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Autore: Yoko_kun    23/06/2009    2 recensioni
Io non sono un mostro. E tu non sei il mio padrone.
Una piccola fanfic in cui tento di interpretare i pensieri di Gaara riguardo la sua decisione di divenire Kazekage!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sabaku no Gaara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Monologo.
Pensieri tra me e l'altro me stesso


La notte regnava indifferente, donando sogni e incubi a suoi servitori. Le stelle giocavano nel manto scuro del cielo e la luna sembrava farsi bella per quel villaggio silenzioso e abbandonato a sé stesso e alla sabbia del deserto.

Un figura seduta su un tetto osserva tutto ciò in silenzio.



Io non sono un mostro. E tu non sei il mio padrone.
Non voglio che tu lo sia, tu non puoi e non devi esserlo.
Sono succube di una continua veglia, sono schiavo della tua prigionia, perché io sono il tuo carceriere.
Carceriere costretto a subire la tua stessa condanna.
E sai perché?

Perché io sono un abominio, figlio del peccato contenente un mostro.
E sono il peccato nato dall'abominio di un mostro.
È un po' come dire che sono il veleno e la cura, ma in realtà sono solo veleno.
Io sono figlio di una colpa altrui, che però si è riversata su di me, rendendomi l'unico colpevole. O meglio l'unico punito.
Sono la giara che contiene tutto ciò che di più orribile c'è, come il vaso di pandora, però io sono senza la speranza alla fine, sul fondo.
E tu? Non te l'ho mai chiesto, a dire il vero non ti ho mai parlato, ma lo faccio ora.
Dimmi tu hai speranza?

Non mi rispondi e ti capisco, tu non puoi che odiare questo mio corpo che ti fa da gabbia, questo mio continuo non dormire che ti fa da carceriere, questa mia coscienza che ti incatena.
Però io ti ho lasciato libero, più di qualche volta, e tu ti sei preso la tua libertà quando io ero debole.
E ora? Sono ancora debole? O forse ho io il trono e il titolo di re di me stesso?
Non lo so. E tu non mi parli, va bene pazienza continuerò a parlarti io.
Così forse non ti sentirai abbandonato.

Ma chi sto cercando di ingannare? Sono io quello abbandonato.
Una volta eravamo io e te. Solo io e te, tanto tutti quelli che mi stavano attorno avevano paura di me.
Persino i miei fratelli.
E molti desideravano solo che io morissi.
Persino mio zio.
E così eravamo solo io e te, ognuno che in fondo era l'altro, ognuno che amava solo sé stesso e quindi amava anche l'altro.
Il reliquiario e la reliquia.

Che titoli tristi, senza anima.

Anima?

Noi abbiamo un anima? Io ho un'anima?

Non lo so. E forse non lo saprò mai.

Ti starai chiedendo perché in questa notte, solo un'altra delle innumerevoli passate da sveglio, io ti stia parlando, sapendo che poi tu dormi.
O forse fingi, a volte mi sembra di sentirti muoverti dentro di me come se girassi in cerchio dentro questa gabbia ma alla fine non mi parli mai.
Non so neppure che suono ha la tua voce.
Quando tu dormi io sto sveglio, e quando io dormo tu ti svegli. Ma io non posso permettermi di dormire, ma tu lo fai anche per me.
È una sorta di magra consolazione.

Ma io non ti parlo perché sono solo, o forse anche per quello.
È che ho preso una decisione e vorrei che anche tu la sapessi, voglio divenire Kazekage.
Ne ho parlato con Kankuro, mio fratello, diverso tempo fa e ora sono deciso più che mai.
Ma devi saperlo anche tu, tu sei parte di me o forse io e te siamo la stessa identica cosa.
Non importa, non più almeno.

Ciò che importa è che da adesso più che mai tu non ti dovrai più svegliare, perché né adesso né mai dovrò più essere una minaccia per il villaggio, ma la speranza. Se essa non risiede dentro di me farò sì che risieda almeno negli altri.
Ecco ciò che desidero.
Vivere e sacrificarmi per questo villaggio.

Non mi importa che abbiano paura di me. Io li proteggerò.

Non mi importa che mi considerino un mostro. Io non fallirò.

E non mi importa quanto male possa fare questa scalata. Io non mi arrenderò.

Ora non mi temono più i miei fratelli. Sai, ho provato il calore di un abbraccio e di una famiglia. E ora voglio lottare per difendere questo bene raro e prezioso come l'acqua nel deserto.
Io voglio essere l'osasi in cui salvare e dissetare coloro che ne hanno bisogno.

Lo giuro a queste stelle, a questo cielo dipinto di nero, alla luna che candida e bellissima che splende nel cielo. E lo giuro a te demone, a te amico mio.
Ora forse tu mio odierai più di prima, o forse non hai neppure sentito una sola parola perché dormi.
Non mi importa questo mio giuramento lo manterrò.


I suoi occhi un po' si chiudono mentre piano un sorriso tenue si dipinge nel suo volto.

E il sole si decise ad apparire all'orizzonte abbracciando la candida sabbia con i suoi tepidi raggi, forse è finalmente giunto un nuovo giorno per Gaara e per il villaggio di Suna.



***
Ok, l'ho buttata giù sta mattina dopo essermi riletta un paio di vecchi numeri di "Naruto", sinceramente non so come sia uscita spero solo di aver reso bene i sentimenti di Gaara e spero di non averlo fatto OOC (non mi sembra ma meglio mettersi sempre in dubbio. - -')
Be' che altro dire? spero vi sia piaciuto, e spero commenterete! grazie ina nticipo! Kiss!








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