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Autore: Shadow_of_Nightmares    28/10/2017    0 recensioni
-Perché?- chiese con la voce tremante, -Cosa vi abbiamo fatto di male?-
-Ci avete reso le persone di oggi.-
Genere: Angst, Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Jeff the Killer
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Correre. E' l'unica cosa che gli importa fare adesso. Sentì dietro di sé i poliziotti che gli intimarono di fermarsi, ma lui non può, dato che se lo facesse andrebbe di sicuro incontro alla pena di morte.

Ogni persona sarebbe stata abbastanza intimorita di essere inseguita dalla polizia, ma lui rideva. Non era una risata normale, di quelle piene di gioia, no. Era una risata che ti ghiacciava il sangue nelle vene, che senti solo nei tuoi incubi più spaventosi, e che ti paralizza dalla paura. Rideva senza quasi interrompersi per riprendere fiato, come se non ne avesse bisogno nonostante stesse correndo da quasi mezz'ora. Mentre correva saltava e scartava ogni cosa intralciasse la sua strada, con una facilità ed un'agilità quasi sovrumana. Nel tentativo di disorientale i poliziotti, rovesciava dietro di sé bidoni della spazzatura, scatoloni, tutto ciò che avrebbe potuto intralciarli.

I due uomini faticavano a stargli dietro, e, nonostante lo stessero inseguendo da tantissimo tempo, non dava cenni di affaticamento. Un lampione gli illuminò il viso: sulla pelle innaturalmente bianca uno squarcio, ormai cicatrizzato, funge da agghiacciante sorriso, che fa risaltare  gli occhi di un azzurro ghiaccio talmente chiaro da risultare quasi bianco. Occhi che sembrano scrutarti l'anima ogni volta che si posano su di te. Intorno agli occhi ha un indelebile alone nero, creatosi quando anni addietro si era bruciato le palpebre, rendendole quasi inesistenti. -Jeff the Killer, ti ordino di fermarti!- . L'intervento del poliziotto non fece altro che far aumentare d'intensità la risata del killer. -Centrale, servono rinforzi: stiamo inseguendo Jeff the Killer. Mandate delle volanti e dei poliziotti armati.- disse il secondo poliziotto alla radio.

Intanto il primo estrasse  la pistola e sparò un colpo, ma il killer aveva già previsto la sua mossa, e si era voltato verso i due poliziotti, evitando il proiettile. Smise di correre, subito seguito dai due, che si fermarono, sempre tenendolo sotto tiro. Approfittando della distrazione del killer, le due silenziose volanti, appostate alla fine fella via, avanzarono accerchiando così il fuggiasco. Lui intanto aveva smesso di ridere, creando un silenzio quasi innaturale, spezzato solo dai respiri ansanti dei tre. Questo silenzio durò pochi istanti, durante i quali Jeff avanzò lentamente, senza smettere di guardare negli occhi prima un poliziotto, poi l'altro.

I suoi passi erano difficili da sentire, allenati da nove anni di omicidi. Per cui quando il suono della voce di uno dei poliziotti a bordo delle volanti gridò al megafono: -Jeff the Killer, sei circondato! Alza le mani aperte lentamente.-, si sentì perfettamente, facendo impercettibilmente sobbalzare il killer. Appena la voce del poliziotto smise di risuonare nell'aria, si sentì il rumore di otto portiere che si aprirono, contemporaneamente a quello di otto pistole che vengono caricate quasi simultaneamente. Tutto durò pochi secondi, durante i quali il killer si voltò sorpreso in direzione delle auto, e dei poliziotti scesi da esse.

Jeff cercò con lo sguardo una via di fuga, e in pochi secondi ne trovò una: era un piccolo spazio tra un poliziotto ed il muro accanto, abbastanza grande per sgusciare via. Il punto ora stava nel raggiungerlo. Per poter scappare doveva giocarsi al meglio ognuna delle poche carte che aveva. Anche se era in una situazione di netto svantaggio numerico doveva riuscire a trovare una soluzione per non farsi arrestare. Poi l'idea gli arrivò in testa come un fulmine a ciel sereno: la paura. "Ma certo, la gente ha paura di me. - pensò Jeff - Diamo a questi poliziotti un motivo per temermi, per temere di una mia banale decisione."

Fingendosi perfettamente a suo agio e sicuro di sé (come del resto era), si obbligò a sorridere, mentre parlava con un tono falsamente cordiale:-I miei complimenti, - disse, battendo lentamente le mani, schernendo i poliziotti - siete riusciti a costringermi le spalle al muro.- Si accorse che un poliziotto stava tremando leggermente, e decise di usare la sua debolezza a suo vantaggio. -Questa volta ce l' avete fatta a fermarmi. Tanto di cappello. - visto che i poliziotti erano troppo spaventati dal suo aspetto, anche se cercavano di non mostrarlo, ed erano troppo concentrati a tenerlo sotto tiro, continuò. - Voglio dare l'onore di ammanettarmi a quel poliziotto laggiù, quello che trema. Così potrà vantarsi con i suoi colleghi di aver reso inoffensivo uno dei più pericolosi e sfuggenti killer in circolazione.- disse, tendendo le braccia davanti a sé e lasciando cadere il coltello, che produsse un tintinnio metallico quando toccò terra.

I poliziotti si guardarono a vicenda, scioccati. Non si aspettavano che il temutissimo Jeff the killer si facesse prendere così facilmente. Il dubbio però prese ben presto il posto dello shock, nei loro sguardi. La domanda silenziosa, non espressa, che ogni poliziotto lanciava ad un compagno era la stessa: "E' il caso di lasciar avvicinare una recluta a questo pazzo?" Il timore era che se non lo avessero fatto avrebbero perso l'occasione di prendere un assassino spietato ed apparentemente inarrestabile. La recluta in questione si accorse della silenziosa domanda, e si sentì pugnalato alle spalle, perché i suoi amici e colleghi non si fidavano abbastanza di lui, pensò erroneamente.

Anche Jeff, sempre con le braccia stese davanti a sé, si accorse di quest' "interrogativo", ed al fatto che non abbia ancora avuto una risposta. Si accorse anche del lampo negli occhi del poliziotto da lui scelto, cogliendo i suoi pensieri.

Dentro di sé rise, perché era proprio qui che voleva arrivare. Abbassando le braccia assunse una finta espressione interrogativa , e disse: -Perché ci mettete così tanto? Aspettate, ho capito!- A questo punto sul suo volti si aprì un'espressione crudele e beffarda, perfettamente in tono con le parole velenose che avrebbe detto di lì a pochi istanti.  -Fatemi indovinare: non lo ritenete in grado. Pensate che non abbia abbastanza fegato e sangue freddo per farlo, - e, rivoltosi direttamente alla recluta - pensano che tu non sia alla loro altezza.- Aggiunse. L'improvvisa rigidità del poliziotto ed il guizzo nei suoi occhi indicarono a Jeff di aver colpito nel segno. Infatti, pochi secondi dopo la fine della frase del killer, il giovane poliziotto abbassò la pistola, alzò orgogliosamente il mento, e si avvicinò lentamente a Jeff, che nel frattempo aveva teso nuovamente le braccia. Gli altri poliziotti si lanciarono occhiate preoccupate e sconcertate. -Fermo Matt! - disse un suo compagno, con la voce a metà tra la preoccupazione e la rabbia. - Non sono questi i piani!-

-Perché non sparate allora? - ribattè la recluta. - Ah, già, volete portare voi Jeff the killer in prigione, vivo, volete la promozione che secondo voi vi meritate.- Gli uomini si guardarono, sgomenti, perché in fondo il ragazzo aveva centrato perfettamente il bersaglio. Il giovane poliziotto continuò d avanzare, trovandosi ora a tre passi dal killer, che sorrideva, beffardo e divertito. I secondi che seguirono parvero lunghi come ore per i poliziotti.

-Jeffrey Alan Woods, sei in arresto per pluriomicidi aggravati. Hai il dir- Cominciò il poliziotto, portando le mani alla cintura per sistemare la pistola nella fondina e prendere le manette. Ma il ragazzo fu fermato da un forte strattone, che lo fece inciampare e lo fece andare a sbattere contro un altro corpo. Il killer portò prontamente una lametta alla gola del poliziotto. In meno di due secondi Jeff aveva tirato verso di sé la recluta ed aveva estratto la lametta da un'apposita tasca creata da lui nel polsino della felpa, portandola poi alla gola del ragazzo. Prima che i poliziotti potessero sparare, indietreggiò fino a poggiare le spalle al muro, per evitare di essere accerchiato.

Ora la recluta era alla sua mercè.

Il killer riprese a ridere, mentre osservava divertito il ragazzo di fronte a sé, che si stava rendendo conto di fare da scudo umano al killer, riparandolo dai colpi di pistola che gli altri poliziotti avrebbero potuto sparare.

In quel preciso istante capì che tutto quello che aveva detto Jeff dal momento in cui si era apparentemente arreso, serviva solamente ad arrivare a questo punto. Si vergognò di sé stesso, perché si era mostrato debole ed orgoglioso, cadendo nella trappola che il killer aveva astutamente pianificato.

Poi Matt venne colto da una folgorazione. "Ma certo, - pensò, - ho ancora la pistola!". Lentamente, cercando di non far notare al killer ciò che stava cercando di fare, avvicinò una mano alla cintura. Jeff però si era accorto del leggero sussulto che aveva fatto il poliziotto. "Perché è sobbalzato? - si chiese. - Non l'ho ancora ferito.. Cazzo, la pistola."

Abbassò il braccio libero ed estrasse l'arma del ragazzo dalla fondina.

-Prima regola per andare d'accordo con me: non provare nemmeno a pensare di passare inosservato.- disse Jeff. Puntò la pistola al piede destro del poliziotto e sparò.

La recluta gridò per il dolore, e si sarebbe accasciato al suolo se Jeff non l'avesse preso con una mano al collo ed una alla spalla, dicendo: -Se ti arrendi subito non vale però!-,  tirando violentemente in piedi il ragazzo e spostandogli tutto il peso sul piede ferito. Il giovane poliziotto gridò nuovamente, facendo ridere di gusto Jeff.

Il ragazzo aveva il respiro corto, come se avesse corso. -Mi dispiace, ragazzi.- sussurrò con voce rauca a causa delle grida. Gli altri poliziotti, dal canto loro, osservavano impotenti il loro giovane compagno ferito.

Jeff intanto aveva portato la pistola alla mano destra, scambiandola con la lametta, e puntandola non alla testa del ragazzo, come gli uomini si aspettavano, ma alla schiena, tra la terza e la quarta costola. "Con la pratica si può essere autodidatti perfino in anatomia" Pensò Jeff, osservando divertito i volti attoniti dei poliziotti. "Se siete confusi ora, credo che questa sia la vostra prima retata."

-Ovviamente, tra la pistola ed il coltello, il secondo è l'arma che preferisco, perché per uccidere hai bisogno di un contatto con la vittima. Non c'è gusto ad ammazzare qualcuno a distanza con una pistola; non provi la magnifica sensazione di affondare la lama nel corpo della persona da te scelta. Con il coltello senti il calore del sangue, mentre la pistola è un'arma così fredda Però tra pistola e lametta, credo abbiate capito a che va la mia preferenza.- I poliziotti osservarono disgustati il killer mentre ascoltarono le sue parole. Si chiesero come può una persona a diventare una macchina per uccidere, come può una persona dar vita magari ai suoi incubi peggiori. Ovviamente queste domande non ebbero una risposta, un po' perché non erano state poste, un po' perché Jeff si accorse che il ragazzo stava lentamente perdendo le forze, e decise di accelerare i tempi.

-Facciamo un gioco! - Disse Jeff in tono allegro. - Ora io vi faccio una domanda, e voi avete dolo una possibilità per dare la risposta giusta. Se non rispondete correttamente ucciderò la recluta.-

I poliziotti si guardarono, atterriti, domandandosi cos' avesse subìto questo ragazzo nel suo passato per pensare che sia giusto giocare in questo modo con la vita degli altri.

-Se la risposta è giusta?- Azzardò un poliziotto.

"Ora - pensò Jeff, - mi gioco il tutto per tutto."

-Se rispondete in modo esatto, lascerò andare la recluta e mi farò arrestare.-

Gli uomini fissarono il killer, a bocca aperta. Presto però il tarlo del dubbio si insinuò nella loro mente. -Come facciamo a sapere se rispetterai il patto?- Chiese uno.

-Non lo sapete.- rispose Jeff.

Matt, ormai privo di forze, venne colto da un pensiero che lo paralizzò. -Fermi! - iniziò. - Non accettate! Morir- La frase del ragazzo venne fermata da un suo grido di dolore, causato dal killer, che gli aveva pestato violentemente il piede ferito, sussurrandogli all'orecchio di stare zitto.

-Accetto! - disse un poliziotto nel tentativo di distrarre il killer. - Accetto. Fammi la domanda.- aggiunse, con voce leggermente tremante per la paura che, sbagliando, avrebbe fatto uccidere il suo amico.

-Finalmente! Mi stavo annoiando. - rise Jeff. - La domanda è: perché non punto la pistola alla testa della recluta, ma in questa zona?-

I poliziotti si guardarono, allibiti. Jeff quasi si mise a ridere osservando le facce degli uomini, ma si sorprese quando ne vide uno 'illuminarsi', come colto da un lampo di genio.

"Ora."

Jeff spostò la pistola, mirando alla testa del poliziotto più vicino a lui, e premette il grilletto.

Si sentì l'assordante sparo, e l'uomo si accasciò a terra, con il sangue che usciva a fiotti dal foro del proiettile. I poliziotti appena sentirono il suono dello sparo ebbero l'impulso di premere il grilletto, ma se l'avessero fatto avrebbero ucciso il loro compagno, lasciando illeso il killer.

Quest'attimo di indecisione però permise a Jeff di cambiare bersaglio e sparare due colpi in rapida successione, mirando prima al secondo poliziotto vicino a lui, poi al terzo. I due uomini seguirono il destino del poliziotto colpito dal primo proiettile.

Matt, che stava osservando terrorizzato la scena, recuperò il dono della parola. -Sparate! Svuotate i caricatori, cazzo! Fottetevene di me, altrimenti moriremo tutti e questo pazzo sarà ancora libero!- urlò con quanto fiato aveva in corpo la giovane recluta, prima di sostituire questa coraggiosa frase con un grido di dolore sentendo il braccio andare a fuoco  dove il killer aveva praticato un lungo e profondo taglio con la lametta. Il sangue usciva copioso dalle due ferite, e il poliziotto di rese conto di essere sulla soglia dell'incoscienza, che accolse con piacere.

I  sei poliziotti rimanenti però non ebbero neanche il tempo di consultarsi che due di loro emisero un suono gorgogliante, mentre una linea di sangue si allargava sule loro gole, quasi contemporaneamente.

I superstiti ed il killer osservarono allibiti i due uomini cadere a terra, come al rallentatore.

Jeff però si riprese rapidamente dallo shock, ed osservò con attenzione una persona arrivare silenziosamente alle spalle di un altro poliziotto, preparandosi per colpire, quando uno dei tre uomini vide il riverbero della luce dell'unico lampione funzionante sulla lama di un coltello. -Stuart, alle tue spalle!- gridò quest'ultimo. Stuart si voltò rapidamente, in tempo per vedere la lama di un grosso coltello da cucina affondare nel suo petto, all'altezza del cuore, fino al manico. La lama  penetrò nel suo corpo parallelamente alle spalle, per passare nella tela tra una lastra di ceramica e l'altra del giubbotto antiproiettile.

Poco prima che i suoi occhi divenissero vitrei udì una voce maschile mormorare la parola "Guastafeste" rivolta al suo compagno. Poi solo dolore. Poi nulla.

Il poliziotto che aveva tentato di avvertire Stuart alzò la pistola e sparò cinque colpi in direzione della figura con il coltello. O almeno questo è quello che pensò di fare. Sentì l'assordante eco dello sparo, poi udì uno schiocco secco, che collegò al suono di un osso rotto dall' impatto di un proiettile che colpisce un giubbotto antiproiettile, subito seguito da un forte dolore al petto. -Cazzo- farfugliò senza fiato. Voltò la testa in direzione di Jeff the killer, e vide il suo dito ancora teso sul grilletto dell'arma.

L'uomo cercò di riprendere fiato, ansante, e spostò lo sguardo verso l'ombra. Questi intanto si era avvicinato al poliziotto, lasciando una distanza minima tra loro. Alzò il coltello e pugnalò alla gola l'uomo, che crollò a terra emettendo un lungo gemito di dolore, annegando nel suo stesso sangue.

L'ombra si voltò verso il killer e la recluta, svenuta ai suoi piedi.

-Sempre a rompere i coglioni, eh, fratellino?- Disse Jeff con aria scocciata.

-Oh, scusa se ti ho salvato il culo.-

-Me la cavavo da solo, Liu.-

-Certo, Jeff. Certo.- Rispose Homicidal Liu. -Che cazzo stai facendo?- domandò questi a Jeff, vedendolo caricarsi in spalla il poliziotto ferito.

-Voglio divertirmi un po'.- rispose lui.

-E non ti è bastato ammazzare otto poliziotti?- chiese nuovamente Liu, mantenendo un tono di voce calmo.

-Io veramente ne ho uccisi solo tre. Poi sei arrivato tu e hai rovinato tutto!- Quasi gridò Jeff. Liu sospirò, conscio dei vari disturbi che affliggevano suo fratello e che si rivelavano in vari momenti.

-Senti, ok, lo portiamo a casa. - continuò Liu. - Però la prossima volta non...- Mentre pronunciava questa frase, Liu aveva iniziato a guardarsi intorno, cercando di individuare qualche possibile minaccia, e per caso i suoi occhi si spostarono sui cadaveri. Li contò rapidamente, aggiungendo anche la recluta, quando notò qualcosa che non quadrava. Osservò di nuovo attentamente le due auto, rendendosi conto che dalle macchine erano scesi otto uomini in totale, mentre aveva contato otto cadaveri più la recluta.

-Jeff - cominciò Liu, attirando su di sè l'attenzione del fratello, - Quanti erano i poliziotti che ti inseguivano?-

-Due.- rispose esitante Jeff, mentre osservava Liu raccogliere da terra una pistola.

-Cosa fai?- gridò poi quando suo fratello  lo tirò in una zona d'ombra e facendolo cadere.

-Zitto.- disse lui in risposta mentre i frastuono assordante di alcuni spari coprì la sua voce, seguito da molte pallottole che si schiantavano  nella zona in cui si trovava Jeff pochi istanti prima.

-Bastardi di merda!- sentirono gridare.

Liu si girò in direzione della voce, aggiustando la mira.

-Centrale, qui autopattuglia cinque otto otto cinque - gridò il poliziotto alla radio - c'è un 10-13 nel vicolo..... Centrale? Centrale?!- l'uomo stava gridando , sgomento, alla radio, accorgendosi in quel momento di aver teso il braccio al di fuori dalla portata del cavo senza riscontrare alcuna resistenza.

-Se te lo stai chiedendo - iniziò Liu in tono beffardo - sì, ho tagliato i cavi alle vostre radio.-

Detto ciò fissò negli occhi il poliziotto, derisorio. L'uomo dal canto suo era terrorizzato che pochi istanti di vita.

-Perché?- chiese con la voce tremante, -Cosa vi abbiamo fatto di male?-

-Ci avete reso le persone di oggi.- disse Liu con freddezza, fissando il poliziotto negli occhi.

Il ragazzo premette il grilletto, e la testa dell'uomo volò all'indietro, colpita dal proiettile.

-Che cazzo ci faccio in terra?!-

"Sia ringraziato il Cielo." pensò Liu sollevato accorgendosi che il fratello era tornato in sé.

-Ti ho salvato la pelle. Di nuovo.- disse poi il minore.

-Ho di nuovo perso il controllo, vero?- Aggiunse Jeff in tono triste e demoralizzato, guardandosi intorno.

-E' successo ancora. L'ho fatto di nuovo. Sono solo un fottutissimo mostro!- Il ragazzo gridò l'ultima frase, scoppiando in lacrime ed accasciandosi al suolo.

-Perché? Perché stai ancora con me? Perché non mi ammazzi? Dopo quello che ti ho fatto....-

Jeff lasciò morire l'ultima frase poiché aveva alzato la testa osservando il volto sfregiato del fratello minore: era solcato da numerose ed evidenti cicatrici, frutto del suo primo attacco di follia. Il ragazzo scoppiò in singhiozzi ancora più forti, abbassando il capo ed incurvando le spalle, come se il suo corpo fosse schiacciato dal peso delle numerose anime che gravavano sulla sua.

-Perché sono ancora qui, mi chiedi? - iniziò Liu, addolcendo la voce vedendo suo fratello in quelle condizioni, e si abbassò al suo livello. - Perché ti proteggerò sempre, come tu hai fatto con me.- Finì Liu, abbracciando suo fratello.

 

Spazio Autrice

Ciao a tutti! Questa è tata la prina "storia" che abbia mai scritto, e risale a tre anni e mezzo fa. Finalmente ho trovato il coraggio di pubblicarla, anche se ha una trama mediocre paragonandola ad altre fanfiction dello stesso genere. E niente, grazie per aver speso una piccola parte del vostro tempo ed essere arrivati in fondo alla Divina Commedia parte 2! XD
Spero che la ff vi sia piaciuta, ed in caso contrario, criticate liberamente gli aspetti che ritenete necessario evidenziare!

Qui vi spiegherò alcune cose della storia rimaste in sospeso:

Risposta alla domanda che Jeff pone ai poliziotti -> Jeff punta la pistola in quella zona perché se avesse sparato la pallottola avrebbe perforato un polmone della recluta, facendola morire soffocata.                          

10-13 -> significano: "Poliziotto ferito dal sospetto." Si usa solo per le comunicazioni via radio, ed è il messaggio più grave.

Alla prossima~
┼ De Hoc Satis ┼

  
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