Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: ADH    05/11/2017    0 recensioni
Per JK lo sfogo non era nulla di cui preoccuparsi. Protetto sotto a spesse mura in metallo, le misure di sicurezza della sua ricca casa creavano un secondo mondo sicuro e impenetrabile. Tutto ciò che accadeva fuori accadeva fuori e basta, a lui non interessava. Le persone potevano scannarsi a vicenda, compiere azioni ignobili e passarla anche liscia, finché Jungkook era rinchiuso in casa cose come quelle erano ignorate.
Ma quando sua madre fu uccisa, proprio in casa sua, sotto quelle mura che credeva sicure, allora il piccolo Jungkook iniziò a rendersi conto di quanto ciò che può accadere fuori possa irrompere nella sua tranquillità. Quando si accorse che non esiste posto sicuro, che starsene tranquillo è impossibile, iniziò a interessarsi.
Durante lo sfogo miliardi di innocenti venivano assassinati e gli artefici rimanevano impuniti. Il governo aveva deciso così, un giorno all'anno, per dodici ore, le persone avrebbero potuto fare tutto ciò che volevano. Bastavano dodici ore per tranciare vite su vite.
Ma JK deciderà di sfruttare proprio lo sfogo per ottenere vendetta.
Genere: Angst, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Una pistola alla tempia era una sensazione tanto nuova quando terrorizzante. La volata dell'arma era fredda, ma sulla pelle di Jungkook sembrava cuocere come se fosse su un fornello. 

Due sconosciuti in maschera come se fossero a carnevale lo stavano fissando dall'alto. Certo, se lo fissassero davvero non si poteva capire, dato che dalle maschere a malapena si riuscivano a vedere le pupille, ma quella era la sensazione che provava JK. Di essere fissato intensamente, come se le persone stessero aspettando un suo movimento falso per sparare o si stessero divertendo a contare tutte le volte che gocciolava del sudore freddo dal suo mento. 

Adesso lo avrebbero catturato e venduto a qualche riccone per poi essere ucciso da persone piene di soldi fino a straripare, che stavano aspettando carne fresca per poter festeggiare Lo Sfogo e purificarsi quell'anima fatta d'oro che si portano dalla nascita. 

Gli parse di sentire il rumore del grilletto che veniva premuto, e per un secondo gli si mozzò il fiato, terrorizzato, ma in realtà quello che sentì fu una voce, una voce che conosceva e che, a sentirla, gli fece venir voglia di versare lacrime di gioia.

-Jungkook?!- quella voce che ricordava quella di un bambino sempre assonnato ordinò ai due uomini di non sparare.

Yoongi gli fu subito vicino e JK poté notare che, anche lui, aveva una di quelle maschere agghiaccianti. La sua era completamente nera, con due fori abbastanza grandi da poter vedere i suoi scuri occhietti affilati, e aveva una scritta deformata sul punto dove ci sarebbe dovuta essere la bocca. La parola "SUGA" tutto in maiuscolo scritta ad arco in modo da creare un sorriso agghiacciante che andava da guancia a guancia era la particolarità che differenziava la sua maschera da quelle delle altre. Anche le maschere dei due sconosciuti erano completamente nere, ma non avevano scritte, disegni o simboli. Erano solo delle facce scure incappucciate, buie e tetre. 

-Lo conosci capo?- fece quello più alto, quello che imperterrito fissava JK e non smetteva di tenere la pistola spicciata alla sua fronte.

-Lo conosco sì, non è una minaccia, perciò vi conviene abbassare le armi.- 

Il tipo più alto fece come detto e JK notò che anche l'altro tizio, di fronte a lui, era armato di coltellino svizzero. Solo che non lo aveva notato, impegnato a tremare per la pistola.

Adesso l'istinto di chiedere che diavolo ci facesse Yoongi in un gruppetto di malviventi, proprio durante Lo Sfogo e come mai quel gruppetto era come cani ubbidienti al suo cospetto era  d'obbligo. Ma JK rimase lì, bocca aperta, a fissare la maschera che copriva il volto del suo compagno di corso, il suo vicino e il suo amico, che adesso si comportava da capo mafioso con una delle maschere più inquietanti e disturbanti che JK avrebbe mai potuto immaginare. 

Suga porse una mano a JK per aiutarlo ad alzarsi, dato che era seduto sull'asfalto lercio e aveva lividi su praticamente quasi tutto il corpo, ma lui non la strinse. Era chiaro che volesse prima delle spiegazioni. 

-E' difficile- disse Yoongi, come se avesse letto la sua mente piena zeppa di domande -Intanto ringraziami di non avere un buco nel cervello- 

A quel punto Jungkook si fece aiutare. Con la spinta di Yoongi Jungkook riuscì a rimettersi in piedi, ma era zoppicante e non stabile per colpa di una botta in testa che lo aveva intontito. 

-Intanto anche tu mi devi delle spiegazioni. Che ci fai qui all'Inferno eh? Pensavo non partecipassi allo Sfogo.- continuò il maggiore mentre aiutava Jungkook a camminare, con i suoi due scagnozzi che rimasero nel vicolo, attenti ad ogni mossa di entrambi.

-Pensavo che non ci partecipassi neanche tu, se per questo- ribatté Jungkook. 

-Beh...- iniziò Jungkook, ancora scosso -Hai presente il mio vecchio e le sue misure di sicurezza costosissime?- 

Yoongi annuì. 

-Hai presente che è stato licenziato?-

Yoongi annuì di nuovo.

-Hai presente che mio padre è un codardo di merda e che dà valore alla sua vita di merda più di qualsiasi altra cosa al mondo?-

Yoongi sta volta rimase immobile. 

-Con il licenziamento non può più permettersi di avere quei suoi tanto amati sistemi di sicurezza che servono a proteggergli il culo ogni anno e ha pensato bene di liberarsi di me che, essendo solo uno spreco di aria e denaro, avrei fatto meglio a morire ma, dato che quel vigliacco di merda è un vigliacco di merda, non ha voluto porre fire alla mia costosissima vita inutile con le sue mani e quindi ha pensato con il suo cervelletto da maniaco "Ehi, perché non affidarlo ai quei cari signori che vendono esseri umani durante lo sfogo? Non solo me lo uccideranno gratis ma forse ci guadagneranno anche, dato che lo venderanno a qualche riccone del cazzo". E durante il tragitto mi sono imbattuto in quei tuoi simpaticissimi scagnozzi. Ed eccomi qui.-

-E' incredibile il tuo sarcasmo in momenti del genere.- 

Yoongi lo aiutò a sedersi su una panchina che sembrava abbastanza pulita -Ma non va bene, qui ti uccideranno di sicuro-

-Quello è lo scopo-

-Conosco un amico nei paraggi, può ospitarti lui per la notte- 

-No-

-Come no?-  

-Non voglio che mi ospiti, ora che sono fuori da casa mia posso infrangere la legge quanto voglio no? Stavo pensando di vendicarmi per la morte di mia madre-

Yoongi rimase spiazzato. Squadrò Jungkook da testa a piedi, quasi disgustato.

-Così? Senza armi, senza un piano? Da solo? Guardati, lo Sfogo è iniziato da cinque minuti di merda e già sei pieno di lividi, sei andato vicino ad avere solo una parte del tuo cervello ancora nel cranio e ti reggi quasi in piedi. Non puoi uccidere proprio nessuno in queste condizioni e poi...- il silenzio tranquillo che c'era in quel vicolo dove si erano piazzati fu interrotto all'improvviso dalle urla di una donna, che veniva inseguita da un gruppetto di uomini e da una donna. Tutti quanti mascherati, tutti armati fino ai denti e tutti con il desiderio di catturare la povera donna. 

-Merda- fece Yoongi e poi si rivolse ai due che gli stavano dietro. Fece cenno di andare dalla donna e loro ubbidirono subito. 

Yoongi riprese il discorso come se non fosse successo niente -... e poi non sai uccidere. Sei troppo innocente. -

Jungkook rimase a fissare il tutto. Si sentiva estraneo, come se stesse vendo il tutto da dietro ad un televisore e che si fosse sintonizzato su un canale che mandava in onda solo film horror. I due che prima avevano tentato di assassinarlo, come leoni a caccia, si nascosero dietro ad un muretto mezzo distrutto per via di qualche arma un po' troppo pesante. Rimasero lì ad aspettare che quel gruppo di assassini  si facesse vicino, e quando lo furono abbastanza guizzarono come belve. L'uomo con la pistola ne prese due al cervello, il tizio con il coltellino svizzero quasi era difficile da seguire con lo sguardo. In due secondi si era avventato sul resto del gruppo e li aveva sgozzati senza pietà o senza rimorso. La donna si fermò a guardare la scena, urlava di paura e l'orrore del sangue peggiorava il suo stato d'animo. 

I due si avvicinarono alla donna, che si era accasciata al suolo tremante aspettando che i due in maschera nera ponessero fine a tutto e, invece, la aiutarono ad alzarsi. Le parlarono come se niente fosse successo e cercarono di calmarla dicendo che erano dalla sua parte, che non le avrebbero fatto del male e che potevano proteggerla durante la nottata.

A quel punto uno dei due tirò fuori un cellulare e chiamò qualcuno, gli disse di portare il camion. 

JK non fece altro che sbattere le palpebre, convinto di non aver visto davvero ciò che aveva visto. Poco distante da lui c'erano già un mucchietto di corpi morti, due assassini professionisti che avevano aiutato un innocente e quello che credeva il suo amico aveva impartito ordini agli stessi assassini come un capo imparziale e assoluto.

-Spiegazioni- Jungkook si rivolse a Suga con lo sguardo perso, come se non volesse davvero spiegazioni, ma volesse solo sparire in un posto sicuro. 

   
 
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