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Autore: Flaxx    02/12/2017    0 recensioni
Prima di adesso nessuna Lanterna della Tribù Indaco era nata sulla Terra, le Verdi sì, pure lo Zaffiro Scarlatto, ma non quella Indaco. John Flink, figlio del criminale Trick Master, catturato da Batman, è colui che è stato scelto per rappresentare la Tribù Indaco, con elemento la compassione, sulla terra. Questo è il momento della nascita della Lanterna.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Batman
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La vita di un figlio di un criminale, A Gotham, sembrava come quella di un sacco da boxe, soprattutto quando chi era dentro era uno del Manicomio di Arkham. Trick Master, Paul Flink, era stato catturato dal giustiziere ammantato, Batman, messo in quel posto di criminali pericolosi, mentre chi passava la vita peggiore era il figlio, John Flink, un ragazzotto dell'Università di Gotham, bersagliato tra insulti e colpi dai bulli. Viveva una vita fasulla, non poteva vivere sempre così, non aveva un sorriso. Un giorno la statua del padre di Bruce Wayne fu schernita, erano i bulli, ribelli. Vide tutto, soprattutto la polizia a indagare, tutti sconvolti, davano colpe a tutti, si vedeva una tensione forte dalle autorità. Dopo varie ricerche si stava assottigliando la fila di perseguitati, fino a loro. Sentì una voce dentro che lottava per dire la sua, era come una giustizia servita, ma ebbe una strana compassione. Ammise lui la colpa, era innocente ma ammise di essere colpevole. Ancora insulti, peggiori, pure pugni e calci dagli studenti, bloccati dalle autorità, era sanguinante. Fu portato in una sala interrogatori della scuola, tutti ce l'avevano con lui, i ribelli videro la scena e inizialmente con una scena cercavano di intervenire, per infierire, ringraziando, a bassa voce. Fu messo su una sedia, guardando in basso, insultato pure dalle autorità.

-Hai presente cosa hai fatto. Tale padre, tale figlio, Flink.-

Sentiva una rabbia enorme dentro, piangeva per colpa di essa.

Improvvisamente, mentre tutto il casino era dentro, si aprì la porta.

-Pure che, e se, ha fatto quell'atto non credo che lei dovrebbe ucciderlo. Vuole pure una pistola, magari lo finisce prima?-

-Non so chi lei sia per difenderlo...- si fermò vedendo la figura, elegante, riconoscendola. - Signor Wayne, perchè lo difende? Può andare ci penso io.-

-Scusa? Io pago con i fondi l'università, quindi se succede qualcosa dovrei sapere. Può andare lei signore. Ci penso io.-

Un gelo incredibile, lasciando nella sala solo il poveraccio e il ricco figlio della figura sfregiata, come statua, seduto sulla sedia, porgendo un fazzoletto al ragazzo..

-Chiedo scusa per l'atteggiamento. A volte dovrebbero educare e non fare così.-

-No importa, ha ragione, sono una m...-

-Non dica così. Se mio padre ha fatto qualcosa di male, non credo che gli atti alla sua statua servano. Non si deve preoccupare per le riparazione, pagherò io.-

-Ma è un atto vile. - Cercava di coprire il pianto, con quel gesto del fazzoletto.

-Se parla così non sembra lei quella che ha fatto tutto. Può guardarmi in faccia, non sono come quel brutto ceffo.-

-Sono figlio di un criminale, mi manderanno in prigione.-

-Credo di no, sa. Prima mi sono imbattuto in tre ragazzi che quando hanno visto la scena del suo salvataggio sono andati a parlare per dire la verità, dopo un po'. Il coraggio manca sulle parole. Perchè lo ha fatto?Prendere la colpa.-

Confessò tutto, quel sentore di compassione, erano ricchi, potevano finire nei guai, mentre lui poteva pure scomparire, per il mondo accademico. Alla fine fu portato dal signor Wayne fuori, per delle scuse, il signore delle colpe non sapeva dei ragazzi. Finì la giornata nella scuola così, ancora nel pianto, da solo, tutti erano schifati dal loro atteggiamento, ma non facevano nulla.

In città John camminò a sguardo basso, cappuccio in testa per evitare di farsi vedere, dal pianto. Improvvisamente vide un anello color indaco, una voce lieve e fugace sembrava parlargli, mentre l'anello gli si infilò al dito.

“John Flink, per la tua compassione nei confronti degli altri ragazzi la tribù indaco ti ha scelto”

Improvvisamente fu trasportato in un posto strano, da quell'anello. Davanti a lui figure strane, aliene. Era spaventato.

-Non si preoccupi John Flink. È al sicuro.-

-Dove sono?- Parlava tremando.

-Nel pianeta delle lanterne indaco. Rappresentiamo la compassione nel mondo, nei mondi. Sa, il suo gesto era quello che cercavamo.-

-Perchè io?-

-Perchè ha fatto qualcosa di incredibile. -

Passò molto tempo, in cui, la prima cosa l'anello fece, il corpo divenne coperto, da quella specie di divisa, aveva tenuto una fantasia con un cappuccio, indaco, in testa. Fu spiegato il dovere delle lanterne, gli fu data la sua e dopo un po' la sua, gli insegnarono a sfruttare l'immaginazione, per poi rispedirlo sulla terra, per effetto strano, il tempo era come non passato. Capì che era stato scelto, e doveva stare attento, perchè era diventato una lanterna della Tribù Indaco, quindi prima o poi avrebbe potuto fare qualcosa. Detrasformato era nel vicolo della città, si sentiva osservato, ma nulla al momento, andò a casa, da quella che era la madre adottiva (Batman, aveva visto il suo ritorno, ma al momento non fece nulla, anche se prima o poi avrebbe potuto sceglierlo, sempre che il cavaliere mascherato avrebbe voltuo, e dato che era Batman, al momento era una cosa non prevista).

   
 
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