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Autore: Robbie     23/06/2009    2 recensioni
E' la prima cosa che metto qui, anche se non ne vado fierissima. Credo che sia qualcosa come una songfic su "Domani", su quel tema del quale probabilmente molti si saranno stancati, ossia il Terremoto.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Abruzzo - Domani Li ho visti così. In sogno. Si tenevano per mano e sorridevano. Uomini, donne, bambini, anziani.
Ho abbassato gli occhi e ho visto un bambino che mi prendeva la mano. Lo avrei scambiato per un angelo se non fosse stato pieno di graffi.
- Racconta la loro storia. Racconta la nostra storia..
Hanno cominciato a cantare …

[ “Dove sarò domani?Dove sarò?”
(Domani  – Artisti uniti per l’Abruzzo)]

Ciao! Sono Marta Zelena e ho 17 anni. Non so parlare bene l’italiano, abitavo in un paese a pochi chilometri da Praga. A scuola ero così brillante che mi hanno dato per premio una vacanza in Italia! Non potevo crederci, era il mio sogno da quando ero bambina! Destinazione: L’Aquila!Un altro amico ed io abbiamo fatto le valigie e siamo partiti, per arrivare lì, nella Casa dello Studente. Che ragazzi simpatici che ci abbiamo trovato… Tutti così cari…
Non facevo quasi caso alle frequenti scosse. Non mi sono nemmeno mai chiesta se fosse sicuro stare lì. Era tutto perfetto, dal cibo alla compagnia. Era tutto perfetto…
Quella sera ero esausta. Alla scossa delle 23 non mi sono nemmeno alzata dal letto. Mi sono subito riaddormentata.
Poi, dopo quelli che mi sono sembrati attimi, ho sentito dei movimenti, come se qualcuno avesse cominciato a saltare sul mio letto. Un attimo ed ero in piedi, guardandomi intorno. Stavano tutti scappando. Ho letto negli occhi di tutti un sola cosa: paura. Alcuni si precipitavano per le scale. Cercai di seguirli.
Vidi alcuni ragazzi, fuori, in salvo. Mi sentivo ad un passo dalla salvezza, e non avevo nemmeno realizzato, non immaginavo che potesse cadere davvero qualcosa. Si precipitavano tutti fuori per sicurezza, mi dicevo. Mi vedevo già raccontare per telefono alla mamma della mia disavventura, come si racconta di un particolare fastidioso di poca importanza durante un viaggio. Ero quasi sulle scale.
Poi mi è venuto a mancare la terra sotto i piedi. Letteralmente. L’unica cosa che sono riuscita a pensare, prima di precipitare, prima di essere ricoperta dal cemento, era che forse non era stato proprio tutto perfetto …


Ciao, sono Katia. Ho 30 anni e vivevo con mio marito e mio figlio di due anni  in un appartamento nel centro de L’Aquila. La mia vita era perfetta: mio marito mi amava e io amavo lui, e mio figlio, Giorgio, era il piccolo sole che illuminava i miei giorni. Sia mio marito che io avevamo un lavoro stabile, che ci permetteva di avere abbastanza soldi da acquistare un’altra casa. Progettavamo di comprare una villetta nei pressi di Venezia e andarci a vivere. Lì Giorgio avrebbe potuto avere un giardino dove giocare. Magari gli avremmo comprato un cane, per non fargli sentire la mancanza di un fratellino che non riuscivo a dargli. E soprattutto quelle scosse ci spaventavano. Avevamo chiesto a qualcuno se la nostra casa fosse sicura, ma ci avevano tutti liquidato con frasi di circostanza. Non vedevo l’ora di andarmene. Ma forse non era così per mio marito. “Forse non dovremmo andare” mi ha detto una sera. Mi ha detto che ora avevamo messo radici, e che era un peccato andar via. Mi ha detto che dopotutto si stava bene lì. Mi ha detto che non sarebbe successo nulla. Mi ha detto che mi amava e che era meglio annullare il trasloco. Magari avrebbe dovuto solo rifletterci un altro po’ su. Mi ha baciato sulla fronte e se n’è andato. Quella notte non dormì con me. Prese Giorgio e se ne andò da sua madre. Io rimasi sveglia, immobile, mentre la terra tremava sotto di me e una trave mi cadeva in testa.
Non voglio che si senta in colpa, non voglio che rimpianga niente. Voglio che continui a vivere, perché non c’è niente di meglio che io gli possa augurare. Continuare a vivere, crescere Giorgio e insegnargli ad amare.

[ “…Non siamo così soli…”
(Domani  – Artisti uniti per l’Abruzzo)]




Ciao. Sono Giulia e ho tre mesi. Vivo in una tendopoli a L’Aquila con i miei genitori. Dicono che sono la figlia di una tragedia: sono nata due giorni dopo il terremoto che ha distrutto tante vite. Dicono anche che sono una benedizione, che rappresento il futuro, il Domani. E che questo dà la forza di andare avanti, di continuare a vivere e a sperare, per iniziare di nuovo tutto da capo, ma meglio. Sì, perché la sapete una cosa?  “Domani è già qui..” (Domani  – Artisti uniti per l’Abruzzo)


L'ho buttata giù per un compito di italiano ma non mi è dispiaciuta, e così eccola qui, per voi.
  
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