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Autore: Gem    03/11/2017    0 recensioni
Questa è una raccolta di storie slegate tra loro e scritte per Promptember. Appariranno molti personaggi, ma la maggior parte delle fanfic sono AU e dedicate a Milo e Camus. Moltissimi generi presenti: storico, commedia, fantascienza etc.

«Vedi Cappuccetto?» il cacciatore, vestito interamente di nero, si sistemò un’arma in spalla spostando i lunghi capelli biondi dietro la schiena. Poi si avvicinò verso la creatura senza vita. «Tutti i bambini vogliono diventare cacciatori, non corrieri…»
«Smettila di chiamarmi Cappuccetto, Milo.» sentenziò severamente il corriere. «Non ho tempo per te. Il locandiere mi aspetta a Newark.»
Il bambino sbirciò il cacciatore.
Quel Milo si chinò accanto al corpo e, prese delle funi dalla cinta, iniziò a legare gli arti al corpo. Non si degnò di rispondere.
Il corriere allora avanzò di un passo. «Ci vediamo.»
«Se ti chiamo Camus resti?»
«Quando lavoro sono Corriere Rosso 11.»
«Dai, Cappuccetto è più simpatico.» il cacciatore iniziò a trascinare il corpo della bestia.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Gold Saints, Scorpion Milo, Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Padre
Rating: verde.
Tipologia: one-shot.
Genere: generale, distopico.
Pairing: //
Personaggi: Camus, Hyoga, Natassia, il vecchio Kido, una dottoressa.
Avvertimenti: POV di Camus, AU.
Parole: 552
Note dell’autore: un prompt molto adatto
Prompt:
 
A world where children are assigned to specially selected individuals who have been trained extensively on how to raise children. Their biological parents may visit and give gifts and celebrate important days with their child, but the selected individual will be solely dedicated to raising the child as a full time job. A person is one of these trained parents and is getting assigned their first child. By @theprofessionalpromptmaker
 
 
«Il signor Camus Soufiane è pregato di recarsi in stanza 4.»
Una voce all’altoparlante interruppe il gelido silenzio della sala d’attesa. Un ragazzo si alzò, subito, e si diresse verso il corridoio.
Camus sapeva che da lì a poco la sua vita sarebbe cambiata. Raggiungere i vent’anni, in fondo, significava abbandonare l’adolescenza ed entrare pienamente nell’età adulta.
Una donna in camice bianco indicò una stanza col braccio. Camus annuì.
Ovviamente, così come aveva studiato, aveva indossato un abbigliamento rigorosamente blu. Un colore calmante, rasserenante, sia per gli adulti ma soprattutto per i bambini.
Varcò la porta.
Seduti a un tavolo di metallo, freddo e spoglio come il resto della camera, v’erano un uomo e una donna, la quale stringeva con una mano il bracciolo di un passeggino.
La donna col camice richiuse la porta.
«Signor Soufiane, le presento il signor Mitsumasa Kido e sua moglie Natassia Ivanova.» disse con voce piatta.
I due non si mossero. Parevano guardare il vuoto, essere distanti anni luce dalla realtà. Camus non si avvicinò: sapeva bene quanto il suo compito, in quel momento, attirasse molte emozioni contrastanti.
«Salve.» disse solo.
«Il bambino si chiama Hyoga.» continuò la dottoressa, sfogliando un taccuino. «Maschio, un anno, ottima salute. Troverà i suoi documenti e bagagli nel reparto consegne.»
Camus sbirciò il passeggino.
Un bambino piccolo, dagli occhi azzurri e i capelli biondissimi, giocava distrattamente con un piccolo cigno di pezza. A un certo punto alzò il capo, fermandosi, e abbozzò un sorriso imbarazzato tipico di quella età.
Camus ricambiò il gesto di affetto con tranquillità.
«Gli piace molto la pesca.» fece allora Natassia, con un’occhiata preoccupata, stringendo ancora il bracciolo. «La mangia a pezzettini. Soprattutto di pomeriggio-»
«Signora, ogni notizia utile è già presente nei documenti.» la dottoressa interruppe bruscamente la madre e, con due passi pesanti, spinse il passeggino verso Camus. Natassia perse la presa.
«Le prugne no…»
«Signora.» esclamò ancora la dottoressa. «Non mi costringa a chiamare la sicurezza.»
Camus distolse lo sguardo, con un sospiro, e finalmente riuscì ad appoggiare le mani sul passeggino. Il piccolo Hyoga si voltò per guardarlo in faccia.
«La prima visita è stata fissata al compimento dei due anni.» la dottoressa s’infilò il taccuino in tasca e aprì la porta. «Prego, signor Soufiane. La accompagno al reparto consegne.»
Solo in quel momento, mentre spingeva il passeggino sempre sotto lo sguardo curioso di Hyoga, Camus ebbe per la prima volta un tuffo al cuore.
Si voltò per un momento a guardare i due genitori alla scrivania. Notò quanto fossero pallidi, con gli occhi infossati. Non poteva capire i loro sentimenti, ma di sicuro non li avrebbe delusi.
Uscì dalla stanza.
«Sono sicuro che sarà un ottimo allevatore, signor Soufiane.» la dottoressa richiuse con un tonfo secco la porta e iniziò a procedere lungo il corridoio, adesso meno stizzita. «Questo è il primo bambino che le viene affidato, ma ciò è irrilevante.»
«Ho passato tutta la mia vita a studiare per questo momento.» ammise Camus, spingendo il passeggino. Ancora quel tuffo al cuore: la responsabilità prendeva peso. «Hyoga crescerà in maniera perfetta.»
Il bambino, sentendosi chiamare, emise un flebile gemito e si sporse dal passeggino per guardare Camus negli occhi.
Stavolta, il primo a sorridere fu proprio Camus.
«Mamma?» pigolò Hyoga, guardandosi intorno.
Il corridoio bianco e sterile inghiottì la sua sommessa voce.




Scusate per il ritardo, ho proprio dimenticato di aggiornare!
  
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