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Autore: Androsconnor    24/11/2017    1 recensioni
In questa storia ispirata a Overwatch, Winston, qui non un gorilla ma uno scienziato umano, in seguito a un incidente si troverà inseguito da dei nemici, guidati da una sua vecchia conoscenza che dava per defunta. Aiutato da Lena, ancora non diventata Tracer, cercherà di sfuggire alla misteriosa organizzazione Talon, che vuole sottrargli un oggetto di fondamentale importanza...
Genere: Dark, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gabriel 'Reaper' Reyes, Hana 'D.va' Song, Lena 'Tracer' Oxton, Winston
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Violenza
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Come spesso accadeva, la sala conferenze della Royal Society era completamente piena, tutti i posti erano occupati da qualche ora. Medici, fisici, matematici e altri scienziati si erano recati quella sera del 21 ottobre 2020 per una conferenza che probabilmente avrebbe cambiato il futuro dei viaggi nello spazio, campo che da qualche anno stava rallentando. Nell'aria si mischiavano diversi profumi, essenze femminili e maschili, unite all'odore di sigaro di un signore corpulento che prima di entrare si era fumato il decimo sigaro della giornata, e quasi copriva tutti gli altri odori. Dalle tende rosse si poteva ammirare il panorama della città di Londra, illuminata di tanto in tanto da dei fulmini in lontanana. Davanti alle persone stava seduto di fronte a uno schermo un giovane uomo di trentanove anni, il dottor Winston, il protagonista si può dire di quella conferenza. Affianco a lui, seduta come se fosse una bambina educata, una piccola scimmietta, Win, osservava in silenzio le persone che mormoravano tra di loro, forse provando a capire cosa si stessero dicendo. Malgrado le dimensioni e l'aspetto buffo, Win era parecchio intelligente.

- Buona sera signore e signori, - disse il dottor Winston al microfono schiarendosi la voce – vi ringrazio per essere venuti in questa sera di pioggia alla conferenza che, nonostante qualche problema organizzativo, sono riuscito a realizzare. Immagino avreste preferito oggi rimanere a casa, magari davanti alla stufa o al camino, e sarò sincero, anche io.

Qualche risata si alzò tra le persone, anche se ad attirare lo sguardo del dottore fu un uomo seduto al centro, che sembrava disinteressato. Schiacciò un pulsante sul proprio computer, e nello schermo dietro di lui apparve una scritta blu su uno sfondo bianco.

- Questa è la frase che mi ha accompagnato durante questo lavoro: "non esiste la scienza senza l'immaginazione". Quando ero bambino la luna era il mio sogno, passavo intere serate ad guardarla e a meravigliarmi di come potessimo osservare così da vicino un altro corpo celeste. È grazie alla mia immaginazione che sono cresciuto proiettando la mia vita e la mia ricerca ai viaggi spaziali, e visti i recenti problemi che ci sono stati durante le ultime missioni della NASA, assieme ad altri scienziati siamo riusciti a creare ciò che, a nostro dire, rivoluzionerà il campo dell'esplorazione spaziale. Oggi la luna è il sogno di altre persone, sogno che si dovrebbe concretizzare e non rimanere recluso soltanto come un semplice pensiero, non rimanere solo il frutto di qualche combinazione sinaptica del cervello. Per questo ho deciso, assieme ad altri scienziati, di poter venire incontro ai recenti problemi causati da questo misterioso virus cosmico, per aiutare i nostri astronauti ad andare oltre la nostra atmosfera.

Il dottore premette nuovamente un pulsante sul proprio computer, e sullo schermo apparve una foto che destò immediatamente la curiosità dei presenti, che a primo impatto non capivano bene cosa avessero davanti: una schiera di fiale poggiate su un tavolo con all'interno un liquido giallo.

- Questo che vedete l'abbiamo chiamato X-143, uno speciale preparato che... - Winston fece qualche secondo di pausa per aumentare la curiosità dei presenti – aumenta il potenziale umano. In parole povere, stimola l'organismo a ripararsi, anche in caso di fratture scomposte, ma soprattutto, ciò che conta, grazie all'X-143 siamo in grado di combattere questo misterioso virus cosmico che ha decimato gran parte degli astronauti negli ultimi anni. Questa medicina, se così vogliamo chiamarla, sarà una presenza costante nella futura colonia lunare Horizon, che mi dicono sia quasi completata, in modo tale che... sì, prego dica!

Una mano alzata tra il pubblico fece interrompere il dottor Winston, che cedette la parola a quell'uomo, quello che sembrava disinteressato, che si era alzato pur di fare la sua domanda.

- Buona sera dottor Winston, mi chiamo Gabriel Reyes. Ciò che ci ha raccontato è parecchio interessante, e devo essere sincero, ha stimolato la mia curiosità, così come credo abbia stimolato la curiosità dei presenti. Come possiamo essere sicuri, però, che questa sua medicina funzioni realmente?

- Beh, signor Reyes, al momento l'X-143, per ragioni di sicurezza, non può uscire dal laboratorio. Per quanto sia al 98% affidabile, e noi vogliamo almeno un 99% di affidabilità, manca ancora qualche esperimento prima di poterlo immettere sul mercato, perché sì è prevista anche la vendita in futuro. Ho comunque un video, che a breve vi mostrerò, riguardante un esperimento che abbiamo condotto su delle cellule tumorali.

- È un peccato, dottor Winston, è un vero peccato che lei non abbia qui con sé nemmeno una fiala. Sarebbe stata utile.

Da sotto la lunga giacca nera, Gabriel Reyes tolse fuori due pistole, e fece fuoco fra i presenti. Con una mira ferma e decisa, sparò proiettili alle ginocchia e alle gambe di diverse persone. Nella sala, sino a pochi secondi prima tranquilla, dominavano ora urla e spari, e sul pavimento il sangue si espandeva sul parquet. Un uomo, con un proiettile infilato nel ginocchio, cercava di trascinarsi verso l'uscita, ma Gabriel gli piantò un proiettile nella schiena. Sicuramente gli recise un'arteria, dato che dal foro uscì una copiosa quantità di sangue zampillante. Win, che sino a quel momento era rimasta calma, si lanciò sulle persone, correndo di spalla in spalla, sino ad arrivare a Gabriel. Gli si appese alla schiena, e infilò i suoi canini affilati nella spalla e nel collo cercando di bloccarlo, ma con un colpo della mano dell'uomo la scimmietta venne scaraventata sul pavimento. Nella sala, intanto, entrarono due poliziotti, che prima che potessero anche parlare vennero colpiti da un proiettile di Gabriel in mezzo agli occhi.

Improvvisamente una scarica elettrica pervase tutto il corpo di Gabriel, che si trovò immobilizzato a terra. Il dottor Winston tolse fuori una pistola taser, e mise fuori gioco quello psicopatico.

- Io sono solo l'inizio dottore, questo è un avvertimento. Vedrà, oh sì se vedrà cosa la nostra associazione è in grado di fare. Lei sta arrivando, ed è sempre affamata. La sua scoperta non vi appartiene, dite la verità! Non vi potrete nascondere, lei ha otto occhi e vede tutti! Ahahah!

Dei poliziotti ammanettarono Gabriel, che rideva e gridava frasi apparentemente prive di senso. Non per il dottor Winston, aveva capito che quell'uomo sapeva dei segreti riguardo la sua scoperta, segreti che sarebbero dovuti rimanere nascosti.

"Che sia viva?", pensò Winston.

 

Due ore dopo i feriti erano tutti stati trasportati all'ospedale più vicino, mentre coloro che si erano salvati dalla furia di Gabriel rispondevano alle domande degli agenti. Winston, assieme a tutti gli altri, si trovava all'esterno, seduto su un muretto mentre rispondeva ai messaggi sul suo smartphone di familiari e amici che avevano sentito la notiza alla televisione.

- Non pensavo che questa conferenza sarebbe stata così interessante, mi ha sorpreso dottore!

Winston sentì alle sue spalle la voce di una ragazza con un forte accento asiatico, e si girò per vedere chi fosse.

- Non pensavo che la mia scoperta destasse tutto questo eccessivo interesse, e non era mia intenzione portare avanti un esperimento sui partecipanti. Lei è? - domandò Winston tendendo la mano alla giovane ragazza, elegante nel suo lungo vestito rosso e nei suoi tacchi che slanciavano quel corpo minuto ma ben fatto.

- Hana Song, figlia dell'ingegnere meccatronico Lee Song, che in questo momento sta rispondendo alle domande degli agenti.

- Ho sentito parlare delle ricerche di suo padre, sembra che abbia costruito degli enormi robot per l'esercito coreano.

- Mecha è il termine corretto. Sì comunque, roba che fa impazzire i nerd di tutto il mondo. Io in realtà l'ho seguito in questa conferenza solo per visitare Londra e comprarmi qualche nuovo vestito. Sa, sono una giovane ragazza che ha voglia di divertirsi, queste scoperte scientifiche le lascio ai geni come voi - con una leggera risata Hana cercò di alleggerire il peso di quella serata, ma poi si accorse che forse non era l'occasione giusta per essere frivola.

- Sciocchezze a parte, volevo farle sapere che mi dispiace per come sia andata la sua conferenza dottor Winston. Buona serata!

Winston seguì con lo sguardo la giovane ragazza che si allontanava, forse gli occhi erano scesi un po' troppo, ma del resto era lei che aveva scelto di indossare un vestito così attillato e con uno spacco generoso sul lato sinistro.

 

Dall'altra parte della strada una ragazza da dietro un palo osservava tutta la scena. Un cappuccio la proteggeva dalla leggera pioggia che stava iniziando a cadere nuovamente, e sotto la luce del lampione potè rivedere meglio la foto che teneva nascosta nella giacca. In quella foto vi era il volto di un uomo vestito elegantemente che scendeva dall'auto: il dottor Winston.

"Bene dottore, finalmente la trovo", pensò la ragazza.

Con discrezione, osservava tutte le persone presenti fuori dalla Royal Society. I giornalisti erano quelli che trovava più interessanti, aveva notato che ogni rete televisiva stava aggiungendo dettagli che forse non erano nemmeno accaduti, ma rendevano la storia più interessante per i telespettatori di come fosse realmente.

"Una cosa la avete indovinata, Reyes è un terrorista, e della peggiore specie."

Sul dorso della sua mano poggiata al lampione, sentì qualcosa camminare, e non erano le gocce di pioggia. Una vedova nera con un filo di ragnatela si poggiò sulla sua mano. La ragazza la osservò qualche secondo prima di farla cadere sul marciapiede e farla andare via. Mentre era distratta, però, delle persone in quella folla iniziarono a tossire, e un fumo viola si alzò dal marciapiede.

"Merda, è già qui!"

Stava per iniziare a correre, quando uno sparo ammutolì i presenti. Un silenzio brevissimo venne spezzato da un urlo.

Lee Song, il padre di Hana Song, giaceva a terra morto, con un foro sulla fronte, tra le braccia della figlia. La ragazza piangeva disperatamente e gridava frasi in coreano, mentre gli agenti di polizia puntarono i fari e le pistole sui tetti, ma non videro nessuno. Un altro sparo, e un altro scienziato cadde a terra. Gli agenti iniziarono a fare fuoco alla cieca, ma un altro piccolo ragno metallico cadde tra loro, avvelenandoli.

Fumo viola andò a coprire la piazza davanti alla Royal Society, e le persone iniziarono a spargersi, a correre freneticamente e a urlare, cercando di nascondersi da quel cecchino invisibile.

"Non sapete con chi avete a che fare", pensò la ragazza cercando con lo sguardo il dottor Winston. Appena lo vide, attraversò la strada velocemente, mentre un altro sparo andò a fare fuori un altro scienziato, e intanto le persone presenti cadevano a terra morte sotto il fumo tossico. La ragazza, evitando la nube e coprendosi la bocca e il naso con il braccio, si lanciò su Winston che stava provando a scappare nascondendosi dietro il muretto.

- Venga con me -, disse al dottore, prendendolo per un braccio e trascinandolo in una via dietro l'edificio. Winston in quel momento non capiva più nulla, sembrava che le sue gambe fossero diventate pesanti e che il mondo non avesse più senso. Dietro di lui i poliziotti sparavano a un fantasma, davanti a lui una donna di bassa statura riusciva a trascinare il suo enorme corpo, quasi immobilizzato dall'ansia e dalla paura. Come correvano in silenzio lungo delle vie buie, il rumore degli spari si affievoliva sempre di più. La ragazza di tanto in tanto si girava dietro, non per controllare come stesse Winston, ma il suo sguardo era rivolto ai tetti. Si fermarono di fronte a un condominio, la ragazza aprì il portone e invitò il dottore a entrare frettolosamente. Lo condusse al suo appartamento, un piccolo bilocale tenuto abbastanza in ordine e profumato da un incenso che bruciava vicino all'ingresso. La ragazza si tolse la giacca con il cappuccio, mostrando dai vestiti un corpo esile ma dalle forme atletiche, e un taglio di capelli abbastanza corto.

- Chi sei? Perché mi hai salvato? - chiese Winston con voce tremolante e un po' soffocata dall'affanno, cercando di capire la situazione, mentre Win, che si era aggrappata alla schiena cercando di non cadere in quella folle corsa, salì sino alla spalla per ascoltare.

- Mi chiamo Lena, e la stavo cercando da due giorni. A quanto pare dottor Winston le piace spostarsi continuamente. Si accomodi pure, torno subito e le spiego tutto quanto.

La ragazza si spostò in un'altra stanza, la camera da letto sicuramente, mentre Winston si guardava attorno. L'angolo cucina era abbastanza in ordine, ma dallo strato di polvere sembrava che la ragazza non amasse cucinare particolarmente. Nel frigo c'erano tre fotografie istantanee: un labrador seduto su un prato, Lena abbracciata a una ragazza davanti alla Torre Eiffel e la foto di un paesaggio presumibilmente scozzese. Mentre osservava i dettagli di quella stanza, dalla finestra, nonostante fosse chiusa, arrivava comunque il suono delle sirene della polizia, impedendo a Winston anche solo per un istante di dimenticare che serata stesse passando.

"Che ci sia dietro lei in tutto ciò?", pensò Winston.

Dopo un po' Lena si ripresentò, con in mano una cartella gialla piena di fogli, che lasciò cadere sul tavolo di fronte a Winston.

- Terroristi di un'organizzazione chiamata Talon. Non posso rivelarvi chi mi ha dato tutte le informazioni che trova qui, ma deve sapere una cosa: per qualche motivo vogliono rubarvi l'X-143.

- Beh, le fiale sono nel laboratorio. Non vedo il motivo di questo attacco, - disse Winston mentre sfogliava i fogli sulla Talon.

- Dottore, può prendere per il culo gli altri, ma non la Talon, e nemmeno me. Come lo sanno i terroristi, so anche io che tutte le fiale che vanta di aver realizzato erano fasulle. Ne avete realizzato una soltanto, una sola fiala con il vero X-143. Crede che la copertura abbia funzionato? Crede veramente che le fiale che avete nascosto nella cassaforte del laboratorio funzionino come esca? Quella sparatoria è stata creata apposta per farle togliere fuori l'X-143. Sì, quello che sta custodendo nella tasca interna della giacca. Gabriel Reyes era pronto a ucciderla e a rubargliela.

Le mani di Winston iniziarono a tremare, quella sconosciuta di fronte a lui sapeva troppo. Dalla fondina sotto la giacca, senza pensarci troppo, tolse fuori la pistola taser, e la puntò al petto di Lena.

- Questa sera ho avuto troppe spiacevoli sorprese, ci sono dei feriti, a una ragazza è morto il padre davanti, e ci sono altri cadaveri. Non ho tempo per i tuoi segreti, dato che tu sembra che conosca i miei. Chi ti ha dato queste informazioni, dimmelo ora! - gridò Winston, mentre Win guardava la ragazza in modo minaccioso mostrando i suoi denti aguzzi.

Lena si avvicinò alla finestra, guardava un'ambulanza sfrecciare lungo la strada. Un'ambulanza, come quella maledetta notte di sei mesi fa.

"Emily..."

- Allora? Parla! O ti consegno alla polizia e ti denuncio come complice di questi terroristi.

- La persona che mi ha dato queste informazioni è morta sei mesi fa. Prima di quei sei mesi ero una semplice ragazza che alternava il suo tempo tra l'università e lo sport. Sino a quando non mi giunse una telefonata. Emily, la mia fidanzata, era stata trovata uccisa a casa sua. Un colpo alla fronte. Mi precipitai alla sua abitazione, ma non potevo entrare. Ciò che notai fu il disegno di una vedova nera nel muro esterno. Una settimana dopo mi giunse a casa un pacco, doveva essermi recapitato in caso lei sarebbe morta. Trovai, oltre a questa cartella, un dvd girato da Emily, dove mi spiegò che era un agente segreto del governo inglese e che si era infiltrata nella Talon, mi parlò delle vostre scoperte dottore e del vostro litigio con una collega che lei probabilmente crede morta, ma che è sopravvissuta a un incidente in un vostro laboratorio: Moira O'Deorain. Non è morta, e ha rimesso in piedi un'associazione terroristica ormai allo sbando dandole forza e supporto.

Winston abbassò la pistola, nella sua mente riaffiorarono i ricordi di quel momento, quell'orribile disputa che culminò nell'incendio di un laboratorio su una piattaforma dell'oceano Pacifico. Mentre Winston e Moira discutevano su come condurre il programma X-143, la donna diede fuoco al laboratorio, una piccola esplosione che innescò un incendio più grande del previsto. Fuggirono tutti, lasciando Moira, ormai in preda alla follia e alle manie di grandezza, tra le fiamme. Una scelta difficile, che continuava a segnare tutti quelli scienziati. Winston era stato l'ultimo a vederla, era stato lui a chiuderla in una stanza mentre la donna chiedeva di uscire.

- Moira vuole vendetta, è rimasta sfigurata all'occhio sinistro e anche agli arti, e vuole la sua fiala per rigenerarsi e per effettuare esperimenti macabri sulle persone. Un po' quello che fa lei, dottor Winston, solo che vuole usare la sua medicina per farla diventare un veleno.

- Lo so, questo fu l'argomento principale della nostra disputa. Al posto di creare l'X-143 così com'è oggi, voleva farlo diventare un'arma di distruzione da rivendere al governo che avrebbe pagato di più. Era diventata aggressiva, aveva iniziato a picchiare e a sfigurare coloro che non la pensavano come lei. Era diventata una persona pericolosa. Volevamo denunciarla, ma quell'incidente... beh, pensammo di risolvere gran parte dei nostri problemi grazie a quell'incendio, nonostante non fosse voluto da noi. Mi spiace comunque che la tua fidanzata sia stata uccisa da questa psicopatica, non pensavo fosse così abile con le armi da fuoco. Non mi meraviglio di nulla ormai.

- Oh no dottore, Moira è nascosta da qualche parte in Europa. La persona che vi sta alle calcagna e che in questo momento sicuramente vi sta cercando la chiamano "la Cacciatrice". Lei ha ucciso gli scienziati nella folla davanti alla Royal Society, e lei ha ucciso... Emily. Non so chi sia, ma so che sopravvivere a lei è un miracolo, e lei dottore oggi è stato miracolato.

- Perché uccidere quegli scienziati? Non c'entravano nulla con la mia scoperta!

- Perché so che Moira ha una lista di scienziati che desidera morti. Non so quale sia il motivo, ma so che la Cacciatrice ha ricevuto questo incarico, e non si fermerà sino a quando non avrà ucciso tutte le persone segnate. Ora dobbiamo nascondere la fiala, venga!

Lena condusse Winston nella camera da letto, e gli mostrò un'apertura nel muro nascosta dietro un quadro.

- Non mi sembra il nascondiglio migliore, insomma magari sanno chi sei, e sanno dove vivi.

- Questa non è casa mia dottore, il proprietario è morto qualche mese fa di infarto, ma non lo sa nessuno. Era un uomo senza familiari che avevo iniziato a seguire. Appena è morto ho fatto seppellire il cadavere da una persona fidata, e nessuno viene a controllare. Le bollette le pago regolarmente, nessun motivo per controllare l'abitazione.

- Speriamo sia così sicuro qui allora - disse Winston togliendo dalla giacca la capsula metallica contenente la fiala e inserendola nell'apertura nel muro.

- Mi dispiace se prima ti ho puntato la pistola, potrai immaginare che in questo momento sono parecchio teso e confuso. Al momento ho difficoltà a inquadrare la situazione, e insomma una sconosciuta che sembra sapere tutto di me mi mette in agitazione.

- Non si preoccupi, posso capirla. Ora lei deve sparire per qualche mese dottore, cerchi di far sapere che è partito lontano da qui, in modo tale da allontanare la Cacciatrice. Questa è casa sua da questo momento.

Winston non sapeva che dire, rimase a guardare la ragazza uscire dalla porta.

 

Gabriel era subito stato sbattuto in una cella della centrale della polizia, le sue armi erano state sequestrate. Senza quelle due pistole si sentiva nudo e inutile.

- Fatemi uscire! Avanti! - gridava battendo le mani sulle sbarre – Ho bisogno di sparare, di uccidere! Non ce la faccio a stare chiuso qui!

Non sapendo cosa fare provò a distendersi e a chiudere gli occhi, ma dopo un numero indefinito di minuti si svegliò di scatto sentendo un rumore nella cella. Il cancello era aperto. Lentamente si affacciò, vedendo altre celle aperte e detenuti spaesati che giravano per la centrale. I poliziotti erano tutti morti a terra o accasciati sulla scrivania sulla propria pozza di sangue. Di fronte alla sua cella Gabriel vide poggiate su un tavolo le sue pistole.

- Non ci provare! - gridò a un detenuto che si stava avvicinando per portarsele via.

Uscirono dalla centrale, e in un palo di fronte alla centrale vi era impiccato il capo della polizia. Dietro di lui un grande disegno sul muro era illuminato da delle candele posizionate sul marciapiede: una vedova nera.

- Ah! Lei era qui! Unitevi a noi fratelli, per Talon! - gridò Gabriel puntando al cielo le pistole, sotto la grande luna bianca, futuro dell'umanità. Assieme a quei tre detenuti, Gabriel si mise subito alla ricerca di Winston. Era stato pagato per ucciderlo, e avrebbe ricevuto il resto della paga a fine lavoro. Sapeva che la Cacciatrice avrebbe vegliato su di lui. Sempre.

   
 
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