anna Chiara? Bel nome.."

Oh cominciamo bene, già aveva storpiato il mio nome.

"Anna CLAUDIA" ribadii a voce più alta.

Questo tipo esteticamente non rispecchiava i miei canoni, magari poteva essere simpatico pensai. Due risate non fanno mai male.

"Ti posso offrire qualcosa da bere?"

"No, grazie, non mi va"

"Dai, un sorsetto non fa male a nessuno!"

"Non ho detto che non mi piace bere, ma solo che adesso non mi va..non insistere!" sbottai.

"Morsa dalla tarantola?"

Odioso. Bene, questo mi bastava per poterlo giudicare.

Dopo quella serata passata ad annoiarmi e battibeccare, non gli diedi il mio numero. Non volevo approfondire la conoscenza.
Passato un mese, il ragazzo si fece risentire, ma io non risposi. Ero stanca, però, di essere sempre sola in mezzo a tante persone. Avevo troppa voglia di innamorarmi e avevo capito che avrei dovuto accontentarmi. Se volevo dare una svolta alla mia vita, sarei dovuta uscire con quel ragazzo, l'unico che in quel periodo si era fatto avanti. E così iniziò la nostra relazione.

Arrivati a Natale non ce la facevo più. Grazie a lui avevo allargato il giro delle amicizie, uscivo sempre e non mi annoiavo mai, però non mi attraeva neanche un po'; cercavo di evitare tutti i contesti in cui dovevamo essere da soli, ma a volta non potevo. Eravamo pur sempre una coppia. Filippo non mi faceva mancare niente, era sempre generoso. All'apparenza l'avevo giudicato male, però mancava la chimica, l'attrazione. Senza questa non potevamo andare da nessuna parte. Seppur con rammarico, presi la mia decisione. L'avrei lasciato.

Il 23 dicembre pioveva a dirotto. Avevamo, dunque, spostato il nostro incontro a casa sua, il luogo del nemico. Corsi in fretta le scale tutta bagnata e suonai il campanello.
"Amore, eccoti" e si avvicinò per baciarmi, ma io mi spostai velocemente.

"Tutto bene?"

No! Avrei voluto urlare. Ero stufa di lui e dei suoi baci. La solitudine mi aveva fatto un brutto scherzo. Davvero ero stata così sciocca da mettermi con un ragazzo di cui non ero innamorata, solo per dire di essere fidanzata? Mi ero presa gioco di lui, ma anche gioco di me. Pensavo che in fin dei conti non c'era nulla di male, che con il tempo avrei imparato ad apprezzarlo. Ci stavo quasi riuscendo, ma l'apprezzamento nei suoi confronti non sarebbe andato poi così lontano. Poi, però, un pensiero mi venne in mente.

"Vado al bagno" dissi per guadagnare tempo.

Mi chiusi e riflettei a lungo. E se lasciarlo fosse la scelta sbagliata? Alla fine non era poi così male essere coccolata da qualcuno. E poi le uscite di coppia erano così tenere. Io volevo di più, lui non poteva darmelo. Pensieri che si contraddicevano da soli. Mandare tutto all'aria o provare a starci per qualche altro mese? La solitudine era una brutta bestia.

Bussò alla porta.

"Anna sei da mezz'ora lì dentro? Tutto bene?".

 

 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Aletorre22