Lo ricordava, Yuri, ben ricordava quel giorno ormai lontano.
"Lo sai?", avrebbe voluto dirgli molte volte, "A prima vista mi sei parso il solito mocciosetto del cazzo. Uno di quelli che si attaccano alla gamba del primo adulto che incontrano, piangendo per attirare l'attenzione."
Ma dentro di me lo sapevo che quel sorriso prima o poi avrebbe conquistato la mia attenzione, eccome se lo sapevo.
Non eri come i tuoi fratelli, tu, per quanto io abbia cercato di negarlo a lungo, eri speciale, ben lontano dall'essere come quel ghiacciolo di tuo padre.
Ti atteggiavi da bravo soldatino, avresti voluto assomigliargli, ma io sapevo, e in cuor mio speravo, che mai saresti riuscito nel tuo intento.
Perchč i tuoi morbidi lieamenti, quelli che sfioravo appena potevo, erano ben differenti dai suoi rigidi. Tu eri perfetto con il broncio che mettevi per attirare la mia attenzione.
Tu eri sublime nella tua infantilitą.
Era questo ciņ che mi attirava di te, l'essere te stesso.
Mi ero ripromesso che mai a nessuno avrei permesso di toccarti come facevo io, con la mia malizia, con la mia possessione... No, tu eri mio e avrei fatto di tutto per dimostrartelo.
Avvicinandomi e allontanandomi nei momenti pił opportuni, perchč cosa c'č di meglio nel vedere crescere il desiderio in qualcuno che pretendi di possedere?
Mio. Mai avrei smesso di dirtelo. Tu sei mio.