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Autore: S_Austen    27/11/2017    4 recensioni
Quando Edward scappa da Forks, dopo il primo incontro con Bella, si trova sulla via per l'Alaska, quando incontra un'anziana donna dai poteri sopranaturali che gli rivela il suo destino. Bella si ritroverà a far fronte ad un amore che non è in grado di capire mentre Edward farà di tutto per ottenere ciò che la maga predisse per lui.
***
– Oh, tu lo vuoi sapere, ma hai troppa paura di ciò che ti attende… ma non temere Creatura Oscura ciò che ti aspetta è un premio per il tuo agire. –
– Per il mio agire? Io ho ucciso! Sono un mostro che si è sporcato le mani di sangue! – risposi aspramente.
– Sangue di mostri ben peggiori di te. Puoi forse biasimare il leone che uccide l’agnello per cibarsene? Puoi rimproverare la civetta per aver divorato le interiora del topo o il lupo per aver saziato il suo branco col cervo? Tu come loro segui la tua natura di predatore e non puoi farne a meno. Ma dopo aver assaggiato il sublime nettare della vita sei stato in grado di rinunciarvi. Tu sei degno del dono che il destino ha in serbo per te, devi solo essere in grado di coglierlo. –
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight, Contesto generale/vago
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Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso.
Per evitarlo cambi l’andatura. E il vento cambia andatura, per seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi
al tuo passo.

Questo si ripete infinite volte, come una danza sinistra con il dio della morte prima dell’alba.
Perché quel vento non è qualcosa che è arrivato da lontano, indipendente da te. È qualcosa che hai dentro.
Quel vento sei tu.
Perciò l’unica cosa che puoi fare è entrarci, in quel vento, camminando dritto, e chiudendo forte gli occhi per non far entrare la sabbia.

- Haruki Murakami

 

FUTURO

 

Correvo. Correvo come non avevo mai corso nella mia esistenza, non mi fermavo, non avevo il coraggio di arrestare le mie gambe che instancabilmente continuavano a muoversi ad una velocità inconcepibile per un essere umano. Dovevo andarmene o avrei perso il controllo.
Quella ragazza…
Mi pareva di sentire l’odore del suo sangue persino da li, nel bel mezzo delle foreste Canadesi.
E poi quella mente muta. Chi diavolo era quella ragazza dalla mente impenetrabile e dal sangue dolcissimo?
La odiavo.
Per colpa sua stavo per perdere tutto, stavo per tornare ai tempi bui in cui lasciavo libera la mia brutalità come fossi un’animale.
Mi ci sarebbero voluti pochi istanti per uccidere i miei compagni di classe e infine spezzare il collo alla ragazza, conficcandole i denti in quel punto in cui il sangue pulsava sotto il sottile strato della sua pelle bianchissima.
Stavo impazzendo.
Stavo scappando da quella ragazza.
Dio, che patetico!
Ero un a tale bestia che pure una semplice ragazzina mi faceva perdere il controllo.
Chi odiavo di più? Lei o me stesso?
E poi quella mente silenziosa…
Avevo tentato in ogni modo a permeare nella strana mente della ragazza ma era stato tutto inutile.
Vieni da me.
Mi bloccai, immobile come una statua.
Vieni da me, Creatura della Notte.” quella voce flebile come un sospiro soffito nella mia mente, una voce di donna, antica come la foresta. Per qualche istanti considerai di essere davvero impazzito (se fosse plausibile che un vampiro impazzisca) e che quella voce me la stessi solo immaginando.
Eppure quella non era una vera voce, quelli erano pensieri e mi stavano chiamando.
Annusai l’aria ma non percepii odore di altri delle mia specie nelle vicinanze, solo un distante odore di legna bruciate ed erbe medicinali proveniva dal profondo della foresta, a qualche chilometro di distanza da me.
Vieni da me.
Scattai in direzione della traccia d’odore seguendola fino a trovarmi di fronte ad una catapecchia che se non fosse stato per il pungente odore di zuppa e il fumo che usciva dal camino avrei pensato che fosse abbandonata.
Al suo interno un cuore pulsava ad un ritmo quasi pigro.
Entra Creatura della Notte.”
Titubai per qualche istante. Come faceva a sapere che ero li? Ero assolutamente certo di non aver fatto alcun rumore arrivando alla casupola.
Aprii lentamente la porta che cigolò sui cardini mentre la spalancavo a velocità umana per non spaventare la strana creatura al suo interno.
Avanzai nell’unica piccola e sporca stanza impregnata da odori acidi e fastidiosi, sicuramente se fossi stato umano avrei lacrimato a quella puzza.
I miei occhi corsero alla piccola anziana china su un calderone ricolmo di zuppa di solo-Dio-sa-cosa. La vecchia si voltò a guardarmi con sguardo grave, analizzandomi da capo a piedi, infine fece un brusco segno d’assenso sedendosi di peso su uno sgabello accanto al camino.
L’anziana era evidentemente una nativa, lo si capiva dai tratti marcati del volto e dalla pelle olivastra sebbene fosse molto emaciata, i lunghi capelli raccolti una treccia erano di un bianco candidissimo a contrasto con la pelle scura e gli occhi dal taglio orientale erano incredibilmente vivi per una donna della sua età ed esprimevano un’austerità e un senso di rispetto sorprendenti.
– Ti stavo aspettando. – disse con una voce profonda e dall’accento marcato.
– Chi sei? – quale essere umano poteva essere a conoscenza della mia capacità di leggere il pensiero, come poteva sapere quella vecchia umana che stavo passando di li e che l’avrei sentita. Ma prima di tutto, lei mi aveva chiamato “Creatura della Notte” il che significava che conosceva la mia natura. Come diavolo aveva fatto?
– Non è importante chi sono io, è importante cosa stai facendo tu. –
Aggrottai le sopracciglia – Cosa sto facendo io? –
– Stai scappando. –
Inspirai bruscamente, diventando rigido come la pietra. Come faceva a sapere? – Come fai a saperlo? –
– Io so tutto. – disse come se ciò spiegasse tutto.
– Sei un essere umano? –
– Cosa ti sembro? –
– Sei umana… però … –
– Però non comprendi come io faccia a conoscere la tua natura, la tua capacità di sentire le menti e che ora stai scappando da una piccola umana dagli occhi scuri. –
Annuii circospetto cercando di sondare la mente priva di schemi ed ordine dell’anziana.
– Ebbene, Figlio delle Tenebre, io sono una Veggente, ma non confondermi con la tua sorella Oscura sensibile ai cambiamenti del destino. Io vedo l’Oltre, io conosco presente, passato e futuro e ti ho condotto qui per rivelarti il tuo. –
– E se io non volessi conscerlo? –
Le grinzose labbra della donna si tesero in uno sdentato sorriso di scherno.
– Oh, tu lo vuoi sapere, ma hai troppa paura di ciò che ti attende… ma non temere Creatura Oscura ciò che ti aspetta è un premio per il tuo agire. –
– Per il mio agire? Io ho ucciso! Sono un mostro che si è sporcato le mani di sangue! – risposi aspramente.
– Sangue di mostri ben peggiori di te. Puoi forse biasimare il leone che uccide l’agnello per cibarsene? Puoi rimproverare la civetta per aver divorato le interiora del topo o il lupo per aver saziato il suo branco col cervo? Tu come loro segui la tua natura di predatore e non puoi farne a meno. Ma dopo aver assaggiato il sublime nettare della vita sei stato in grado di rinunciarvi. Tu sei degno del dono che il destino ha in serbo per te, devi solo essere in grado di coglierlo. –
Rimasi immobile, mille pensieri mi turbinavano nella mente mentre riflettevo sulle sue parole.
Infine annuii con un gesto deciso.
– Accetto, di che si tratta? –
La vecchia sorrise sorniona mostrando una bocca sdentata, poi alzò il capo al cielo, gli occhi rovesciati e i palmi delle mani verso l’alto, la sua bocca si spalancò emettendo un lugubre ed inquietante suono di un risucchio gutturale, il suo battito cardiaco alle stelle.
Improvvisamente la sua mente esplose nella mia in un uragano incontrollabile di immagini e sensazioni che non ero in grado di comprendere e dare ordinee che per un lungo istante mi tramortirono.
Non mi ero neppure reso conto di aver serrato gli occhi nel disperato tentativo di proteggermi da quelle immagini mentali che vorticavano furiose, ma quando li riaprii non ero più all’interno della capanna.
Mi trovavo sul retro di Villa Cullen, la sera era ormai calata, ma l’ambiente era luminoso e colorato. Una piccola orchestra suonava piacevoli musiche da intrattenimento mentre varie persone in abiti eleganti ballavano, ridevano e mangiavano nel prato decorato da romantiche luci e fiori che profumavano l’aria estiva. In mezzo alla piccola falla danzante c’era una donna con un lungo abito bianco da sposa che dondolava impacciata con un ragagazzo coi capelli biondicci.
L’ho già visto da qualche parte? Forse a scuola…
Mi feci largo tra le persone e solo allora mi resi conto di indossare uno smoking mentre mi avvicinavo alla splendida figura in bianco. Battei gentilmente sulla spalla al ragazzo.
Mi pare che abbia un nome dozzinale che inizia per M… tipo Marc o Mike…
Lui mi squardò con sguardo truce e rammaricato mentre con un sorriso prendevo con gentilezza la mano della bellissima ragazza conducendola con me.
Alle mie spalle potei sentire il borbottio mentale risentito di quel ragazzo dall’aria banale “Stupido Cullen… cosa ci avrà visto Bella in lui? Immagino che sia attraente… è così attraente che risulta inquietante quel Cullen, non è normale… non se la merita. Lei è stupenda e lui è una specie di mostro … secondo me se l’è portata a letto e l’ha messa incinta, ecco perché si sposano così presto, se no Bella non lo arebbe mai sposato ne sono sicuro… guardalo, è troppo inquietante!” quegli squallidi pensieri mi fecere prudere le mani per il desiderio di dargli un pugno, ma poi presero una piega diversa e, se possibile, ancora più irritante “Però me la porterei a letto anch’io. È stupenda questa sera… chi sa se sotto l’abito da sposa porta qualche intimo sexy per la prima notte di nozze… esiste la lingerie da sposa? Vorrei vedere Bella con addosso uno di quei completini intimi sexy… le farei di tutto!”
Mi costrinsi ad escluderlo dalla mia mente mentre si immaginava Bella in pose provocanti assolutamente inadeguate.
Repressi un ringhio per la frustrazione di non potergli mettere le mani addosso a quello schifoso.
Mike ancora non ti va giù, eh? –
La sua risatina divertità attirò la mia attenzione sulla donna che stringevo tra le braccia e per un istante mi si bloccò il respiro.
Era lei, la ragazza dalla mente muta… ed era bellissima. E non solo per il capolavoro di make up, vestito e acconciatura che sicuramente le mie sorelle avevano fatto su di lei, ma era lei ad essere stupenda. Quegli occhi color cioccolato profondi come un’abisso che mi guardavano con un amore che mi scaldò l’animo, quelle labbra carnose, il labbro inferiore più sporgente di quello superiore dando alla sua bocca a cuore un delizioso broncio, la sua pelle perfetta liscia e bianca come l’alabastro, il volto a cuore perfettamente disegnato incorniciato da una cascata di capelli color del mogano. La mia super vista poteva anche percepire tutti quei piccoli difetti umani che la caratterizzavano, ma ai miei occhi lei era un capolavoro di sublime bellezza.
Come diavolo avevo fatto il primo giorno di scuola a non accorgermene subito di quanto fosse bella? Com’era possibile che fossi concentrato solo sull’odore del suo sangue se la sua innata bellezza era così evidente e mille volte più attraente?
Ghignai sforzandomi di mettere da parte quelle riflessioni che ora mi turbavano – Non quando mi tocca adcoltare i suoi pensieri. Gli è andata bene che non l’ho cacciato via. O peggio.–
Ad esempio avrei potuto letteralmente cacciarlo.
Eh, si. – rispose con n mezzo sorriso alzando gli occhi al ciele, divertita dalla mia reazione. Credava che esagerassi a parlare così.
Non sei ancora riuscita a vedere come stai? –
Uhm, no, direi di no. Perché? – pereva imbarazzata e sinceramente perplessa alla mia domanda. Davvero non si rendeva conto i quanto fosse bella? Qualsiasi altra ragazza si sarebbe fiondata allo specchio per ammirarsi… ma lei no, a lei non importava come appariva.
Perchè forse non ti sei ancora resa conto che questa sera sei di una bellezza mozzafiato. Non mi sorprende che Mike fatichi a trattenere pensieri impuri su una donna sposata. E m’infastidisce molto che Alice non abbia fatto in modo da costringerti a passare davanti allo specchio. –
Il suo viso s’imporporò lievemente alle mie parole e fece vagarò lo sguardo imbarazzata mentre ridacchiava – La tua è un’opinione di parte, lo sai. –
Non voleva credermi quando le dicevo che era bellima? Beh non avrebbe potuto negare la realtà.
Senza dire niente la feci voltare verso la grande vetrata della Villa che dava sul retro del giardino.
Ci specchiammo nel vetro e ciò che vidi mi sconvolse.
La natura di noi vampiri è statica dal momento della nostra trasformazione ma quando avviene un cambiamento nella nostra vita questo era potente ed irrefrenabile. L’avevo visto succedere varie volte con Esme e Carlisle, Rose e Emmet e Alice e Jasper, ed ora toccava a me.
Mi sentii sfuotato, smontato e distrutto e un istante dopo mi sentii come se mi ricomponessero in una nuova e viva forma. Nei pochi istanti che impiegai a focalizzare le figure mia e di Bella uniti in una abbraccio cambiai, ero sempre lo stesso e al contempo ero un nuovo Edward.
I miei occhi corsero con avidità alla meravigliosa immagine di io e lei così vicini, stretti in quell’abbraccio fatto di tenerezza e complicità.
Io e lei, così perfetti insieme che quasi non riuscivo a concepire di vederci fisicamente separati. Guardai i suoi occhi attraverso il riflesso e vidi l’eco dell’emozione che mi stava facendo esplodere il petto.
Accostai la mia testa alla sua sfiorandole con le labbra i capelli mentre la guardavo con adorazione.
Mr e Mrs Cullen
Di parte, dici? –
Come se un avessi ricevuto un potentissimo pugno nello stomaco tutto divenne nero e un dolore atroce mi annebbiò la mente facendomi sputare fuori tutta l’aria che avevo nei polmoni. Rimasi sospeso in uno spazio nero indefinito per istanti interminabili. Non sapevo cosa stava succedendo e quanto tempo rimasi in quello stato di semi incoscienza mentre il mio cervello andava nel panico.
Poi cominciai a sentire… qualcosa…
Sentivo calore tutto attorno a me e un intenso profumo di qualcosa che non riuscivo bene a definire, una strana frenesia cominciò ad a gitare il mio corpo mentre il mio respiro diventava inutilmente affannoso. Sentivo il bisogno di qualcosa… ma in quel vuoto nero dell’incoscienza non riuscivo ad afferrare di cosa avessi bisogno. E più il tempo passava più il mio corpo si agitava e più il calore diventava quasi insopportabile.Con un immenso sforzo riuscii ad aprire gli occhi ed il mondo parve capovolgersi.
Ero senza fiato e non per l’essere appena riemenrso da uno stato di incoscienza che mai mi era capitato, ma per ciò che vidi davanti a me, o meglio, sotto di me.
Isabella, nuda e bellissima mentre facevamo l’amore lentamente con una dolcezza disarmante.
Le sue fragili braccia mi stringevano a lei con tutta la loro forza, unendoci senza barriere e senza timore mentre pronunciava il mio nome più e più volte mentre il piacere cresceva in noi.
Non sentivo il desiderio di ucciderla, era totalmente alla mia mercè e l’ultimo dei miei pensiero era la mia gola bruciante, troppo perso in quel desiderio, in quel piacere, in quell’amore per pensare qualsiasi altra cosa che non fosse lei.
Volevo stringerla di più per imprimere il calore del suo corpo morbido e caldo nella mia pelle gelida, volevo toccarla con più passione per regalarle tutto il piacere che potevo darle e possedere ogni singolo centimetro del suo corpo meraviglioso, volevo soffocare i suoi gemiti che mi facevano impazzire con un bacio lussurioso… ma non potevo, trattenendomi a stento dal non farle del male. – Ti amo … Dio quanto ti amo Bella – stentai a riconoscere la mia voce mentre pronunciavo quelle parole con un ringhio di pura estasi.
Il piacere crebbe dentro di me e mentre stavo per raggiungere l’apice lei spalancò gli occhi.
Oh Edward … –
Dio quanto era bella!
E pure mentre l’istinto di annegare in quel piacere sublime prendeva il sopravvento non potei non notare quanto fosse bella così dolcemente abbandonata a me, nel più intimo degli abbracci, godendo per me con la pelle accaldata e così eccitantemente in preda al piacere.
E mentre i suoi occhi scuri mi perforavano l’anima infondendomi tutto quell’amore che non sentivo di meritare ma che egoisticamente desideravo come l’aria venemmo entrambi.
Mi costrinsi a stare immobile mentre l’istinto di prenderla con forza per godere appieno del piacere che pervadeva il mio corpo si faceva potente irrigidendo i miei muscoli e dovetti piantare i denti in un cuscino per riuscire a trattenere il ruggito di passione che solo lei era in grado di provacare.
Riemersi da quella scena ansimando come un’umano che riemerge dopo essere stato sott’acqua per troppo tempo.
Cos’era quello?
Io e lei…
No, era semplicemente impossibile che io riuscissi a toccarla senza ucciderla, mi sarebbe bastata una carezza per romperle il cranio, non mi sarei azzardato neppure a sfiorarla. Eppure in quella visione io e lei stavamo facendo l’amore, ricordavo ancora in modo tangibile la sensazione della sua pelle sulla mia, le sue braccia e le sue cosce che mi stringevano, i nostri baci, le mie mani che vagavano frenetiche sul suo corpo. Com’era possibile che riuscissi a toccarla senza farle del male? Com’era possibile che riuscissi a stare così vicino a lei senza provare l’irrefrenabile desiderio di ucciderla? Nella visione avevo percepito chiaramente il bruciare della mia gola, il fiotto di veleno che mi inondava la bocca ed i muscoli farsi tesi, pronti all’attacco, eppure lo avevo accettato come un prezzo più che comprensibile per poter stare vicino a lei. Avrei mai avuto il coraggio di mettere a rischio la vita della mia futura sposa per puro egoismo? Quasi risi di me stesso… la mia futura sposa? Avevo visto due visioni su un’improbbile futuro per me e lei e già la consideravo la mia compagna. Con ogni probabilità la vecchia stava in qualche modo assurdo giocando con la mia mente e tutto ciò non solo non era reale ma non lo sarebbe mai stato.
Feci appena in tempo a formulare quell’ultimo pensiero con una profonda nota di delusione che tutto ciò che mi circondava tremò catapultandomi in un’altra visione mille volte più potente delle altre.
Ero dentro ad una piccola casa dalle pareti in pietra e dall’arredamente coldo e familiare, riconobbi il gusto di Esme nella scelta e nella disposizione del mobilio e sorrisi, un camino riscaldava il piccolo salotto. Mi sedetti su uno dei divani e presi distrattamente il libro che era poggiato sul tavolino li di fronte.
Ragione e sentimento? Qualcuno doveva essere appassionato di romanzi classici.
Una dolce e chiara come il suo di mille campanelle mi giuse dal corridoio.
Era la voce di Bella, l’avrei riconosciuta ovunque, eppure era diversa …
Sentii i suoi passi aggraziati camminare silenziosamente nel corridoio, lentamente mentre canticchiava tra le labbra una ninna nanna.
Percepii il suono frenetico del suo cuore e aggrottai la fronte, perché il cuore le batteva così forte? Non mi sembrava agitata, eppure i suoi battiti erano come quelli di un uccellino.
Entrò in salotto e mi diede le spalle posizionandosi davanti al fuoco del camino, continuando a canticchiare e oscillando su se stessa.
La guardai, banchettando con gli occhi sulla sua figura slanciata. Era così bella con quell’abito color borgogna e i lunghi capelli scurissimi lasciati sciolti in morbidi boccoli lungo la schiena.
Affamato del suo profumo, forse ancora per il ricordo della visione precedente, presi un gran respiro e mi bloccai.
Quello non era il suo odore.
L’odore che riempiva l’aria era l’odore di Bella… eppure non era il suo. Sentivo ancora la dolce nota di profumo della sua pelle eppure non percepivo più l’odore succulento del suo sangue, coldo e umido.
Invece sentii un altro odore accanto a quello di Bella, un odore buono e dolce che mi ricordava i fiori, sapeva di sangue anche se non rappresentava alcuna attrazione per me.
Bella si voltò lentamente continuando ad ondecciare lievemente e allora capii.
Tra le sue braccia dormiva profondamente una neonatta bellissima. La pelle d’avorio era ara dolcemente arrossata sulle gote, i tratti perfetti ed i ricci capelli ramati che le incorniciavano il visino da infante. Era suo quell’odore dolce di fiori, ed era suo il suono del cuoricino pulsante che sentivo.
Alzai gli occhi stupiti su Bella che mi sorrideva teneramente mentre continuava a cullare la bambina.
Si è addormentata poco fa. – mormorò.
La guardai bene in viso e sentii il mio animo gelare: il suo volto era pallido come il gesso, le ombre sotto agli occhi leggermente più marcate, la sua voce era più alta e melodiosa di prima ed il suo odore ora risvegliava solo un tipo di appetito più piacevole.
Ma furono i suoi occhi a scioccarmi. Il marrone caldo del suo sguardo se ne era andato lasciando posto ad un inquietante rosso sangue.
Vampiro.
Mi alzai esitante e mi avvicinai a lei baciandola teneramente sulle labbra, automaticamente una mia mano andò a posarsi sulla teatina riccioluta della bambina che si agitò un pochino al mio contatto afferrandomi saldamente un dito tenendolo stretto nella sua manina paffuta. Ridacchiai a quella vista, strengendo a me il corpo tiepido di Bella.
Ora che la sua pelle aveva la mia stessa temperatura la sua pelle per me era tiepida e morbida, ma non più fragile, non dovevo più temere di spezzarla con una carezza e mi piacque più del dovuto quella sensazione.
Lei posò il capo sulla mia spalla e la sentii sospirare beata emntre io affondavo il volto tra i suoi folti capelli scuri aspirando il suo profumo che ora non bramavo più come cibo.
Mi sentivo in pace.
Scioccato, ma in pace.
In quel bellissimo sogno avevo una maglie che mi amava, un figlia bellissima e un calore familiare che non avevo mai avuto, neanche quando ero umano, neanche dopo tutti quegli anni di sforzi di Esme per farmi sentire accolto nella famiglia.
Questo era tutto ciò che avovo desiderato e che avrei desiderato per sempre.
Ti amo Edward. – sospirò felice Bella ed io non potei fare a meno di sorridere ancora di più mentre il mio cuore esplodeva di gioia che non credevo che avrei mai avuto.
Ti amo anch’io Bella, più della mia esistenza. –
Sentii uno strappo e qualcosa che mi trascinava all’indietro mentre quell’immagine si cristallizzava attorno a me. Provai a lottare, tantando di aggrapparmi con tutte le mie forze a quella visione idelliaca, ma era come se una fune di acciaio mi stringesse alla vita e inesorbilmente mi rirasse indietro, lontano da quel bellisimo sogno.
Non volevo! Non ero disposto ad andarmene, ne volevo ancora! Volevo ancora illudermi che tutto quell’amore e quella bellezza e felicità fossero veri.
Ma era ormai troppo tardi.
In un attimo mi ritrovai bocchieggiante sul pavimento della rozza casupola della vecchia.
Mi tirai su in un istante, tremante e sconvolto da tutto quello che avevo visto.
Di fronte a me l’anziana signora stava seduta sullo sgabello di fronte al fuoco, l’aria così stanca che temetti che potesse svenire.
– Cos’era quello? – dissi con voce dura.
La vecchia scosse la mano come a scacciare la mia agitazione – Quello è la tua esistenza attraverso il tempo. Puoi chiamarlo futuro se ti piace, o destino … sarai anche un Figlio delle Tenebre ma continui a ragionare come un’umano e gli umani non riescono a concepire il Tempo se non come un’unica linea retta che continua a scorrere scandendo la loro vita, non riuscite a vedere la Verità che si cela dietro ad ogni ticchettio di lancetta e ad ogni alba e tramonto. Siete così irrimediabilmente cechi al mondo… – ora sembrava più parlare a se stessa che a me. Poi scosse la testa con vigore – Comunque sia questo è ciò che ti attende, devi solo saperlo cogliere. –
– Cosa sei? Una specie di strega? Hai giocato con la mia mente per farmi avere quelle illusioni? –
Illusioni. – ripetè sprezzante facendo schioccare la lungua – Io ti ho dato l’onore e l’ònore di vedere la Verità. Non ti devo alcuna spiegazione. –
Scossi la testa tentando di non farmi travolgere dalla speranza, cercando con tutte le mie forze di rimanere fermo sulle mie convinzioni – Non è possibile che quello fosse vero, io non potrei mai avvicinarmi così ad un’umana, la ucciderei… e poi un neonato? Come possono i vampiri non possono genrare figli! – ignorai la stilettata di malinconia che mi colpì il cuore a quelle parole.
L’anziana alzò gli occhi al cielo sbuffando, poi si alzò e si rimise a mescolare la zuppa sul fuoco – Sei proprio un gran testardo! Non è vero che non puoi, la verità è che non vuoi perché sei un codardo che non è disposto a mettersi in gioco per raggiungere la propria felicità se questo significa correre un rischio. E comunque forse due Creature Oscure non potranno generare, ma le donne necessitano di avere il loro ciclo per poter rimanere gravide e le tue sorelle hanno smesso di essere fertili dal momento che sono state trasformate, ma voi uomini siete stati creati dalla Natura così da essere sempre in grado di dare dei figli ad una donna viva. – e con questo mi diede un’occhiata significativa che tentai con tutte le mie forze di escludere dalla mia mente.
– Io … io non … – bocchieggiai guardandomi attorno disorientato.
– Te l’ho già detto zuccone di un vampiro! Tu meriti questa felicità che ti attende, ma ho paura che tu ti sia chiuso troppo in te stesso per rendertene conto quindi ho deciso di aiutarti ad aprirti gli occhi. –
Indietreggiai sconvolto fino a lasciarmi cadere su una seggiola, la mente ancora alle bellissime sensazioni provate in quelle strane visioni – Io non credo sia possibile … – mi presi la testa tra le mani cominciando a passarmi nervosamente le mani tra i capelli.
Volevo crederci, volevo crederci con tutto il mio cuore di pietra. Volevo quella gioia con tutto me stesso, sarei stato disposto a donare la mia intera esistenza dannata pur di avere un solo altro istante di quella gioia infinita, non osavo neanche immaginare cosa sarei stato disposto a fare per poter averla per il resto dell’eternità. Ma al tempo stesso avevo paura che tutto ciò fosse solo una crudele illusione che mi avrebbe consumato per sempre.
E mentre mi logoravo in questi pensieri la donna si batte la mano sulla fronte con un’espressione crucciata.
– Perdincibacco! Lo stavo quasi per dimenticare! – e crse ad un cassetto sul piccolo mobile della dispensa. Frugò per qualche istante e poi annuì solennemente, si voltò verso di me stringendo qualcosa nel pugno.
Aprì il palmo sotto ai miei occhi e per un attimo rimasi confuso.
Era uno splendido anello in oro bianco formato da un ovale tempestato di diamanti.
Da subito non lo riconobbi, poi, come un’eco lontano, il richiamo di un ricordo distante ormai un secolo addietro mi colpì con una ferocia che mi lasciò basito.
L’anello di fidanzamento di mia medre.
– Questo … Come… come lo hai trovato? – dissi sgomento, prendendolo ed esaminandolo con avidità: avere quell’anello tra le mani era come riavere un piccolo pezzo dell’anima della mia defunta madre.
Di lei non ne era rimasto che qualche ricordo sbiadito nella mia mente, i ricordi umani erano così orribilmente deteriorabili pure nella mente sopranaturale di un vampiro ed io non potevo che lasciare andare all’oblio il ricordo del suo dolce viso che decennio dopo decennio si sfocava sempre di più.
Le avevo voluto molto bene, di questo era certo, e lei mi aveva amato con tutto il cuore.
– L’ho trovato ad un mercatino delle pulci molti anni fa. Il rigattiere non aveva idea dell’inestimabile valore di quest’anello e lo stava svendendo come fosse bigiotteria. – mi stava spiegando l’anziana – È stato quest’anello a dirmi dove trovarti e quando, lui mi ha raccontato tutta la sua storia… quest’anello conserva la storia di tutto ciò che era e ciò che sarà e mi ha detto che un giorno sarebbe tornato alla sua famiglia e che l’ultimo erede lo avrebbe messo al dito di una dolce umana che presto sarebbe diventata immortale come lui, per poi un giorno andare alla figlia e così per moltre altre generazioni. –
Non l’ascoltavo più tanto ero immerso nella conteplazione dell’anello.
Edward
Fu come se il vento mi parlasse, sussurrando il mio nome nel suo sibilo tra le fronde della foresta. Ma seppi istintivamente che non era il vento a parlaro o qualche altro strano scherzo della mia mente… ma era l’anello a chiamarmi e nel suo sussurro percepii la voce di mia madre.
Non esitai più: strinsi nella mano l’anello e l’attimo dopo ero già sull’uscio.
– Ti ringrazio, ti ringrazio per l’immenso dono che mi hai fatto oggi: non lo sprecherò, non posso permettermi di perdere un tesoro così grande. Grazie di tutto. – feci per scattare verso il profondo della foresta quando la vecchia mi richiamò.
– Creatura dela Notte aspetta! Ho un’altra cosa per te. –
mi bloccai e la guardai interrogativo.
Lei chiuse gli occhi e un sibilo acuto uscì dalle sue labbra mentre tutto attorno a me si faceva di nuovo buio.
L’oscurità che mi circondava si illuminò di immagini, sempre le stesse in una ripetizione continua sempre più rapida.
Tre vampiri che avanzavano in una radura, una donna dai capelli rossi, un’uomo biondo e un’altro dall’incarnato scuro.
Un branco di enormi lupi radunati in cerchio attorno ad un lupo più grande deglia altri dalla pelliccia rossiccia.
Una sala con tre troni su cui sedevano tre vampiri circondati da altre figure incappucciate nei loro mantelli scarlatti: Volturi.
Tre vampiri avanzavano nella radura.
Un branco di enormi lupi.
La sala del trono dei Volturi.
Tre vampiri.
Licantropi.
Volturi.
Ascolta le mie parole, Creatura delle Tenebre: tre ostacoli ti saranno imposti, tre spade contro l’indifesa umana che tu tanto brami. Si per lei sostegno e forza, non vaccillare, ma sopratutto proteggila dai pericoli che incombono su di lei. La tua forza verrà ricompensata. –
Riemersi, rigido e sconvolto, ancora una volta.
Diedi un’ultmo sguardo alla vecchia che mi guardò di rimando col suo sguardo altero e fiero.
Annuii e lei annuì in risposta.
L’attimo dopo stavo già correndo nella foresta, verso casa, verso Bella.
E mentre correvo la voce dell’anziana donna mi giunse alle orecchie.
– Va da lei, Creature della Notte, lei ha bisogno di te forse quanto tu hai bisogno di lei. –


Ooooooooooookay! Questo è un piccolo esperimento, dal sondaggio che avevo fatto nell'ultimo capitolo di Cuore di Donna vi avevo choesto quale altra storia potessi scrivere e in tante avete votato epr questa! beh io ci ho provato e butto li questo prologo di prova.
che ne pensate? secondo voi è il caso di continuare?
Bacioni e buonanotte a tutte!
S.

  
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