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Autore: echelon1985    23/06/2009    7 recensioni
Bert non aveva mai avuto un posto che sentisse assolutamente suo
Non aveva mai avuto una “casa”
La sua casa era Quinn
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Bert McCracken, Jeph Howard, Nuovo personaggio, Quinn Allman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Desclaimer: Non li conosco (sigh) ; non mi appartengono (sigh) ; non è mai accaduto (sigh)




Il rumore di una porta sbattuta violentemente , seguita da una serie di imprecazioni
ben poco raffinate avevano obbligato Jeph ad uscire dallo stato di placido dormiveglia
in cui era scivolato
Si era voltato verso la fonte del rumore, meglio conosciuto come Bert McCracken.
Il suo cantante se ne stava con le mani piantate sui fianchi
Lo sguardo cupo ad inseguire qualcosa che Jeph dalla sua posizione non riusciva a scorgere

Erano giorni ormai che Bert era caduto in questa sorta di equilibrio traballante.
Sembrava che ogni cosa lo infastidisse, anche se Jeph aveva il vago sospetto che
la ragione fosse una sola, e tutto il resto solo del meri pretesti.

Ne aveva abbastanza, e inoltre doveva evitare che Bert sfasciasse l’intero bus.
Era sempre più convinto di essere l’unica persona sana là dentro

Si era avvicinato al cantante sospirando, preparandosi ad una potenziale
conversazione no- sense
Bert infatti era l’unica persona al mondo che poteva avere una conversazione
sensata solo da ubriaco
Ma erano le otto del mattino
E Bert non era ubriaco
Ergo, no-sense

Il bassista aveva sospirato ancora una volta, prima di posizionarsi dietro l’amico
e poggiargli una mano sulla spalla, cercando di capire quale fosse l’oggetto di
uno sguardo così furente
Ma l’aria intorno al bus era deserta

Si. Decisamente era l’unico sano di mente


“Che succede Bert?”
“Un cazzo”
“Quindi ti sei svegliato stamattina con l’idea di distruggere il bus senza una
  ragione particolare?”
“Fottiti”
“Ma cos’è, il gioco delle parolacce? Piantala e dimmi che cazzo ti prende”
“Tu si che sei fine”


Lo sguardo eloquente aveva fatto capire a Bert che era il caso di parlare

“Lui non mi piace”
“Lui chi?”


Il cantante aveva sbuffato, ma si era ritrovato comunque a rispondere alla
domanda.
Forse doveva sfogarsi


“Nate”

La risposta di Bert non aveva suscitato nessuna meraviglia nel bassista
Ma aveva continuato a mostrarsi curioso, o Bert avrebbe smesso di parlare

“Il ragazzo di Quinn? Perché?”


Il cantante aveva farfugliato qualcosa, essenzialmente priva di senso, gesticolando animatamente.
Ma dopo poco si era ridotto al silenzio, trincerandosi dietro ad un
“Non lo so, non mi piace e basta”
Jeph aveva trattenuto un sorriso.
Lo conosceva bene, se si fosse sentito preso in giro non avrebbe più
detto una parola.
E il bassista non era intenzionato a rischiare
Era ora che Bert prendesse coscienza della situazione


“Forse perché sei geloso?”


Il cantante si era voltato verso di lui, le braccia incrociate al petto, sulla difensiva


“Per quale motivo dovrei essere geloso?”
“Perché lui ti piace”


Bert l’aveva guardato con aria di sufficienza, non degnando l’amico di un’altra parola, ed era uscito
Ma al bassista non era sfuggito qual lampo di incertezza nello sguardo dell’altro
Sapeva che aveva colpito nel segno
Ed era ora che anche Bert lo capisse



Quella sera stessa, nella penombra del suo bunk, illuminato solo ad intermittenza dalle luci della strada,
Jeph aveva percepito il suo letto abbassarsi sotto il peso di qualcuno
Aveva aperto gli occhi, scorgendo il suo cantante
E aveva pensato distrattamente che le sventure sentimentali di Bert
influivano direttamente sul suo ritmo sonno-veglia
Aveva aspettato in silenzio che l’altro dicesse qualcosa, sorridendo dolce,
sicuro di non essere visto, dell’imbarazzo e della fragilità dell’altro
Era raro vederlo così
Ed in quei rari casi, quasi sempre si trattava di Quinn
Solo dopo alcuni minuti Bert aveva incontrato il suo sguardo

“Forse sono un po’ geloso”
“Solo un pò?”

Il cantante aveva sorriso, mesto ed estremamente vulnerabile


“In questo cazzo di mondo Quinn è l’unica cosa che abbia un senso.
  Lui mi mantiene...sano”
“Perché non gliele dici queste cose?”
“Lui le sa”
“Mhmm”
“Non lo so”






Quinn se ne stava con la schiena poggiata alla parete del bus, gli amici fuori dai piedi
Il suo ragazzo grossomodo appiccicato addosso
Domandandosi se non stesse completamente perdendo la ragione
Le labbra del ragazzo moro a pochi centimetri da lui erano scese ad assaggiare
la sua gola, ed il chitarrista aveva istintivamente alzato il mento, per lasciargli
una maggiore possibilità di azione
Le sue mani erano salite ad intrecciarsi tra i capelli neri e corti di Nate
Corti

Era questo il suo problema
Non riusciva a smettere di immaginarsi altri capelli neri tra le sue mani
Più lunghi

Aveva scosso la testa, per scacciare l’immagine di Bert dalla sua mente
Aveva chiuso gli occhi e si era lasciato andare
Ma quell’immagine era ancora lì, quando aveva avuto l’orgasmo




Quando il giorno dopo il suo ragazzo se n’era andato, per tornare al suo lavoro
Quinn aveva quasi tirato un sospiro di sollievo
E c’era qualcosa di profondamente sbagliato in tutto questo

Ma non voleva pensarci adesso
Quella sera si erano fermati in un albergo nel Nevada, poco distanti da
Las Vegas
Quinn si era fatto una doccia veloce e si era vestito in fretta
Qualcosa lo preoccupava
In realtà come spesso succedeva, la sua preoccupazione era principalmente Bert
L’aveva visto così abbattuto negli ultimi tempi
Non gli piaceva vederlo così
Gli ricordava i vecchi tempi, quelli brutti e dolorosi, nei quali Bert si chiudeva in sé stesso, triste
Alla ricerca di una distrazione quasi sempre dannosa dai suoi problemi
I vecchi tempi in cui Bert non faceva entrare nessuno, eccetto lui, in quella
specie di limbo che si era costruito intorno
 Il chitarrista si era chiuso la porta alle spalle ed aveva bussato a quella immediatamente accanto alla sua
La voce di Bert l’aveva raggiunto dall’interno, annunciandogli che la porta
era aperta, così era entrato
Si era seduto accanto al ragazzo moro, posizionato a gambe incrociate sul letto, e l’aveva osservato
Piccole occhiaie scure facevano da contorno ai suoi occhi bellissimi, di quel colore sconvolgente
Che dava l’idea delle sfumature blu delle fiamme mentre ardono

“Che succede Bertie?”


Bert aveva inclinato la testa, guardandolo
Riconosceva lo sguardo negli occhi di Quinn
Non voleva essere la causa della sua preoccupazione
Si era preoccupato per anni di lui, a volte anche dimenticandosi
completamente della sua vita
Bert sapeva che era ora che pensasse un po’ a sé stesso
Razionalmente lo sapeva, anche se faceva male
Perché era un po’ come perdere la propria casa
Quando tutto va male l’idea di avere un  posto dove tornare è qualcosa
che ti conforta, e ti permette di andare avanti
Bert non aveva mai avuto un posto che sentisse assolutamente suo
Non aveva mai avuto una “casa”
La sua casa era Quinn

Il cantante aveva cercato di darsi un tono, simulando un sorriso per tranquillizzarlo

“Tutto ok”

Quinn aveva allungato una mano a sfiorargli il viso, e le ciocche di capelli
scuri che ricadevano in maniera disastrosa ai lati, e si era avvicinato di
più, per guardarlo negli occhi
Bert l’aveva osservato, mesto, e non era riuscito a nascondere il leggero
velo di tristezza che rendeva i suoi occhi opachi
L’unica cosa che avesse un senso
L’unica cosa che aveva sempre avuto un senso
E la domanda era uscita involontaria dalle sue labbra

“Che stiamo facendo Quinn?”

Quella domanda apparentemente senza capo né coda aveva perfettamente
senso nella mente del biondino
Sapeva a cosa si riferisse Bert
Chi erano? Che cazzo stavano facendo di loro due?
Loro due

Erano sempre stati una sorta di sistema, delle volte in relazione con gli altri, delle volte soli
Solo ora si rendeva conto che avevano sempre cercato
affannosamente qualcosa al di fuori di questo sistema
Fuori da se stessi
Ma la realtà è che erano sempre stati solo loro due
Non Quinn e Bert
Quinn e Bert Insieme


Il chitarrista non aveva risposto, si era limitato ad unire le loro
labbra
Aveva ricomposto il sistema
Aveva intrecciato le dita tra i capelli di Bert
Lunghi
Ed aveva sorriso

Bert l’aveva spogliato piano, godendosi lo spettacolo che progressivamente
si presentava ai suoi occhi
Così bello da essere quasi doloroso
Quando anche lui si era finalmente liberato dell’ultimo indumento che lo copriva
era scivolato sul corpo del chitarrista
E l’aveva sentito tremare
L’aveva osservato, per scorgere una qualche sorta di ripensamento nei suoi
occhi

“Quinn, stai tremando”
“Perché sei tu”

Il cantante aveva sorriso, unendo ancora fugacemente le loro labbra

“Siamo proprio noi”


Loro due
Solo loro due









Non picchiatemi ok?
Ma ieri sera ho rivisto un video bellissimo, in cui Bert
dice delle cose dolcissime di Quinn
Quote:  “He is the man that keeps me this much sane. If it wasn't for him I'd be buried underground"

Così dalla bolla di zucchero in cui ero caduta dopo il video
è venuta fuori questa sottospecie di shot
Chiedo venia *.*
Se vi va di lasciarmi un commentino per quest’idiozia
mi renderete tanto tanto felice *.*

Un bacio! See you later
Ilaria

 

   
 
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