Ehm Ehm, bene bene gente, eccomi qui, vi ricordate di me? Probabilmente no, sono mancata da questo sito per un lunghissimo periodo di tempo, complice la scuola e la mia svogliatezza, ma ora eccomi qua, a scrivere di nuovo sulla mia amata coppia, un’altra volta; ringrazio Clahp per avermi contattato, grazie di cuore, ne sono molto felice!!!

Premetto che questa fic non ha niente di pretenzioso, era soltanto per rinfrescarmi un po’ la mente e svagarmi un po’, spero comunque che possa essere di vostro gradimento, fatemelo sapere con delle recensioni!!!! Besos

 

 

L’elefante marino e la Cornacchia

 

Guardarla per lui ogni volta era qualcosa di magico, osservarla scivolare sul terreno, muovendosi lenta, di una lentezza che gli metteva la calma addosso, oppure vederla muoversi imperterrita, non fermandosi mai e continuare nel suo cammino più testarda che mai, senza che nulla, o quasi, la potesse fermare; ma quello che c’era di più bello era ciò che era e che poteva essere, pura forma, la vedevi scivolare silenziosa, o muoversi con impeto provocando i più gravi danni di questa Terra, e ancora vederla e sentirla vulnerabile fra le sue dita, si decisamente era qualcosa che amava, quella su…

“Che mi stai guardando le tette? Ti ricordo che siamo qui per lavorare..”

Stava per pensare la parola acqua, quando quella sua spocchiosa ed impertinente collega si mise a provocarlo; era tutto il giorno che stavano su quella spiaggia dell’Antartide per controllare e studiare un gruppo di pinguini, buffi esserini che gli ricordavano tanto suo padre quando tornava a casa ubriaco, quando trovava la strada; non capiva cosa provasse a tormentarlo così tanto, lui stava ammirando la sconfinata distesa di acqua quando quella aveva rincominciato a rompergli le scatole.

“No, non ti sto guardando le tette, stavo ammirando il mare, seccatura..”

“Che chissà come mai è all’altezza delle mie tette”

“Non è che VUOI che io ti guarda le tette, dillo pure per me non c’è nessun problema…”

La bionda come ad ogni sua battuta lo guardò con uno sguardo omicida, per poi sederglisi vicino, dopo aver piazzato il cavalletto della videocamera.

C’era freddo in quel posto, e Temari odiava il freddo, decisamente.

Ma quello era il suo lavoro, e alla fine il paesaggio non era neanche male, ma diamine, faceva freddo, e si annoiava, e visto che il suo collega non spiccicava una parola da qualche ora (mai visto persona più silenziosa della sua vita) aveva deciso di farlo un po’ arrabbiare, tanto per vederlo innervosirsi e divertirsi un po’; andarono avanti per un po’con soliti scambi di battute più o meno pesanti, ma la cosa non le dava più soddisfazione, quindi decise di arrendersi (senza farglielo notare, ovviamente) e sdraiarsi sulla tela spessa posizionata sulle rocce dov’erano appostati; mentalmente cercava di isolare il suo corpo dal freddo, mentre fisicamente continuava a muoversi per cercale la posizione più comoda per rilassarsi e recuperare un po’ di calore.

“La smetti di agitarti come un elefante marino Temari? Di questo passo scivoleremo e verremo attaccati da circa ottocento pinguini, oltre a romperci qualche osso…”

“Stupido, i pinguini non sono aggressivi, siamo su una roccia che sarà alta si e no un metro da terra e poi io non mi sto agitando come un elefante marino, signora cornacchia bla bla bla”

“Uff, si certo hai ragione”

“Non dirmi che ho ragione, io mi lamento come e quando mi piace e non sarai certo tu a dirmi se devo smetterla o meno”

Perché doveva essere così scassa balle? Se le avesse detto un’altra volta che aveva ragione probabilmente lo avrebbe scaraventato giù dalla roccia, se le avesse detto il contrario invece …. Non voleva pensarci … Ma la soluzione gli venne in mente subito, infatti il suo sguardo era caduto su una piccola pozza d’acqua dietro di loro di una cinquantina di metri … era perfetto …

“… e quindi esigo rispetto quando ti parlo hai capito Shikamaru… Sh-Shikamaru che diamine… METTIMI Giù, cosa vuoi ottenere con questo eh? Ehi Ehi …”

SPLASH

L’aveva fatto, non poteva crederci neanche lui ma l’aveva buttata nell’acqua gelida, che gran soddisfazione per lui, l’unico problema era che era scivolato su una lastra di ghiaccio che si trovava ai piedi della pozza finendo con la bionda nell’acqua, ma meglio fare finta di niente, non voleva di certo altre prese in giro..

“Ma che sei scemo?!? Dio Nara fa che arrivi un qualche strano animale gigante e ti tolga da me perché altrimenti non so che ti faccio…” Disse la ragazza tremante di freddo dalla testa ai piedi prendendo il ragazzo dal colletto del piumino, per poi aggiungere “Perché diamine l’hai fatto?!?!”

“Per guardarti le tette” rispose il bruno con un sorriso sulle labbra, “e perché in tenda c’è solo una coperta, che non ho intenzione di usare da solo…”, detto questo si liberò dalla presa ghiacchiata della ragazza con un sorrisetto malizioso sulle labbra, sicuro che Temari lo avrebbe seguito fra 10, 9, 8, 7…

“Scordatelo Nara, non ci dormo con te…”

6, 5, 4…

“Bene allora resta a tremare di freddo, lo so che muori dalla voglia di dormire con me seccatura”

3, 2, 1…

“Ah e va bene, ma non lo faccio per te, sappilo…”….. bugiarda….