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Autore: SalvamiDaiMostri    01/11/2017    0 recensioni
Questa ff ipotizza che sia John che Mary siano morti nella quarta stagione e Sherlock si occuperà della loro bambina per mantenere la promessa fatta loro al matrimonio.
Questa volta rimpasto una mia vecchia ff: semplicemente avevo chiamato la bambina (che ancora non avevamo visto) Diana Mary Watson e ve la ripropongo con il nome ufficiale.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rosamund Mary Watson, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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5 anni.
 

Sherlock sedeva sulla poltrona di John accanto al camino acceso.
Sulle sue ginocchia teneva Rosie, con la testa accoccolata sul petto dello zio che la cullava e le accarezzava i capelli dolcemente.
 
“Raccontami com’erano mamma e papà...” mormoró la bambina senza muoversi.
 
Sherlock per un attimo si immobilizzò.
Portò lo sguardo alla foto della coppia felice riposta sul ripiano del caminetto, poi riprese a cullarla e daccarezzarla e cominciò:
 
“I tuoi genitori erano le persone più coraggiose che io abbia mai conosciuto. Si amavano così tanto... La tua mamma era più bella di chiunque altra... Hai i suoi occhi, sai? Era una donna forte, intelligente, brillante”
 
“Era tosta la mia mamma!” esclamó la bambina voltandosi verso di lui, inerrompendolo. Sherlock sorrise.
 
“Sì, Rosie, la tua mamma era davvero tosta. Mi diede parecchio filo da torcere, ma capii subito che era la donna perfetta per tuo padre... Tuo padre...” la sua voce si strozzò per un secondo, la bambina osservava la sua espressione triste, ma lui riprese il racconto con determinazione: “Tuo padre era l'essere umano più coraggioso, gentile e saggio che abbia mai avuto la fortuna di conoscere. Era il mio migliore amico.” Sorrise di nuovo “Era molto forte anche lui sai? Mi ha salvato così tante volte e in così tanti modi... Ha fatto di me un uomo migliore. E io... Io nonostante tutto questo, non ho potuto salvarlo.” S’incupì. “Non ho salvato.. nessuno dei due.” Sherlock si portò le mani sul viso per nascondere quanto più possibile le lacrime alla bambina. Rosie si alzò e abbracciò il collo di Sherlock.
 
“Ci sono io con te, zio Sherlock, non piangere...” all’udire quelle parole Sherlock abbracciò forte la bambina e, senza smettere di piangere, riuscì solo a dire:
 
“Grazie, grazie tesoro”.
 
22 anni

“Rosie, cosa sono quelli???”
 
“Apparentemente tuoi appunti sui tuoi vecchi casi... Quindi è vero ciò che si dice? Tu eri davvero un detective di fama internazionale!” Sherlock non disse una parola. Se ne stava in sielenzio, sull’entrata del salotto, guardava fisso il pavimento  “Perchè me l’hai tenuto nascosto per tutti questi anni?”
 
“Ho chiuso con quella vita.” Disse secco. Poi le piantò gli occhi addosso “E tu hai l’ordine di non frugare tra le mie cose, signorina!”
 
“E’ stato per caso... Stavo cercando un libro.” Ma tornó all’argomento che le interessava “Perchè hai smesso? Da quello che vedo, sembra che ti piacesse davvero il tuo lavoro...”
 
“Ho fatto una promessa.”
 
“Una promessa?”
 
Sherlock sospirò.
“Ho promesso a tuo padre, in punto di morte, che ti avrei protetta e cresciuta... E non mi sarebbe stato possibile tenerti al sicuro con la vita che conducevo. La morte dei tuoi genitori ne è la prova concreta. Non ho potuto salvare loro, ma proteggerò te finchè ne avrò la forza.” si interruppe per un attimo, poi riprese a voce bassa: “E spero soltanto che in questo modo tuo padre possa perdonarmi... Per non essere riuscito a mantenere quel giuramento che avevo fatto al loro matrimonio.” una lacrima sgorgò dai suoi occhi blu.
 
Rosie si alzò dalla scrivania alla quale era seduta e gli si avvicinò, con una mano gli accarezzò il viso e poi lo baciò sulla guancia:
 
“Vado a lezione, torno per cena.”
 
“Fa attenzione, tesoro.” Le rispose.
 
La guardò uscire dalla porta di ingresso, poi si avvicinò alla finestra che dava su Baker Street e la seguì con lo sguardo mentre si allontanava in direzione dell’università.
Rivolse allora lo sguardo su una foto appesa al muro che ritraeva John e Mary:
 
“Com’è cresciuta... Avete visto? E’ così bella e intelligente... Spero che siate orgogliosi di lei, lì dove siete. Vi prego: aiutatemi a proteggerla. Da solo, temo di non farcela più...”
   
 
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