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Autore: Pulse    25/10/2017    1 recensioni
"Il viaggio coincide con la vita anche se sempre più spesso incerto appare il ritorno".
Piccolo pensiero che analizza la correlazione tra vita e viaggio.Quale è il significato del viaggio? e quello della vita? Ovviamente non accontentatevi delle mie risposte.
Stay hungry,stay foolish
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inizio e Fine
 
Iniziamo un viaggio con la concreta e costante certezza che esso finisca; la mortalità del viaggio ci spaventa eppure non possiamo far altro che seguire la corrente che ci porta in alto mare. La nostra vita è un viaggio incessante, perenne. Todorov, filosofo bulgaro di cui il mondo ha recentemente pianto la scomparsa, afferma che: “Il viaggio coincide con la vita [...] ed esso simboleggia lo spostamento fisico e il cambiamento interiore.”
Viaggiare significa cambiare, evolversi; esso infatti instaura dentro di noi un profondo mutamento in quanto ci arricchisce di esperienze e sensazioni che si ancorano al nostro animo e creano un bagaglio culturale che caratterizza la nostra persona.
Fin da quando io ho memoria ho sempre percepito il bisogno di viaggiare, scoprire e saziare la mia bruciante e pulsante curiosità.
Durante le ore più noiose e tediose del primo anno di scuola superiore feci un calcolo. Per compiere la distanza che intercorre tra casa e scuola percorro 40 chilometri al giorno, che moltiplicati per 266 giorni e per 5 anni scolastici risultano essere 53 200 chilometri complessivi. La circonferenza terrestre è di 40 075 chilometri quadrati, ciò significa che percorriamo l’equivalente di più di un giro del mondo in cinque anni.
Oggi,25 Ottobre 2017, sono a un totale di 32 110 chilometri, sto tenendo il conto.
Eppure sono ancora qui, oltre ai miei 18 compagni di classe non ho incontrato nessun’altro, non ho visto nulla di nuovo o interessante.
Il senso di tutto ciò mi viene difficile da comprendere, perché rimanere intrappolati nella noiosa e monotona routine quando la Terra offre meraviglie indescrivibili da ammirare? Perché fare mille e mille chilometri per raggiungere ogni giorno il medesimo luogo?
Forse perché non è importante il viaggio che fai, o meglio la destinazione che raggiungi, ma come compi questo viaggio.
Come afferma nuovamente Todorov esistono due tipologie di uomini: coloro che viaggiano armati di curiosità, intraprendenza e spirito sociale, e i turisti armati di fotocamera, sandali e calzini. Io di quale categoria faccio parte?
Quante volte mi sono soffermato ad ammirare veramente un tramonto o un’alba senza sorpassarlo frettolosamente troppo occupato a mantenere i ritmi sempre più frenetici che questa controversa società mi impone?
Il mondo possiede ricchezze che stento a credere siano opera dell’uomo o forse di qualcosa a lui superiore; dobbiamo fermarci e smettere di essere visitatori frettolosi e distratti, imparando così a compiacerci veramente dello spettacolo.
Viaggiare veramente richiede uno sforzo fisico, abbandonare il conforto delle nostre case ci spaventa, avere le capacità di adattarsi a qualcosa di nuovo ci mette in difficoltà. Dobbiamo imparare ad accettare le sfide e a superarle senza nasconderci dietro ad uno muro di finte sicurezze.
Con il tempo il termine viaggio, così come ogni convenzione umana, ha mutato il suo significato. Ai tempi dei grandi esploratori come Colombo e Diaz viaggiare significava scoprire terre nuove, ora basta acquistare un biglietto aereo.
Ciononostante esiste ancora un tipo di viaggio che ha come fine la scoperta; il viaggio interiore, indipendentemente dalla spiritualità individuale, consiste nell’indagare pazientemente nelle terre sommerse del proprio io.
Lentamente impariamo a conoscere noi stessi, un viaggio che per alcuni dura una vita e che per altri non finisce mai. Conoscere me stesso vale veramente tutto questo impegno?
A volte vorrei solo potermi accontentare delle risposte che gli altri mi offrono, senza dover pensare da me. Io però spesso non mi adeguo e testardamente cerco le mie risposte rimanendo deluso e scottato dalla verità odierna.
“Sempre più incerto appare il ritorno” (C.Magris)
Siamo umani, abbiamo limiti e paure eppure il ritorno ci dà certezza. Tornare a casa dopo un lungo viaggio appare appagate come la serenità dopo un’interminabile tempesta.
Eppure alcuni viaggi sono per sempre, non hanno fine, anche se ci convinciamo del contrario e la fine magari altro non è che un nuovo inizio.



Produttività delle ore di economia ;) 
Stay hungry,stay foolish 
                         
PULSE
   
 
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