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Autore: LalyBlackangel    23/06/2009    11 recensioni
...e di come tradire un marito stronzo senza tradirlo.
-ShikaTema Day 2009-
“No, Crybaby. Decisamente non hai afferrato il problema. Comunque ti ringrazio per aver portato qui quel tuo culo pigro per sapere cosa c'è che non andava. Hai fatto la prima cosa carina da due anni che ti conosco.”
Si sentì alleggerito di un peso enorme quando lei aveva negato la sua supposizione.
Un sollievo incredibile.
“Non è vero, Seccatura. Ti offro sempre le sigarette e ti ho portato migliaia di caffè.”
Prese il pacchetto di Winston e lo brandì pericolosamente verso di lei, facendola ridere ancora di più per la sua pessima imitazione di Sean Connery da giovane.
“Vedi, in realtà ti amo da impazzire. E' che sono troppo pigro per dimostrarlo.”
“Sei uno spasso, Testa d'Ananas.” [ShikaTema, accenni NejiTema, NejiIno]
Genere: Romantico, Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Shikamaru Nara
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Della Pratica di Divorzio

...e di come tradire un marito stronzo senza tradirlo.



Aprì la porta di casa e buttò le chiavi nel portaoggetti e la giacca sul divano.
Fece per sbottonarsi la camicetta quando udì un rumore di gemiti provenire dal piano di sopra.
Temari alzò gli occhi al cielo.
No, non ancora.
Che coglioni..
.
Chiuse gli occhi per una decina di secondi, li riaprì e decretò: “Ho bisogno di una doccia.”
Salì le scale, avvicinandosi alla camera da letto e ai gemiti.
Senza troppe riserve aprì la porta ed entrò nella camera.
La ragazza bionda, si chiamava Ino se non ricordava male, lanciò un urletto e spinse Neji via da lei, cercando di coprirsi alla bell'e meglio col lenzuolo sfatto.
“Comodi, comodi. Devo solo prendere qualcosa per cambiarmi.”
Aprì tranquillamente l'armadio, cercando altrettanto tranquillamente la biancheria per la doccia, mentre il suo dolce marito le lanciava occhiate di fuoco.
Chiuse le ante e fece per uscire, ma si bloccò alla porta.
“Ah, amore.”
Lo sapeva che a Neji non piaceva affatto quel tono ironico, e la cosa la faceva sentire molto felice.
Almeno, lo sarebbe stata per i seguenti cinque minuti.
“Stasera ho una cena di lavoro con Tsunade e un suo cliente. Non aspettarmi alzato. Mi raccomando, divertiti.”
Detto questo chiuse la porta seguita dall'occhiataccia di Neji.
La classica occhiata di rimprovero che, al massimo, doveva lei rivolgere a lui.
Quasi lui avesse ragione e lei torto.
Anche quando la cornuta era lei.
Stronzo.
Entrò in bagno, si spogliò e fece scorrere l'acqua della doccia.
Cercò di richiamare alla mente la figura appena lasciata in ufficio di Shikamaru Nara, quel ragazzo dannatamente sexy e geniale che lavorava con lei.
La sua coda alta, l'espressione scocciata, gli occhi neri, la sigaretta tra le labbra.
E, sotto l'acqua tiepida, fece arrivare la mano tra le proprie gambe pensando al suo collega, in cerca di un conforto che era ben lungi dal poter essere soddisfatto nei dieci minuti di una doccia.


Occhi chiusi, sigaretta penzoloni tra le labbra, piedi appoggiati alla scrivania.
Erano le 8.32 di un sabato mattina di luglio e Shikamaru Nara, venticinquenne ancora-per-poco-segretario nonché quasi-avvocato nello studio legale Tsunade, sembrava la persona più vicina al raggiungimento del Nirvana a questo mondo.
Quasi non sembrava avesse dovuto alzarsi presto per andare ad aprire lo studio, bevendo un caffè al volo, per sapere di dover passare una noiosa e lunga giornata di lavoro restando da solo con Miss Seccatura per otto lunghe ore.
Intanto, però, Shikamaru sembrava un quasi-buddha spaparanzato sulla sedia girevole in pelle che fumava Winston Rosse Centos.
Ma lui lo sapeva che questo suo rilassamento non sarebbe durato ancora per molto.
Miss Seccatura ancora doveva arrivare.
“Sbam!”
La porta gentilmente appoggiata aveva prodotto una specie di micro-terremoto che aveva fatto cadere la cenere in bilico sulla sigaretta esattamente sulla sua camicia verde scuro della Lacoste, stirata da sua madre il giorno prima.
Arrivata la Seccatura.
E Temari entrò nel corridoio con la sua lunga falcata, le gambe generosamente mostrate al mondo dalla gonna corta del tailleur e i seni che si alzavano e abbassavano sotto la camicetta, ben poco costretti dal reggiseno.
Era il momento migliore della giornata lavorativa, quello; quando ancora Temari non aveva iniziato ad urlare, ben rivaleggiando in questo con Tsunade, e lui poteva godersi in pace la meraviglia di quel corpo generoso per quei dieci secondi che venivano prima della tempesta.
“Buongiorno Shikamaru. Ci sono state chiamate fino ad ora?”
Ahia, lo aveva chiamato per nome.
Brutto, bruttissimo segno.

Azzardò guardarle il viso e vide quello che decisamente non voleva vedere.
Occhiaie profonde, segno di una notte passata sul divano; occhi verdi pesantemente truccati, e lei di solito non si truccava; espressione mogia e grave, niente sorrisetto ironico sul volto.
Niente urlo mezzosopranile di inizio giornata.
“No, sono le otto e mezza di mattina. Ci siamo solo io e te in piedi in questa città.”
Lei abbozzò una risata stanca. E lei non rideva mai alle sue battute.
“Hai ragione. Senti, se chiamano dì che devo ancora arrivare. Devo sistemare le carte per la causa degli Aburame, ci metterò un po' e ho bisogno di non essere interrotta. A dopo.”
La guardò dirigersi con la sua solita falcata dentro il suo ufficio, sbattendosi nuovamente la porta alle spalle.
Era inquieta.
Non gli aveva rivolto nemmeno mezzo commento caustico da quando era entrata.
Shikamaru finì con uno sbuffo l'ultimo tiro della sua sigaretta e si buttò nuovamente a peso morto sulla sedia.
Era successo ancora.
Ancora aveva trovato suo marito nel letto con un'altra.
Il marito che aveva dovuto sposare perché costretta dal padre-padrone che la prendeva per i fondelli andando a letto con altre donne, come a farle capire che se non fosse stato costretto dai suoi lei non se la sarebbe nemmeno scopata, figuriamoci sposata.

Shikamaru guardò il monitor del pc e cliccò sulla cartella “Archivio”.
Sotto la “A” la pratica Aburame era perfettamente sistemata, riveduta e corretta, già da due giorni.
Seccante donna.


Non bussò nemmeno.
Aprì la porta e si sedette sulla sedia riservata ai clienti, buttando i piedi sul tavolo e guardandola.
Effettivamente della pratica Aburame non c'era traccia.
Temari guardava fuori dalla finestra chiusa con aria assente.
“Hai finito per innamorarti di quello stronzo di tuo marito, vero?”
Lo guardò stupita e, rendendosi conto che effettivamente Shikamaru aveva un'espressione seria e convinta sul volto, gettò la testa indietro e scoppiò a ridere.
Shikamaru trasformò immediatamente la sua espressione da seria a basita.
“No, Crybaby. Decisamente non hai afferrato il problema. Comunque ti ringrazio per aver portato qui quel tuo culo pigro per sapere cosa c'è che non andava. Hai fatto la prima cosa carina da due anni che ti conosco.”
Si sentì alleggerito di un peso enorme quando lei aveva negato la sua supposizione.
Un sollievo incredibile.
“Non è vero, Seccatura. Ti offro sempre le sigarette e ti ho portato migliaia di caffè.”
Prese il pacchetto di Winston e lo brandì pericolosamente verso di lei, facendola ridere ancora di più per la sua pessima imitazione di Sean Connery da giovane.
“Vedi, in realtà ti amo da impazzire. E' che sono troppo pigro per dimostrarlo.”
“Sei uno spasso, Testa d'Ananas.”
Si calmò quasi subito e tornò il silenzio imbarazzato nella stanza.
Temari aveva iniziato a premere a ripetizione il pulsante della penna a scatto sul tavolo, in un rumore che dava sui nervi.
Ma Shikamaru non ci faceva più di tanto caso.
“Me lo vuoi dire allora perché quella faccia da funerale stamattina?”
“Tu i cazzi tuoi mai?”
“Apri quella bocca per spiegarmi che hai, Seccatura, o ti giuro che non ti porto più un caffè che sia uno.”
Temari spostò di nuovo lo sguardo verso la finestra.
“Sono così brutta, Shikamaru?”
Di tutte le cose che avrebbe pensato di sentirsi dire, questa era certamente l'ultima.
Una donna come lei, di quelle che non puoi fare a meno di seguire con lo sguardo per strada finché non sono scomparse, di quelle per cui avresti fatto una legge che le costringesse a indossare minigonne ogni giorno, di quelle che con il solo passarti davanti ti rischiaravano la giornata dicendoti che il mondo non può essere così brutto se ci sono donne così belle, una donna bella e affascinante come lei che gli chiedeva se fosse brutta?
“Ti sei rintronata di un colpo, Seccatura? Ma ti sei vista allo specchio? Se tu sei brutta, Sakura cos'è, uno scorfano? Andiamo, non puoi essere seria.”
Lei accennò un sorriso.
“Non lo amo, ma mi sento come se fossi uno scarto. Come se fossi talmente brutta da non valere nemmeno una scopata, capisci? E intanto invecchio.”
“Hai ventisette anni, Temari.”
“Lo so, dannazione, lo so. Ma quell'imbecille maniaco mi fa sentire brutta. Lui che ha i capelli perfetti come tutte le troie che si porta a letto, lui che ha la pelle liscia senza doversi impiastricciare la faccia ogni mattina. E' un fottuto modello e me lo fa pesare. Altro che vicedirettore della Hyuuga Corporation. Non bastava averlo dovuto sposare per far contento quello stronzo di mio padre, mi piglia pure per i fondelli. E intanto io non scopo da quasi un anno e lui si fa le sue dannate scopate ogni sera.”
Fu il turno di Shikamaru per ridere, e rise di gusto.
“Cioè, io ti dico quello che penso e tu ti metti a ridere? Grazie sai!”
Shikamaru si alzò e andò dietro la scrivania.
La prese in braccio e la fece sedere sulla seconda scrivania, quella senza il computer, spazzando con un braccio tutte le carte che c'erano sopra.
“Ehi, e poi chi...”
Le mise un dito sulle lebbra e ghignò.
“Sai che ti dico, Seccatura? Il problema non sei tu, è lui. E' lui che ha gusti di merda, non tu ad essere brutta. E poi...”
Le mise le mani tra le cosce non coperte dalle calze e le aprì di scatto, facendo scorrere in alto la gonna e dandogli una perfetta visuale degli slip in pizzo nero.
“...chi la fa l'aspetti, no?”
Era rimasta un tantino scandalizzata, Temari, ma quelle parole l'avevano resa improvvisamente lucida.
Shikamaru Nara, il pigro e sensuale quasi-avvocato dello studio Tsunade, colui al quale pensava quando cercava sollievo dai suoi problemi matrimoniali, le stava praticamente saltando addosso nel suo ufficio.
“Sei sicuro, Nara?”
“Mai stato più sicuro.”
Temari sorrise, di un sorriso aperto e sincero.
Il sorriso più bello che Shikamaru le avesse mai visto fare.
“Fammi godere, allora.”
Con un gesto lento ed esasperante le tolse gli slip lungo le gambe, facendoli poi volare direttamente sul monitor del pc dell'altra scrivania, e la baciò, altrettanto lentamente.
“Agli ordini.”
E, sfiorando con la punta delle dita l'inguine, le accarezzò il tanto desiderato ricciolo nero, cercando con calma il punto che l'avrebbe fatta gemere più forte.
Aveva tutta la giornata di lavoro per trovarlo e darle il piacere che lei, la bellissima Seccatura, gli aveva richiesto.


Spinse un'ultima volta, forte e quasi violento, per poi uscire e lasciare che lo sperma cadesse sul pavimento in marmo dello studio invece che entrare dentro di lei.
Appoggiò la testa al seno florido e sodo di Temari, che continuava ad andare su e giù al ritmo del suo respiro affannoso.
Le accarezzò la pelle liscia e umida di sudore, con le labbra sfiorò i capezzoli nudi e ancora turgidi.
Le posò un bacio sulle labbra, a cui sentì rispondere con urgenza e desiderio, quasi da quel bacio dipendesse la sua vita.
Fece scendere le mani sui fianchi caldi e ancora frementi, per poi posare la mano in mezzo alle gambe della ragazza, toccando la femminilità ancora umida d'orgasmo.
“Seccatura?”
Lei in tutta risposta gli accarezzò i capelli sciolti sulle spalle, in un gesto dolce.
Lui deglutì.
“Quando prima ti dicevo che ti amo... Non era una battuta.”
Aveva rovinato tutto, se lo sentiva.
Ma doveva dirglielo, altrimenti sarebbe scoppiato.

“Meglio per te che non lo sia, Crybaby. Perché anche io sono innamorata di te, e non potrei sopportare di dividere il letto con un altro stronzo.”
Shikamaru sorrise.
In effetti certe cose era davvero meglio dirle, a volte.
“Bene, ora aiutami, finto pigro. Dobbiamo rimettere a posto.”
Alzò gli occhi al cielo.
“Sei romantica come un gatto aggrappato alle palle.”
Lei gli tirò i capelli e avvicinò il suo viso a quello di Shikamaru.
“Ma se non mettiamo a posto come la trovo una pratica di divorzio vuota, genio?”
Shikamaru sorrise e diede un'occhiata all'ufficio.
I loro vestiti erano sparsi ovunque, avevano rovesciato pile di pratiche e portapenne vari, creando un caos indicibile, che si sommava al casino che aveva fatto quando aveva “pulito” la scrivania.
Per non parlare dello sperma per terra.
Ci avrebbe messo un bel po' a toglierlo.
“Dammi dieci minuti di tregua e poi ti sollevo anche il mondo, Seccatura.”
Temari rise e lanciò un'occhiata all'orologio.
Erano praticamente le undici.
Erano durati quasi due ore.
E decise che dieci minuti di riposo poteva anche concederli al suo salvatore.


Tsunade stava sorseggiando il suo caffè nero triplo del lunedì mattina quando Temari era entrata nel suo ufficio.
Si vedeva lontano un miglio che era contenta per qualcosa.
E Dio solo sapeva come faceva ad essere contenta con un figlio di puttana come Neji Hyuuga come marito.
Si vide sbattere sul tavolo un foglio compilato a metà.
Una pratica di Divorzio.
Hyuuga contro Sabaku Hyuuga.

Tsunade sorrise.
“E chi sarebbe il fortunato?”
Quello che ti ha fatto fare la cosa più giusta della tua vita.
Non sentendo risposta Tsunade aggiunse una piccola postilla.
“Temari, sono la prima a voler spennare la casa allo stronzo che ti ha rovinato la vita per due anni. E' ovvio che tu, per questa pratica, non hai tradito Neji con nessuno. Ma voglio sapere chi è questo nessuno, dovrò fare i complimenti a qualcuno.”
Temari le sorrise di rimando, e le si accostò ad un orecchio.
“E' l'uomo che sta per entrare nel suo studio come avvocato e non più come segretario, signorina Tsunade.”
Nara.
Lo sapevo di aver fatto un ottimo acquisto.

“E, se si può sapere, tra donna e donna, a letto Nara com'è?”
Temari si soffermò sulla porta e si portò una mano al mento, pensosa.
“A dire la verità a letto non lo so. Ma sulla scrivania del mio ufficio e sul pavimento del suo soggiorno è stato fantastico.”
E, mentre Temari usciva dall'ufficio, Tsunade non poté fare a meno di guardare il foglio che aveva davanti a lei con orgoglio.









Storia scritta (ieri) per lo ShikaTema Day (oggi) 2009.
Indi, viste le tempistiche, spero possiate perdonarmi lo spaventoso OOC di Shikamaru e Temari.
Giuro, non l'ho fatto apposta.
E giuro anche che non lo faccio più.

Spero comunque che piaccia anche a voi, questa storia, così come a me è piaciuta scriverla.
(Secondo me la faccia di Neji all'inizio era uno spasso...)
  
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