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Autore: _LostGirl_    23/10/2017    3 recensioni
Storia scritta per il contest "Calling All the Monsters" indetto dalla pagina facebook Axis Powers Hetalia - Italian Fans
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Lavinia Vargas aveva un solo desiderio: proteggere il fratellino dal pericolo (inesistente) che il suo migliore amico potesse fargli del male. Ma, a causa di uno scherzo, Feliciano si ritrova a dover fare i conti con un vampiro. Solo una cura potrebbe salvarlo prima che scocchi la mezzanotte di novembre.
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-Quindi, io avrei un demone dentro di me?- chiese il ragazzo alla rumena. Lei annuì, spiegandogli che, poiché era il giorno di Halloween, la velocità con cui si era mostrato era aumentata, dato che, di solito ci metteva circa cinque giorni. La ragazza si stupì della reazione controllata dell’italiano.
-Lud! Aiutami! Ho un mostro dentro di me!- pianse il ragazzo aggrappandosi al braccio dell’amico.
…Come non detto…
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nyotalia, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Scritta per il contest “Calling all the Monsters” indetto dalla pagina Facebook ‘Axis Powers Hetalia-Italian Fans”

Pacchetto n°6: Streghe e sabba
Mai interrompere una strega durante un sabba. Personaggio A si ritrova trasformato in qualche creatura (lupo mannaro, vampiro, gnomo, la scelta è vostra) e la sua parte umana rischia di scomparire, se l'incantesimo non viene sciolto in tempo.

Autore: _LostGirl_

Titolo storia: Tutta colpa di un desiderio

Raiting: Verde

Genere: Comico, Romantico

Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Giappone/Kiku Honda, Germania/Ludwig, nyo Sud Italia/Lavinia Vargas, nyo Inghilterra/Alice Kirkland, nyo Romania/Camelia Lupei

Note: AU, OCC principalmente nei personaggi nyo

Pairing: GerIta, accenni Nyo RomaBel

Nota Autore: non ho un particolare amore per le storie soprannaturali in generale, ma, un po' per sfida e un po' per desiderio di novità, ho voluto provare a buttarmi in questo nuovo genere. Ho cercato il più possibile di non esagerare con l'OCC e di rispettare il più possibile il prompt e spero di essere riuscita nei miei intenti.

 

Tutta colpa di un desiderio

 

Già da quella mattina, il giovane Feliciano Vargas avrebbe dovuto rendersi conto che quella giornata non sarebbe finita bene.
Lui e suoi due amici della World Academy si sarebbero dovuti incontrare per finire i preparativi del ballo in maschera di Halloween, ma, la notte prima, impegnato com’era a studiare formule e definizioni scientifiche per l’imminente verifica di scienze, si era dimenticato di puntare l’orario sulla sveglia e si era svegliato in ritardo. Sua sorella Lavinia lo aveva rimproverato duramente mentre si mettevano le scarpe. Fecero entrambi una corsa assurda per arrivare in orario ai cancelli dell’accademia e, dopo essersi divisi, Feliciano si diresse in fretta e furia alla palestra. Si lanciò di getto sulla prima panchina che trovò e riprese fiato. I capelli si erano appiccicati alla fronte sudata, tranne un unico ricciolo, che sfidava le leggi della gravità. Sebbene fosse solo fine ottobre, quella mattina poteva essere paragonata a quelle di dicembre, tanto faceva freddo e il pensiero di prendersi un malanno, e quindi perdersi la tanto attesa festa di Halloween, non passò minimamente per la testa del ragazzo, che si levò la giacca azzurra, rimanendo con la camicia bianca a maniche lunghe e la cravatta azzurra. Si sventolò annoiato la mano davanti al viso per rinfrescarsi un po’, dopodiché si diresse stanco verso lo spogliatoio maschile. Ludwig Beilschimdt e Kiku Honda stavano tirando fuori dalle loro borse scolastiche diversi striscioni neri e arancioni, che avrebbero poi decorato le pareti della palestra.
-Ve… Ciao Lud, ciao Kiku! Come state?- chiese subito il ragazzo sedendosi accanto alla borsa di Ludwig e guardandoli sorridendo . Anche se aveva corso come un pazzo per arrivare in tempo, aveva sempre le forze per sorridere allegro ai suoi due migliori amici.
-Sei in ritardo. Lo sai vero?- chiese per nulla sorpreso il tedesco scuotendo la testa. Feliciano ridacchiò imbarazzato, portò una mano dietro la testa e si scusò.
-Andiamo Ludwig-kun, può capitare a tutti. E poi, è arrivato e due mani in più non possono che far bene, non credi?- disse Kiku accennando appena un sorriso, ma il tono che usò riuscì a convincere il tedesco a non cacciare di filato Feliciano. Non appena tutti gli striscioni furono tirati fuori dalle borse, i tre iniziarono immediatamente a lavorare per trovare loro una sistemazione adatta nella palestra, dove quella sera si sarebbe tenuto il ballo.

Lavinia non aveva alcuna voglia di starsene seduta in una classe ad aspettare. Era una completa rottura e la sua voglia di stare attenta e seguire la lezione era sotto le scarpe. E soprattutto, non aveva il tempo materiale per dedicarsi ad attuare il suo piano.
Alla ragazza, non erano mai piaciuti i fratelli Beilschimdt. In primo luogo, perché erano tedeschi, e, in secondo luogo, il fratello maggiore Gilbert, ci aveva provato con lei per un anno, sebbene sapesse perfettamente che con lui non ci voleva avere niente a che fare. E poiché il primo Beilschimdt aveva la fama di essere uno sciupafemmine, non voleva che il suo innocente, quanto idiota, fratellino facesse la fine di alcune sue compagne di classe.
-Ecco qua, Vargas!- sbuffò infastidita Alice Kirkland. La bionda posò delicatamente una boccettina azzurra sul banco dell’italiana. –Ancora devo capire a cosa ti possa servire una pozione del genere. Tu non hai di questi problemi.-
-Senti Kirkland, non sono fatti tuoi. Tu occupati di attivare questa roba con qualche tua fattura e non pensarci più.- rispose Lavinia afferrando la boccetta e mettendola nella borsa.
-Guarda che non è così semplice. Devo sapere l’obiettivo, altrimenti non funzionerà.- Alice sapeva che ciò che aveva appena detto non era del tutto vero: la pozione poteva funzionare tranquillamente senza quell’informazione, ma la sera prima… aveva avuto un leggerissimo, e assolutamente innocente, scherzo a cui far fronte. Magari non sarebbe successo niente, ma meglio conoscere l’obiettivo per sapere come agire. Lavinia sbuffò irritata dalla curiosità dell’inglese, ma rispose:
-Mio fratello. E adesso basta domande e attieniti al piano.- La bionda sospirò e se ne andò. Non appena se ne fu andata, l’italiana tirò fuori la pozione e la osservò. Con quell’intruglio avrebbe salvato suo fratello dalle manacce dei Beilschimdt definitivamente e l’avrebbe adorata per il resto della sua vita!
Le sue autocelebrazioni furono interrotte dall’arrivo del professore.


Non appena suonò la campanella del pranzo, Feliciano lasciò andare l’adesivo a forma di zucca e corse a prendere la borsa scolastica.
-Andiamo! Ho fame! È ora di pranzo!- esclamò saltellando da un piede all’altro. Non vedeva l’ora di mangiare il pranzo che la sorella gli aveva preparato per quel giorno. Attese che i suoi due amici lo raggiungessero e si diressero alla mensa della scuola. L’italiano occupò velocemente il primo tavolo disponibile e tirò fuori un panino con il prosciutto.
-Dopo che abbiamo finito, cosa facciamo? Andiamo a casa mia? Ci prepariamo a tema?- chiese non appena ebbe ingoiato il primo boccone.
-Non so Feli-kun. Ho promesso a Mei-chan e a Heracles-kun di accompagnarli al centro commerciale.- rispose Kiku aprendo il suo bento.
-Anche io non lo so. Mio fratello potrebbe essersi cacciato in qualche guaio. Di nuovo.- disse tranquillo Ludwig poggiando sul tavolo il vassoio della scuola. L’italiano s’intristì e il ricciolo ribelle si afflosciò su se stesso.
-Va bene, ma incontriamoci all’ingresso principale stasera, ok?- I due annuirono e si misero a pranzare.
-Ohi fratellino, finalmente ti ho trovato!- sbottò Lavinia sbattendo una mano sul tavolo.
-Sorellona, vuoi sederti con noi?- L’espressione disgustata della ragazza bastò come risposta.
-No, vado al tavolo con Nicolas. Ah, metti questa nel panino. Mi sono dimenticata di dartela prima.- disse Lavinia passandogli una boccetta.
-Che cos’è?-
-Oh, solo maionese, niente di speciale, ma ti farà digerire più velocemente il pranzo e ti darà un sacco di energie. Così finirai prima il tuo lavoro in palestra. A dopo!- rispose la ragazza, scompigliando i capelli al fratello e raggiungendo il tavolo di Nicolas, Isabella e Abel. Tutta la scuola conosceva il carattere scontroso e scorbutico di Lavinia Vargas, ma ben pochi erano riusciti a farle trasparire il lato dolce che possedeva. Feliciano e Nicolas erano quei pochi.
L’italiano non se lo fece ripetere due volte che aveva già infilato dentro il panino una notevole quantità di quella maionese.
-Sei sicuro che starai bene? Non ne starai mettendo troppa?- chiese Ludwig osservando l’amico.
-No, sono più che sicuro. So per certo che mia sorella non potrebbe mai darmi qualcosa che mi farà star male.-
Nel frattempo, ad un tavolo poco distante, due ragazze guardavano interessate il tavolo di Feliciano.
-Giuro che se succede qualcosa, Cam, io ti ammazzo.- borbottò arrabbiata Alice giocherellando con il cibo nel piatto. Camelia Lupei, ragazza di origini rumene, ridacchiò un po’ prima di rispondere:
-Esattamente quando? Prima o dopo che la Vargas ti abbia menato?-
-Non scherzare, vampiraccia dei miei stivali. Sarà solo colpa tua se succederà qualcosa.- L’inglese non stava affatto scherzando. Infatti, la sera prima, mentre stava finendo di preparare la pozione per Lavinia, Camelia le aveva lanciato dei pipistrelli addosso, facendola spaventare e quindi interrompendo il suo incantesimo.
Alice alzò lo sguardo dal piatto e rivolse la sua attenzione al tavolo di Lavinia. Quest’ultima le fece un segno con la mano prima di voltarsi. L’inglese sospirò e tirò fuori un libro dalla sua borsa.
-Non osare farmi un altro scherzo o ti ammazzo sul serio.- disse seria prima di aprire il tomo. Pochi secondi dopo aver iniziato a pronunciare l’incantesimo, qualcosa cambiò nello sguardo allegro di Feliciano. Una fitta dolorosa lo colpì allo stomaco.
-Feli, stai bene?- chiese con una nota di preoccupazione Ludwig.
-Sì, solo…- un’altra fitta, poi un’altra e un’altra ancora. –Devo… Devo andare in bagno…- Il ragazzo si alzò dolorante. Circondò la pancia con le mani e si diresse in bagno. Non appena arrivò, raggiunse il primo lavandino e vomitò. Puntini neri gli danzavano davanti agli occhi. Prima di rimettere ancora, riuscì a raggiungere una cabina vuota. Afferrò saldamente la ceramica e vomitò ancora. Il corpo del giovane era scosso da tremiti incontrollabili. Appena fu in grado di calmare il proprio respiro, un odore metallico invase l’aria.
-Feliciano, dove sei?- lo chiamò Ludwig. Quello strano odore si fece ancora più forte.
-Sono… sono qui…- disse l’italiano con voce sofferente. La porta fu aperta e le figure dei suoi amici gli comparvero davanti.
-Riesci ad alzarti?- chiese Kiku porgendogli una mano. Il ragazzo annuì e debolmente riuscì ad alzarsi.
-Forza, andiamo in infermeria.- disse Ludwig mettendosi un braccio dell’amico dietro il collo, aiutandolo a reggersi in piedi.
I tre riuscirono a fare qualche passo prima che il tedesco fosse spinto via. Kiku fece appena in tempo a vedere quella scena, che venne sbattuto contro il muro. Le mani di Feliciano si strinsero attorno al collo del giapponese, con una forza a dir poco sovrumana, completamente estranea alla corporatura esile dell’italiano.
-Feliciano! Che cazzo stai facendo?!- urlò Lavinia comparendo dal corridoio. Due occhi violacei si girarono verso la ragazza. L’espressione famelica sul volto, prima allegro, fece rabbrividire la sorella. Lei non voleva quello! Voleva che il fratello fosse al sicuro, non che diventasse un mostro!
Prima che il demone potesse attaccarla, Ludwig lo colpì alla testa, facendolo cadere a terra svenuto.
Per alcuni minuti, non si udì altro che il respiro affannoso di Kiku, accasciato al suolo, riprendendo fiato. Gli occhi neri erano spalancati e terrorizzati.
-Cos… Cosa cazzo è successo?!- esclamò confusa Lavinia avvicinandosi al corpo inerme del fratello.
-Cosa ne possiamo sapere noi?- disse Ludwig seguendo l’esempio della ragazza.
-Kirkland… Questa me la paghi!-
-Cosa?- Lavinia ignorò la domanda che il tedesco le aveva rivolto e camminò come una furia verso la mensa. Non appena mise piede nella sala, Alice percepì chiaramente i suoi istinti omicidi nei suoi confronti.
-Oh oh, qualcuno è nei guai.- ridacchiò Camelia.
-Taci. È colpa tua se…-
-ALICE KIRKLAND!- tuonò Lavinia avvicinandosi minacciosamente al tavolo delle due ragazze. Tutti i presenti si voltarono verso la fonte della voce, sperando in qualcosa di divertente. –Hai la minima idea di che cazzo hai fatto?! Vieni subito e osserva il tuo disastro!- Alice si alzò e seguì l’italiana, sapendo che, anche se avesse provato a fuggire, Lavinia l’avrebbe cercata finché non avesse avuto la sua testa. Camelia raccolse velocemente le sue cose e seguì le due ragazze, curiosa di vedere cosa sarebbe successo .

Feliciano aprì gli occhi e sentì un dolore lancinante alla testa. Mugugnando, si portò una mano al capo e provò a capire dove si trovasse. Era nello spogliatoio maschile della palestra e delle voci attorno a lui parlavano furiose.
-Lud… Sorellona…- I due interpellati si girarono verso di lui. Entrambi erano chiaramente sollevati che fosse sveglio, ma ancora non si spiegavano il perché li avesse attaccati.
-Vargas, potresti aprire la bocca, per favore?- chiese Camelia inginocchiandosi davanti a lui. Il ragazzo annuì piano e aprì la bocca. La ragazza sospirò e scosse la testa.
-Come pensavo… Grazie Feliciano.-
-Di niente Camelia.- rispose gentile il ragazzo.
-Allora, ci potresti spiegare la tua teoria?- chiese sprezzante Lavinia incrociando le braccia al petto.
-Molto semplice. La pozione che gli avete dato lo sta trasformando in un vampiro.-
-Molto semplice ‘sta ceppa! Non sono stata io a fare l’incantesimo, è stata Kirkland. È colpa sua.-
-Non è vero! IO stavo facendo l’incantesimo nel modo giusto ma QUALCUNO, casualmente, mi ha lanciato in testa dei pipistrelli.- Le due ragazze si voltarono verso Camelia che rideva sotto i baffi.
-E va bene. Volevo solo vedere quanto divertente sarebbe diventata questa situazione. Mi dispiace di averti trasformato in un vampiro, Feliciano.-
-Quindi, io avrei un demone dentro di me?- chiese il ragazzo alla rumena. Lei annuì, spiegandogli che, poiché era il giorno di Halloween, la velocità con cui si era mostrato era aumentata, dato che, di solito ci metteva circa cinque giorni. La ragazza si stupì della reazione controllata dell’italiano.
-Lud! Aiutami! Ho un mostro dentro di me!- pianse il ragazzo aggrappandosi al braccio dell’amico.
…Come non detto…
Beh, almeno non aveva iniziato a fare domande sciocche.
-Quindi posso bere solo sangue? O posso mangiare anche la pasta? E la pizza? E i dolci di Lavinia?-
…Ma perché non se ne stava zitta?
-Beh, per ora puoi, ma se non sciogliamo questo casino, non tornerai ad essere normale.- disse la rumena.
-Che possiamo fare per salvare Feliciano-kun?-
-Il rimedio più veloce è un bacio ma deve essere dato dalla persona amata che deve ovviamente ricambiare.- rispose Alice sfogliando distratta il suo libro di magia.
-No, ma la prossima volta fatelo un po’ più complicato l’antidoto. Abbiamo fino a quando per trovare questa persona?- sbottò Lavinia alzando gli occhi al cielo. L’inglese si sistemò gli occhiali sul naso prima di rispondere:
-Teoricamente fino a mezzanotte scade il tempo a disposizione. Ma oggi è Halloween e l’incantesimo potrebbe maledire Feliciano anche prima del normale.-
L’italiana imprecò per diversi minuti prima che si calmasse.
-Ok, al momento dobbiamo fare in modo che nessun altro lo venga a sapere. Io, Kiku e Feliciano torniamo in palestra a finire il lavoro. Voi tre trovate un’altra soluzione. Se entro stasera non avremo trovato niente, incontriamoci al ballo. Di sicuro troveremo un modo. Ne sono più che certo.- propose Ludwig.
-Se sei certo che prenderò ordini da te…- iniziò Lavinia ma lo sguardo supplicante del fratello la fece desistere. –Uff, va bene. Ma ricorda che non lo faccio per te, ma solo per mio fratello.-
-Su questo non avevo dubbi.-

-Ve… sono fregato… tanto fregato…- borbottò Feliciano con un tono di voce che ricordava tanto quello dei condannati a morte.
-Non dire così. Di sicuro Lavinia-kun e le altre troveranno un modo per salvarti. E poi ci siamo io e Ludwig-kun al tuo fianco.- lo rassicurò Kiku sorridendogli.
-Grazie per la fiducia.- disse l’italiana affiancandoli.
-Ne siete sicuri?-
-Certo che sì. E dovresti esserlo anche tu.-
-Lo so. Ma ho paura… Non so se tornerò ad essere normale… Non avrei mai voluto farti del male, Kiku, mi dispiace.-
-Non eri tu, non ti preoccupare. Ma perché hai paura?-
Le labbra dell’italiano s’incurvarono leggermente all’insù. Ma non era un sorriso allegro, come quelli che faceva di solito, ma un sorriso malinconico e triste.
-Fratellino, devi dirci qualcosa?- chiese preoccupata Lavinia.
-Non posso, mi giudicheresti male. Non ho il coraggio di farmi avanti… Sono proprio un codardo, non è vero?-
Kiku gli sorrise comprensivo e disse:
-Non vergognarti. Sono sicuro che tua sorella non ti odierà per ciò che sei.-
-Sì, fidati di me, Feli. Senti, se ti piace una mia amica o un ragazzo, non ti potrei mai odiarti. Sei pur sempre mio fratello e lo sarai per sempre.-
-Capito sorellona. Ci vediamo dopo!- disse Feliciano abbracciandola.
-Forza ragazzi! Dobbiamo finire questa cosa!- sbraitò il tedesco.
-Feli-kun, troveremo il modo di salvarti. Non ti preoccupare.- disse il giapponese.
-Ehi, è la prima volta che mi chiami Feli! Grazie!-

Le tre ragazze passarono il pomeriggio a cercare una cura alternativa. Appena finì l’orario scolastico, Lavinia andò a recuperare il fratello e lo riportò a casa. Fortunatamente, da quando erano usciti d’accademia, l’odore metallico che il ragazzo diceva di sentire era diminuito.
Col calare del sole, però, il comportamento di Feliciano cambiò improvvisamente. Aveva continui sbalzi d’umore, talvolta violenti verso le tre ragazze, e il colore della sua pelle diminuì fino a diventare diafana. Quando Camelia fece notare che ormai il tempo a loro disposizione stava scadendo, Lavinia rispose:
-E scusa, coso posso farci io? L’avete fatto voi ‘sta roba.- La rumena stava per ribattere che, in realtà, quel casino era colpa del suo desiderio di salvare il fratello da un pericolo inesistente, quando il vampiro prese il completo controllo di Feliciano e attaccò le tre ragazze prima di uscire dalla casa.
Gli occhi violacei del demone guardarono alto e il volto si distorse in un ghigno.
-Devo ucciderlo. Assolutamente!- Annusò l’aria e cercò di distinguere quale fosse il suo odore. –La scuola. È la.- mormorò ridacchiando. Con passo allegro, imitando il carattere del suo ospite, si diresse all’accademia.
Nel frattempo, nell’abitazione, le tre ragazze si stavano riprendendo.
-Cazzo! Dove può essere andato quel deficiente?- esclamò Lavinia uscendo in giardino.
-Molto probabilmente è all’accademia. E se vogliamo entrare dobbiamo essere vestite a tema.-
-Kirkland, questa è la cretinata più grande che abbia mai sentito. Mio fratello non è vestito a tema, ciò impedirà di far del male.-
-Tu credi davvero che sia così facile impedire ad un vampiro di cibarsi?- chiese Camelia –Tu non sai cosa hai appena detto. Quell’essere adesso si trova vicino a una scuola piena di persone innocenti. E, se ci va bene, il vampiro potrebbe decidere di uccidere la cotta di tuo fratello!-
Lavinia tacque. Era furiosa con se stessa e con quel suo maledetto desiderio. Sospirò poi si diresse dentro casa.
-Vargas, dove stai andando?- chiese Alice.
-Come avete detto voi: vado a cambiarmi.-

Kiku e Ludwig erano davanti all’ingresso della scuola. Il primo era vestito da kitsune del fuoco e il secondo vestito da lupo, costretto dal fratello maggiore, sparito appena arrivato alla scuola.
-Lud! Kiku! Sono arrivato!- Feliciano indossava una giacca verde sopra una camicia e dei pantaloni bianchi con due guanti a forma di zampa e un cerchietto con due orecchie. –Scusate il ritardo.-
-Se sei qui, vuol dire che tua sorella e le altre sono riuscite a trovare una cura.- disse Ludwig. L’italiano annuì vivacemente.
-Lavinia, Alice e Camelia erano troppo stanche e mi hanno detto che non sarebbero venute.-
-Mi dispiace per le ragazze. Si perderanno la festa.- disse Kiku piegando di poco la testa.
-Anche a me. Ma adesso entriamo. Ho voglia di ballare.- esclamò l’italiano prendendo per mano i due ragazzi e trascinandoli dentro la palestra.
Non potevano certo immaginare in che guaio si fossero appena cacciati.
Appena entrati, l’italiano fece un respiro profondo, assaporando l’odore metallico che lo circondava. Così tanti ragazzi giovani e ignari del pericolo che serpeggiava fra loro. Senza farsi notare dai suoi compagni, ghignò divertito. Ma prima doveva ammazzarlo. Non dovevano esserci intromissioni tra lui e le sue vittime.
-Lud, mi accompagni in bagno?- chiese al tedesco aggrappandosi al suo braccio. Il ragazzo lo guardò confuso, ma non aveva il coraggio di dirgli di no, dopo tutto quello che aveva passato quel giorno.
-Kiku, noi andiamo…- iniziò a dire, ma, quando vide il giapponese con Mei, non si preoccupò più di tanto.
-Che carini che sono, non credi? Spero tanto che si fidanzino.- disse l’italiano.
-Beh, non lo so. Aspetta, dove stai andando?-
-Secondo te? Devo andare in bagno. Forza, sbrigati.-

-Va bene. Che cosa facciamo adesso?- chiese Lavinia sistemandosi il cappuccio rosso sopra la testa. Lei, a quella pagliacciata di festa, non voleva neanche andarci, ma sapere che un essere demoniaco poteva uccidere tranquillamente Nicolas, suo fratello tirchio e la spagnola bastarda, l’aveva convinta a mettersi quello stupido costume. Non che Alice fosse felice di partecipare. Ma l’incantesimo l’aveva lanciato lei e suo era il dovere di esserci.
-A quest’ora, potevo essere a casa a leggere in santa pace.- borbottò mettendosi un cappello da strega sul capo.
-Kirkland, fammi un piacere: taci!-
-Beh, Vargas, entriamo e cerchiamo tuo fratello, che potrebbe trovarsi con la sua cotta. Facile, no?- rispose Camelia chiudendo lo specchietto e infilandolo nella borsetta. Lo disse con una naturalezza quasi irritante per l’italiana. E sarebbe stato anche facile, se Alice non fosse stata trascinata in pista da Francis Bonnefoy, studente francese, e se Camelia si fosse fermata a parlare, o flirtare, con Kalinna Hinova, studentessa dalla Bulgaria. Lavinia sospirò e continuò a cercare, finché non vide Kiku e Mei.
-Ehi, voi due! Avete visto mio fratello?- chiese interrompendo la loro conversazione.
-Oh, Lavinia-kun. Sì, dovrebbe essere con Ludwig-kun al momento. Ma non eri rimasta a casa?-
-Cosa? No, io…- iniziò Lavinia prima di rendersi conto che Feliciano si trovava con il mangiapatate. La ragazza non aveva idea quale cosa fosse la peggiore: se il fatto che il vampiro volesse cibarsi del crucco o se il fatto che il vampiro volesse uccidere la cotta del fratello.
-Ehi, chi sono?- chiese qualcuno alle sue spalle mettendole le mani sugli occhi.
-Nicolas, non è proprio il momento. Devo cercare Feli.- Il ragazzo le sorrise e la portò in mezzo alla pista.
-Va bene, ma solo un ballo con Cappuccetto, me lo concedete, mademoiselle?-
Se solo avesse saputo che il ragazzo era sotto l’influenza del vampiro .

-Oh, poverino. Non capisco proprio come Feliciano si possa essere preso una cotta per te. Sei veramente debole.- disse il vampiro con tono derisorio. I suoi occhi violacei si spostarono sul corpo semisvenuto del ragazzo.
Non appena si erano allontanati abbastanza dalla palestra, la creatura rallentò il passo. Quando constatò che nessuno li avrebbe interrotti, lo aveva colpito alla nuca facendolo cadere a terra.
Ridacchiò divertito prima di levarsi i guanti. Ludwig lo vide sedersi sul suo petto e stringergli le mani attorno al collo.
-Feli… svegliati…- riuscì a dire cercando di liberarsi.
-Oh, credi che il tuo amato italiano ti possa rispondere? Che dolce.- lo prese in giro il vampiro stringendo ancora più forte la presa. –Fammi il favore di morire.-
Si avvicinò piano al viso del tedesco. Negli occhi di quest’ultimo si poteva facilmente distinguere il terrore più totale per quell’essere.
Il suo viso era a pochi centimetri di distanza.
pensò prima di alzare di scatto la testa e far combaciare le proprie labbra con quelle dell’amico. Strinse più forte che poté le mani del ragazzo, impedendogli di allontanarsi. Lo sentì dimenarsi furiosamente per poi, gradualmente, rispondere impacciatamente al bacio. Rimasero così per alcuni secondi. Gli occhi chiusi di Feliciano lo fecero temere di averlo perso ma poi si aprirono, mostrandogli due occhi ambra traboccanti di felicità. L’italiano gli saltò al collo e lo abbracciò.
-Grazie! Ti amo tanto Lud!- pianse nascondendo il volto sulla spalla del tedesco.
Dal corridoio, comparve la figura incappucciata di Lavinia. Li osservò in silenzio, visibilmente sollevata di sapere suo fratello al sicuro. Prima che uno dei due potesse accorgersi della sua presenza, girò i tacchi e tornò velocemente in palestra. Era contenta di vedere suo fratello felice e lasciargli godere quel momento era la cosa più saggia che potesse fare.
-Lud, torniamo in palestra?- chiese Feliciano. Ludwig sorrise e annuì, aiutandolo ad alzarsi.
-Sai, stavo pensando di rifarlo l’anno prossimo. Sarebbe divertente, non credi?-
-Feli, goditi questa festa. Ci penserai domani.-

 

   
 
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