Disclaimer:
Harry Potter e gli altri personaggi della saga, sono di proprietà di JK Rowling
e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcuno scopo di lucro
e non intende infrangere nessuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.
Tutti i personaggi di questa fan fiction sono maggiorenni, immaginari e non
hanno alcun legame con la realtà.
SCENE E LINGUAGGIO CONTENGONO DESCRIZIONI, ANCHE
DETTAGLIATE E RIFERIMENTI ESPLICITI A RAPPORTI DI
TIPO OMOSESSUALE.
Autrice:
Fanny_80.
Beta d’eccezione: Melancholia.
Pairing:
Theodore Nott/Neville Paciock.
Rating:
pg.
Chocolate Potion
Theodore Nott
camminava per il giardino con i suoi compagni di Casa. Il sole si
rifletteva sui suoi capelli scuri, mentre si muoveva con eleganza. I pantaloni
stretti gli fasciavano perfettamente le gambe muscolose, per non parlare della
t-shirt scura abbinata che lasciava davvero ben poco spazio
all'immaginazione. Quando poi Tiger
diede uno spintone a Goyle, facendolo cadere in acqua, il voltò del bel
Serpeverde si illuminò di un magnifico e raro sorriso.
“Merlino, Neville, se continui a fissarlo così se
ne accorgerà prima o poi” la voce divertita di Harry Potter, fece trasalire il
giovane, il quale arrossì furiosamente abbassando istintivamente lo sguardo.
Paciock era sempre stato timido e insicuro, ma quando si trattava di sentimenti
la sua goffaggine riusciva persino a peggiorare.
“Non mi ero accorto... io...” balbettò
imbarazzato.
Il Prescelto si sedette al suo fianco, battendogli
amichevolmente una mano sulla schiena “Non credi sia ormai arrivato il momento di
farti avanti?” domandò cauto “La guerra è finita e anche l’anno scolastico sta
per giungere al termine. Fra poche settimane ci saranno gli esami e dopo
potresti non rivederlo più; se non glielo dici ora, finirai col pentirtene.”
Nev sospirò, quasi con rassegnazione. Durante la
guerra aveva cambiato idea su Nott, ammirando la sua coraggiosa decisione di
schierarsi contro Voldemort insieme a molti dei suoi compagni. Poi, lentamente
l’ammirazione si era trasformata in qualcos'altro.
Non sapeva dire quando fosse accaduto con
esattezza, forse dopo il ritorno a Hogwarts o forse prima, in ogni caso aveva
poca importanza, dato che ancora non era riuscito a trovare il coraggio di
dichiararsi. Si era deciso a farlo mille volte: per esempio durante il ballo di
Halloween si era avvicinato a lui, ma era riuscito solamente ad imbastire una
conversazione breve e insignificante. Episodio che lo aveva convinto che non
fosse ancora arrivato il momento giusto, ponendosi come nuovo termine Dicembre;
e invece Natale era passato, così come San Valentino e le vacanze di
primavera...
Harry era l’unico a saperlo, o almeno così credeva
Neville. Non che il Prescelto avesse tradito le sue confidenze, ma nella Casa
di Grifondoro tutti si erano accorti della sua segreta passione per il bel Serpeverde.
“Credo che dovrò accontentarmi del rimpianto”
ammise Paciock scrollando le spalle.
*°*°*
Quella risoluzione venne però minata nei giorni a
venire, quando tutti a scuola si accorsero che Nott trascorreva molto tempo con
Anthony Goldstein. Certo tra i due era il Corvonero a cercare sempre l'altro,
ma sembrava che nemmeno lui disdegnasse la sua compagnia.
L’idea che potesse nascere qualcosa fra loro
risvegliò in Neville una certa gelosia, oltre che una piuttosto evidente
disperazione. Li osservava ad ogni occasione e la sua paura cresceva in maniera
esponenziale. Doveva fare assolutamente qualcosa, ma cosa?! Harry aveva
ragione, doveva almeno provare, ma l’idea di venire respinto gli toglieva il
respiro.
Una sera, al culmine della sua depressione da innamoramento, si rintanò
nella sala comune, raggomitolandosi su una poltrona in un angolo, a fissare il
fuoco. I compagni del settimo anno erano tutti impegnati a studiare per i
M.A.G.O., ma lui non si sentiva proprio dell’umore adatto, senza contare che la
sua concentrazione era pari a zero e così aveva preferito crogiolarsi
nell’autocommiserazione in completa solitudine. Almeno fino a quando Romilda Wane fece il suo
ingresso, insieme ad alcune ragazze del quinto anno. Evidentemente non si erano
accorte della sua presenza, visto che senza alcuna accortezza iniziarono a
parlare di pozioni e filtri d’amore.
La Wane era famosa per
le sue doti nel preparare certi distillati così come per i suoi traffici, non
proprio leciti. Neville ascoltò con attenzione gli accordi che la ragazza stava
prendendo con le compagne e un attimo dopo si drizzò a sedere. Certo quella era
la cosa più stupida e folle che avesse mai preso in considerazione, però... oh,
al diavolo, era troppo disperato per pensare a quanto fosse sbagliato!
Si alzò di scatto, facendo trasalire le sue
compagne di Casa, che si ammutolirono, mentre
lui si avvicinava.
“Romilda, avrei bisogno
di parlarti.”
“Oh, sì certo, ma...” balbettò la ragazza “Ti
prego, non farmi rapporto, non è come pensi!”
“Nessun problema” annuì il Grifondoro, mentre le
ragazze del quinto anno si dileguavano, lasciandoli soli “Ho bisogno... mi
serve uno dei tuoi filtri.”
La Wane allargò lo
sguardo, incredula; tuttavia si riprese immediatamente e subito un sorriso
compiaciuto si dipinse sulle sue labbra “Al momento non ho molto da offrirti,
mi è rimasto solo questo.” spiegò con tono professionale facendo oscillare una
piccola boccetta rosa “È una pozione molto efficace, ma non funziona come le altre...
per ottenere l’effetto desiderato infatti, devi fare in modo che la persona a
cui è destinata si trovi davanti a te mentre la prende, perché lei o... lui si innamorerà della prima persona
che vedrà dopo averla ingerita. Se vuoi posso preparartene una più semplice, ma
ci vorranno un paio di settimane.”
“Io non ho un paio di settimane” mormorò Neville
“Dimmi quanto vuoi.”
“Cinque galeoni, e non uno di meno” asserì la
compagna.
Paciock era sul punto di protestare, ma alla fine
si arrese, infilò le mani in tasca e le diede la somma pattuita, mentre Romilda sorrideva soddisfatta “Buona fortuna!” esclamò poi,
voltandogli le spalle e salendo di corsa le scale del dormitorio femminile.
*°*°*
Ok... stava cacciandosi in un guaio enorme, ma che
altro poteva fare? Per qualche bizzarro motivo, quella gli sembrava l’unica
soluzione possibile. Aveva inviato un gufo a Nott, dandogli appuntamento nel
cuore della notte in una vecchia aula in disuso, senza rivelargli il suo nome,
poi aveva messo la scatola di cioccolatini su un banco con un biglietto,
sperando che lui aprisse l’involucro e ne mangiasse almeno uno.
Ben nascosto vide il Serpeverde entrare nella
stanza e quello bastò a fargli venire il panico. Ma che diavolo ci faceva lì?
Come aveva potuto farlo?
Poi la voce della gelosia riaffiorò...
Anthony
Goldstein te lo porterà via... e se non è lui, sarà qualcun altro!
Questo pensiero cancellò ogni dubbio; inspirò a
fondo ed entrò nell’aula, notando che la scatola di cioccolatini era stata
aperta e che Nott lo fissava stupito.
“Cosa fai qui, Paciock?”
“Sono io... io ti ho mandato quel gufo” ammise con
voce tremante.
Theo lo scrutò a lungo; allora le voci che
circolavano erano vere: Paciock era innamorato di lui! In realtà la cosa non
gli dispiaceva affatto, il Grifondoro era cambiato molto in quell’ultimo anno,
certo non poteva dire che fosse una rara bellezza, ma...
Da quando aveva sentito quei pettegolezzi si era
spesso ritrovato ad osservarlo, tuttavia non aveva mai tentato un approccio,
forse perché temeva i commenti dei suoi compagni di Casa. Riusciva ad
immaginare perfettamente quale sarebbe stata la loro reazione, ciononostante,
in quel momento, sembrava un motivo così stupido! Neville era lì, davanti a
lui, con l’espressione più dolce e imbarazzata che avesse mai visto. Quegli
incredibili occhi nocciola brillavano d’emozione e... per Morgana, gli piaceva!
L’imbranato e goffo Paciock gli piaceva sul serio!
Decise di non porsi altre domande e che gli altri
potevano tranquillamente andare ad impiccarsi con i loro pregiudizi. Un attimo
dopo aveva attirato a sé il Grifondoro, baciandolo come se volesse mangiarlo.
Nev rimase dapprima spiazzato da quel gesto così inaspettato, poi si concesse
di godere di quel bacio che aveva bramato e atteso per mesi e mesi, e alla fine...
alla fine, mentre Theo lasciava vagare le dita sotto la sua maglietta,
strusciandoglisi contro senza alcun freno, il senso di colpa affiorò rovinando
ogni cosa.
“Hai... hai mangiato... un cioccolatino?” domandò
allora, fra un bacio e un altro.
Nott si limitò ad annuire senza però aver ben
capito la domanda, in tutta franchezza in quel momento non gli importava di
nient’altro. Voleva Neville, e lo voleva lì, in quella stanza, dove poteva
ammettere la verità anche con se stesso, senza altre bugie o negazioni. Rimase
perciò del tutto sconcertato, quando il Grifondoro lo respinse dolcemente,
allontanandosi da lui.
“Che succede?” domandò cercando di avvicinarsi di
nuovo “Credevo lo volessi anche tu, io avevo capito che... ma forse mi sono
sbagliato, è così?”
“Sì... cioè, no! Io...” balbettò Nev, maledicendo
se stesso. Era un dannato Grifondoro, possibile che dovesse fare una così
misera figura da idiota?! Inspirò a fondo e decise che per quella volta avrebbe
messo da parte la sua insicurezza, tirando fuori il coraggio “Io non desidero
altro” ammise allora “Ma sono altrettanto sicuro che questo non è ciò che vuoi
tu.”
“Sì invece!” assicurò il Serpeverde “Non ti avrei
mai baciato altrimenti, che senso avrebbe avuto?”
“È colpa mia” mormorò l’altro, con espressione
pentita “Vedi, sono mesi che... non è una piccola cotta, Theo, sono innamorato
di te da tempo, ho tentato di dirtelo ma non ho avuto il coraggio. Poi, quando
mi ero ormai rassegnato all’idea di non averti, tu hai iniziato a vedere
Goldstein e io... non ho mai provato tanta gelosia e disperazione insieme.”
“Anthony mi sta soltanto aiutando in Antiche Rune,
davvero hai pensato che mi piacesse quello?” esclamò Nott.
“Beh, se non ti piace lui, allora io non ho
davvero alcuna speranza” mormorò Paciock, scrollando le spalle “Ho fatto un
gesto orribile, non so come scusarmi e mi rendo conto perfettamente che non
potrai mai dimenticare, ma ero fuori di me, so di essermi spinto davvero
oltre...”
“Non credo di seguirti...” asserì il Serpeverde
muovendo un altro passo verso di lui.
“Ho... in quel cioccolatino che hai mangiato c’era
un filtro d’amore” confessò deglutendo a vuoto.
“Ma io non...” iniziò Theodore, per poi registrare
totalmente il senso delle parole appena pronunciate dall’altro “Tu hai messo un
filtro d’amore nei cioccolatini?!” sbottò, sentendosi tradito; lo vide annuire
timidamente e la cosa lo innervosì ancor di più “Come diavolo hai potuto
farlo?!”
“Mi dispiace, io non sapevo cosa fare, è stato
stupido, lo so, ed imperdonabile!”
“Sì, credo che imperdonabile sia la parola
giusta!” replicò il Serpeverde, afferrando la scatola di cioccolatini “Questi
li prendo io, non vorrei che ti venisse in mente di usarli con qualcun altro.”
“Non c’è nessun altro, te lo giuro!” esclamò
Paciock “Non potrò mai pentirmi abbastanza e mi rendo conto che non avrei mai
dovuto, ma ti prego...”
“Non dire altro” lo ammonì Theodore, prima di
uscire dalla classe.
*°*°*
“...E poi se n’è andato sbattendo la porta, come
una furia” sospirò Paciock, terminando il suo racconto.
Harry e Ron si scambiarono un’occhiata incredula;
quest’ultimo si trovava nella stanza quando Neville era entrato completamente
sconvolto, ed era stato informato anche lui degli ultimi sviluppi. Sembrava
incredibile che il loro compagno avesse fatto una simile follia, dare un filtro
d’amore a Nott!
“Ma come ti è venuto in mente?” domandò il
Prescelto, scuotendo il capo con crescente preoccupazione. Se il Serpeverde
avesse raccontato tutto ai suoi amici? Potevano vendicarsi di Neville e
certamente non ci sarebbero andati giù leggeri.
“Io... non lo so!” gemette l’interpellato, al
culmine della disperazione “Non riesco a credere di averlo fatto! Me ne sono
reso conto solo dopo... è stato come svegliarmi improvvisamente da una sorta di
trance. Lui mi stava baciando e in
quel preciso momento ho realizzato che era tutto finto, Theo non mi voleva
davvero, era stato solo indotto a pensarlo; che senso aveva averlo in quel
modo? Ma ormai era tardi per tornare indietro, ho dovuto dirgli la verità!”
“Sì, penso anch'io sia stato giusto così, però
adesso potresti trovarti in guai seri” mormorò Potter, costernato.
“No, aspetta un momento” intervenne Ron pensieroso
“Sei sicuro che abbia mangiato quel cioccolatino?”
“La scatola era aperta” replicò Nev.
“È strano però...” continuò il compagno di Casa
“Quando ho assaggiato per sbaglio i cioccolatini destinati a Harry io non
riuscivo a pensare che a Romilda, capisci? Non mi
sarebbe mai venuto in mente di arrabbiarmi con lei, di certo l’avrei perdonata
in quel momento. Se Nott era sotto l’effetto della pozione, perché ha reagito
in quel modo?”
“Forse la Wane ti ha
imbrogliato, magari quel filtro non era così efficace” ipotizzò il Prescelto.
“Questo ha davvero poca importanza adesso”
singhiozzò Paciock.
“Ma non capisci?!” esclamò Weasley “Se la pozione
non ha funzionato, vuol dire che ti ha baciato perché lo voleva, forse prova
qualcosa per te, e se è così può darsi che ti perdonerà.”
*°*°*
“Ehi, posso unirmi a te?” Nott si limitò ad
annuire mentre Zabini si sedeva al suo fianco “Non deve essere stato un
bell’incontro quello di ieri sera, vista la faccia che hai oggi. Chi ti ha
mandato quel gufo?”
“Credimi, non vuoi saperlo...” replicò Theo con
tono apatico.
“Uhm... peggio di quanto immaginassi” ridacchiò
Blaise, poggiando la sua spalla contro quella dell’amico “Era tanto terribile?”
“No, ma tu non capiresti e non ho voglia di
sentire le tue battutine idiote.”
“Non ne farò, te lo prometto!” esclamò l’altro,
sorridendogli “Dai, racconta!”
Theodore gli gettò un’occhiata scettica “Era
Paciock” lo informò notando il suo sguardo stupito “E prima che tu possa dire
qualsiasi cosa, lì per lì non ero infastidito dalla scoperta, tutt’altro. Credo
mi piaccia, sì... insomma, voglio dire, c’è qualcosa in lui che mi attrae.”
“Beh, allora qual è il problema?” domandò Zabini
“Non dirmi che ti sei fatto scrupoli per Draco e gli altri? Se lui ti piace,
penso sia da idioti farsi dei problemi per quello, sai benissimo che i ragazzi
lo accetteranno, forse faranno qualche battuta stupida, ma poi si abitueranno
all’idea.”
“Lo so! Ma vedi, quando sono entrato nell’aula,
c’era solo un pacchetto appoggiato su un banco! io... io detesto il
cioccolato!” proseguì l’amico, tirando fuori dalla borsa una scatola di
cioccolatini “Poi è entrato Neville e allora abbiamo iniziato a parlare e...
l’ho baciato.”
“Cos’è? Ha l’alito cattivo?” ci scherzò su Blaise,
spintonandolo leggermente.
Nott sorrise, scuotendo il capo “Niente affatto,
ha un sapore così...”
“Ti prego, stiamo parlando di Paciock, preferisco
non conoscere tutti i dettagli!” lo canzonò il compagno, per stemperare la
tensione.
“Mi piace, capisci? Quel bacio mi ha aperto
definitivamente gli occhi, ma poi lui si è allontanato” continuò Theo, gettando
a terra la piccola confezione “Ha detto che non sapevo quel che facevo, si è
scusato mille volte e poi ha ammesso di aver stregato quelle praline... c’ha
messo dentro un filtro d’amore, dannazione!”
Zabini lo fissò a bocca aperta “Stai dicendo che
Paciock...? No, per Merlino, è impossibile!”
“Che avresti fatto al posto mio?” chiese Nott
passandosi una mano sul viso “Mi sono così arrabbiato, ero fuori di me, l’ho
trattato malissimo e poi sono tornato al dormitorio.”
Il compagno di Casa afferrò la scatola e se la rigirò
fra le mani “Doveva essere proprio disperato, eh?” constatò ancora incredulo.
“Ha detto che non pensava di avere speranze e poi,
quando ha visto che mi vedevo così spesso con Goldstein, si è ingelosito”
raccontò l’altro “Ora sono così infuriato! Perché semplicemente non ha parlato
con me?!”
“Beh, non è che i vostri rapporti vadano al di là
di qualche parola e vaghi saluti nei corridoi, forse ha pensato che lo avresti
respinto” tentò di giustificarlo Blaise, ma capì che per l’amico non fosse
facile. Si sentiva certamente tradito da quel gesto, tuttavia non sembrava
disposto a cancellare l’intera vicenda e a dimenticarsi per sempre di Paciock,
anzi, si tormentava per l’accaduto “Senti, perché non provi a vederla in un
altro modo: per essere arrivato a tanto probabilmente è davvero innamorato di
te, se così non fosse non ti avrebbe detto niente del filtro d’amore; dev'essersi sentito in colpa, deve aver pensato che quel
bacio non fosse del tutto reale, perché tu glielo stavi dando anche se
realmente non volevi.”
“Che dovrei fare, adesso?” chiese allora Theodore,
con un sospiro.
“Pensa bene a cosa vuoi, poi metti da parte
l’orgoglio e va' a prendertelo!” gli consigliò con un sorriso.
Il compagno annuì e si alzò in piedi “Grazie per
la chiacchierata” detto questo se ne andò, lasciandolo da solo. Quando anche
Zabini si decise a rientrare, notò la scatola di cioccolatini abbandonata sul
prato, e pensando che non fosse il caso di lasciarla in giro, la raccolse e la
mise nella sua borsa, dimenticandosene però poco dopo.
*°*°*
Neville stava potando alcune piante magiche nelle
serre della scuola. La professoressa Sprite, che conosceva perfettamente la sua
passione per l’Erbologia, gli aveva chiesto di aiutarla in quel periodo e lui
ne aveva subito approfittato, accettando calorosamente. Gli piaceva stare lì,
le piante non lo giudicavano, non lo prendevano in giro e gli davano conforto
con il loro pacifico silenzio; e decisamente in quel momento aveva bisogno di
tranquillità: era ormai da una settimana che si tormentava per ciò che aveva
fatto, senza considerare che il silenzio di Nott era la realizzazione del suo
incubo peggiore. Lo evitava come la peste, ormai era evidente, così come lo era
il fatto che mai sarebbe riuscito a perdonarlo.
“Neville?”
Il Grifondoro si voltò di scatto facendo cadere un
vaso vuoto che s’infranse al suolo. Davanti a lui c’era Theo! Ci mise qualche
istante a rendersi conto che non era solo una sua folle fantasia, quindi si
levò i guanti, gettandoli su uno dei banchetti.
“Ciao...” mormorò incerto.
“Non ho mangiato quei cioccolatini” buttò lì il
Serpeverde, come se non avesse nemmeno udito il suo saluto “Ero indeciso se
dirtelo o meno, ma poi ho pensato fosse giusto fartelo sapere.”
“Tu non li hai mangiati?!” esclamò Paciock,
odiandosi terribilmente; con uno stupido gesto insensato, causato dalle sue
insicurezze, aveva spazzato via la sua unica possibilità.
“No, neanche uno” rispose Nott “Io volevo baciarti
e forse potevamo vederci, uscire insieme, forse poteva davvero nascere qualcosa
fra noi, ma adesso...”
“Adesso non puoi più fidarti di me” terminò
l’altro al suo posto “Lo capisco, davvero e mi dispiace. Te l’ho detto, non so
come abbia potuto spingermi fino a tanto, per fortuna sono tornato in me,
dovevo dirti la verità o sarei impazzito. Non volevo... quello. Sì, per un po’ ho pensato di essere tanto disperato da
potermi accontentare, ma poi, mentre ero fra le tue braccia, mi sono sentito
più angosciato di prima, era bellissimo, incredibilmente bello, ma... non era
vero. O per lo meno così pensavo. Volevo te, senza finzioni, ecco perché ti ho
fermato, so che non è una giustificazione e che questo non ti farà cambiare
idea, ma ci tenevo a dirtelo, il pensiero che tu potessi credermi capace di
farti del male, di approfittare di uno stupido filtro pur di averti, mi ha dato
il tormento in tutti questi giorni.”
In un attimo si ritrovò fra le braccia di Theo, il
respiro caldo sul collo e le labbra a sfiorargli l’orecchio “Allora prova a
credere che questo sia vero” bisbigliò prima di baciarlo con trasporto. Neville
si ritrovò schiacciato contro quel petto scolpito e quasi non riusciva a
crederci.
“Niente più magie fra noi” mormorò il Serpeverde
incorniciandogli il viso fra le mani.
“Solo tu ed io...” confermò il Grifondoro.
Theo sorrise e posò ancora una volta le labbra
sulle sue, in un bacio famelico, preludio di ciò che sarebbe diventata la loro
relazione.
*°*°*
Poche settimane dopo in tutta Hogwarts non si
parlava d’altro. Era stata in qualche modo una distrazione dagli esami e dalle
interminabili ore di studio. Nott e Paciock stavano insieme e non ne facevano
mistero.
La mattina del primo M.A.G.O. Malfoy era seduto al
tavolo dei Serpeverde con accanto Zabini, tutto intento a frugare nella propria
borsa. Il biondo alzò il capo e non riuscì a trattenere un lamento.
“Potresti dire a Theo di non palpare il sedere di
Paciock davanti tutti?” sibilò già provato da quei giorni di stress preesame.
Blaise rise divertito “Credevo non ti desse più
fastidio.”
“Preferirei solo non assistere alle loro
effusioni” ammise Draco, bevendo un sorso di caffè “Se Nott è così pazzo da
frequentare un Grifondoro questi sono solo affari suoi” e così dicendo aprì la
scatola che l’amico aveva poggiato casualmente sul tavolo e mandò giù un
cioccolatino.
“No, Draco!” esclamò immediatamente Zabini, ma il
biondo non lo sentì nemmeno, la sua attenzione fu immediatamente catturata da
Potter, che proprio in quel momento si era fermato in piedi di fronte a lui.
“Posso parlati un attimo Malfoy?” domandò Harry
ritrovandosi quegli occhi grigi addosso, stranamente vacui.
“Tutto quello che vuoi Potter...” replicò il
biondo, mentre Blaise, seduto proprio lì accanto si passava una mano sul viso e
gemeva disperato.