Un pugno sferrato con potenza nel vuoto.

Un altro.Energia dispersa nel niente.

Non l’avrebbero portato altro che a fare la stessa cosa,solo più forte,solo meglio.

Non c’era motivo per farlo,non c’era se non la passione.

Non c’è un motivo per fare nulla,nella vita.

Niente serve,niente.Eppure lo si fa,perchè ci porta a farlo qualcosa di inspiegabile.

Qualcosa.Qualcosa e non si sa che cosa.

Un fuoco,che a volte si spegne ed altre,come nel caso di Goku,non si sarebbe mai spento,mai nemmeno per l’eternità che avrebbe trascorso in quel pianeta,il pianeta di Re Kaio.

A colpire il vuoto,sì,l’aria di quel limbo divino.

Per nulla.E per tutto.

Che fosse servito o meno.

Niente altro passava per la sua mente.Sarà stato il suo sangue,o proprio il suo animo.

Non v’era altro.

Lunghissime giornate scandite solo dai suoi colpi.

Ed ogni tanto,scandite da qualche sussulto.

Cosa succedeva al suo cuore?

Pensava quasi automaticamente a Gohan,e gli mancava,gli mancava terribilmente.

A Chichi,a Crillin,a Bulma,a tutti.Ma a Gohan sempre un po' di più.

Il suo ragazzo,buono,dolce,così intelligente,ma per niente furbo.

Quei suoi occhi neri,puri come niente era così puro.

E i suoi capelli,che amava accarezzare e mettere in disordine.

Non avrebbe voluto provare questo,sapeva che lo avrebbe raggiunto,prima o poi.

Ma avrebbe dovuto aspettare molto,moltissimo tempo.E se la lotta lo riempiva,era quel sussulto regolare,che lo interrompeva ogni tot giorni,a fargli vivere momenti di vuoto.

Un sussulto seguito da una stretta al cuore.

Gli mancava il suo bambino.

E aveva cominciato a chiedere a Re Kaioh quanti giorni erano passati dalla sua morte.

L’età di Gohan,come stava e cosa faceva.

Ed il sussulto divenne giornaliero,e poi cominciò a prenderlo più volte nello stesso giorno,sempre più spesso.Finchè non si accorse di non passare momento senza pensare a lui.

E quasi a sentirlo,un giorno in cui si era ritrovato a piangere,Re Kaioh lo interruppe,con una notizia.

°°°

“Goku”

Il sayan,però,non si rendeva conto di piangere.

Seduto in mezzo al prato,a gambe larghe,e mani sulle ginocchia,avrebbe fatto compassione perfino a Vegeta.

E non lacrimava silenziosamente.

I suoi singhiozzi bensì si udivano nel raggio di...bè,il pianeta è piccolo,ma avete capito.

“Goku”ripetè,a voce più alta.

“...Re Kaioh?”rispose finalmente,senza girarsi.

“È un buon momento?”fece,prudente,avvicinandosi.

“Devo dirti una cosa piuttosto importante.Cioè...sì,credo ti possa interessare.”mormorò,tormentandosi le mani.

“...”si voltò,con la faccia e gli occhi rossi.

“Goku,credo di essere in dovere di...insomma,di...informarti...c-che…

Chichi ha dato alla luce un bambino.”

Goku si alzò in piedi,di fretta.

“Novità dell’ultima ora!”esclamò,con un insolito tono saccente,furioso ed arrogante.

“È successo tipo dieci anni fa!”

“Dieci anni...MA NON STO PARLANDO DI GOHAN,CRETINO!”urlò l’altro,per poi avvicinarsi e tirargli una pacca in testa.

“Ahi..!!”si lamentò,con le mani tra i capelli.

“Ti sto dicendo che tua moglie ha partorito il tuo secondo figlio!”

Goku alzò gli occhi,e rimase a bocca aperta.

“Secondo?”

“Esatto!”esclamò,ora eccitato.

“Ho parlato con Gohan,e dice che ti assomiglia parecchio.”

Goku non aveva ancora battuto ciglio.

“Si chiama Goten!”sorrise lui,per poi dargli una pacca sulla spalla,e tornare indietro.

Sul volto del sayan apparve un grande sorriso,spontaneo e di felicità.

Si mise a sedere a gambe incrociate.

Incrociò le braccia.Guardò in alto.

Tirò su col naso.

“Goten,eh?”

°°°

Incredibile come una giornata possa passare da triste e nera a meravigliosa,grazie a un piccolo neonato,che non si ha mai visto.

Avrebbe avuto il doppio dei sussulti,il doppio della tentazione di tornare in vita.

La metà della voglia di stare con quello scorbutico vecchio Re Kaio,

piuttosto che coi suoi due ragazzi.

Ma non poteva andarsene,avrebbe messo in pericolo tutti.

Ogni volta che c’era un guaio,c’entrava lui.Era una vera calamita per i casini.

Lo tratteneva lì la sua passione,certo.

Ma molti anni lontano dai propri figli non sono facili.

Ti accompagnano un ottimo motivo.

Ma non sono facili,no.

Era il suo sangue,o la sua anima,che lo portavano a restare lì,la lotta era la sua sola ragione di esistenza.Era per loro che non tornava,per non mettere a rischio loro.

Il classico caso in cui si deve seguire il cervello,e ignorare il cuore.

Il classico caso,in cui quello che vuoi,quello che ti piace,quello che ami,quello che è giusto fare,

vanno contro,

vanno contro e non esiste una via di mezzo.

La via di mezzo era la felicità,e lui non poteva permettersi di essere felice.

°°°

Il sayan alzò la mano al cielo.

Inspirò a pieni polmoni.

“Vivete la migliore delle vite possibili,ragazzi.

Io vi aspetto,

Papà.”