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Autore: Moonlight_Shadow    28/11/2017    1 recensioni
-...Dudley?
-Sì, uhm...Harry?
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dudley Dursley, Ginny Weasley, Harry Potter
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il telefono squilla. Era arrivato come un alquanto stravagante regalo di nozze da parte di suo suocero e, con estrema sorpresa di Harry, si era rivelato essere funzionante quando lo aveva attaccato alla presa della corrente.  Arthur ha ormai preso l'abitudine di usarlo per telefonargli, giusto per il gusto della novità della cosa (sebbene come abbiano installato un apparecchio telefonico alla Tana senza causare alcun incidente sia ancora un mistero per Harry, ed uno del quale non è sicuro di voler conoscere la risposta).

-Pronto?

-Uhm...questo..questo è il numero della residenza dei Potter, sì?

C'è un attimo di silenzio, ed Harry avvicina ulteriormente la cornetta del telefono al proprio orecchio, non completamente sicuro se la voce che ha appena udito appartenga davvero a..lui

-...Dudley?

-Sì, uhm...Harry?

-Dudley -ripete Harry assentemente, voltandosi verso Ginny, la quale lo guarda perplessa, le sopracciglia inarcate con fare interrogativo- Uh..Cristo, Dudley, ciao..come..come hai trovato questo numero?

C'è un altro momento di silenzio, e un breve suono che potrebbe essere un sospiro tanto quanto una breve interruzione della linea

-Sì, ciao, scusami, lo so so probabilmente tu..perdonami, è stata un'idea stupida. Io..uhm, io ho inserito il tuo nome nella casella di ricerca del computer e questo è l'unico risultato che ha dato.

-Oh - esala Harry, ancora cercando di ricomporsi. Dieci minuti prima aveva usato la bacchetta per sparecchiare la tavola dopo cena, si era apprestato a sedersi sulla sua poltrona preferita per leggere alcuni documenti prima di mettere a letto i bambini ed ora..ora, in chissà che modo, si ritrova al telefono con il suo cugino babbano, che non vede da quando..- Come..come stai?

-Bene, sì -risponde Dudley precipitosamente- e tu? 

-Io, uhm, sì, tutto bene..

La conversazione dura più o meno mezz'ora, piena d'esitazioni ed imbarazzo. Alla fine si accordano per un caffè alla fine della settimana, ed Harry fatica a ricordare come siano arrivati a quella decisione, ma dal momento che è stato stabilito è ormai cosa fatta, e non può tirarsi indietro.

*

-Harry..
 
Harry si volta ed alza lo sguardo, trovandosi di fronte una sagoma talmente mastodontica da oscurare la luce del sole
 
-Dudley -dice infine, alzandosi e sperando che il suo viso non rifletta il sentimento di puro orrore che ha provato nel vedere il volto del cugino: per un attimo, gli era sembrato Vernon- È bello vederti.
 
Dudley lo scruta con l'aria di chi sa benissimo che quella è una bugia, ma che è comunque grato della cortesia 
 
-Altrettanto..ti trovo bene..
 
Passano i primi minuti tra convenevoli impacciati e silenzi ancor più imbarazzanti. Tuttavia è..piacevole sarebbe dir troppo, ma non è nemmeno così male alla fine. Harry riesce persino a strappare un sorriso al cugino, immediatamente seguito da un drammatico alzare gli occhi al cielo, quando lo chiama Big D. 
 
-Papà è morto -sussurra Dudley dopo un po', ed Harry sente un brivido gelido scendergli lungo la schiena ed una spiacevole sensazione nello stomaco.
 
-Oh -risponde, non interamente sicuro di come dovrebbe sentirsi a riguardo- Mi dispiace
 
- Sinceramente ne dubito -borbotta Dudley, chino sulla propria tazza di caffè.  
 
Non è un'accusa, tuttavia Harry non riesce a fare a meno di sentirsi come se dovesse giustificarsi. Le parole 'mi hanno rinchiuso in un sottoscala'  gli premono contro le labbra, ma Dudley lo precede
 
-Ci sono un sacco di cose..ripensandoci, guardando indietro.. un sacco di cose -e non è una richiesta di perdono, non proprio almeno- Mi ci è voluto un sacco di tempo per realizzare che c'era qualcosa di sbagliato..troppo tempo.
 
Harry annuisce in risposta, dal momento che anche per lui ci era voluto del tempo per realizzare l'entità di ciò che era accaduto al numero 4 di Privet Drive. Ancora oggi non ama gli spazi ristretti.
 
-Certe cose le capisci però, quando hai dei bambini -continua Dudley, scuotendo la testa- Insomma sono solo bambini, come si può fare cose del genere ad un bambino? Hanno bisogno di te, per ogni cosa.
 
Ed Harry quest'ultima affermazione la capisce eccome: Albus sta diventando grande, Ginny è incinta di nuovo e James ha già sviluppato un talento particolare per cacciarsi nei guai, con o senza magia, ed Harry non ha abbastanza mani per tenere tutto sotto controllo. Però ama questa vita, ed ama loro, ed il solo pensiero che i suoi figli vengano trattati nello stesso modo in cui ricorda di essere stato trattato per i primi undici anni della sua vita gli fa ribollire il sangue nelle vene.
 
-Hai figli? -chiede Dudley titubante
 
-Due, ed un terzo in arrivo -risponde Harry- tu?
 
-Bello. Soltanto una, per ora -gli porge una foto di una bimba dai capelli ricci e la pelle scura, che sorride radiosa all'obbiettivo dalle braccia del papà- Effie. 
 
Sorride tristemente in risposta all'espressione sorpresa di Harry -Papà non era particolarmente contento quando l'ha vista
 
-È bellissima -afferma Harry in risposta, prendendo il proprio portafogli per estrarne le fotografie in movimento e mostrarle al cugino
 
Dudley sussulta leggermente alla vista degli oggetti magici, ma scoppia in una risata fragorosa appena scorge James 
 
-Diamine, è tale e quale a te! Senza occhiali però 
 
- No -risponde Harry, riaggiustandosi i propri sul naso- grazie a Dio ha ereditato gli occhi di sua madre.
 
-A dirti la verità, Harry, c'è una cosa di cui speravo che..potessimo parlare -Dudley sospira- Riguarda Effie..
 
Una volta che ha finito di parlare, Harry vorrebbe solo piegarsi in due dalle risate, perché ovviamente la nipote di Vernon Dursley è una strega, come potrebbe non esserlo. Tuttavia non ride, perché Dudley sta facendo ciò che può per aiutare la sua bambina, e Harry non può fargliene una colpa.
 
*
 
Si tengono in contatto dopo quel caffè. Biglietti d'auguri per Natale, cartoline, regali ai bambini per i loro compleanni. L'anno in cui Effie compie undici anni, lo stesso di James, Harry scrive a Dudley. Per quanto sembri disinvolto, il messaggio è frutto di ore di riflessione, ed è stato cautamente scritto e riscritto più volte, come fosse un ponte destinato a ricongiungere le due sponde di un baratro che altro non è che la conseguenza della loro storia familiare.
 
"Diagon Alley questo weekend, ti va?"
 
La risposta arriva velocemente, un po' troppo velocemente data la velocità standard di Dudley nel destreggiarsi con la tecnologia 
 
"Certo, il primo giro di birre lo paghi tu!   Big D"
 
Sarà dolorosamente strano e imbarazzante, lo è sempre. Ma è qualcosa.
 
 

  
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