Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Ricorda la storia  |      
Autore: rebycloud    02/12/2017    3 recensioni
Fare i regali di Natale, per Jimin, non era mai facile.
Poteva tranquillamente definirla una delle cose che odiava di più in assoluto su tutta la faccia della terra: gli generavano soltanto stress e nervosismo. Ancora non capiva per quale motivo il suo gruppo di amici fosse così ostinato a voler fare questa cosa dello scambio dei regali a Natale. Per Jimin era tutto una tortura: non sapeva mai che cosa regalare ai suoi amici, neanche a quelli che conosceva meglio, per non parlare poi del problema del budget. Un vero e proprio incubo.

Yoonmin natalizia
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Snowflakes

Genere: Fluff, Slice of Life, AU, Romantico

Rating: Verde

Pairing: Yoonmin, con accenni TaeKook

Note: I fatti narrati sono frutto di fantasia, con il mio scritto non intendo offendere la sensibilità degli artisti. I personaggi non mi appartengono in quanto reali.



 
Snowflakes

 
Fare i regali di Natale, per Jimin, non era mai facile.
Poteva tranquillamente definirla una delle cose che odiava di più in assoluto su tutta la faccia della terra: gli generavano soltanto stress e nervosismo. Ancora non capiva per quale motivo il suo gruppo di amici fosse così ostinato a voler fare questa cosa dello scambio dei regali a Natale. Per Jimin era tutto una tortura: non sapeva mai che cosa regalare ai suoi amici, neanche a quelli che conosceva meglio, per non parlare poi del problema del budget. Un vero e proprio incubo.

Ma fosse stato solo quello il problema...

Che poi, chiamarlo problema sarebbe stato poco carino, ma restava comunque uno stress in più da gestire per Jimin. E lui non se la cavava molto bene a gestirlo.

Dicembre non solo rappresentava la tortura dei doni natalizi, ma anche la scelta del regalo di compleanno di Taehyung, il suo migliore amico. E non era che a Jimin desse fastidio l'idea di fare il regalo all'amico, ma il fatto era che Taehyung era una persona dai gusti particolari (e anche costosi). Era complicato di per sé prendergli un pensierino per Natale, figurarsi per il compleanno.

Sarebbe stato molto meglio se avessero deciso di unificare il regalo di Natale con quello di compleanno ma ovviamente non era un'opzione che poteva essere presa in considerazione (dannazione a Seokjin e ai suoi discorsi pomposi sull'importanza del gesto di scambiarsi i regali a Natale).

Per questa ragione, pur essendo ancora agli inizi di Dicembre, Jimin aveva deciso di buttarsi in una missione suicida (visto che i suoi neuroni e la sua sanità mentale ne avrebbero seriamente risentito) e di andare alla ricerca del regalo di compleanno di Taehyung (ed eventualmente anche per quelli da donare a suoi amici a Natale).

L'aria di Seoul era fredda e pungente e il paesaggio cittadino era ricoperto da una sottile e delicata coltre di neve e ovunque si volgesse lo sguardo era possibile scorgere addobbi e decorazione natalizie che davano alla città un atmosfera famigliare, calda e accogliente.

Jimin avrebbe volentieri goduto di quella vista: la città innevata, piena di lucine e di colori...tutto ciò risvegliava la sua parte più infantile ed era in grado di infondergli una felicità senza eguali. Peccato che la questione dei regali stava distogliendo tutta la sua attenzione da tutto ciò e gli teneva la mente occupata da mille pensieri e mille pare.

Imbacuccato fin sopra il naso, protetto dal calore del suo giubbotto pesante e dallo sciarpone di lana calda rosso e blu, Jimin girovagava per Seoul, accompagnato dal fidanzato, Yoongi, alla ricerca del negozio perfetto dove comprare il regalo al suo migliore amico.

Non era nei piani di Yoongi andare a far compere nel bel mezzo della settimana, quando aveva un importante progetto universitario da terminare prima del suo prossimo esame, ma Jimin l'aveva esasperato così tanto che alla fine aveva deciso di accompagnarlo per disperazione.
Erano settimane che si lamentava del fatto che non sapesse che cosa prendere a Taehyung, che non avesse abbastanza soldi per fargli un regalo decente...l'aveva stressato così tanto che avevano anche finito per litigarci sopra. Per questo motivo, Yoongi aveva deciso che per la sanità mentale sua e di Jimin, era necessario che lo accompagnasse in questa impresa, per dargli un supporto morale e psicologico (ed eventualmente dargli qualche dritta...).

Jimin gli era eternamente grato della cosa: sapeva quanta fatica era costata a Yoongi accettare di andare a far compere con lui.
Al maggiore non piaceva perdere tempo e girovagare per ore nei negozi per il solo sfizio di curiosare in giro e spendere un po' di soldi: era più un tipo da se vedo qualcosa che mi piace, entro provo e compro. Altrimenti, niente.
Il fatto quindi che avesse accettato di perdere un pomeriggio di studio prezioso per supportare (e sopportare) Jimin in questa impresa titanica, era già tantissimo per il minore.
Non l'aveva ancora ringraziato espressamente, troppo preso da tutti i suoi pensieri, ma si ripromise di farlo non appena sarebbero ritornati a casa. Quello che Yoongi aveva fatto, pur nella sua semplicità, significava davvero molto, per lui.

Erano entrati in uno emporio, uno dei preferiti di Jimin, alla ricerca di un'idea o di un qualunque cosa che potesse essere adatta a Taehyung. Era un negozietto abbastanza grande ma tranquillo: il proprietario era un anziano signore, gentilissimo e dai modi di fare amabili, e vendeva praticamente di tutto e a prezzi abbastanza modici.
Si era comprato un sacco di belle cose, in quel negozio, dall'abbigliamento comodo per la casa, ai quaderni per l'università, ai profumi...sapeva quindi che avrebbe sicuramente trovato uno spunto per il regalo al suo migliore amico.

Però Taehyung era un tipo particolare, eccentrico...e Jimin cominciava a pensare che difficilmente avrebbe trovato qualcosa da comprargli in quell'emporio.

Inizialmente, aveva pensato di comprargli un capo di abbigliamento di Gucci, visto che il suo amico impazziva per quella marca di vestiti, ma quando aveva visto i prezzi, aveva deciso che era meglio evitare. Se voleva qualcosa di Gucci, avrebbe sempre potuto chiedere al suo ragazzo, Jungkook...lui di certo non avrebbe venduto un rene per comprargli un cappotto griffato (e anche abbastanza orrendo...Jimin non riusciva a capire che cosa ci trovasse di bello in quei vestiti. Erano davvero brutti).

Aveva quindi optato per buttarsi sull'altra grande passione di Taehyung, l'arte.
L'amico amava disegnare, riempiva blocchi su blocchi di schizzi e piccoli ritratti, e adorava la fotografia: l'appartamento che condivideva con Jungkook era pieno di scatti, realizzati da Taehyung, di una bellezza delicata e sofisticata.
Avrebbe potuto comprargli uno di quegli album da disegno di carta pregiata...non sapeva che differenza vi fosse rispetto alla carta standard, ma era sicuro che Taehyung avrebbe apprezzato tantissimo.
Il prezzo sarebbe stato un po' più alto di quello che si era prefissato, ma era convinto che ne sarebbe valsa la pena.
Si ritrovò però a cambiare idea all'improvviso: era alquanto squallido (almeno a detta di Jimin) presentarsi il giorno del compleanno del suo migliore amico con solamente un album da disegno. Da scartare anche quella opzione.

L'idea della macchina fotografica, per quanto bella potesse essere, era anch'essa infattibile. Non aveva un badget abbastanza elevato per comprargli una fotocamera decente e adatta ad una personalità artistica come la sua. E non aveva nemmeno intenzione di spendere un capitale, visto che i soldi gli servivano anche per vivere.
Però...però una bella polaroid...poteva essere un'idea carina e sbarazzina, anche solo per usarla con Jungkook e scattarsi qualche foto idiota da fidanzatini innamorati.

Sentì improvvisamente accendirglisi una lampadina: eccola lì! C'era. Era l'idea perfetta. Il regalo perfetto. Non troppo costosa. Non esageratamente economica. Non troppo semplice ma nemmeno troppo elaborato.

Aveva fatto centro.

Stava controllando nella sezione delle macchine fotografiche, scartabellando fra i vari tipi di polaroid, alla ricerca di quella più adatta per Taehyung, quando sentì la voce del suo ragazzo chiamarlo.

“Jiminie! Jimin! Vieni!” lo chiamò la voce graffiante di Yoongi dal fondo del negozio.

Jimin sbuffò e cercò di ignorare i richiami del maggiore, determinato più che mai a trovare la polaroid perfetta per Taehyung, pagarla, uscire dal negozio e ritornarsene a casa sua. Era la prima volta che ci metteva così poco per scegliere un regalo, la prima volta che non si faceva tutte quelle pare esagerate...e Yoongi doveva venire ad interromperlo.

“Raggio di Sole! Dai muoviti! Vieni qui!” lo chiamò ancora Yoongi.

E per evitare che Yoongi continuasse a disturbare la quiete del negozio e infastidisse gli altri clienti, lasciò perdere le polaroid e si diresse a passo spedito verso il fidanzato (il motivo per cui non potesse essere Yoongi a venire da lui era un mistero ma decise di non farsi troppe domande).
Lo trovò nella sezione abbigliamento, in particolare quella dedicata ai giubbotti e alle sciarpe, un sorriso furbo sulle labbra, gli occhi luminosi e le mani nascoste dietro la schiena. Al vederlo così rilassato e sereno, a Jimin venne voglia di tirargli un pugno. Sapeva quanto stressato fosse dalla cosa, per quale motivo l'aveva chiamato lì se non aveva nulla da mostrargli o da dirgli di importante.
Sbuffò sonoramente, incapace di nascondere il suo fastidio.

“Cosa c'è? Sono occupato!” borbottò, incrociando le braccia al petto.

Ma Yoongi non rispose e rimase a fissarlo immobile, il sorriso sempre dipinto sul suo viso. Questo non fece altro che aumentare il nervosismo di Jimin, il quale iniziò a respirare profondamente, per mantenere la calma e non perdere quel poco di sanità mentale che gli era rimasta.

“Mi vuoi dire cosa vuoi, hyung? E perché cavolo continui a sor-...”

Non fece in tempo a terminare la frase.

Prima ancora che potesse rendersi conto di quello che stava succedendo, vide Yoongi farglisi ancora più vicino, estrarre le mani da dietro la schiena e infilargli sulla testa...qualcosa.

Si zittì all'istante, incapace di formulare un pensiero di senso compiuto e di fare qualunque cosa che non fosse sbattere le palpebre, confuso, e fissare Yoongi, il quale lo stava guardando con l'espressione più ebete e intenerita che gli avesse mai visto in viso.

Non chiese nulla, né sollevò le mani per tastare che cosa avesse sulla testa: semplicemente, si voltò verso lo specchio attaccato ad una delle grandi colonne portanti del negozio e osservò la sua immagine riflessa.

Una cuffia. Una cuffia di morbida lana bianca era posata sul suo capo, con un gigantesco pon pon peloso sulla cima. Era una cuffia graziosa, che gli donava particolarmente. I neri ciuffetti di capelli che spuntavano sotto di essa, creavano un contrasto delizioso con la lana candida, così come lo facevano le sue guance rosate.
Sbatté le palpebre un paio di volte ancora, contemplandosi, incapace di dire qualunque cosa. Era come se la mente si fosse svuotata di ogni tipo di pensiero e si fosse riempita solo di un'idea, ovvero che quella cuffia gli piaceva tantissimo.

Fu la risata intenerita di Yoongi e le sue parole, a riportarlo coi piedi per terra.

“Sei adorabile, Jiminie.”

Scosse la testa e come un fiume in piena, fu investito da tutti i pensieri che fino a pochi attimi fa l'avevano abbandonato. Si voltò stizzito verso Yoongi, gonfiando le guance e sbattendo i piedi a terra.
Il maggiore continuava a guardarlo con una dolcezza senza eguali e sebbene Jimin si sentisse lusingato da quello sguardo, non aveva alcuna intenzione di farsi abbindolare dalle moine del suo ragazzo (o quasi).

“Hyung!” lo rimproverò. “Non mi distrarre! Non ho tempo da perdere. Devo prendere il regalo a Taehyung!”

Yoongi semplicemente rise e gli si fece più vicino, allungando una mano per sistemargli la frangetta scura che fuoriusciva dalla cuffia.

“Questo non cambia il fatto che sei assolutamente adorabile con questa cuffia in testa e che ti sta benissimo.” gli disse piano, sorridendogli innamorato.

Per Jimin fu impossibile non arrossire: sentì le guance andargli a fuoco e spostò lo sguardo altrove, nascondendo il viso nello sciarpone che portava al collo. Era davvero difficile non farsi prendere così tanto dalle parole di Yoongi quando gli parlava con quella tenerezza. Lo ricopriva sempre di complimenti su quanto fosse bello o adorabile, su quanto gli donasse un capo d'abbigliamento piuttosto che un altro e ogni volta lo faceva in maniera così diretta, vera e dolce che non poteva fare a meno di sciogliersi e di diventare rosso come un pomodoro maturo.

Yoongi poteva sembrare un ragazzo cupo e scontroso alle volte, ma in realtà era fatto di marzapane. Questo Jimin lo sapeva molto bene. Lo trattava sempre con una cura e un riguardo senza pari e lo ricopriva di attenzioni, di coccole...ma nonostante tutto, non ci si sarebbe mai abituato.

“Sm-smettila di dire così, hyung...” cercò di sembrare ancora infastidito, ma il tremore della sua voce lo tradì.

Yoongi si limitò a ridacchiare piano, gli posò le mani sulla vita sottile, accorciando ancora di più le distanze fra loro, e gli depositò un bacio delicatissimo sulla punta del naso che spuntava, birichina, dalla sciarpa.
Jimin arrossì ancora di più e le sue guance divennero così rosse che crearono un contrasto ancora più tenero con il candore della cuffia.

“Il mio piccolo Fiocco di Neve.” gli mormorò prima di baciargli nuovamente la punta del naso.

Il nomignolo ebbe un effetto strano su Jimin: lo investì di un carico di emozioni così contrastanti ma al tempo stesso potenti che si sentì sul punto di esplodere.
Non era la prima volta che Yoongi gli affibbiava dei soprannomi del genere: ne aveva uno stock alquanto variegato in base alle varie occasioni o situazioni, anche se il più utilizzato (nonché prediletto) era Raggio di Sole. Perciò non era una novità per Jimin. Anzi, sotto un certo punto di vista, adorava il fatto che il suo ragazzo si inventasse ogni volta dei nomignoli per chiamarlo...gonfiava un po' il suo ego, lo faceva sentire...prezioso.
Ma questo...questo era veramente troppo. C'era qualcosa di incredibilmente sdolcinato in quel soprannome, qualcosa di troppo estremo per Min Yoongi. Il solo pensiero gli faceva venire un brivido lungo la schiena, un brivido di terrore quasi.
Eppure...eppure al tempo stesso era qualcosa di così intimo e affettuoso che Jimin non poté fare a meno di sentire il cuore esplodergli nel petto e il suo viso scaldarsi a dismisura. Probabilmente era arrivato ad assumere il colore di una ciliegia da tanto era arrossito.

Nascose d'istinto il viso nella spalla del maggiore perché si sentiva in imbarazzo totale, ma anche perché si sentiva stranamente lusingato da quel soprannome così idiota. Avrebbe mentito se avesse detto che non gli era piaciuto sentirsi chiamare Fiocco di Neve dal suo ragazzo. Il contrario a dirla tutta.

“Hyung...sei un cretino...” borbottò Jimin, il suono della sua voce attutito dal tessuto del pesante giubbotto che indossava Yoongi.

Il maggiore lo strinse a sé, ridacchiando appena. E più lui ridacchiava, più cresceva in Jimin la voglia di assestargli un pugno in pieno petto.

“Uno si premura di sceglierti una cuffia bellissima, che ti dona e si premura di riempirti di complimenti e si deve sentire dire che è un cretino. Mi offendo, Fiocco di Neve.” replicò, fintamente offeso il maggiore.

Per tutta risposta, Jimin sollevò nuovamente la testa e fissò lo sguardo nelle iridi scure di Yoongi: i loro visi erano a pochi centimetri di distanza e il modo in cui il maggiore lo stava fissando non gli piaceva (era convinto che fosse sul punto di fare qualche gesto avventato), ma non aveva voglia di scostarsi da lui. Era ancora stretto fra le braccia di Yoongi e, imbarazzato o meno, gli piaceva stare così vicino a lui.

“Mi stai distraendo hyung.” lo rimproverò, imbronciandosi senza nemmeno rendersene conto. “Voglio comprare il regalo a Taehyung il più in fretta possibile così da togliermi questo stress...e tu non mi stai aiutando!”

Yoongi sorrise ampiamente e Jimin vide i suoi occhi luccicare, un espressione furba dipinta in viso, prima di ritrovarsi le labbra di Yoongi incollate alle sue. Fu un bacio inaspettato ma gentile, un po' irruento ma comunque delicato...perché era così che era fatto Yoongi. Improvviso ma cauto nei gesti. Jimin spalancò gli occhi a dismisura ma non riuscì a reagire in alcun modo. Rimase rigido come un baccalà fra le braccia di Yoongi mentre il maggiore lo baciava nel bel mezzo dell'emporio. Si sarebbe volentieri perso fra la labbra morbide del suo ragazzo, ma qualcosa nella sua mente gli stava urlando di fermarsi e gli impediva di lasciarsi completamente andare.

Quando il maggiore si separò e lo guardò dritto negli occhi, sorridendogli inebetito, Jimin ci mise qualche secondo a reagire: sbatté le palpebre, sorpreso, un paio di volte, prima di rifilare un pugno abbastanza violento sul petto di Yoongi.
Il maggiore soffocò un gemito di dolore, emettendo un verso strozzato.

“Sei proprio cretino!” gli disse, in un misto fra l'imbarazzo, la tenerezza e la stizza.

Yoongi tossicchiò un paio di volte prima di prendere un respiro profondo.
“Sarà come dici tu...ma sta di fatto che tu lo ami questo cretino.” gli disse con un sorriso furbo in viso, prima di sollevare una mano e pizzicargli piano il naso.

Jimin scosse piano il capo e voltò la testa altrove: i suoi occhi si spalancarono colmi di orrore quando realizzò che c'erano alcuni clienti nel negozio che si erano fermati a fissarli e ridacchiavano, nascondendo i loro sorrisi dietro le mani.
Preso dal panico, si separò bruscamente dall'abbraccio, allontanandosi di qualche passo e nascondendo nuovamente il viso nello sciarpone mentre arrossiva senza ritegno alcuno.
L'ultima cosa che voleva, era dare spettacolo.

“Sei in imbarazzo, Fiocco di Neve?” gli chiese, provocatorio il maggiore.

“Ci stanno guardando tutti! Aish, hyung. Non ti sopporto quando fai così!” gli disse, frustrato.

Decise che ne aveva avuto abbastanza e si diresse a passo spedito verso lo scaffale dove aveva visto le polaroid, seguito a ruota dal fidanzato che continuava a ridere e a scusarsi con lui.
Jimin fece finta di non sentirlo, continuando a curiosare fra le varie macchine fotografiche, ma in realtà faceva tesoro di ogni piccolo “scusa” che fuoriusciva dalla bocca del fidanzato. A Yoongi piaceva punzecchiarlo, si divertiva a prenderlo un po' in giro...ma era consapevole di quanto a volte potesse metterlo in imbarazzo. E anche se non sembrava, Jimin sapeva che le sue scuse erano sentite. Per questo si dimenticò in fretta dell'accaduto.

Era ancora perso nella lettura delle potenzialità di una polaroid, quando sentì la voce del suo ragazzo alle sue spalle.

“Hai intenzione di comprarla?”

Jimin sbatté le palpebre un paio di volte e si voltò verso il maggiore, fissandolo confuso.
“Cosa intendi? Certo che voglio comprarne una! È per questo che sto cercando quella più adatta per Taehyung.” gli spiegò, con ovvietà.

Yoongi scosse semplicemente la testa e si avvicinò a lui.
“Non parlavo della macchina fotografica...” disse, alzando una mano e andando a toccare il morbido pon pon situato sulla cima della cuffia che si era praticamente dimenticato di avere ancora in testa. “Ma di questa...”

Jimin sospirò appena: non aveva alcuna intenzione di comprare anche quella. Certo, la cuffia era bellissima e gli piaceva tanto ed era ben consapevole che non sarebbe stata una spesa poi tanto costosa, ma restava il fatto che aveva bisogno di risparmiare il più possibile per poter comprare i regali natalizi ai ragazzi. E non poteva permettersi acquisti futili e in eccesso.

Lo guardò e sentì il cuore sussultare quando vide la tenerezza e l'adorazione con cui Yoongi lo stava guardando. Percepì le proprie guance andargli a fuoco e una piacevole sensazione propagarglisi nel petto. Si chiese per quale motivo Yoongi dovesse metterlo sempre in difficoltà con quei suoi sguardi intensi e profondi.

Deglutì e sbatté le palpebre un paio di volte, cercando di calmare il battito frenetico del suo cuore.
“N-no...” si schiarì la voce e cercò di controllarne il tremore. “In...in realtà non pensavo di prenderla.”

Yoongi rimase in silenzio, si limitò semplicemente ad annuire, mentre riprendeva a tastare piano il pon pon bianco.
Jimin lo fissava, respirando piano, in attesa che il maggiore facesse o dicesse qualcosa. Ma Yoongi non disse nulla. Fece scivolare la mano lungo la lana morbida della cuffia, fino a che non andò a posarla sulla guancia di Jimin, carezzandolo lentamente.

“Ti sta così bene...” gli disse e Jimin arrossì ancora di più. “Sarebbe un peccato...”

Yoongi lo stava guardando così tanto intensamente, che Jimin si ritrovò costretto a serrare gli occhi e a scuotere la testa per evitare di sciogliersi di fronte a quegli occhi così profondi. Maledisse il suo fidanzato in trecento lingue diverse perché non era possibile che gli facesse provare tutte quelle cose solo guardandolo.

“Non...” prese un respiro profondo. “Non posso permettermela...mi sono ripromesso che avrei preso solo il regalo per Taehyung, e sarà quello che farò.” disse, fermo, prima di voltarsi di nuovo verso gli scaffali.

Riprese ad analizzare con cura le polaroid, cercando di ignorare il martellare incessante del suo cuore e di concentrarsi solo sull'obbiettivo che si era posto: comprare il regalo di compleanno a Taehyung.

Si soffermò su una polaroid color blu elettrico che gli pareva particolarmente bella. Non era eccessivamente grande e nemmeno troppo piccola, non gli pareva nemmeno troppo pesante e dava l'impressione di fare foto di ottima qualità (per quello che poteva intendersi lui di fotografia e macchine fotografiche).
Sembrava perfetta per Taehyung. Guardò il prezzo e si sentì esplodere di gioia quando vide che non era nemmeno troppo costosa.

Sorrise, vittorioso, sentendosi improvvisamente libero di un peso che lo opprimeva da giorni oramai.
Era forse la prima volta che riusciva a comprare qualcosa per i suoi amici in un lasso di tempo così ristretto e la cosa non poteva che renderlo felice come una Pasqua.

Afferrò la macchina fotografica, impaziente, pronto già a dirigersi verso la cassa a pagare, quando la voce di Yoongi lo fermò di nuovo.

“Te la compro io...”

Si bloccò sul posto, sgranò gli occhi e voltò la testa verso Yoongi ad una velocità tale che ebbe un capogiro per una frazione di secondo.

“Eh? No ma sei impazzito? È il mio regalo per Taehyung, lo pago io. I soldi ce li ho non serve che...”

Yoongi interruppe il suo flusso di parole con una piccola risata, scuotendo lievemente il capo.
“Parlavo della cuffia, Fiocco di Neve...” gli disse, avvicinandoglisi nuovamente e baciandogli una guancia.

Jimin arrossì e si affrettò a negare, ripetutamente, nel tentativo di convincere Yoongi a desistere dal suo intento. Non era necessario prendergli la cuffia...non ne aveva bisogno. Non voleva che il suo ragazzo spendesse soldi inutili per comprargli una cosa così...stupida.

“Hyung, no! Non serve! Non è mica fondamentale! Sì ok è carina ma...davvero, non serve...”

Per tutta risposta, Yoongi lo zittì con un breve bacio sulle labbra.

“Sì che serve. Ti dona troppo, sarebbe un peccato mortale lasciarla qui. Perciò, te la compro io.” gli mormorò sulle labbra, quando si separò dal bacio. “È regalo, Fiocco di Neve.” disse, quando lo vide sul punto di ribattere. “Un regalo per te, da parte mia.”

E Jimin, a quel punto, non seppe più davvero cosa rispondere. Certo, era ancora convinto che non fosse necessario impuntarsi tanto per una cuffia, ma come avrebbe potuto rifiutare quando Yoongi non faceva altro che guardarlo con quei due occhi adoranti e continuava a riempirlo di complimenti su quanto gli stesse bene? Come avrebbe potuto rifiutare un regalo da parte del suo fidanzato?

Rimase in silenzio e quando Yoongi gli sorrise dolcemente, non poté fare a meno di ricambiare a sua volta il sorriso.
Doveva ammetterlo: era felice. Il semplice fatto che Yoongi avesse deciso di fare un gesto così avventato, dolce e anche un po' stupido (a detta di Jimin), lo rendeva estremamente contento e gli ricordava per quale motivo era così tanto innamorato di lui.

Si fece prendere per mano da Yoongi e si diressero insieme alla cassa per pagare la macchina fotografica e la cuffia di Jimin.

Quando uscirono dall'emporio, ognuno con un sacchetto in mano, Jimin si sentì leggero e sereno. Era incredibile come la giornata fosse iniziata nel peggiore dei modi (tra l'umore nero e lo stress da regalo) e si fosse trasformata nella maniera migliore possibile. Era fiero di sé stesso perché era riuscito a mantenere la calma in una situazione che, il più delle volte, lo metteva sotto pressione e lo rendeva nervoso e intrattabile, ma anche perché era riuscito a raggiungere il suo obbiettivo in così poco tempo ed era anche soddisfatto di ciò che aveva fatto.

Sentì le mani di Yoongi sistemargli qualcosa sulla testa e non gli ci volle un genio per capire che si trattava della cuffia bianca che gli aveva appena comprato. Sorrise e si voltò verso di lui e fu felice di vedere lo stesso sorriso sul volto del suo fidanzato.

Stava provando un senso di completa serenità, in quel momento e sapeva molto bene che era dovuta a Yoongi: mai avrebbe creduto che il suo ragazzo si sarebbe potuto rivelare un aiuto così prezioso. Perché sebbene non avesse la minima voglia di accompagnarlo a fare compere, alla fine l'aveva fatto lo stesso e anche se pareva che non gli fosse stato poi di grande aiuto, Jimin realizzò che, in realtà, era stato tutto il contrario.
Quel suo continuo punzecchiarlo e “torturarlo” non era altro che un modo per cercare di aiutare il minore a distrarsi e a rilassarsi. E anche il gesto di comprargli la cuffia era scaturito dal desiderio di Yoongi di mettere serenità nel cuore di Jimin affinché potesse vivere la cosa in tranquillità, senza stressarsi.
Il pensiero gli riempì il cuore di gioia e gli allargò a dismisura il sorriso. Sentiva un affetto enorme per il fidanzato bruciargli dentro e lasciargli una sensazione di pura gioia e gratitudine.

“Sei contento, Fiocco di Neve? Soddisfatto?” gli chiese Yoongi, allungando una mano per sistemargli la frangia.

“Grazie, Yoongi hyung.” rispose Jimin.

Yoongi si limitò a scrollare le spalle con non-chalance mentre continuava a carezzare i ciuffetti scuri che spuntavano dalla cuffia.

“Figurati, Jiminie...”

Jimin ridacchiò e Yoongi alzò un sopracciglio, fissandolo per un attimo confuso.

“Non mi riferivo alla cuffia, hyung. Beh, cioè, anche a quella ma grazie del pomeriggio...grazie per avermi accompagnato, per avermi sopportato e per esserti preso cura di me.” gli disse, spostando la mano del maggiore dalla sua fronte per intrecciare i loro mignoli.

Yoongi lo fissò in silenzio per alcuni istanti, sbattendo le palpebre di tanto in tanto. Poi gli sorrise, avvicinandosi per posargli un bacio sulla guancia.

“Questo e altro per te, Fiocco di Neve.” gli disse. “Allora...vuoi andare da qualche parte o ritorniamo a casa?”

“Perché me lo chiedi?” gli domandò Jimin, controllando l'ora sul cellulare. “Hai qualche impegno?”

“No, ma il qui presente cretino voleva offrirti una cioccolata calda.” gli rispose il maggiore, cominciando a camminare, i mignoli sempre intrecciati fra loro.

Gli occhi di Jimin si illuminarono come venne nominata la cioccolata. Sentì nell'immediato l'acquolina in bocca e represse a stento la voglia di mettersi a saltare dalla felicità.
Amava la cioccolata calda ed era da un pezzo che non ne beveva una e cominciava a sentirne davvero la mancanza. La richiesta di Yoongi era capitata proprio al momento giusto. Jimin cominciava a credere che il suo ragazzo avesse delle capacità paranormali per cui sapeva sempre e comunque di che cosa avesse bisogno e quando.

Voltò di scatto la testa verso il fidanzato e gli lasciò un bacio sulla guancia, sorridendogli felice.

Decise, da quel momento in poi, che si sarebbe sempre fatto accompagnare da Yoongi per negozi a fare le spese natalizie. E non perché la presenza di Yoongi rendesse tutto rosa e fiori: Jimin avrebbe continuato ad odiare fare i regali di Natale. Però aveva la certezza che Yoongi sarebbe riuscito a dargli la serenità necessaria per affrontare la questione, che avrebbe fatto in modo che Jimin non si stressasse troppo e vivesse la cosa nella maniera più tranquilla possibile.
Ed era per questo che lo amava così tanto.

“Molto volentieri, Yoongi.”
 






Note:

Per la serie chi non muore si rivede, parte due.

Non ho molto da dire, onestamente, se non che questa piccola one-shot mi è uscita un po' di getto, ed è basata su una scena che mi è venuta in mente un paio di settimane fa.

Volevo farla molto più corta ma come al solito mi sono persa via ed è uscita una roba di nove pagine. Non sono soddisfattissima di come mi è uscita, il finale non mi piace ma non saprei come altro metterlo giù.

Come al solito, è fluff ed è una Yoonmin...comincio a pensare di essere capace di scrivere solo su di loro e solo su questo genere specifico. Forse un giorno proverò altri generi. E altre ship magari.
Chiedo scusa per eventuali errori o ripetizioni.

Niente, spero vi possa piacere e se vi va lasciatemi un parere...

Besitos ~


Rebycloud97
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: rebycloud