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Autore: bUdson281    09/11/2017    1 recensioni
Ho rubato una nave, io che non potevo permettermi neanche una zattera; ho imparato a navigare, io che non sapevo neanche camminare; ho piegato la mia vergogna e la mia paura, io che sono un rinnegato senza patria, senza speranze, senza talenti.
Mi ha ispirato una canzone triste e dolce di Thomas Newman, il 15° brano della colonna sonora di Shawshank Redemption, intitolato "Zihuatanejo". Mi ha fatto pensare alla tristezza e alla gioia del viaggio, ai due volti che appaiono sempre sulla stessa medaglia, agli opposti che danzano tra loro come l'Amante e l'Amata/o.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mare che ci divide! Il mare che ci unisce!
 
Aspettami, Amore mio, sto arrivando!
Da quanto sono in viaggio?! Sono minuti, mesi o secoli che solco questo mare freddo e scuro che ci divide. Quanto lo odio!
Ho rubato una nave, io che non potevo permettermi neanche una zattera; ho imparato a navigare, io che non sapevo neanche camminare; ho piegato la mia vergogna e la mia paura, io che sono un rinnegato senza patria, senza speranze, senza talenti.
Solo per incontrare te, che mi attendi e non mi attendi, spietata, dall'altra parte dell'oceano.
 
Il sole secca la mia pelle e, in mezzo alle acque salmastre, neanche una rugiada che spenga la mia sete. Da solo, alla guida di quella che sembrava una nave ammiraglia ed ora sa di prigione e di relitto, lotto contro gli elementi o mi piego al loro volere per continuare il mio viaggio insensato, eppure così importante.
La paura della morte e del fallimento divora le mie energie ... poco importa: ad ogni miglio che conquisto  sono io a divorare la paura. Non sbarcherò sulle tue coste fin quando non avrò vinto!
Cola il sangue dalla mia carne... poco importa:  è il mio dono per le nostre nozze! 
Scendono le lacrime sul mio viso ... poco importa: quelle lacrime sono i baci che ti mando!
Il caldo mi opprime, piccole particelle di vapor acqueo si staccano dal mio corpo. Sembra che tutto me stesso stia andando in fumo ... poco importa: ascenderò più in alto delle nuvole perché tu sappia che sto arrivando!
I venti sferzano il legno e alzano impetuose onde di burrasca che minacciano di affogarmi. Dovrete uccidermi se non volete obbedirmi! Invertite il vostro corso, venti e onde, e sarete i miei messaggeri per l'Amata che, spietata, mi attende e non mi attende. Ditele che niente mi fermerà!
 
Alza le vele, timone a dritta, ammaina le vele, controlla il beccheggio... Questi secoli mi hanno reso esperto; le mie mani sono callose  e le mie labbra assomigliano ad una teoria di canyon e fratture.
Non temere, Amore mio, il mio cuore può ancora abbracciarti con delicatezza e la mia lingua sa ancora profferire dolci parole per il tuo orecchio.
 
Non sento la mancanza di compagni di viaggio, anche la Solitudine mi ha abbandonato.
Era una notte senza stelle, l'ultima. I venti dormivano e il mare cullava la mia povera e stanca barca. Mi inebriavo di quella pace, quasi dimentico della ragione del mio vagare, ... quando ti vidi, vestita di stracci, proprio come me. Volevi andartene all'inglese, senza dirmi niente.
《 Dove vai? 》 ti chiesi.
《 A cercare altri pellegrini 》mi dicesti.
 《 Non sono io forse un pellegrino? Da quanto navighiamo insieme!?! Ed il viaggio non è ancora finito 》.
《 Per me si, Amico mio. E' stato divertente solcare le onde con te, ma è giunta la mia ora. Non hai più bisogno di me 》.
《 Ti ho odiata 》 confessai, 《 in segreto per mille notti e centodieci giorni. Ma ora che sento approssimarsi l'alba, so che mi mancherà la tua compagnia 》.
《 Non temere per me! Il mio compito era aiutarti fino alla fine della notte,  poiché, anche se non lo sai, hai sempre navigato di notte. Solo ora si approssima l'alba e migliore compagnia ti attende 》.
Ti gettasti dalla nave. Piansi all'idea che stessi affogando, ma ti vidi camminare sulle acque, vestita di stracci e con un misero fagotto portato a tracolla.... Ti dissolvesti come un sogno al mattino. E subito dopo ...
Terra!!! Terra!!! Terra!!!
 
Per l'emozione non riesco a muovermi, pur fremendo fin nel nucleo dell'ultima delle mie cellule.
Un porto ampio e sicuro mi invita ad approdare ... e grandi navi mercantili, che portano tè e zenzero e raffinate spezie d'oriente, mi assalgono con i loro colori e rumori e odori di vita e di primavera. Alle spalle, una distesa verde ... infinita... si arrampica su dolci pendii, danza con il vento e si lascia baciare dal sole. Mi raggiunge un odore di mosto; sale nelle mie narici, trasformandosi nell'immagine delle tue labbra, rosse come il vino e i tuoi capelli.
Tremo al pensiero della tua pelle color del latte; le mie braccia si protendono in avanti contro la mia volontà, come se ti vedessero prima dei miei occhi. Ti abbraccerei fino a coprirti, piegando l'universo sulle tue spalle affinché tu non debba mai sentire freddo.
Datemi una spada! Truciderò i nemici della mia Amata che ora mi saluta da una piccola spiaggia adiacente il porto, i piedi nell'acqua e un ampio vigneto alle sue spalle che lotta con l'azzurro del cielo per farle da sfondo.

Ho atteso così tanto questo momento, ho temuto così tanto questo momento; l'attimo del compimento, quello che precede la fine... Quanto mi sbagliavo!
Folle per la mia brama ho sfidato il tempo e lo spazio, perché volevo conquistarti. Nelle mie notti insonni, alla ricerca di un motivo, ho tessuto la bandiera da piantare sulla tua terra.  I muscoli, che ho allenato per raggiungerti, erano pronti a importi il mio dominio.
Ho voluto conquistare questo mare e questi venti per impadronirmi di te. Per questo li  ho odiati, perché si opponevano a me e al mio desiderio.
Non mi ero accorto che il mare mi spingeva più veloce quando le vele erano ammainate; non sentivo il vento che mi accarezzava con meravigliosi profumi tutte le volte che stavo per cedere alla stanchezza.
Getterò la mia spada e la mia bandiera nelle acque! No, non trafugherò neanche un grammo dell'oro che nasconde la tua terra!
 
Non credere, Amore mio, voglio ancora conquistarti, ma non per me ... per il viaggio che tu hai reso possibile e di cui sei l'incarnazione.
Se non ti fossi mostrata lontana, non mi sarei mai mosso per raggiungerti; se non mi avessi detto che mi attendevi non avrei sfidato il torpore della morte e della paura; se non fossi stata così spietata da dirmi che non mi aspettavi, non avrei lottato per conquistare me stesso.
Si ecco cosa ti porto in dono: ciò che adesso non perderò mai, ciò che potrò donare con generosità senza disperdere un'oncia del mio tesoro: Ciò che sono!

Mi tuffo nell'acqua color turchese, calda e accogliente. Nudo come alla nascita guadagno la riva con ampie bracciate, la mia nave ancora fuori dal porto ben ancorata al fondale.
Ti abbraccerò, Amore mio, e ti bacerò! Sarò il re del tuo palazzo, se vorrai, o l'ospite di un solo giorno e una sola notte. Gusteremo il vino delle tue vigne, al sole, distesi su un comodo letto e assaggerò ogni acino di uva dalle tue dita; mi delizierai con la visione della tua danza, mentre le tue ancelle suoneranno le melodie dell'Olimpo con le loro arpe.
Se non mi vorrai, sarò il mendicante Ulisse che chiede navi e rifornimenti per riprendere la via del ritorno.  Quelle navi alla fonda, lo so, sono stracolme di principi pronti ad offrirti ricchezze e province per avere la tua mano. Non temo la loro concorrenza!
Non sono un principe, ma sono già un Comandante. Lo sono diventato in questi secoli di viaggio, partendo dal rango di umile rematore.
Se mi accetterai per la vita, sarò chiamato Signore nelle tue stanze e nei tuoi vigneti; se mi vorrai per la notte, sarò chiamato Gradito Ospite e mi verranno forniti un comodo alloggio e bevande; se mi caccerai, allora tornerò nelle terre che ho lasciato in un sogno ... tanto tempo fa, e mostrerò fiero le cicatrici delle ferite che mi avrai inferto. E per tutti sarò il Guerriero.
Ma il mio Nome, quello solo tu potrai saperlo. E sto per dirtelo nel silenzio di un bacio, eterno come un battito di ciglia.
Nel procedere rapido degli eoni intorno alle nostre labbra, anche tu saprai che non sono mai stato solo e conoscerai quel volto che credevo nemico, che incontravo ogni giorno sulle onde del mare in cui mi specchiavo. Rideva quando piangevo. Credevo fosse la mia Sofferenza ... e invece, rideva della mia sofferenza, rideva della mia rabbia e della mia lotta, rideva anche degli squali che tentavano inutilmente di divorarlo.
Il mare non lo ha mai annegato, l'aria non lo ha mai sferzato, il sole non lo ha mai arso, il legno non lo ha mai graffiato.

Paziente, si è mostrato a me ogni mattina da quando ho intrapreso il viaggio. Per questo alla fine la Solitudine mi ha abbandonato, perché ero pronto ad accogliere il mio unico vero Amico, il Viaggio di cui ti sei fatta immagine!
Ed è quì, dentro di me, adesso! E' quì, dentro di me, in ogni bracciata che mi avvicina a te, che sorridi distratta eppure ansiosa.
Da quanto sto nuotando in questo mare caldo e splendente?! Secoli, mesi ... minuti, i minuti che mi avvicinano sempre più a te ... Quanto amo questo mare!
   
 
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