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Autore: Calipso19    27/11/2017    0 recensioni
Un viaggio infinito che racconta l'ormai leggenda di un mito troppo grande per una vita sola. Una storia vissuta sulle ali della musica, respinta dalla razionalità umana, colpevole solo d'essere troppo anomala in una civiltà che si dirige alla deriva. La rivisitazione di un esempio da seguire.
( Capitolo 4 modificato in data 14 marzo 2016)
Dalla storia:
- Sono cambiate tantissime cose da quando guardavamo le stelle nel guardino a Gary.
- E ne cambieranno altrettante Mike. Se fra quarant'anni saremo ancora insieme te ne accorgerai.
Insieme.
Michael ripetè nella mente quella parola più volte, come una lezione da imparare, e concluse quel bellissimo quadro con un sorriso.
- Certo che saremo ancora insieme, non dire sciocchezze.
- Ci credi davvero Michael? - lei lo guardò con occhi seri e sinceri. - Le persone attorno a te arrivano e se ne vanno come niente.
- Certo che lo credo, anche se non so dirti in che modo. E dovresti crederci anche tu Jackie, avere un po’ più di fiducia.
Abbassò gli occhi per vedere le proprie mani cingere la vita di Jackie, scorse una piccola macchia di pelle bianca sul polso.
Chissà quanto ancora si sarebbe allargata.
Tutto cambiava, senza sosta.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Jackson, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Sii te stesso, tutto il resto è già stato preso.

 

 

U.S.A. Los Angeles

Villa Encino, camera da letto di Michael

1983, fine gennaio

 

- Questi li ha preparati Fabiana: sono i suoi biscotti speciali alle nocciole! Ne ho portati un bel pò, così per i prossimi cinema avremo la merenda assicurata!

 

Jackie gli mostrò i  piccoli sacchetti colorati e poi tirò fuori dalla borsa un altro pacco di cartone, sigillato e dal profumo invitante.

 

- Questa invece è la torta al cocco di zia Caterina. E' buonissima! La fa con le uova delle galline della villa e un ingrediente segreto, così dice lei. Ma io non ne so nulla, quindi non chiedermi niente. 

 

Michael fissava con le lacrime agli occhi tutti quei regali dinanzi a lui. Erano tanti, e tutti bellissimi. 

Non sapeva se essere più felice per tutte quelle prelibatezze, o per le attenzioni che stava ricevendo così indistintamente. 

 

- Non so cosa dire.. - mormorò commosso.

 

- Mentre questo - continuò imperterrita Jackie, ignorandolo - E' il mio regalo per te. Natale è passato ma per queste cose non è mai troppo tardi. - E glielo porse, sorridendogli cordialmente. 

 

Michael annusò il pacchetto quadrato, lo rigirò fra le mani e osservò la carta argentata. Poi, con delicatezza sciolse il fiocco e scartò il pacco.

 

- Un cappello! - esclamò eccitato.

 

Jackie rise mentre lui prendeva in mano quel copricapo così elegante e ne ammirava ogni angolazione, tendendolo in alto. Era un fedora nero con una fascia bianca, dal profilo elegante. Morbido al tatto, profumava di un aroma che ricordava l'antico. Ed era bellissimo. 

 

- Ti piace? - chiese Jackie tentando di nascondere l'ansietà. Sebbene conoscesse i gusti del compagno di giochi, aveva sempre dei dubbi sul fatto che i regali gli potessero piacere. 

 

- E' fantastico! - disse lui. - Uno dei più bei regali di Natale che abbia mai ricevuto. 

 

Appoggiò l'indumento sul letto dov'erano accomodati e si alzò, andando a prelevare qualcosa da dentro un armadio.

 

- Questo è il mio, invece. - Le porse una piccola scatolina vellutata, lunga e stretta, dall'intenso colore blu notte. - Non è niente di speciale ma lo sai che non ho la libertà di girare a lungo per i negozi. 

 

Jackie lo guardò amorevolmente e aprì la scatolina. 

Era un fermacapelli dalla lunga punta di ferro lucido, arrotondata quasi fino a formare una spirale. Sull'altra estremità invece vi era un cuore rosso di smalto, liscio e piatto, dai leggeri contorni neri. 

 

- E' bellissimo! - esclamò Jackie, infilandoselo subito fra i capelli. - Sei un tesoro Mike! - e lo abbracciò rapidamente. 

 

Erano ormai tre ore che stavano su quel letto a scambiarsi doni e ad aggiornarsi sule ultime novità. In particolare, Michael aveva un progetto da mostrarle.

 

- Devo farti vedere una cosa che non ho ancora mostrato a nessuno! - annunciò emozionato. 

 

Jackie attese e lui le srotolò davanti una serie di carte e piante, dopo averle prelevate da un cassetto chiuso a chiave. 

 

- Queste - spiegò - sono le bozze di un progetto molto importante. Degli ingegneri e degli architetti lavorano per me a questo proposito. Vedi com'è grande? 

 

- Sembra la pianta di un'abitazione… - osservò Jackie.

 

- Ed è esattamente quello che è - esclamò lui, sorridente. - Questa è Neverland!

 

- Neverland? - ripetè lei, sorpresa e confusa.

 

- Si. E' il luogo dove andrò ad abitare. E' il posto perfetto per me, e lo sto facendo su misura per le mie esigenze. Ne ho la possibilità, e voglio farlo.

 

- Cioè.. ti farai costruire una casa esattamente come vuoi tu? - domandò Jackie, sempre più sorpresa. 

 

- Esatto. Non è magnifico? 

 

- E' strabiliante. Ma ne hai già parlato con Katherine? - Lo sguardo di Michael si rabbuiò.

 

- No - rispose - Ti ho detto che non ne ho ancora parlato con nessuno. Ovviamente glielo dirò presto, perché tra poco non sarà più un segreto, e darò il via alle costruzioni. E' già pronto tutto.

 

- Splendido! - esclamò Jackie. - E dove sarà questa casa?

 

Lui le spiegò l'indirizzo. - Sarà una grande villa con un grande parco, esattamente come la tua casa in Italia. A proposito, come stanno i tuoi familiari? 

 

Jackie gli raccontò per filo e per segno la sua avventura in Spagna e lui la aggiornò sulle loro vicende lavorative: tutti i videoclip erano stati girati, le riprese erano pressoché perfette.

E sopratutto… l'album aveva avuto un successo strabiliante!

 

In quell'arco di tempo le vendite di Thriller erano salite di giorno in giorno, fino alle stelle. Ormai tutti conoscevano Billie Jean, Beat It e tutte le altre, e nei negozi di musica non si parlava d'altro. L'album e il suo autore erano così popolari che tutte le altre icone della musica sembravano temporaneamente scomparse. 

Il sogno di Michael si era realizzato, e lui era commosso e fiero del suo risultato. Si era fatto valere, e si sentiva al settimo cielo: finalmente la sua fatica aveva avuto il successo che meritava. 

Parlò a Jackie di quelle emozioni, e di quella immensa felicità, volendola condividere con lei, l'unica disposta ad ascoltarlo e capirlo, e la sola a sapere cosa dire in quel momento speciale. 

 

- Sapevo che ce l'avresti fatta. - commentò solamente quando lui ebbe terminato di parlarle. 

Non avrebbe potuto dire frase migliore. Commosso, lui l'abbracciò e quella sera cenarono assieme a tutta la famiglia Jackson e Quincy per festeggiare il successo di Michael. 

Alla fine della serata, lui e Jackie uscirono sul balcone per prendere un pò d'aria. 

 

- E adesso che si fa? - domandò subito lei. 

 

Thriller era il top, Michael aveva raggiunto il suo scopo. Cosa sarebbe successo d'ora in poi? 

 

- Adesso - rispose lui, scandendo bene le parole - Ricominciamo. 

 

E la voglia irrefrenabile di musica e di ripartire immediatamente si accese nei due giovani piccoli artisti, come un potente faro in mezzo all'oceano.

 

---

 

 

U.S.A. Los Angeles

Villa Encino

1983, ormai febbraio

 

Si erano concessi alcuni giorni di riposo trascorsi nella più totale serenità, che passavano fin troppo lentamente per i due giovani. 

E in quei giorni di pace non poteva non accadere qualcosa di strabiliante.

 

Era una gelida mattina. Il cielo era grigio e mille fiocchi di neve cadevano lievemente ricoprendo i parchi e le strade di una spessa coltre ghiacciata. 

Michael e Jackie si trovavano nell'enorme salotto piacevolmente arredato. Lui al piano, lei con una rivista musicale in grembo. Sfogliando gli articoli distrattamente, il suo occhio cadde su un piccolo riquadro in alto della seconda pagina, interamente dedicato al compleanno di una casa discografica che lei ben conosceva. Il nome stampato di quella che considerava il suo primo attimo, il punto di partenza, la fece sorridere. 

 

- E così.. la Motown compie ben 25 anni! - pensò ad alta voce. 

 

Michael non la sentì: era fin troppo preso dalla melodia che stava creando in quel momento, che non l'ascoltò neppure. Rapito da chissà quale magia, continuava a battere le dita sui tasti bianchi con forza crescente, e con una passione così travolgente da costringere chiunque lo vedesse a guardarlo con ammirazione. 

Jackie era l'unica presente in quella stanza, ed era già persa ad osservarlo in quello stato di profonda concentrazione. 

Si sentì travolgere dall'affetto che provava per lui e le venne voglia di alzarsi e abbracciarlo.

Tuttavia si trattenne per non interrompere la magia che quel ragazzo stava creando.

Michael era la sua vita. 

Accanto a lui sentiva di poter superare qualsiasi difficoltà. Lui le dava forza, sapeva come farla sorridere e con lui si sentiva amata, protetta e mai sola.

 

Un timido bussare interruppe i suoi pensieri. 

Cassandra, la cameriera più giovane che lavorava alla villa, attendeva dietro la porta a vetri l'ordine di entrare. 

Michael, disturbato da quel suono che aveva spezzato la sua armonia, smise bruscamente di suonare e aprì gli occhi. Era tornato fra gli umani.

Il suo sguardo non era adirato, ma tranquillo. Lui si arrabbiava raramente. 

Fece un cenno, e la ragazza entrò.

 

- Dimmi Cas - disse amichevolmente. 

 

- Michael, c'è una chiamata in linea per te. - rispose lei, dandogli del "tu", sotto richiesta del ragazzo, con una certa fatica. 

 

- Grazie! Torno subito Jackie! - e sparì, camminando a grandi passi ma senza fretta, rivolgendo un sorriso a entrambe, accompagnato dalla cameriera.

 

- Allora, chi è che mi sta chiamando? - chiese a Cassandra una volta uscito dalla stanza.

 

- Berry Gordy. 

 

E lui si precipitò, praticamente, al telefono. 

Jackie rimase sola, con in testa ancora quello a cui stava pensando prima. 

Non era nemmeno passato un minuto che Michael ritornò, con una strana espressione in viso.

 

- Allora.. buone notizie? - gli venne incontro Jackie.

 

Lui rimase un attimo in silenzio con lo sguardo perso nel vuoto. I suoi occhi erano velati da ombra di sorpresa, e lei lo guardò perplessa. 

 

- Michael? C'è qualche problema? - Lui la guardò stralunato.

 

- Non ci crederai mai.

 

- Cosa?

 

- Era Berry. Berry Gordy. La Motown compie 25 anni e lui si sta preparando a festeggiare l'evento organizzando un grande spettacolo dove si esibiranno tutti gli artisti che rappresentano la casa discografica. 

 

- Magnifico! Quindi ci sarà anche Diana Ross!!

 

- Non solo. Pare che.. che ci saranno anche i Jackson 5. 

 

- Cioè.. vi ha proposto di cantare tutti insieme come ai vecchi tempi? 

 

- Esattamente. 

 

- E tu hai accettato vero?

 

- Sta aspettando la conferma. 

 

- Che? Perché non hai accettato subito?

 

Lui non rispose subito. Rimase a guardarla pensieroso, e lei capì.

Michael e Jackie rimasero a guardarsi per un pò, poi lui capì che lei stava cercando di dirgli qualcosa con lo sguardo, e cominciò a fissarla. Infastidita da tal gesto, lei socchiuse gli occhi e lo fissò ancor più intensamente di quanto stava facendo lui. Poi, Michael cedette.

 

- Oh cielo! Che un fulmine mi colpisca se tu non hai capito quello che mi sta passando per la testa! - esclamò, intuendo che Jackie era riuscita, ancora una volta, a leggere fino alla radice dei suoi pensieri.

 

- So che accetterai solamente se Berry Gordy ti permetterà di ballare Billie Jean in un'esibizione solista. Ho ragione?

 

- Si. Ma come hai fatto a capirlo? Leggi nel pensiero?

 

- Non credo. Ma ti conosco da anni. Lo trovo prevedibile, e mi sembra normale che tu voglia esprimere la tua arte al di fuori dei Jackson 5. L'hai già fatto con gli album, adesso è ora di farlo anche su un palco. 

 

Michael sorrise. Era incredibile. 

Non aveva bisogno di sprecare troppe parole per farsi capire: Jackie intuiva tutto. 

 

- Non sono sicuro di volerci andare… - disse, rabbuiandosi di nuovo.

 

- Perché no? - esclamò lei, sorpresa. - E' la tua occasione per mostrare veramente quanto vale la tua danza! 

 

- Non so perchè non ne sono sicuro! Inoltre, io non lavoro più con la Motown ormai, e portare allo spettacolo una canzone di un'altra casa discografica… insomma, non mi pare proprio il caso!

 

- Ma Michael, questa canzone non appartiene a una casa discografica. E' tua! E come tale hai tutto il diritto di presentarla a ogni tua apparizione! 

 

Jackie si era scaldata. 

Aveva intuito che quella era l'occasione buona per mostrare a tutti le magnifiche doti di Michael. Era un ballerino magnifico, oltre che un cantante eccellente, e la sua bravura non poteva rimanere nascosta ancora a lungo. 

Davanti alla sua determinazione, Michael cominciò a convincersi. 

 

- E non solo la porterai! - continuò lei, imperterrita. - Ma la canterai e la ballerai con tale passione che nessuno saprà resisterti! E talmente bene che non si parlerà d'altro per giorni! Sarà la tua occasione per dimostrare a tutti il frutto del tuo lavoro. Non è questo che vuoi? 

 

- Si che lo voglio. - rispose lui. - E sia. Lo farò. 

 

  
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