<< Iwa-chan… >> mugugnai con la bocca impastata.
Mi rannicchiai addosso al moro alla ricerca di attenzioni: abbracciai il suo busto appoggiando il mio viso al suo pettorale, illuminato dalla luce fioca che filtrava dalla finestra.

<< Spostati! Fai cado! >> sbuffò cercando di farmi allontanare.
<< Eddai Iwa-chan, sei appena arrivato, fatti coccolare! >> mi spostai leggermente per far strusciare la mia guancia alla sua.

Sorrisi.

Iwaizumi invece alzò gli occhi al cielo con atteggiamento rassegnato.

<< Iwa-chan! Ti ho visto! >> mi scostai appena.
<< Fare cosa? >> alzò le sopracciglia.
<< Iwa-chan sei cattivo! >>
<< Ah si? Shittykawa. >> sussurrò l’ultima parola al mio orecchio facendomi rabbrividire.
<< Sei uno scemo! >> gli lanciai un cuscino in faccia.

Scoppiai a ridere e portai una mano alla bocca come per sopprimere le mie risate.

<< Oi… >> disse con tono irritato lanciando l’oggetto a terra.

Sobbalzai seguendo con gli occhi i suoi movimenti e quando riposi lo sguardo sul ex asso mi resi conto che il suo viso si trovava a pochi centimetri dal mio, e mi fissava, come se fosse in attesa di qualcosa.

Lo guardai intensamente negli occhi, in quelle sfumature che ormai conoscevo benissimo e di cui non potevo più fare a meno; poi schiusi le labbra avvicinandomi velocemente alle sue per cancellare quella minima distanza che ci separava.

<< Ehi. >> sussurrò posando il pollice sul mio mento per poi alzare il mio viso fino a far sfiorare le nostre labbra.

Arrossì.

<< Ehi. >> ripetè nuovamente senza muoversi.
<< Iwa-chan. >> bisbgliai socchiudendo gli occhi.
<< Ho fame. >> 
<< Iwa-chan! >> gridai tirandogli dei pugnetti sul petto.

Al ragazzo scappò un ghigno.

<< Non c'è niente da ridere. >> mi alzai dal letto e sistemai i piedi nelle calde pantofole che si trovavano ai piedi di esso.
<< Dai Shittykawa! >> mi scaraventò l'altro cuscino sulla schiena.

Nascosi un sorriso.

<< No no Iwa-chan, questa non te la perdono. >> lasciai la stanza per dirigermi verso la cucina, che si trovava al pino inferiore.

Erano passati 5 anni dalla cerimonia del diploma: fin da quel momento mi ero dato da fare per poter lasciare la mia città natale e trasferirmi, non troppo lontano, quel che basta per sentirmi libero e iniziare a vivere. Vivere veramente.
Avevo impiegato 3 anni per raccimolare una cifra che mi avrebbe permesso di pagare un affitto e tutte le spese che avrebbero seguito. Nel frattempo Iwaizumi aveva cominciato dei corsi, e siccome voleva scriversi all'università, iniziò a pensare a quale fosse la sua strada.
Durante quel periodo non avemmo molte possibilità di vederci tuttavia restammo in contatto: poi un giorno finalmente riuscimmo a vederci. Mi dichiarai.

<< Mmhh... cosa gli preparo? Non sono molto bravo in cucina. >> sbuffai rovistando tra gli armadietti della stanza.

Decisi di preparare qualcosa di semplice in modo che non mi portasse via troppo tempo, non volevo farlo aspettare troppo ma soprattutto, volevo recuperare tutto quel tempo che non avevo potuto passare con Lui.

"Finalmente dopo il mio trasferimento qui, in Sendai, Iwa-chan è riuscito a raggiungermi, sono successe molte cose e voglio raccontargliele tutte per bene! Spero che gli piacerà qui e che si troverà bene, se no mi sentirei in colpa e-"

I miei pensieri furono interrotti dal rumore dei passi del moro che sciolse il silenzio:

<< Dov'è il bagno? >> domandò stiracchiandosi.
<< ... >>
<< E-ehi. >> mi fissò.
<< ... >>
<< Sei veramente irritante quando fai cosi. >> sbottò andando alla ricerca della stanza.

"Oikawa cosa sta facendo? Vuoi forse rovinare tutto? Ora che finalmente siete insieme?"

Scossi il capo e rimasi a fissare con lo sguardo spento la caffettiera che iniziava a fumare.

<< Oikawa sta attento. >> mi disse con tono pacato spegnendo il fuoco prima che il caffè uscisse.

Rimasi in silenzio.

<< Dai, vieni prima che si raffreddi. >> mi soffiò sul collo per poi lasciarci un timido bacio.

Ci sedemmo a tavola e iniziammo a mangiare.

<< Iwa-chan senti... >> iniziai senza togliere gli occhi dalla tazza.
<< Non preoccuparti, non me la prendo mica per cosi poco. >> confessò bevendo un sorso.
<< E' solo che sono stato un stupido e non voglio rovin- >>
<< Si sta raffreddando. >> lanciò un'occhiata alla mia tazza.
<< Davvero? >> mi alzai di scatto ponendo la tazza di fronte alla finestra per vedere se fumasse ancora. << Iwa-chan,sta tranquillo, fuma ancora. >> dichiarai con aria saggia.
<< Lo so, almeno la finivi con quegli stupidi discorsi. >>
<< Ma, Iwa-chan! >> gonfiai le guance riprendendo posto.

Mi fermai per ammirarlo. Era così perfetto nella sua semplicità.
Amavo tutto di lui: il suo sguardo, il suo modo di fare, il suo carattere, anche se a volte era un po' scorbutico.
Risi.
Non mi ero mai reso conto di quanto mi facesse stare bene e di quanto ne avessi veramente bisogno fino a quando non mi accorsi di essermi innamorato di lui. Da quel momento tutto cambiò.

<< Iwa-chan più tardi ti va di uscire? >> domandai avvicinandomi con passi lenti al divano dove il diretto interessato era sdraiato.
<< Dipende. Dove vuoi portarmi? >> sorrise lievemente seguendo i miei movimenti.
<< Segreto. >> mi intrufolai sotto alla copertina leggera che nascondeva il suo corpo ancora mezzo addormentato; mi misi comodo sistemando il volto tra l'incavatura del suo collo e della sua spalla.
Il suo braccio mi ricoprì la spalla facendo crescere in me una bellissima sensazione di protezione, sensazione che mi mancava da troppo tempo.

Chiusi gli occhi.

<< Iwa-chan mi sei mancato. >> confessai stringendomi al suo corpo caldo.
<< Anche tu. >> sussurrò sprofondando nei miei capelli, notoriamente imbarazzato. 

Sorrisi nuovamente.

<< Sai Iwa-chan, prima che tu arrivassi era tutto così vuoto, noioso... >> esitai per poi riprendere: << Non voglio allontanarmi mai più da te. >>
<< Certo che non ti smentisci mai. >> ridacchiò.
<< Volevo solo che tu lo sapessi. E non ridere! >>
<< Si si scusa. >> 
<< E non usare quel tono sarcastico! >>

Mi era mancato così tanto.

Aprii gli occhi e feci vagare lo sguardo in cerca dell'orologio: segnava le 15.25, ci eravamo addormentati.
Riportai lo sguardo su di lui, qualche secondo dopo mi alzai e presi la macchina fotografica che, ormai, usavo spesso a causa el mio lavoro. Con movimenti felpati ritornai sopra al suo corpo, mi sedetti sul ventre e iniziai a scattare qualche foto.

"Come al solito Iwa-chan ha il sonno pesante".

<< Iwa-chan! >> lo chiamai piano stuzzicandogli la guancia con il dito.

Lui fece una smorfia con la bocca mentre con la mano scacciò via la mia.
Lo richiamai nuovamente e aprii gli occhi.

<< Che c'è? >> sbadigliò stropicciandosi gli occhi.

Iwa-chan sei adorabile.

<< Andiamo? Ci vorrà un po' prima di arrivare. >>
<< Va bene. >>
<< Perfetto! >> mi scostai.
<< Aspetta! >> mi bloccò per il polso. << Cosa facevi con quella in mano? >> guardò male l'oggetto che stringevo tra le mani.
<< N-nulla. >>
<< Oi Shittykawa! >>
<< Lalalalalala! >> alzai la voce, lasciando cadere la macchina fotografica sul petto, mentre con le mani mi coprivo le orecchie.
<< Brutto stronzo! >> si alzò velocemente dal divano per inseguirmi. << Fammele almeno vedere! >>
<< E' tardi Iwa-chan! >> agitai il dito.
<< Tsk. Dannato Shittykawa. >>
<< Iwa-chan copriti che fuori c'è vento! >> dissi ignorandolo completamente.
<< Sei tu quello freddoloso qui. >>
<< Zitto Iwa-chan! >>

E' vero, nonostante fossimo ad Agosto il tempo era grigio, tirava vento e il sole fioco che era presente nel mattino aveva lasciato spazio a dei grossi nuvoloni che minacciavano pioggia.
Qualche gocciolina cadde sulla superficie delle porte automatiche del treno: entrai nel vagone ormai pieno di gente, posai lo zaino per terra, tra le gambe, in modo che fosse più al sicuro: feci appena in tempo a trascinare dentro l'ex schiacciatore che le porte si chiusero.
La gente dietro di me iniziò a spingere costringendomi ad avanzare verso di lui, allungai il braccio destro verso il vetro facendolo passare sopra la sua spalla sinistra, e spiaccicai la mano contro la superficie umida per evitare di cadere.

Inspirai.

Era strano poter stare cosi vicini in luogo pubblico non potendo dimostrare apertamente la nostra relazione, ma questa sensazione, questa vicinanza, mi piaceva.
Chissà se piaceva anche a Iwa-chan.

<< Prossima stazione... >>

Fu la voce dell'autoparlante a farmi ritornare alla realtà.
Sbattei più volte le palpebre come se inconsciamente volessi rimanere prigioniero nei miei pensieri, e infatti era così.

<< Questa è la nostra fermata. >> afferrai lo zaino stringendone forte il manico.

Il ragazzo annuì e come stabilito scendemmo in quella stazione.
Aspettammo qualche minuto e salimmo su un altro treno: questo però, a differenza dell'altro, era meno affollato ma non riuscimmo lo stesso a sederci.
Io ero appoggiato alla parete di fianco alle porte mentre il moro si trovava dalla parte opposta alla mia, distante.
Osservai il paesaggio che scorreva lento davanti ai miei occhi rilevando anche i dettagli più piccoli che lo caratterizzavano: chissà se anche Iwa-chan mi guardava con gli stessi occhi che io gli porgevo; chissà se anche lui aveva veramente bisogno di me come io ne avevo di lui; e se qualcosa fosse cambiato?
E se Iwa-chan non mi amasse?


ANGOLO DELL'AUTRICE: finalmente dopo anni, sì non esagero, sono riuscita a buttare giù qualcosa! Ho già scritto un po' di capitoli e spero che tutti vi piacciano e che non presentino troppi errori, nel caso mi scuso in anticipo >< Per quanto riguarda la lunghezza di ogni capitolo, io bado maggiormente al contenuto quindi vorrei evitare polemiche su questo (?) Probabilmente pubblicherò un capitolo al mese! Detto questo, lasciatemi tante recensioni così da poter migliorare! Non sono brava a scrivere e lo so, ma voglio migliorare perciò aiutatemi please! Grazie!