Era una piovosa giornata d'autunno e tutti i ragazzi si erano radunati nell'ampio salone della villa dedicandosi alle attività più svariate. C'era chi scriveva, chi disegnava, chi cantava e suonava, chi chiacchierava allegramente e chi era immerso nei suoi pensieri più profondi. Tra questi ultimi si trovava anche Gemma che, indossando una tuta di morbita felpa, se ne stava sprofondata nel soffice cuscino del divano al caldo tepore del fuoco, mentre osservava la gelida pioggia scivolare sui vetri. Pensava a ciò che era accaduto l'ultima volta che era stata al Grande Tempio di Atene.

Gemma stava scendendo gli scalini delle dodici case dello Zodiaco, nell'ultima battaglia era stata ferita piuttosto seriamente ma, ignorando i consigli dei medici, si era comunque recata al Grande Tempio per salutare Virgo.
"E' sulla scogliera, sta guardando il mare", le aveva detto Scorpio quando la ragazza, non trovandolo, aveva chiesto a lui dove fosse. Ora Gemma si stava recando lì, aveva un'irresistibile voglia di incontrare il suo amico anche se non ne sapeva molto bene il motivo.
Giunse ben presto alla scogliera ed individuò facilmente l'immagine del cavaliere che, con lo sguardo lontano, contemplava il mare illuminato dalle stelle.
Gemma sopraggiunse silenziosamente alle sue spalle, senza chiamarlo ma, nonostante tutto, Virgo la udì anche se non accennò nulla che lo lasciasse capire e continuò a guardare, apparentemente, le acque del Mar Egeo.
Sapeva che la ragazza era lì per un motivo molto importante, lo aveva capito dal fatto che era andata da lui avvolta nella notte e nel silenzio, come sempre quando doveva esprimere qualcosa che altrimenti non sarebbe riuscita a dire, Gemma era lì per lui, conscio di questo fatto e della silenziosa presenza dell'amica a poco meno di un passo da lui, il cavaliere sentì battere il suo cuore, mentre un brivido di tensione gli percorreva la schiena.
Gemma, dietro di lui, si fermò a guardarlo per un attimo: non indossava l'armatura, ma il tipico abito dei guerrieri greci. Non celato dalle pesanti vestigia, il suo corpo appariva più snello e i capelli biondi erano scompigliati dalla leggera brezza marina. Gemma si avvicinò al ragazzo e sussurrando impercettibilmente il suo nome, lo abbracciò affondando il viso tra i suoi morbidi capelli. Profumavano d'incenso, il tipico incenso rituale usato dagli indiani, era un profumo inebriante, come tutta la situazione e Gemma si lasciò andare stringendo con più forza a sè il giovane cavaliere.
Le stelle brillavano nel cielo, incontrastate regine della notte, Virgo per un attimo la guardò poi chiuse gli occhi sospirando e si abbandonò all'appassionato abbraccio della ragazza. Il suo cuore battè più forte e Gemma lo sentì, sentì il suo ritmo regolare mentre accarezzava con la guancia, i morbidi capelli profumati e le sue mani sfioravano le delicate fattezze dei suoi muscoli.
"Gemma"
Disse ad un tratto il giovane, con voce profonda.
"Perchè sei qui?"
La ragazza allora si allontanò da lui un pò imbarazzata, cercando nel profondo del suo cuore la risposta. Si passò la mano tra i capelli, come era solita fare quando di trovava in imbarazzo, il braccio destro le faceva male, se lo era rotto durante l'ultima battaglia e non avrebbe dovuto muoverlo, si massaggiò la testa sbuffando seccatamente più volte, ma Virgo non si voltò. Era preoccupato per lei ma sapeva che quella ferita non era poi così grave e che se si fosse girato per parlare con lei, quella situazione, di delicata intimità, che si era creata tra loro, si sarebbe dissolta. Si limitò allora a guardare Gemma con la code dell'occhio, senza che lei se ne accorgesse.
La ragazza, piuttosto imbarazzata, lasciava scorrere lo sguardo tutt'intorno, mentre la domanda dell'amico le martellava la mente. Vagò con lo sguardo lungo le scogliere, sul mare, nel cielo, ma alla fine, vedendo che Virgo non appariva minimamente turbato da quella situazione, fissò lo sguardo su di lui. Si spostò di lato avanzando e giunse a vederlo di profilo, non si era mai sentita così attratta da lui. Si soffermò ad osservarne i minimi dettagli, le labbra, le ciglia lunghe e scure, le mani sottili e ben curate, le gambe snelle avvolte dagli attillati pantaloni neri, l'originale modo in cui portava i capelli e gli occhi profondi e misteriosi, azzurri e limpidi come il cielo in primavera.
La ragazza deglutì arrossendo quando il cavaliere voltò inaspettatamente il volto verso di lei, guardandola negli occhi.
"Shaka...io..." sussurrò lei, sorprendendosi di udire la sua stessa voce
"Si..." rispose il ragazzo mentre i suoi occhi assumebìvano un'espressione ancora più dolce, calda come il fuoco. 
Trasalì ed un brivido gli percorse la schiena, i verdi occhi di Gemma ardevano. Non lo aveva mai guardato così!
Le onde del mare mormoravano dolcemente, brillando alla luce della luna.