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Autore: Khailea    03/12/2017    1 recensioni
[star vs the forces of evil][Star vs. the Forces of Evil][star vs the forces of evil][star vs the forces of evil]Il grande massacro dei mostri, o come lo chiamano i mewmans, il giorno della mewni-indipendenza, ha portato via molto più di ciò che è stato raccontato.
In base al punto di vista i più grandi eroi possono apparire come i peggiori esseri del mondo, all'interno di una guerra non ci sono vincitori, solamente vittime.
(Storia riguardante un mio OC, il suo seguito è Carnivore)
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Non so da quanto tempo tutto ciò sia iniziato, e non ho la minima idea di quando finirà.
Il luogo in cui sono cresciuta è stato dato alle fiamme, i miei ricordi più vividi riguardano solo urla, sangue e morte.
Cosa abbiamo fatto per meritarci tutto questo?
Mentre la folla correva in ogni direzione ho cercato a mia volta di fuggire tentando d'evitare d'esser schiacciata o colpita, quasi le mie orecchie si impongono di non farmi udire niente per preservare la mia sanità mentale.
Ovunque i miei occhi si spostino posso vedere solo le atrocità che quei cavalieri dalle grigie armature stanno compiendo, non hanno pietà per nessuno di noi e ci attaccano come se non fossimo indifesi e senza armi, alcuni di loro sembrano addirittura divertirsi nel togliere la vita a chiunque sia abbastanza vicino.
Per l'ennesima volta cado tra fango e sangue e vengo calpestata da coloro che tentano disperatamente di fuggire, molti li posso capire, sono genitori con famiglia, che stringono tra le braccia i loro figli pregando che qualcuno venga a salvarli, ma la maggior parte delle volte una lancia trafigge loro il petto ed una decina di spade si scagliano su di loro uccidendoli tutti, ed in quei momenti di pura agonia posso solo pensare al fatto che se fossi stata io in quel punto pochi secondi prima sarebbe toccato a me.
Evito che uno degli zoccoli di quegli unicorni da guerra mi fracassi il cranio, il cavaliere sulla sua schiena non deve avermi nemmeno notata ma non intendo dargliele la possibilità, gattonando trattenendo addirittura il respiro riesco a raggiungere i confini del mio villaggio ed alzandomi in piedi prendo a correre il più rapidamente possibile.
Voltando di poco lo sguardo verso le case mi domando se forse stessero cercando qualcosa, ma non possediamo alcun raccolto di grano o strumenti preziosi ed antichi, e se fosse veramente così non avrebbero dovuto dar fuoco ad ogni cosa rischiando di perdere il loro obbiettivo.
Sarebbe valso lo stesso se stessero cercando qualcuno, abbiamo sempre accettato di collaborare con loro, ed il luogo in cui vivevamo non era così grande da permettere a qualcuno di scappare senza esser visto.
Ciò che avevo sentito allora era vero, i mewmans hanno infranto l'accordo di pace per ottenere tutte le nostre terre, e stanno cacciando tutti noi dalle nostre case...sono creature disgustose e senza cuore, ma per loro siamo noi i mostri malvagi.
Delle lacrime iniziano a rigare il mio viso mentre corro verso il bosco pregando per raggiungerlo, durante l'inizio dell'attacco né io né mia madre ci siamo accorte di nulla, alle prime urla lei si è precipitata alla porta ed è stata colpita allo stomaco dalla spada di uno dei nemici, l'odore del sangue che aveva iniziato a tingere il pavimento ed i suoi occhi terrorizzati non la smetteranno mai di perseguitarmi.
Con le sue ultime parole mi ha detto di andarmene ma io ero pietrificata, ha dovuto urlarmelo con tutto il fiato che le restava per costringermi a farlo, in quel momento finalmente ho preso a correre verso la cucina ma il cavaliere non ha aspettato molto per attaccarmi.
Non ho idea di cosa abbia fatto al corpo di mia mamma, ho sentito solo il suono della carne che veniva lacerata ed un forte tonfo, quando sono arrivata in cucina non ho voluto nemmeno girarmi, avevo troppa paura che fosse esattamente dietro di me e volevo concentrarmi sulla finestra aperta.
Purtroppo le mie preoccupazioni non erano così infondate, era abbastanza vicino da riuscire a ferirmi la coda con la lama, fortunatamente non me l'ha recisa o non sarei stata in grado di farmela ricrescere, sono ancora troppo piccola per riuscirci.
Non ho comunque potuto evitare d'urlare per il dolore, ma saltando sono riuscita ad uscire e l'armatura di lui era troppo grossa per poter fare lo stesso.
Prima di raggiungere gli alberi devo attraversare una corta pianura ma continuo ad avvicinarmi sempre di più, fino ad ora sono stata baciata dalla fortuna ma non voglio credere sia finita, inoltre me ne rendo conto solo in questo momento ma non sono l'unica a trovarmi qui, non siamo molti, anzi solamente in cinque contando me, ma se arriviamo tutti sani e salvi in un posto sicuro potremmo ricominciare da capo.
Tuttavia quella speranza dura ben poco, un cavaliere notandoci è subito salito sul proprio unicorno da guerra e raggiungendoci ha colpito al collo il primo di noi, uccidendolo.
Si è poi scagliato su due sorelle che correvano tenendosi la mano, ed ora siamo rimaste solamente io ed una madre che tiene tra le braccia il figlio.
Questa è abbastanza vicina a me da tendermi la mano, guardando le sue labbra vedo che sta cercando di dirmi qualcosa, ma non riesco a capire.
-Non fermarti!-
Riesco appena in tempo a sentire la sua voce che il cavaliere la colpisce alla schiena facendo cadere entrambi, guardandola mi fermo sul momento precipitandomi da lei.
E' una ferita rimarginabile e lei è un'adulta, ce la può fare, l'unicorno del mewmans stava anche correndo al massimo della sua velocità ed in questo modo ci ha superati almeno di una quindicina di metri.
Quando le sono vicina però lei mi afferra il braccio e tra le lacrime tenta di parlare.
-Ti prego...porta via il mio piccolo...-
-N-no, ce la farà!-
-Ti prego portalo via...-
Vedo il cavaliere girarsi verso di noi, sta per tornare ed io non posso fare nulla, riprendendo a piangere raccolgo il bambino cercando di tenerlo il più saldamente possibile e lasciando sola la madre, che mi sorride speranzosa, cerco di correre ancora verso il bosco, così vicino eppure così lontano.
-Non scapperete mostri!-
Quasi non sento più il dolore alle gambe, l'adrenalina e la paura mi impediscono di provare altre emozioni, non mi fermo ma mi giro per cercare di capire quanta distanza ancora ci sia e con stupore vedo l'ultimo ma coraggioso gesto della madre del piccolo che, pur di tentare di fermarlo, si è aggrappata ai piedi del mewmans facendolo cadere dalla sella.
Grazie al suo sacrificio finalmente riesco a passare tra gli alberi, il bambino sembra svenuto visto che tiene gli occhi chiusi ma sento il suo debole respiro e questo mi rassicura, anche se è pesante portarlo in braccio non lo lascerò solo.
Non è detto siamo rimasti solo noi, gli adulti erano tanti e c'erano tante direzioni da poter prendere, qualcun'altro si sarà salvato.
Alle mie orecchie sento improvvisamente una serie di forti fischi provenienti dall'alto, alzando lo sguardo sul cielo ormai rosso per il tramonto riesco a notare di sfuggita il fumo di un mare di frecce di fuoco che puntano verso la direzione dalla quale ero venuta, significa che da quella parte c'è qualcuno che le ha lanciate.
L'ultima cosa che voglio è scoprire se sia amico o nemico, per questo motivo cambio nuovamente la mia direzione sperando di aggirarli, non sento alcuno zoccolo battere sul terreno quindi anche il cavaliere di prima non deve essere così vicino.
E' un giorno orribile per tutti noi, fin troppi stanno perdendo tutto ciò che hanno costruito e la colpa è di quei mewmans egoisti, questo dato non era così sconosciuto infondo, già dai primi momenti in cui erano arrivati non hanno mai voluto condividere con noi le loro conoscenze, soprattutto quanto riguardava la coltivazione del grano, ed ora ci stanno prendendo la terra che ci appartiene da sempre.
Vorrei muovermi in maniera più silenziosa ma i miei singhiozzi sembrano intenzionati semplicemente a farmi trovare.
E' la prima volta m'immergo nel fitto della foresta, di solito resto sempre nelle vicinanze per evitare di far preoccupare qualcuno, non ho la minima idea di cosa ci sia dall'altra parte, ma ormai sono parecchie ore che sto correndo e non  tardo a scoprilo.
Nulla, non c'è assolutamente nulla, solo un campo d'erba senza fine lungo cui si stagliano i profili di centinaia di spade spezzate, scudi frantumati, asce abbandonate e corpi lacerati. Riesco perfino a vedere il castello che in lontananza venne costruito dall'aiuto di tutti per i mewmans, come fosse il simbolo dell'accordo di pace. Ora ai miei occhi rappresenta solo il male di cui sono capaci e provo un forte odio.
Avevano già tutto ma hanno voluto toglierci ciò che ci restava.
Mi trovo ancora nello stesso inferno di prima, questo massacro dei mostri è interminabile e temo abbia raggiunto ogni luogo di Mewni.
Le mie gambe non riescono più a reggere il peso del corpo e piegandosi in due mi fanno cadere a terra, gli occhi brucianti non cessano di piangere mentre cerco di liberare tutto il dolore che mi porto dentro.
Ho perso tutto, a cosa serve essere qui se sono comunque destinata a morire?
A causa del mio pianto non riesco nemmeno a sentire che uno dei cavalieri è alle mie spalle e me ne rendo conto solo quando ormai è tardi per scappare.
-Morite abomini!-
Girando appena lo sguardo ormai vuoto osservo la sua spada, è completamente sporca di sangue ma questo sembra non bastarle e ne reclama ancora di più.
Vorrei guardarlo negli occhi ma a causa dell'elmo non riesco a farlo, ma sono certa non vi avrei trovato nulla se non odio, ma infondo che cosa gli avevo fatto?
L'unico mio peccato è stato vivere...
Avrei dovuto cercare di rialzarmi almeno per il bambino ma non ce la faccio, posso solo sperare faccia il meno male possibile.
Pochi istanti prima che la spada cada su di noi tuttavia una seconda arma attraversa la spessa armatura colpendolo dritto al cuore, un fiotto di sangue esce dalle fessure dell'elmo macchiandomi ulteriormente il viso ma non mi importa, con gli occhi spalancati lo osservo cadere a terra e lentamente mi giro verso il nostro salvatore.
E' un septarian proprio come noi ma a differenza mia sul suo corpo non vi è il segno della più piccola ferita, perfino i suoi capelli viola scuro sono completamente in ordine, la sua armatura tendente al viola è composta solamente da un busto dai particolari spallacci formati da due teschi con degli strani motivi alle guance, dei pantaloni con delle ginocchiere costituite da zampe grigiastre munite d'artigli e da degli stivali dalle punte e dai tacchi viola.
I suoi occhi gialli sono più simili a degli specchi di ghiaccio ma non sembra possibile poter capire alcuna sua emozione.
Il suo aspetto sembra comunque più regale di tutti quei cavalieri messi insieme, suscita fiducia, paura e rispetto allo stesso tempo, ma soprattutto ci ha salvati.
Per un solo istante mi guarda, forse per vedere le mie condizioni o forse per colpirmi, in questo momento non sono sicura di nulla ma posso solo sperare che sia veramente il nostro salvatore.
Il suono di una freccia tuttavia rompe quel momento di pace creatosi nella mia mente, non percepisco alcun dolore fisico ma forse è qualcosa di peggiore, abbassando lo sguardo scorgo la punta di una freccia che è andata a colpire il cranio del piccolo che tenevo con me.
Il mondo sembra fermarsi intorno a me, sua madre mi aveva chiesto di salvarlo ed io non ci sono riuscita, quasi a fatica riesco ad alzare gli occhi sul cavaliere che non molto distante da noi ha scoccato la freccia, e senza che nemmeno me ne accorga vedo il mio salvatore correre verso di lui, la sua battaglia ancora non è finita e non può certo preoccuparsi di qualcosa di così insignificante come me.
Perché è questo ciò che sono, circondata da nient'altro che morte il mio corpo sembra diventare improvvisamente di pietra e, completamente sola, mi limito a fissare il bosco oltre cui v'è solo altra morte.
Se solo le mie gambe riuscissero a funzionare mi alzerei per tornare indietro e parlare con lui, ringraziandolo d'aver evitato venissi uccisa, pregandolo di non lasciarmi in quel posto, ma anche se in questo momento non ne ho la possibilità un giorno ci riuscirò.
Non so il suo nome ma farò di tutto per scoprire chi sia.






   
 
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