Note
dell’autrice: so di essere in un ritardo pazzesco con l’aggiornamento di
“Stars”, ma il computer si era rotto, portandosi via il mio ultimo capitolo.
Fortuna che me l’ero scritto a mano!! Comunque, or ora lo sto ricopiando
un’altra volta e, per allietare la vostra attesa, ho deciso di pubblicare questa
shot dopo aver visto un bellissimo video sul rapporto tra Legolas e Aragorn (del
quale vi allego prontamente il link da brava bambina quale sono: http://www.youtube.com/watch?v=CwhRhef0WgU).
Bene, direi di cominciare. Buona lettura.
I
WILL CARRY YOU
Minas
Tirith gioisce, Gandalf ti ha appena nominato re degli uomini. Incredibile, dopo
tante peripezie ce l’hai fatta a raggiungere questo obiettivo ed io, da dove mi
trovo con il mio popolo, non posso che essere felice. Quante volte ti ho visto
scoraggiato, abbattuto. Quante volte ho cercato di sostenerti come meglio
potevo, perché è così che funziona tra
mellon (amici), tra gwador
(fratelli).
Ricordi
per esempio quando camminavamo verso il sentiero dei
morti?
Yeah
I know it hurts, Yeah I know you're scared
walking
down the road that leads to who knows where.
Don't
you hang your head don't you give up yet
when
courage starts to disappear I will be right here.
Flashback
I tre
amici cavalcavano verso il regno dei morti, attraversando gole profonde e poco
confortevoli per il passo.
Aragorn
guardava avanti, gli occhi fissi sul percorso da seguire. Legolas cavalcava poco
dietro, osservando con attenzione l’amico, pronto ad offrirgli il suo appoggio
al minimo segnale di bisogno.
Finalmente
arrivarono all’entrata della grotta, sulla quale c’era il messaggio in lingua
elfica che Legolas non esitò a tradurre per il loro amico
nano.
“La
via è chiusa. Fu creata da coloro che sono morti ed i morti la custodiscono. La
via è chiusa.”
Improvvisamente
una folata di vento arrivò dall’ingresso, spaventando e facendo fuggire i
cavalli.
Fu in
quel momento che Legolas vide il ramingo rigido, paralizzato: sapeva di dover
entrare, ma non era ancora del tutto sicuro.
Gli
poggiò allora una mano sulla spalla e, quando Aragorn si voltò, lesse tante cose
in quegli occhi blu oceano che l’avevano accompagnato per tanti
anni:
“Sono
qui con te, non aver paura, anche se la strada ci porta verso l’ignoto, io sono
al tuo fianco. Non piegarti proprio ora alle avversità, non arrenderti.
Resterò
con te.”
Non
c’era bisogno di parole tra i due, non ce n’era mai stato.
Con
un moto di gratitudine il ramingo si voltò verso la grotta e dopo aver
mormorato:
“Io
non temo la morte” entrò nell’antro, seguito immediatamente dal suo
amico.
Quante
altre sfide poi, prima di arrivare qui. Siamo riusciti a convincere i morti,
siamo riusciti a sconfiggere gli archetti sotto Minas Tirith e, con un po’ di
fortuna, anche quelli di Mordor. La sfida più grande però, è avvenuta tra le
quattro mura di una sala di questo palazzo. Ricordi?
Avevi deciso di sfidare Sauron usando il Palantir.
Tutto
sembrava andare bene, finché non ti trovai sotto l’albero
bianco.
When
your world breaks down and the voices tell you turn around.
When
your dreams give out I will carry you, carry you.
When the stars go blind and
the darkness starts to flood your eyes.
When you're falling behind, I will carry
you.
Flashback
Legolas
si avvicinò all’uomo seduto sotto tra le radici dell’albero bianco della città.
Aprì
bocca per dire qualcosa di allegro, ma sentì un sospiro triste uscire dalla
bocca dell’amico. Allora, senza dire nulla, gli si sedette accanto e rimase in
silenzio, aspettando che fosse Aragorn ad aprirsi.
Dopo
un po’, avendo ottenuto solo un altro sospiro, si decise a
chiedere:
“Cosa
ti affligge mellon-nin?”
L’uomo
non rispose subito e, guardando le stelle, disse:
“Ho
combattuto con Sauron.”
Legolas
capì quello che il ramingo intendeva, quindi non rispose, incitandolo
silenziosamente a continuare:
“Poco
prima che il nostro scontro finisse, mi ha mostrato
lei.”
Ci fu
un altro attimo di silenzio e poi proseguì:
“Sta
morendo Legolas.”
L’elfo
sgranò gli occhi. Per
forza il suo amico era afflitto, l’elfa che amava stava lasciando
“Il
potere dell’Anello la sta uccidendo ed io non sono lì con
lei.”
“Sei
dove devi essere Aragorn.” Gli rispose Legolas “Sei qui perché vuoi proteggerla
e salvarla.”
“Beh,
non mi pare che stando qui io la stia aiutando.” Sbottò Aragorn di
rimando.
“Cerca
di stare calmo e di analizzare la situazione.” Gli disse Legolas poggiandogli
una mano su una spalla.
“Sauron
è alle strette giusto? Quindi, magari, sta cercando di abbatterti facendoti
vedere cose che non sono vere.”
“No,
è tutto vero purtroppo, Elrond me l’aveva detto a Dunclivo. Potrebbe essere
morta già adesso.”
Legolas
non seppe cosa dire, poi improvvisamente sussurrò:
“Il
tuo cuore cosa ti dice?”
Aragorn
ci pensò un po’ su, ricordandosi che aveva anche lui fatto quella domanda a
Gandalf al palazzo di Meduseld e ridendo tra sé, un po’ per il ricordo, un po’
perché:
“Mi
dice che è viva.”
“Allora
stai tranquillo e piuttosto pensa a qualcosa da fare per aiutare Frodo a
disfarsi dell’Anello prima che il suo potere distrugga
Arwen.”
“Hai
ragione” rispose Aragorn con una nuova luce ad illuminargli gli occhi.
“Domani
lo attaccheremo fingendoci sicuri di noi, così Frodo avrà più tempo per
disfarsene.”
Disse
questo e si voltò verso Legolas che, nel frattempo, si era rialzato in
piedi:
“Grazie
amico mio, grazie per essere con me.”
“Di
nulla, e ricorda, anche quando il mondo si distruggerà davanti ai tuoi occhi e
ti verrà consigliato di ripercorrere i tuoi passi, anche quando cadrà l’oscurità
più completa, ci sarò io a sostenerti.”
Si
erano messi una mano sulla spalla a vicenda ed erano rientrati nel
palazzo.
Non
credo di averti mai visto così giù come quella notte, ora non ti riconoscerei.
Sei felice, e non sai quanto lo sarai quando verrai qui ed io ti farò vedere chi
c’è dietro questo stendardo elfico.
Ecco,
stai scendendo i gradini, ti avvicini e mi metti la mano sulla spalla, gesto che
io ricambio immediatamente:
“Hannon-le”
mi dici con le labbra.
Io
non rispondo, ma sorrido e ti indico un punto alla mia
destra.
Everybody
cries, Everybody bleeds,
No
one ever said that life’s an easy thing.
That’s
the beauty of it, when you lose your way,
close
your eyes and go to sleep and wake up to another day.
You should know now
that you're not alone.
Take
my heart and we will find, you will find, your way home.
When your dreams
give out I will carry you, carry you.
When
the stars go blind and the darkness starts to flood your eyes.
When you're
falling behind, I will carry you, carry you, I will carry you, carry you, I will
carry you, carry you, I will
Carry you.
Non
sai che gioia nel vederti abbracciare la tua future sposa. Mi unisco al pubblico
che applaude, felice come non mai. In questo tempo abbiamo imparato che la vita
è fatta di pianti e ferite, che non è una cosa semplice, da lasciar
scappare.
Ma è
proprio questa la sua bellezza, anche perché, pur nel dolore, sai che ci sarà
sempre un domani per ricominciare a vivere e sai che, qualunque cosa accada,
finché non lascerai questo mondo per le splendenti Sale di Mandos, io sarò
sempre qui a sostenerti mellon-nin.
FINE
Dedicata
con tutto l’affetto a Lady Morgan
Allora,
vi è piaciuta? Spero di sì.
La
canzone è “I will carry you” di Clay Aiken. Vi consiglio di ascoltarla perché è
bellissima.
Grazie
per aver letto.
Bebbe5