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Autore: cin75    27/10/2017    5 recensioni
Castiel è tornato e Dean inizia a vedere con occhi diversi Jack. Forse Sam ha ragione su di lui.
WARNING!!!!! SPOILER STAGIONE 13
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Sono appena le dieci del mattino e Dean sta già gridando contro Jack e il suo ormai assente spazio personale.

Non permetterà mai più  a nessuno di avvicinarsi così a lui!

Per nessuno finisce mai bene.

E sta ancora sbraitando quando vede Sam sbiancare. Letteralmente.

“Dean...” lo richiama, il minore, con lo sguardo, decisamente sconvolto.

“Oh per favore, Sam!!” lo ferma infuriato. “ Non iniziare ancora con quella storia: Possiamo salvarlo!, perché ti ho già spiegato quello che penso di...”

 

“Dean!”

 

E questa volta non è Sam a chiamare il suo nome.

Ne è certo. Al cento per cento.

Perché Sam è di fronte a lui e non ha aperto bocca.

E poi….

Poi quella voce costantemente bassa, quel tono regolarmente roco , quella decisione nel pronunciare il suo nome anche quando di sicurezza non ce ne era affatto.

Dean si gira. Piano.

Ha quasi paura a farlo.

Ha paura di aver immaginato tutto. Ha paura che quella voce sia solo nella sua testa. Ha paura di aver immaginato anche lo sguardo paurosamente esterrefatto di suo fratello che, continua a guardare oltre lui.

 

Ora, però, è completamente voltato e i suoi occhi vedono di nuovo quell’insopportabile quanto insostituibile trench beige. Vedono di nuovo quello sguardo deciso e incerto allo stesso tempo. Quegli occhi che per anni non hanno mai smesso di vegliare su di lui e su Sam.

Solo l’espressione è diversa.

È confusa. A tratti sembra ...persa.

 

“Cass?!”

“Sì!” è la risposta più semplice che l’angelo decide che sia giusto dare.

“Cass, sei tu?!” chiede ancora, incerto. Impaurito. “Sei davvero tu o...o cosa?”

“Non credo di capire, Dean.” replica l’altro.

“Sei un fantasma….o un’allucinazione o...o...una visione?!” suggerisce, perché Cass è morto. Lo ha visto morire davanti ai suoi occhi. Lui e Sam hanno visto la lama angelica di Lucifero passarlo da parte a parte. Lui è stato per minuti interminabili inginocchiato accanto al suo corpo inerme sperando inutilmente di vederlo riaprire gli occhi.

Hanno bruciato il suo corpo.

 

Quindi, Cass , non può essere lì davanti a lui. Non può essere lì davanti a lui.

Ma allora perché è lì davanti a lui?

 

Cass sembra capire la confusione del cacciatore e quasi come se volesse comprenderne il motivo, inizia a guardare sé stesso. Il suo corpo. Le sue mani.

Si tocca le gambe. Il torace. Si sfrega le mani, premendo di più sulle nocche e al centro del palmo.

“Io...io sono...io.” dice sperando di essersi spiegato. “Percepisco la consistenza del mio corpo, il tepore della mia pelle. Sento il ruvido della stoffa dei miei vestiti.” e poi, compiendo un gesto veloce e repentino, si afferra alla camicia di Dean , a pochi passi da lui. Stringe. Forte.

Dean sobbalza. Lo guarda allarmato. Cerca di arretrare ma la presa di Cass, semplicemente ferma sul suo braccio, lo fa rinunciare.

“Io sento...te!” fa’ con tono deciso, rivolto al cacciatore.

 

Ed è solo allora che Dean, respira affondo e rinuncia ad ogni tipo di cautela che il suo lavoro impone.

 

Fa’ qualche passo verso quello che crede - e spera fortemente – possa essere il suo amico Castiel, guerriero del Paradiso, angelo del Signore.

“Dean, cosa…” e questa volta è Sam a richiamarlo, perché anche lui ancora non riesce a credere ai suoi occhi. Quindi non si fida ancora.

Ma Dean non lo ascolta, tanto male che va, e quello non è Castiel ma un mostro sadico che gioca con le loro menti, ucciderà prima lui e Sam avrà tutto il tempo di reagire e mettersi in salvo!

Al solito!

 

Il maggiore allunga una mano. E deve convincersi più di una volta a farlo prima di toccare il braccio dell’uomo davanti a lui.

Poi lo fa.

E tocca prima l’avambraccio, poi la spalla. Poi, con più timore, azzarda. Poggia il palmo della mano al centro del petto dell’amico. Sa che non sentirà alcun cuore battere, ma ha sempre creduto che al centro di quel petto ci fosse comunque il punto vitale dell’amico angelo: la sua Grazia. E una potenza simile sarebbe di certo stata percepibile.

E lo era. Cavolo!, se lo era.

Dean sente un calore forte provenire dal punto esatto coperto dal suo palmo.

I fantasmi non hanno consistenza. Le allucinazioni non si lasciano toccare. Le visioni non sono così reali!!

No!

Quello è Cass.

Castiel, di nuovo. In carne e ossa e Grazia.

Sguardo da moccioso ingenuo, compreso.

 

Quello che fa dopo è decisamente inaspettato, perché Dean Winchester non fa certe cose. A meno che non si tratti del suo fratellino, Sammy!

 

Dean, fa un passo in avanti e getta le braccia intorno alle spalle di quello che , ora come ora, è il suo migliore amico ritrovato.

Tornato indietro dal mondo dei morti, o dal Paradiso degli Angeli, o da qualsiasi posto fosse oltre l’Arcobaleno.

“Sei tornato!!” sussurra, stretto all’amico. “Cazzo!, sei tornato!” fa’ con più decisione, rinsaldando la presa. Anche se per il momento è un abbraccio unilaterale.

Ma a Dean non importa, perché sa, ricorda, quando sia strano per Cass abbracciare. Quindi no!, non gli importa. Gli importa solo che Cass sia tornato!

 

“Castiel?!” si fa avanti Sam, che ormai, rassicurato anche dal comportamento del fratello, abbandona la posa istintiva a proteggere Jack, che aveva preso quando Castiel era apparso alle spalle di Dean. “Castiel come ...come hai fatto a tornare?!”

Domande da cacciatore nerd!!

Ma Dean non si oppone, perché Sam ha ragione.

 

“Io...io non lo so. Ricordo di aver attraversato il portale, di aver colpito Lucifero ed essere tornato da voi, credendo di averlo ucciso. E poi...poi, all’improvviso ho sentito un dolore , forte. Qui.” fece, indicandosi il centro del petto e acuendo lo sguardo quando scorse nello sguardo del biondo, l’espressione di chi ha appena rivissuto un momento doloroso e deglutisce per dimenticarlo di nuovo. “E poi un calore...il calore della mia Grazia che mi lasciava.”

“E poi?!” gli chiede ancora Sam.

“Niente.” risponde , facendo spallucce, l’angelo.

“Come..niente?!” gli fa , però, eco, Dean. “Sei tornato? Come ...come hai fatto?”

“Mi sono risvegliato in un posto buio, vuoto, desolato. Mi sono sentito chiamare e ...”

 

“Ero io che ti chiamavo, Castiel!”

 

Entrambi i fratelli, a quella rivelazione, si girano all’unisono , verso il nephilim. Anche l’angelo lo guarda stupito.

“Jack..tu?” lo richiama Sam, interdetto.

“No! Non puoi essere stato tu. Quell’angelo...Miriam, a North Cove, ha detto che nemmeno tu avresti potuto riportarlo in vita.” ed è allora che Jack, si volta appena verso Sam.

“Ricordi?!” chiede sorridendogli appena, mentre invece, Sam, è decisamente spaesato da quella domanda.

Jack sembra capirlo e gli rammenta quel “Ricordi..”

“Quando sono spaventato accadono delle cose, posso fare delle cose!”

 

Ecco! Ora, Sam ricorda.

 

“Eri spaventato da chi? Da cosa?!” prova allora a chiedere, ignorando lo sguardo attonito con cui Dean segue quello scambio.

“Dean era appena tornato da quella caccia a cui tu avevi rinunciato per stare con me. Stavate litigando. Tu gli dicevi che potevo essere salvato, che volevi salvarmi come lui aveva salvato te. E lui non riusciva ad accettarlo e ti gridava contro la frustrazione di aver perso vostra madre, di aver perso...Castiel!” spiegò guardando quello che per lui sarebbe dovuto diventare una sorta di padre putativo. “Mi sono spaventato, ho avuto paura di quelle grida , di quella discussione e ho capito che se Castiel non fosse morto, Dean mi avrebbe accettato, o per lo meno, avrebbe tentato di aiutarmi e allora ho pensato fortemente a Castiel, ho pensato fortemente ad averlo qui.” finì di spiegare come se avesse fatto una cosa del tutto normale. “E lui, ora, è qui!” asserì e questa volta guardava Dean dritto negli occhi come a volergli dire: “Ok! Ora puoi aiutarmi!

 

Il resto del pomeriggio, lo passarono a cercare di far ambientare di nuovo Castiel, che sembrava decisamente spaesato. Sicuramente non se l’era passata bene , ovunque si fosse svegliato prima di essere ….richiamato….da Jack.


Ma verso le sette della sera, un Dean stranamente più calmo e pacato, sa di dover fare quello che verrebbe decisamente definito: un atto dovuto.

 

Si avvia lungo il corridoio nord del bunker fino ad arrivare a quella che è diventata la stanza di Jack.

Il ragazzo se ne sta seduto alla piccola scrivania e sembra fissare – cos’è quella? Dolcezza, tristezza? - lo schermo del pc che gli ha dato Sam, mentre lui era via.

 

“Posso?” chiede con voce decisamente gentile.

Jack lo guarda e poi guarda ancora lo schermo.

“Vuoi ancora uccidermi?!” domanda con tono ironico.

Dean sorride. Touchè!

“Non al momento!” risponde , però, con la stessa ironia.

“Allora credo tu possa entrare.”

Dean avanza appena e poi si siede sul bordo del letto. Il ragazzo , davanti a lui, ancora sulla sedia. Il cacciatore alza lo sguardo e solo allora nota l’immagine su cui Jack sembrava concentrato: Kelly che gli sorride al di là dello schermo.

Qualcosa si smuove dentro di lui. Una piccola luce , dentro la sua anima , comunque , tormentata, si accende su un’immagine sorridente di Mary.

 

Poi resetta tutto e torna a focalizzarsi sul motivo per cui, ora, è seduto nella stanza di Jack.

“Avevo bisogno di parlati.” inizia.

“Ho fatto qualcosa?!” chiese ansioso il ragazzino.

“No. Io ho fatto qualcosa. Anzi, credo di averne fatta più di una.” conviene.

“Io...” ed è decisamente perplesso.

“Io credo, anzi, so di doverti ringraziare. Per Cass, intendo.” e quando vede che Jack non sa cosa dire, decide di dover essere lui quello che deve continuare a parlare. “Grazie per averlo riportato a noi. Davvero….grazie!”

Jack ancora non dice niente e Dean, interpreta quel silenzio come qualcosa del tipo: chi tace, acconsente.

Così, pensando di aver già concluso quella conversazione, si alza e fa per andarsene.

 

“Perchè hai paura di me, Dean?!”

 

Ecco, invece!

L’ennesima paura di Dean Winchester che viene alla luce.

Ma questa volta, Dean decide che darà una spiegazione plausibile a quella paura, così torna a sedersi e per un momento fissa Jack che fissa lui.

 

Paradiso contro Paradiso. Inferno contro Inferno.

Infondo entrambi appartengono , sono appartenuti o apparterrano ad entrambi quei posti.

 

“Ascolta, Jack...”

“Ti ho fatto una domanda, è scontato che io voglia ascoltare la tua risposta!” lo interrompe con fare ingenuo, il nephilim.

Dio!! com’è simile a Cass in questo.

Dean scuote la testa e passa oltre.

“Nella mia vita, a causa di questo lavoro, ho incontrato centinaia di...” e sospira come se cercasse il nome giusto.

“...mostri come me?!” crede di aiutarlo Jack, senza sapere di essere stato pungente e sarcastico a tal punto che il defunto – e porca misera!, anche compianto - Crowley lo avrebbe osannato.

“Esseri soprannaturali come te!” lo corregge prontamente, invece e il ragazzo stringe le labbra e si concentra , come qualcuno che ha appena imparato un nuovo termine e lo sta assimilando. “Ho affrontato Lucifero, sono stato spalla a spalla con Dio e so per certo che tu sai, o hai letto, di quanto loro siano potenti. Nel bene e nel male. Ma tu...tu, Jack.” e sospira frustrato.

“Io, cosa?!”

“Ciò che sei, la tua potenza, ancora sconosciuta. Vedi!!, loro, Lucifero, Dio... avevano un loro posto, erano uno a destra e uno a sinistra. Uno ai Piani Alti, uno nel seminterrato e io, Sam, Castiel, sapevamo cosa erano e come affrontarli. Sapevamo quello che potevano fare... o farci!” dice , alzando gli occhi al cielo.

“Non ti ...seguo.” ammette , in imbarazzo.

“Il tuo potere, da quello che ne sappiamo, è qualcosa di indescrivibile. Tu potresti radere al suolo questo mondo o l’intero universo con uno schiocco di dita. Ma la cosa che , hai ragione..” concorda sconfitto. “... la cosa che mi spaventa, no!” si corregge subito dopo. “La cosa che mi terrorizza, è che tu non sei né a destra e né a sinistra. Né ai Piani Alti , né nel seminterrato. Tu sei nel mezzo e non sai da che parte schierarti e io ho paura che quando sceglierai , nel bene o nel male, la potenza che ti contraddistingue riuscirà comunque a far danni.” ammette amareggiato. “Nessuno può avere tutto per sé un tale potere!”

Jack, sembra pensare e concentrarsi su quelle parole.

Poi, spiazza, il cacciatore.

“Hai mai pensato che noi due siamo molto simili, Dean?!”

“Cosa?!” si ritrova quasi a balbettare. “Come...in che senso?!”

“Tu fai del bene quando salvi una vita, ma fai anche del male quando uccidi qualcuno che è posseduto da un demone e che di certo non aveva chiesto di esserlo.”

“Io...è..è diverso!” prova a giustificarsi.

“Perchè? Perché tu sei un uomo che non può radere al suolo il mondo e io invece potrei? Perché tu sei capace di stare nel mezzo e io , invece, non ne sarei capace?!”

 

Da dove cazzo l’ha tirata fuori tutta questa prosopopea?, si ritrova a pensare Dean decisamente preso in contropiede.

E da quando conosce termini come prosopopea?!

 

“Insegnami.”

“Insegnarti?!”

“A stare nel mezzo. So che potrei fare del male a qualcuno, ma io non voglio fare del male a nessuno.”

Dean lo guarda. E’ fermo, sicuro e quel “...io non voglio fare del male a nessuno.” è la cosa più decisa e convinta che gli abbia mai sentito dire.

 

Dean al momento non gli risponde. Si alza, si strofina le mani sui jeans sdruciti dal tempo e dalle tante cacce.

“So che Sam ci ha già provato!” dice, mentre si avvicina alla porta. “Con scarsi risultati.”

“Ma non vuole arrendersi.” risponde. “Almeno lui!” provoca e Dean alza le sopracciglia in una chiara espressione di ammirazione per quella nuova spavalderia.

“Con me sarebbe diverso!” cerca di spaventarlo, il cacciatore.

“Perchè?”

“Sam vuole tirare fuori da te il tuo lato buono, io no!”

“Non….capisco!” ed è decisamente stranito da quell’affermazione.

“Io tirerò fuori il tuo lato peggiore perché tu ne sia terrorizzato!” e con somma sorpresa, Dean, scorge la voglia di cominciare quella sorta di training negli occhi del nephilim.

 

Forse Sam ha ragione. Forse non tutto è perduto con Jack!

 

“Tra dieci minuti. Nel seminterrato del bunker. Abiti comodi!” ordina telegrafico mentre va verso la porta.

“ Vuoi iniziare adesso?!”

“Hai impegni?!” replica d’istinto il cacciatore.

“Sì, con te. Mi hai appena detto di scendere nel seminterrato!” risponde ingenuamente, il ragazzo.

“Ma che….” sospira frustrato.

 

Dio!! forse quello non era l’Anticristo in carne ed ossa, ma solo la versione in età puberale di Castiel.

 

“Dean!’” lo richiama Jack, un attimo prima che il cacciatore esca dalla sua stanza.

“Che c’è?!”

“Vuoi ancora uccidermi?!” e anche se è inaspettata come domanda, dopo quello che si sono detti, Dean, questa volta non sente alcuna ironia nel tono del ragazzo.

“Non per il momento.” e nemmeno nel suo c’è l’ironia della prima volta che gli ha risposto in quel modo.

 

 

 

N.d.A: Non so che dire! Solo grazie a chi ha avuto la pazienza di arrivare fino alla fine!!

Baci, Cin!

   
 
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