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Autore: Zapt    15/11/2017    1 recensioni
"...Tutti discorsi che, grazie alla sua capacità oratoria fuori dal comune, sono riusciti ad avvelenare l'animo di molti. Ha parlato di forti e deboli, di oppressori e di oppressi e di come un compromesso fosse impossibile.
I vostri insegnamenti costituiranno scudo ferreo da queste bestemmie.
Vorremmo un giorno esser degni di vostro ricordo con questa lettera,
I migliori auguri di buona fortuna,
Khyron e Saleya "
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Maestra,
Vi scriviamo a nome della classe, grazie di cuore per ciò che ci avete insegnato.
Ci hanno comunicato che vi ritererete definitivamente per ragioni personali e siamo tutti dispiaciuti per questa notizia.
Sua altezza il Duca in persona ha nominato il vostro degno successore alla cattedra. Oggi ha tenuto una straordinaria lezione sull'applicazione pratica di alcuni incanti. Eileen sembrava affascinata da come la magia potesse essere usata in battaglia, nonostante voi ci abbiate più e più volte ripetuto che non esiste modo più sbagliato per impiegarla.
In realtà, ci duole scriverlo, la maggior parte degli studenti oggi è stata motivata a tal punto da pensare di iscriversi all'esercito finiti gli studi all'accademia. Lui ha parlato di odio contro i demoni, di purificazione della società, di libertà per il nostro popolo.
Tutti discorsi che, grazie alla sua capacità oratoria fuori dal comune, sono riusciti ad avvelenare l'animo di molti. Ha parlato di forti e deboli, di oppressori e di oppressi e di come un compromesso fosse impossibile.
I vostri insegnamenti costituiranno scudo ferreo da queste bestemmie.
Vorremmo un giorno esser degni di vostro ricordo con questa lettera,
I migliori auguri di buona fortuna,
Khyron e Saleya"



Una lacrima cadde e venne assorbita dal foglio di pergamena.
Si andò a poggiare sull'angolo inferiore del capolettera, sbavandone leggermente il contorno curato e pazientemente decorato da mille ghirigori. 
La luce emessa dalla candela poggiata sullo scrittoio proiettava l'ombra della lettera sull'esile mano di colei che aveva formato diverse generazioni di fanciulli. Era una mano bella, pulita, liscia. Come quella di una ragazzina.
Tremava e si stringeva in un pugno, le lacrime scendevano copiose a pie' della pergamena, rigandole il viso privo di qualsivoglia imperfezione. Le ciglia lunghe, gli occhi dal colorito pallido e glaciale. Le ciocche di capelli s'adagiavano sullo scrittoio tant'eran copiose. Un crine d'un castano timido, che non s'osava a mostrare un colorito più intenso. Morbidi, lucenti, ammalianti.
La sedia venne spinta in un moto lento e continuo, sfregò contro il terreno e prese nuovamente posto sotto lo scrittoio.
Il pavimento di legno scricchiolò alla pressione dei passi e sullo specchio appeso al muro apparve la punta di un cappello da strega blu. Ancora una volta qualcosa fece attrito col terreno. Mano a mano apparvero viso e spalle, dipingendo sullo specchio un'espressione irrequieta. Il cappello era enorme, abbondava sulla sua testa. Era decorato da una fascia blu oltremare e da una goccia di ghiaccio.
Al petto affatto sinuoso era stretto un fiocco blu e azzurro ghiaccio, fermava un vestitino che terminava in una gonna a balze celeste e bianca. 
Dalle labbra della ragazza uscì un sospiro, le esili mani si poggiarono sul cappello che accarezzarono con fare nostalgico.
Sussultò al pensiero di ciò che stava per fare ma alla fine le mani si mossero, tolsero il copricapo dall'immagine riflessa sullo specchio e lo tennero in mano.
Distolse lo sguardo da se stessa, abbassando le spalle sconfitta ed esasperata, stanca di non poter cambiare quell'immagine quand'era lei a guardare nello specchio.

"Ragazzi... scusatemi."

Toccò una delle due con la punta dell'indice, pungendosi quasi. Due corna nere, due corna nere su una ragazza creduta un angelo.






   
 
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