Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: Celtic Mermaid Music – Merfolk Kingdom
e Whispers of a Mermaid – Celtic Mermaid Music.
★Autore:
Kamy
★Fandom:
Naruto.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa al Contest
“Mermaid’s Sea” a cura di Fanwriter.it!
★
Numero Parole: 767.
★
Prompt brevi: 5. A baratta la propria voce…
per una coda da sirena!
Da
umana a sirena
Hinata
stava seduto sullo scoglio umido, sfiorando con
le dita le alghe verde scuro, i lunghi capelli mori le ondeggiavano
dietro le
spalle. Socchiuse gli occhi, le sue iridi more erano liquide. Socchiuse
le
labbra ed iniziò a cantare sommessamente, alzò il
capo e alzò man mano la voce.
Un
tritone scivolò fuori dall’acqua e il suo capo
fece
capolino davanti agli scogli. Iniziò a sua volta a cantare e
le loro voci si
fondevano.
Il
sirenetto teneva le mani strette al petto, le
branchi sui suoi fianchi fremevano sott’acqua, permettendogli
di respirare.
Dimenava la sua coda blu oceano e i capelli color pece gli ricadevano
scompigliati intorno al viso spigoloso.
Hinata,
continuando a cantare, allungò la mano verso
di lui.
Il
tritone allungò a sua volta la mano e intrecciarono
le loro dita, stringendole con foga. I loro sguardi
s’incrociarono, mentre la
luce del tramonto li illuminava di riflessi aranciati.
Hinata
gli posò un bacio sulla fronte, mentre la luce
della luna iniziava a brillare in cielo, riflettendosi sulle onde del
mare.
“Sasuke”
bisbigliò.
Il
tritone le lasciò andare la mano, mentre udiva i
passi dei pescatori che si avvicinava alla battigia e
s’inabissò.
***
Hinata
tratteneva il fiato, nuotava dimenando gambe e
piedi furiosamente, i capelli le sferzavano il viso e le orecchie le
fischiavano. Riemerse in una polla d’acqua e
strisciò fuori, i vestiti che
indossava le aderiva fradici al corpo e gocciolavano. Con i piedi
tremanti
avanzò fino a un altare di pietra su cui galleggiava una
sfera luminosa.
“Strega
del mare, siete qui?” domandò con voce
esitante.
Udì
dei rumori sibilanti e degli scoppiettii, seguiti
da un pesante respiro rantolante. Serrò un pugno
all’altezza del petto e,
rabbrividendo, si voltò.
Sgranò
gli occhi e le sue iridi persero colore, mentre
fissava la figura davanti a lei.
“Stregone,
in realtà, ma è un errore comune. Io sono
Kakuzu. Tu cosa vuoi?” domandò una voce rauca.
Hinata
osservò la parte inferiore del corpo dello
sconosciuto, erano grossi tentacoli di un nero olivastro, la parte
superiore
era d’uomo. Cercò di ignorare le innumerevoli
cuciture che ricoprivano la sua
figura, sia nella parte di polpo che nella carne grigiastra, persino
agl’angoli
della bocca; per concentrarsi sui capelli unticci blu-neri.
“I-io…
vengo qui guidata dal mio amore. Voglio fare un
patto, per raggiungere la persona che amo. Ti prego”
implorò Hinata, mentre una
lacrima le rigava il volto minuto.
Gli
occhi gialli di Kakuzu brillarono, mentre le sue
iridi nere la fissavano.
“E
chi è colui che dici di amare?” domandò
con voce
cavernosa.
“Voglio
raggiungere il principe Sasuke nel suo regno”
mormorò Hinata. Curvò la schiena e strinse gli
occhi, fu scossa da tremiti più
forti quando la punta di uno dei tentacoli dello stregone le
sfiorò il mento,
le ventose del polpo vibravano ad ogni suo movimento.
“Canta”
ordinò Kakuzu.
Hinata
annuì, alzò il capo tenendo gli occhi ancora
chiusi ed iniziò a cantare.
La
sua voce risuonò nella caverna dello stregone che
ghignò.
“Prenderò
la tua voce, ed in cambio avrai ‘una coda da
sirena” promise Kakuzu.
Una
pergamena comparve dinnanzi alla giovane, Hinata
socchiuse gli occhi e la vide galleggiare davanti a sé. Al
suo fianco c’era una
lisca di pesca tramutata in una stilografica, la utilizzò
per firmare,
continuando a cantare.
La
sfera luminosa iniziò a brillare e da essa si
alzò
una conchiglia d’oro, la voce di Hinata si
trasformò in un nocciolo di luce
dorata circondato da vari filamenti. Le sfuggì dalla gola,
Hinata se la strinse
sentendola dolore e finì dentro la conchiglia.
Hinata
sentì il fiato mancare, boccheggiò e cadde a
terra, le sue gambe si tramutarono in una coda rosa tenue. I vestiti le
scomparvero in una polverina grigiastra, mentre gli squarci delle
branchie si
aprivano sui suoi fianchi. Strisciò fino al limitare della
polla d’acqua,
saltandovi all’interno e nuotò via, allontanandosi
dalla caverna.
*****
Sasuke
intrecciò la sua coda blu scuro con quella rosa
tenue della ragazza, nuotavano l’una davanti
all’altro, guardandosi negli
occhi.
“Non
avresti dovuto rinunciare alla tua vita da umana e
alla tua splendida voce per me, ma non temere. Mio padre, il re dei
mari,
impedirà che lo stregone ti faccia del male”
disse.
Hinata
gli sorrise e gli passò una mano gli
scompigliati capelli mori, accarezzandogli il viso.
“Ti
amo anche io” sussurrò Sasuke. La cinse a
sé e,
chiuse gli occhi, la baciò delicatamente. Hinata
ricambiò il bacio,
stringendolo a sua volta a sé. Il suo seno premette contro
il petto di lui, le
loro branchie si agitavano, mentre approfondivano sempre di
più il bacio e le
loro code fremevano.