Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: ROW99    28/11/2017    0 recensioni
Essere soli è una delle cose più devastanti che possano colpire la vita di una persona, ma spesso la luce è nascosta più vicino di quanto sembri, magari negli occhi di qualcuno di insospettabile!
Dal testo: Non è facile avere amici quando sei troppo intelligente. Sembri sempre troppo alto, troppo lontano per chi vive una vita normale. Minaho non ricorda un periodo della sua vita in cui non sia stato solo. Forse, nei suoi primi ricordi, prima dell’incidente che gli porterà via il padre, vi era una stilla di felicità, ma poi tutto era crollato.
nb: Minaho e Manabe frequentano la Raimon, ma in una sezione diversa dai protagonisti di IE go
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Manabe Jinichirou, Minaho Kazuto
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Just remember to fall in love
There's nothing else
There's nothing else



-Toglietevi di qui! Fatelo respirare!
-Oddio papà! Papà che ha Man!! Papà ho paura!
-Manabe! Manabe mi senti?

In aula un vociare pazzesco. Minaho era seduto in terra, gli occhi sbarrati. Manabe non riprendeva conoscenza...su di lui Shindou, intento a prendergli il polso, mentre Rex piangeva tra le braccia di Endou. Tenma cercava di fare forza all’arancione.
-Dannazione! Cercate subito un dottore! Datevi una mossa! -Shindou urlava in preda all’agitazione. Il dottor Konoe era dovuto scappare poco prima della fine del processo… la sfortuna voleva proprio accanirsi, pensò il castano.
-Min… dai… dai fatti forza… adesso… adesso si sveglia! Vedrai che… adesso si sveglia…. -Tenma non era molto rassicurante, visto come tremava.

Finalmente Minaho si riebbe. Gattonó fino a Shindou e si aggrappó alla sua spalla.
-Shin… Shin… lui… lui è… è…-Scoppiò a piangere come una fontana.
Shindou sussultó e prese le spalle dell’arancione. -Min! Min guardami! Non ti agitare così… non… non è… credimi! È… è la febbre… ha il battito, stai tranquillo… tranquillo. -Abbracció l’amico. -Non piangere… non piangere, ok?

Minaho singhiozzó con violenza. Era confuso e soffriva. -Lo… lo sapevo che avrebbe… che avrebbe fatto una follia! È… è colpa mia! Dovevo… dovevo impedirglielo… dovevo!!
Shindou sospirò. -Min… Min non è colpa tua. Vieni… vuoi tenergli la mano? Vedrai… adesso si sveglia, ok?
Il ragazzo singhiozzó ancora. Prese la mano del lilla e si stupì che fosse calda come al solito. Nei suoi pensieri angosciosi se la figurava fredda come il marmo. Ebbe un fremito di sollievo quando vide che, ovviamente, Manabe respirava. Sotto il capo del lilla era stato piegato un cappotto, e il busto era stato sollevato contro la spalliera di uno dei banchi. Sembrava così sereno… Minaho aveva gli occhi offuscato dalle lacrime, così che non vide quando il lilla, pian piano, aprì i suoi.

-M…Min?
L’arancione si riscosse. -Man! Man sei… sei sveglio! Oddio Man mi hai fatto preoccupare…
Manabe era pallido. I suoi occhi erano lucidi… si sentiva spaventosamente in colpa.
-Min… lo… lo so che mi vorresti picchiare però… però… mi… mi abbracci? Ti voglio… così… bene…

Minaho guardò il suo amico negli occhi per un lunghissimo istante. Non aveva mai notato quanto fossero belli, con quel color pervinca profondo come il mare. Sospirò e lo abbracció tenendolo stretto a sé.
-Anche io ti voglio bene…  ma non farmi mai più uno scherzo del genere!!


Manabe fu fatto sedere e gli fu portato un bicchiere d’acqua e un cornetto. Minaho gli poggió le labbra sulla fronte, gesto che fece arrossire tremendamente il lilla.
-Scusa Man… mamma faceva sempre così per sentire se avevo la febbre!
-O…ok però… insomma dimmelo quando vuoi baciarmi!
Scoppiarono entrambi a ridere. -Senti Man… hai la febbre alta! Che cosa ti è saltato in mente di venire qui? È stata una pazzia! Se lo avessi saputo….
-Se lo avessi saputo mi avresti impedito di farlo, e non saremmo potuti più stare insieme.

La voce calma del lilla aveva colpito Minaho. Poteva dire che avesse torto? La sola prospettiva di perdere la compagnia del suo amico, di dover rinunciare a stare con lui, gli toglieva ogni senso alla vita.
-Io… io lo so però… però… Man potevi… potevi…
-Morire? -Il lilla rise dolcemente. -Sarei morto da eroe no? Pensa che bellezza!

-Man!! Non… non lo dire! Non lo dire mai più!! -Il tono angoscioso del lilla fece sorridere Manabe. Gli fece una carezza.
-Ehi… ehi, scherzavo! Figurati se rischierei di morire… non devi avere paura! Sono svenuto perché qui dentro fa un caldo pazzesco! E poi non ho mangiato nulla… ci facciamo un panino?
Minaho non poté fare a meno di sorridere. Manabe stai facendo di tutto per tranquillizzarlo e sdrammatizzare.

-Va bene… vada per il panino! Poi però dritti in ospedale… tra due, massimo tre giorni ti voglio a casa con me! Sono stufo di stare solo… e poi senza il mio migliore amico chi mi salverà dalla mia cucina tossica? Chi mi aiuterà a trovare i miei libri? Chi mi correrà dietro raccogliendo mutande e calzini? Chi… chi mi terra stretto la notte se faccio… se faccio un brutto sogno? -La voce dell’arancione si ammorbidí di colpo. -Ho… ho paura la notte a volte. Sono proprio un bambino.
-No… sei solo tanto sensibile. Tieni duro… tra poco sarò a casa da te e ti difenderó da qualunque cosa! -Manabe abbracció l’amico. Scoppiarono a ridere insieme.


La faccia dell’infermiera di guardia, quando il lilla rientró, avrebbe meritato un monumento. Manabe ridacchió.
Rientrato in camera si beccó la sua dose esagerata di rimproveri, ma in fondo cosa gliene importava? Ora la vita gli sembrava molto più lieta!
Si stese sul lettino con un sospiro di sollievo. Paradossalmente si sentiva bene. La misurazione della febbre, contro ogni previsione, segnò 37 gradi! Un mezzo miracolo.

-Man… ma… ma hai preso una medicina quando non guardavo? Come è possibile??
-Io… io ti giuro che non ho preso nulla! -Il lilla rideva. -Sei tu la mia medicina.


Quella sera a casa Minaho era davvero di buon umore. Per combattere la solitudine e festeggiare aveva pensato bene di invitare Shindou, Kirino, Tenma e Rex a dormire da lui… unicamente perché la casa era piccola, altrimenti avrebbe invitato l’intera squadra!
Per cena aveva fatto venire una quantità smodata di roba dal miglior ristorante della zona, più una vaschetta di gelato che sarebbe stata adatta per i duecento stile libero.

-Dal momento che non è andata proprio benissimo, ma nemmeno male, vale la pena di pensare positivo e festeggiare! -L’arancione si buttò sul divano con in mano un bicchiere di aranciata. -Da domani dovremo darci da fare… ma stasera si fa festa in onore di Manabe!

Mentre Minaho si interrogava su quale musica mettere per rallegrare la serata, Tenma se la rideva a vedere Rex, tutto felice e sereno, abbracciare stretto stretto il collo di un imbarazzatissimo Shindou.
-Oddio… io… io non ci so fare con i bambini… ma ti piaccio così tanto? -Il castano ridacchió rosso come un peperone.
-Sì… tanto tanto! Piaci ai miei fratelloni… quindi sei buono di sicuro!
Tenma rise mentre Shindou attraversava nuove e più intense gradazioni di rosso carminio.


Mozart invase la sala. Sonata per pianoforte in do minore.
-Ehi! Questa la so suonare! -Shindou rise. -Mi piace Mozart.
-Anche a me… -Minaho si accovacció sul divano stringendo le ginocchia al petto. Il secondo tempo di quella sonata aveva un grosso difetto… lo faceva piangere. Si nascose dietro le proprie gambe.

-E ci credo! Ti doveva assomigliare così tanto! -Il castano passò Rex a Tenma, che iniziò a farlo saltare tra le sue braccia. -Ti devo prestare una delle sue biografie… era proprio come te da certi punti di vista.
L’arancione arrossí. -Ecco… io… la sola differenza è che lui era un genio.
Shindou sorrise. -E perché… tu e Manabe cosa siete?


Minaho non ricordava quanto fosse divertente giocare a scacchi con qualcuno che avesse una mente strategica come quella di Manabe. Dovette riconoscere che Shindou non se la cavava affatto male.
-Ragazzi… che ne dite, dopo ci guardiamo un film? Io sono troppo emozionato per dormire! -Tenma saltellava per la stanza come un bambino.
Minaho rise. -Certo! Questa notte non si dorme!
-Cos… cosa? Ma io ho sonno! -Shindou sbadiglió.
-Suvvia… non fare il guastafeste! Ti preeeeego! -Tenma prese la mano del castano, che sospirò.
-Sigh... e va bene…


Scelsero un film d’azione. Inutile dire che dopo nemmeno un quarto d’ora Shindou dormiva in maniera indegna. Tenma, che teneva in braccio Rex, sbuffava buffamente. Minaho sorrise.
-Eddai Ten… lascialo riposare poverino… -L’arancione aveva delicatamente sistemato un cuscino sotto la testa di Shindou.
-Bhe… dovrei? Anche quando usciamo la sera dopo poco si schianta… i suoi pretendono che vada a letto alle dieci, i suoi orologi biologici sono troppo potenti! -Tenma sospirò. -Chissà come fa Kirino a tenerlo sveglio…

-Credimi Ten, meglio non farsi questa domanda. Meglio non farsela! -Il rosa lo guardó sornione.
Il castano trattenne a stento una risata. -E va bene… vuol dire che lo sveglierò io! Rex scusa un istante…
Il castano si alzò. Minaho si prese il mento tra le dita. -Tenma… cosa hai intenzione di…

Sbam!
Il castano tiró un pestone pazzesco ai piedi nudi di Shindou, che balzò in piedi urlando. Tenma aveva mirato alla delicata zona tra i pollicioni e il cuscinetto delle dita, che Shindou aveva particolarmente sensibile.
Nel giro di due secondi Minaho aveva assistito alla trasformazione malvagia di quello che aveva sempre visto come il suo pacifico, dolce capitano, mentre il pacatissimo Shindou saltellava per la stanza urlando di dolore e tenendosi il piede tra le mani.
-Ahiahiahiahia! Tenma ma che… ahiahi!! Che ti salta in mente… Ahiahiahiahia!! I piedi!! Ahiahia!!!
Il castano rideva. -Forse non ho proprio calibrato bene la forza…
-Ahiahiahiahia!! Ma davvero? Ahiahiahi… i miei poveri piedi!!! Ahiahi!! Che dolore!! Ahiahia!! Che dolore!!!
Kirino, preoccupato, saltò in piedi riuscì a far sedere il suo ragazzo vicino a sé e a prendergli il piede. Immediatamente gli tolse i calzini, gettandoli a terra, e iniziò a esaminargli i piedi nudi. Shindou aveva le dita dei piedi bloccate. Il pestone gli aveva mandato in panne i pollicioni. - Presto!! Portate del ghiaccio!! Tieni duro Shin… ti faccio subito un massaggio! Presto!! Qualcuno porti del ghiaccio per i piedi di Shin!
-oddio sì sì... presto... fai... fai qualcosa...
-Shin! O povero Shin... lasciati andare! Lasciati andare!! -Kirino teneva tra le mani il piede in fiamme del suo ragazzo, disegnandogli profondi cerchi con i pollici sotto i cuscinetti delle dita.
-Ran... gli alluci... i miei poveri alluci...
Minaho, che si sforzava di non ridere e di sembrare serio, tornò con il ghiaccio e si avvicinò al castano che gemeva di sollievo mentre il rosa gli massaggiava dolcemente la pianta del piede cercando di sciogliergli i muscoli. -Ehm… vuoi un bicchiere d'acqua?
-No… voglio una pistola e Tenma legato davanti ad un bel bersaglio rosso! Ahhhh… -Shindou, la fronte sudata, non trattenne un gemito di piacere. -Kirino grazie al cielo ci sei tu... che sollievo!! Ahhhhhhh.... sì... proprio lì... spingi... spingi con i pollici.... fiuuuuu...
Kirino posò dolcemente il ghiaccio sulle piante dei piedi del suo ragazzo. I pollicioni di shindou erano ipersensibili per i suoi allenamenti da regista, e ne trassero un grande sollievo.
-Ahhhhhhh....questa notte dobbiamo parlare di alcune cose che…
-… che è meglio non facciate in casa mia! -Minaho scoppiò a ridere mentre i due ragazzi arrossivano. -Vedete… ho il sonno moooooolto leggero!


-Ma… Min! Se Kirino e Shindou vogliono parlare non vedo perché… -Tenma era perplesso.
-Tenma… sai cosa mi piace di te?
-Ehm… no?
-La tua innocenza! -Minaho saltò addosso all’amico e prese a fargli il solletico.


Per fortuna il ghiaccio unito all'abilità delle mani di Kirino erano riusciti a dare il meritato sollievo al piede di Shindou, il quale, sgranchendo lentamente le dita per sciogliere i muscoli, potè tornare a sedere con l'espressione di chi si era salvato per miracolo. Guardarono un film, poi un altro… fino a crollare tutti e quattro... o forse no?



La mattina seguente,  dopo una buona colazione preparata da Kirino, l’unico che avesse un minimo di capacità ai fornelli, i tre ragazzi si incamminarono insieme per andare a scuola.

Mentre si sorbiva le lentissime ore di lezione previste dall’orario del giorno, Minaho pensava. Quel pomeriggio avrebbe dovuto, insieme a Manabe, iniziare a programmare le loro mosse per le settimane a venire. Non potevano permettersi errori di sorta se volevano che il tribunale confermasse l’emancipazione del lilla.
L’arancione era entusiasta di essere stato scelto dal tribunale per rimanere sempre vicino al suo amico, anche se non lo avrebbe ammesso di fronte a nessuno. Si era reso conto di voler stare con lui… non solo come ospite in attesa di trovare una casa. Ora ne era certo… per lui Manabe era un fratello, e non poteva immaginarsi una vita senza averlo sempre al suo fianco.


-Bene… interroghiamo Minaho Kazuto! -Il professore si alzò in piedi. -Vieni alla lavagna e calcola queste derivate…
-Matematica…- L’arancione pensò a Manabe. -E sia! Manca solo un’ora alla fine delle lezioni… Man, sto arrivando!
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: ROW99