Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: 9Lou_Lou9    12/11/2017    0 recensioni
Ecco com'ero: strana.
Era una cosa inevitabile, se ne accorgevano tutti.. Insomma, sempre sola e per i fatti miei. Amavo la mia quiete e nessuno doveva interromperla.
Lui, però, lo fece.
Sono Lilith Dubois, e questa è la mia vita.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Shannon Leto, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

  "Finalmente lo hai capito" mi rispose quasi ridendo.
"In realtà lo avevo capito da tempo, ma pensavo fosse solo una grandissima illusione, insomma eri solo sparito.. Non capisco perché tu lo abbia fatto".
"Lilith, non a tutto c'è una spiegazione.. Solo che qui tra i due non sei l'unica ad essere 'misteriosa', sta a te decifrare il tutto".
La malizia nel suo viso la si vedeva da tre km di distanza.
Non capivo perché proprio quell'album.
"Jared, devi girare a destra!" Giustamente dovevo ricordargli dove abitavo, no? 
Girò di scatto, in maniera brusca, ma come biasimarlo..
"Non so, vuoi dirmelo due ore dopo quando devo girare?"
Ecco, io e le indicazioni non andiamo d'accordo.
"Scusa.. Comunque siamo arrivati". Ero felice, sorridevo. In quella frase c'era tutta il mio essere imbranata, e per questo sorrisi.
Però dopo una manciata di secondi mi ricordai che lui entrerà in casa mia, e ovviamente vorrà vedere la mia camera ed io.. Ero restia sul fatto.
Insomma, era il mio mondo, non è mai entrato nessuno. E' il mio mondo sicuro per questo.
Mi bloccai davanti la porta di casa senza rendermene conto.
"Ehm, Lilith..? Tutto bene?"
Giusto, dovevo aprire casa.
"Scusa J, sto bene.. Si, entriamo"
E così presi coraggio, aprì la porta ed entrammo.
"Non c'è nessuno in casa?" Chiese incuriosito Jared.
"No, mia madre è sempre fuori per lavoro.. Vivo praticamente sola".
"E tu porti un uomo come me, a casa tua, dove non c'è nessuno? Questa potrebbe essere un punto in favore per me e di svantaggio per te!" e l'espressione sul suo volto si fece maliziosa. Avevo sbagliato?
"Prova a toccarmi e sei morto".
Risultavo minacciosa, ma andava bene così. Volevo scherzare.
"Mamma mia, se me lo dici così nemmeno ti guardo..!" E scoppiò in una fragorosa risata.
Mentre poggiavo le mie chiavi sul tavolo della cucina, vedevo J con sguardo attento ad ogni minimo dettaglio.
"Sembra che tu stia cercando qualcosa" lo ammonì.

"Beh effettivamente si.. Non c'è niente di tuo in questa stanza".
Cosa intendeva con 'qualcosa di mio'?
"Qualcosa di mio? Eh?"
"Beh, sai Lil, non credo che questi quadretti ti rappresentino". E indicò dei quadri di folle di persone a Barcellona.
"Già, quelli me li ha portati mia madre quando è stata a Barcellona.. Come hai fatto a capire che non erano miei?".
"Tanto per iniziare, non so nemmeno se dipingi e se tu dipingessi di certo non sarà la folla il soggetto".
Io non so come faceva, ma già aveva analizzato ogni mia cosa, ogni mia sfaccettatura. 
Questa cosa mi metteva paura.
"Jared ogni volta mi lasci senza parole.. Comunque si, dipingo"
"Non avevo dubbi.. Dobbiamo rimanere tutto il giorno nel salone oppure mi farai vedere casa tua?"
Giusto, ma ne ero davvero sicura? Mi passavano mille pensieri per la testa e probabilmente lui se n'era già accorto.
"Lilith, se vuoi vado.. Non ti trovo molto a tuo agio" disse ormai quasi sconsolato.
"No Jared, è che per me é molto difficile.. Cioè.. Ecco vedi, sei la prima persona a entrare in casa mia, ed è come se ti stessi dando la chiave per entrare definitivamente nella mia vita.. Non so se sono pronta a questo".
"Io sì. Io sono pronto a far parte per davvero nella tua vita".
Lo disse in una maniera così decisa ma allo stesso tempo dolce che esprimeva tutta veridicità di quella frase.
"Va bene, e allora benvenuto nella mia stanza" e così facendo aprii la porta del mio mondo a Jared Leto.
La mia camera era molto essenziale; c'era un letto ad una piazza e mezza al centro della stanza, attaccato dalla parte della spalliera al muro, una libreria piena di libri, un comodino messo alla sinistra del mio letto, una scrivania in vetro messa a muro, e tanti quadri e luci di qualsiasi colore appese al muro. 
Sulla scrivania avevo lasciato quel che c'era nel pacco che mi aveva lasciato, insieme a colori a tempera e pennelli sparsi..
"Sinceramente non la immaginavo così" disse quasi sorpreso.
"Mh, si nessuno se lo aspetterebbe"
"Queste pareti nere.. Hanno il loro fascino. Hai curato tutto nei minimi dettagli, anche quello" disse e poi sorrise appena indicò quella parte di muro che avevo ricoperto con poster, canzoni e foto dei miei gruppi e cantanti preferiti. Ovviamente c'era pure lui.
"Diciamo che mi piace che le cose abbiano una specie di loro ordine nel mio grande caos"
Non ero più spaventata dall'idea di Jared nella mia vita. Era bello averlo accanto e se dovevo rischiare tutto, era giusto farlo. Ne valeva la pena.

"Questa stanza dice cose di te che tu non vuoi dire"
Stava ancora cercando qualcosa di mio che non mi rappresentasse per capire come ero fatta realmente.
"Ci sono tante cose di me che nessuno potrà mai sapere"
"Ed ecco che ritorna a fare la misteriosa.."
Vagava nella mia stanza, suppongo stesse cercando le chitarre o comunque un qualcosa di strumentale.
"Beh si vive qui e adesso, non si ritorna mai al passato. Io li non vorrei mai ritornarci".
"Ovviamente se ti chiedo il perché tu non me lo dirai mai, vero?"

"Mai no, ma di certo non ora. Devo dire che per te ormai sono fatta prevedibile, eh?"
"Non troppo, ma si quasi" e rise a tutto questo.
Beato lui che riusciva a ridere, io ero tesissima.
Poi la sua faccia si fece stranita e corrucciò la fronte.
"J, tutto bene? Ti vedo un po' pensieroso.."
Lui mi guardò ed esitò un po' prima di rispondere.
"Non sono preoccupato ma ho la sensazione che qui manchi qualcosa.. Insomma, qualcosa di tuo".
"Per te manca sempre qualcosa di mio, anche se dovessi guardare il bagno mi diresti "manca qualcosa"!"
A questa frase lui si mise a ridere, ma poi ritornò serio.
"Si, ma questa volta è diverso Lil, non so manca qualcosa di fondamentale".
E continuava a cercare e a non darsi pace.
Così, capendo ciò che cercava, lo portai nel mio posto.
"Va bene Jared, mi arrendo, seguimi".
Ero felice che si accorgesse anche della minima cosa, era attento e mi sentivo bene.
Usciti dalla mia camera eccola li, la scala che porta nel mio rifugio.
Ed ecco che una volta saliti, c'era la mia vetrata.
"Ecco, ora si che ci siamo!"
Era quasi sbalordito da quello che vedeva, stava lì fermo e non si avvicinava.
"Lo hai fatto tu?"
"Si, da sola, ne avevo bisogno. Ci ho messo un po' di tempo, ma alla fine è venuto bene".
"Lilith, è stupendo.. E dunque è qui che componi..?"

"Si, ma non solo. Anche la spiaggia mi piace molto.. Sentire il rumore delle onde.. Mi rilassa e mi ispira".

Eravamo ancora fuori,  lui non rischiava a fare un passo, e così presi in mano la situazione ed entrai.
Lui mi seguì timidamente, ma era felice che avessi aperto la porta.
"Eccole, anzi.. eccola".
E  si girò e andò verso la mia chitarra, quella color legno, credo sia la mia prima chitarra che ha visto.
"Era lei, stavi suonando quella chitarra.. Poi ti sei addormentata, e ti ho lasciato un biglietto incastrato tra le corde".
Allora non ero pazza, non erano coincidenze, era lui.

"Come facevi a sapere che io ero li?" gli chiesi.

"In realtà speravo di trovarti lì, e infatti c'eri. Ma non volevo svegliarti, eri così bella.. Il sole che ti colpiva la pelle, quasi risplendevi. Mi limitai ad un semplice bigliettino, solo per farti sapere che stavo pensando ancora a te".
Lui non mi guardava, sfiorava le corde di quella chitarra, come se la stesse accarezzando.
"Lo sapevo che eri tu, ma la mia testa lo rifiutava.. Per me era surreale. Posso chiederti una cosa?"
"Certo piccola Lil, dimmi pure" e staccando finalmente gli occhi dalla mia chitarra, mi sorrise dolcemente.

"Perché quell'album? Perché "This is war"?"
A questa domanda mi guardò quasi stupito, ma divertito.

"Strano che tu non te ne sia accorta. In quell'album è contenuta una canzone.."
Prima che finisse la frase mi ritornò in mente..

"Kings and Queen.."
"E' stata la prima canzone che abbiamo ascoltato insieme".
Eri così ipnotizzante quel suo sorriso, quella sua quasi ingenuità e felicità nel sapere che lo avevo ricordato.
Istintivamente andai correndo verso di lui e lo abbracciai.
"Grazie Jared".
E mi strinse più forte.

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: 9Lou_Lou9