Cosa dovrei pensare?

Vi vedo,siete davanti a me.

Non vi sento miei.

Eppure sorrido.

Mi si scalda il cuore a vedervi,siete davvero una famiglia meravigliosa.

Non mi sento parte di voi.

Voi avete pianto,riso e avete vissuto del tempo insieme.

Io non ho ancora capito che nome abbia questa donna che mi ritrovo davanti,e quest’uomo.

È un miracolo che mi ricordi il tuo,Raditz.

Ammetto comunque di non avere una memoria brillante.

Il punto è che io mi dico un umano,ma un umano dinanzi a sua madre,

la donna che avrebbe sempre sognato di conoscere,avrebbe pianto,avrebbe pianto vedendo realizzato il suo più grande sogno.Un’angoscia che lo inseguiva da quando ne aveva memoria.

Ma io non provo questo.È successo tutto in fretta.

Non sono un umano,ciò a spiegare forse i miei sentimenti freddi.

Forse davvero sono marcio,di una razza marcia.E che ci fa quest’aureola sopra la mia testa,allora?

Che ci fa sopra la vostra?

Chissà se esiste un Paradiso sul pianeta Vegeta.

C’è mio padre,dinanzi a me.Mio padre e mia madre.

Chissà se c’è qualcuno,in quel Paradiso.

Mio fratello è morto sulla Terra,ma loro no.

Che li abbiano riuniti a noi?Forse ce lo meritiamo?

Ma cos’è che mi dovrei meritare io?Forse è per Raditz questo premio.

Quando mi ha detto che non voleva davvero uccidermi,ma solo portarmi con sé,forse diceva il vero.

Forse lui è un bravo ragazzo.

Forse tutti loro lo sono.

Alla fine sembrano degli umani,con la coda,ma umani.

Rozzi?Forse.

Delle eccezioni?Sono fiero di esserne parte.

Ripeto,però,io questo senso di appartenenza non lo sento.

E forse piangerò di più per non riconoscere la mia famiglia,per questo orribile senso di colpa,che per averla rivista.

La mano giovane,magra,ma al tempo stesso delicata e morbida,di quella che dovrei chiamare madre,si avvicina a me.Mi accarezza la guancia.

Non sento nulla all’inizio,solo un tentativo in me di ricordare,di ricordare qualcosa di lei.

Almeno di lei.

Dev’essere stata lei ad accudirmi,per quel poco che ho vissuto su quel misterioso pianeta.

“Come sei cresciuto,Kakaroth.”mi sorride.

In quel momento ho visto la dolcezza,l’amore piombarmi addosso.

Ero steso dal sorriso di questa piccola donna.

Forse non un’umana,

forse aveva i capelli disordinati,gli occhi piccoli e neri,e non grandi ed azzurri,

ed un fisichetto rinsecchito.

Una donna bellissima,sì,potete giurarci.

Ma non me la ricordavo.

Non sapevo chi era.

Ma sapevo che mi amava,mi amava terribilmente.

E non potevo far altro che amarla anch’io.