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Autore: LadyMorgan    21/06/2009    2 recensioni
Eppure… a volte persino io, ultimo e legittimo erede della nobile casata dei Black, vacillo.
Essere sempre all’altezza di ciò che la mia famiglia richiede, di ciò che gli altri si aspettano… di ciò di cui io ho paura… non è facile. Né è possibile. Io non ero nato con questo scopo. Io ero il figlio minore, il figlio cadetto, nessuno aveva mai pensato ad educarmi come il futuro erede. Sirius era nato per questa catena. E l’ha spezzata prima che potesse soffocarlo.
E io ora ho paura.
Sulle note di Être à la Hauteur tratto dal musical francese Le Roi Soleil, che fra l'altro consiglio a chiunque abbia, come me, il gusto per le opere in costume.
I pensieri di Regulus Black dopo la "scomparsa" di Sirius.
Genere: Drammatico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Être à la Hauteur

Je me lève jour après jour

C’est un jour ordinaire

 

Ogni giorno, che piova o che ci sia il sole, che sia estate o che sia inverno, io mi alzo dal mio letto rivestito di broccato verde filigranato d’argento, guardo questa camera forse indegna del peso che porto sulle spalle, ma sempre degna del nobile sangue che mi scorre nelle vene, e posso vedere davanti a me, come dalla finestra vedo il paesaggio circostante, cosa mi aspetterà questo giorno.

 

J’en connais déjà le cours

Le poids d’un parcours necessaire

Que je dois faire

 

Conosco già il corso, il peso del destino che mi viene richiesto, che dovrò fare.

So cosa si aspettano tutti da me in quanto ultimo erede della nobile casata dei Black, so che toccherà a me tenere alto l’onore della famiglia, visto che nessun altro può farlo al mio posto. Gli altri sono tutti morti, indegni persino di essere considerati viventi, senza più importanza agli occhi del mio casato di quanta ne possano avere i centimetri di polvere dello scantinato di Grimmauld Place.

 

Parce qu’on a jamais le choix

De ses murs, de sa terre

Qui nous enferme a l’étroit

 

Perché né io, né nessun membro che possa fregiarsi del nostro titolo, ha una scelta. Nessuno può averla. È il prezzo da pagare per avere un sangue puro come il nostro.

Nessuno di noi può scegliere. Queste mura, questa stessa terra su cui camminiamo, le nostre convenzioni, la nostra realtà, tutto ci racchiude in una stretta da cui non è possibile sfuggire. Se non al prezzo del nostro nome.

 

L’étroit d’une grandeur solitaire

Mais pour quoi faire?

 

Ma questa stretta rappresenta ciò che siamo, rappresenta la nostra solitaria, indiscussa grandezza, ciò che nessuno potrà mai eguagliare perché deriva da una mancanza di libertà a cui pochi accetterebbero di sottoporsi.

È così che nascono i rinnegati.

Dal non sottoporsi alla stretta di una grandezza solitaria.

 

Être à la hauteur

De ce qu’on vous demande

Ce que les autres attendent

Et surmonter sa peur

 

Eppure… a volte persino io, ultimo e legittimo erede della nobile casata dei Black, vacillo.

Essere sempre all’altezza di ciò che la mia famiglia richiede, di ciò che gli altri si aspettano… di ciò di cui io ho paura… non è facile. Né è possibile. Io non ero nato con questo scopo. Io ero il figlio minore, il figlio cadetto, nessuno aveva mai pensato ad educarmi come il futuro erede. Sirius era nato per questa catena. E l’ha spezzata prima che potesse soffocarlo.

E io ora ho paura.

 

D’être à la hauteur

D’un commun des mortels

Pour chaque jour repondre a l’appel

Et avoir un coeur

D’être à la hauteur

 

Ho paura di non essere all’altezza del mio compito quando giro fra i comuni mortali, gli uomini inferiori, che non sanno cosa sia la nostra grandezza, la invidiano ma non la comprendono.

Ho paura di non poter rispondere all’appello della mia famiglia che ormai è tutta sulle mie spalle, di non adempiere alle loro aspettative, di tradirmi in qualche gesto, qualche parola… qualche azione…

Ho paura di non avere la forza, il cuore, di essere all’altezza.

 

C’est un devoir quotidien

Un costume qu’il faut mettre

Pour un role qui mene a rien

 

È un dovere quotidiano, non posso sfuggirvi in nessun momento della mia vita.

A volte – ma faccio fatica ad ammetterlo anche con me stesso, visto che ad un certo punto delle mie fantasticherie proibite appare una voce molto simile a quella di mia madre per ammonirmi – mi sento come un attore. Esattamente come un attore io indosso un costume per recitare una parte che mi appartiene solo a metà. Forse perché non mi è mai stata data la scelta di interpretarla.

E questo costume che indosso per un ruolo che non conduce a niente ormai mi pesa.

 

Mais faut-il vraiment si soumettre

Jusqu’à la fin

 

Ma è davvero così, fa sottomettere tutti alla sua volontà, come se ne avesse una. Il ruolo, dopo un po’, divora l’individuo. E tu non sei più niente che l’ennesima vittima sacrificata sull’ara di famiglia.

Fino alla fine. Toutjour purs.

 

Être à la hauteur

Sans jamais en descendre

Et ne pas se défendre

De vouloir rendre a coeur

 

Io devo essere sempre all’altezza di tutto. Senza mai poter scendere ad un livello normale, senza mai potermi difendere dalle loro aspettative.

In quanto ultimo dei Black, io sono e devo costantemente restare superiore, devo essere il perfetto figlio purosangue che Sirius non è stato.

Devo potere e volere impermeabilizzare il mio cuore.

 

Être à la hauteur

Autrement que mortels

Enfin ne plus repondre à l’appel

Ne plus avoir peur

D’être à la hauteur

 

Dal mio punto di vista inculcato, essere all’altezza significa essere diverso da qualunque mortale, la mia anima non deve essere quella dei mortali, non deve essere mortale lei stessa, non devo più rispondere a nessuna chiamata, eccetto l’unica che mi pesi, quella della mia famiglia.

Non devo più, o quantomeno non devo mostrare più, di aver paura di non essere all’altezza.

 

A la hauteur

A la hauteur

 

Être a la hauteur

Autrement qu’immortels

Enfin ne plus repondre à l’appel

Ne plus avoir peur

D’être à la hauteur

 

A la hauteur

Ne plus avoir peur

D’être a la hauteur

 

La mia vita ed il mio cuore non mi appartengono. Probabilmente non mi sono mai appartenuti. Hanno cambiato diversi padroni, nessuno dei quali si è mai soffermato a pensare a me come ad un essere umano. Prima mia madre, poi la mia intera famiglia, poi il Signore Oscuro, di cui in base alla mia discendenza dovevo essere il primo seguace.

Tutto in onore della mia famiglia.

Tutto in onore dell’essere purosangue, superiore ai comuni mortali.

Tutto in onore della nostra gloria, in modo che potessi sciogliermi da qualunque altra inesistente catena.

Tutto in onore del nostro orgoglio, quell’orgoglio che voleva impedirmi di avere paura, che bloccava la mia mente, irrigidendola negli schemi della nostra mentalità.

Ma sapete dopo tutte queste aspettative, cosa posso dirvi io?

Che ora sono libero. Libero nel mio odio, ma libero.

La mia libertà non può più essere contestata. Per la prima volta in vita mia, potrò scegliere il mio destino, potrò scegliere di che morte morire e di che vita vivere. Non durerà, questo è ovvio, il nostro sangue non ce lo permetterebbe mai, il nostro sangue è maledetto.

Ma per qualche giorno, per qualche ora, potrò sperimentare quella libertà per cui mio fratello si è fatto rinnegare.

Sirius.

Probabilmente il mio parente che odio di più. Non perché sia quello che io non ho mai avuto il coraggio di essere, non perché sia tutto ciò che io sarei voluto essere. Ma perché ha lasciato sulle mie spalle senza alcun rimorso tutto il peso della sua eredità, raddoppiato dal suo tradimento.

Perché non ha mai provato a capirmi, a venirmi incontro, ad aiutarmi.

Perché mi ha abbandonato alla furia gelida dei Black, alle loro responsabilità, senza mai essersi guardato indietro. Aveva già trovato un nuovo fratello, lui. Non ha mai capito che io invece ero rimasto senza il mio.

  
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