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Autore: CaramelizedApple    04/12/2017    1 recensioni
"Clary è scomparsa da più di un mese. Jace la cerca senza sosta e dopo tanti buchi nell’acqua riesce a trovare il suo pennello preferito in un locale per nascosti".
Questa è la traccia che mi è stata data per realizzare questa One Shot, spero che il testo vi piaccia nonostante io non conosca benissimo la saga di Shadowhunters.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Clary è scomparsa da più di un mese. Jace la cerca senza sosta e dopo tanti buchi nell’acqua riesce a trovare il suo pennello preferito in un locale per nascosti".
Salve gente! Questa è la traccia che mi è stata data per un concorso a cui sto partecipando ed è stato difficile scrivere questo testo, visto che non conosco tanto il campo, ma spero vi piaccia!
Abbiate pietà della mia inesperienza in questa saga!
E se vi piace come scrivo passate a dare un'occhiata alle altre One Shot sul mio profilo!
Buona lettura!

 
“Clary”
Un nome, un richiamo, un canto di sirena che risuona nella mia testa da un mese. Per la precisione ventinove giorni, un piccolo Inferno personale, che scava nel petto fino al cuore, dicendo…urlando una sola cosa.
È colpa mia.
“Clary”
Come un eco nella mia testa che mi spinge senza sosta a cercarla, a desiderarla, a volerla. L’impressione è quella di essere sempre ad un passo da lei, in bilico sull’orlo di un precipizio. Ogni volta che trovo l’equilibrio torna quella sensazione e ricordo che è solo colpa mia, sarebbe bastato uno sguardo in più e lei sarebbe accanto a me.
“Clary”
Il sussurro sulle mie labbra che mi ha destato dagli incubi che mi tormentano da ventinove giorni, da quando lei è scomparsa. Da quando un giorno non l’ho trovata vicino a me al risveglio e ho ricordato che sicuramente è colpa mia.
 
Il mio respiro appanna il vetro freddo, a cui ho appoggiato la fronte, sfocando le sottili strade che si incrociano in tutta la città. Chiudo gli occhi per un istante, trovando le luci della città immersa nella notte accecanti e soffocanti. Per un istante, quando le luci dei semafori si colorano di rosso sento quasi il respiro mancare, mentre riesco a vedere solo i suoi capelli rossi mossi dal vento.
Dove sei Clary?
Sono certo che ancora cammini tra le strade che abbiamo percorso spesso insieme, eppure risulti invisibile al mio sguardo. Forse avrei dovuto controllare meglio le strade, più a lungo e più a fondo. Eppure sarebbe bastato uno sguardo in più per non perderti di nuovo, quando ormai ero certo di averti trovato.
Non puoi avermi lasciato tu, quindi chi ti ha portata via?
Come ho potuto non accorgermene? Come ho fatto a non sentire che venivi strappata lontano da me?
Il pavimento freddo sotto i miei piedi scalzi è liscio e regolare, mi spinge a camminare fino al letto, ordinato come sempre. Mi siedo e dopo aver calzato i pantaloni inizio ad allacciarmi le scarpe con movimenti automatici quasi quanto lo è respirare, mentre l’oro liquido sciolto nelle mie iridi è ancora fermo sulla finestra e sulle luci che animano la fredda notte.
 
Arrivare in strada è semplice, quanto lo è ricominciare a cercare. Il mio sguardo scivola veloce sui visi che incrociano il mio cammino, perdendo presto interesse quando non trovano quello di Clary. Scivolo tra i vicoli della città, rivedendola ad ogni incrocio e nella luce rossa di ogni insegna luminosa fino a che non attraverso un gruppo di giovani ragazzi eccitati da alcol e esagerazione. Non potranno mai intercettarmi, come non può farlo il buttafuori, stazionato davanti all’entrata del Pandemonium.
Il locale è pieno come ogni volta che cala la notte, la luce scintilla di mille colori nell’oscurità e la musica è talmente forte da assordare i mondani che ballano scoordinati sulla pista al centro della stanza.
Lo sguardo di qualche nascosto scivola su di me, alcune fate ridono tra loro mentre gli passo accanto, evitando una mondana dai capelli biondissimi che continua a buttarsi su un ragazzo che non sembra apprezzare la sua presenza.
Cammino lentamente, cercando con gli solo lei, fino a che non raggiungo una zona più isolata del locale. Il bancone del bar è affollato da molte persone già di gran lunga oltre i limiti, ma non abbastanza da essere ridotti come quelli accasciati sul divano bianco di pelle che lo affianca. Sto per abbandonare quella visione raccapricciante, quando i miei occhi individuano una specie di bastoncino scuro, spuntare da sotto il divanetto. Con cautela mi avvicino e raccolgo l’oggetto dal pavimento, portandolo all’altezza dei miei occhi.
Come un lampo, un ricordo, attraversa la mia memoria. Davanti a me vedo Clary seduta sul letto sfatto, il blocco da disegno stretto tra le mani e l’espressione concentrata. Accanto a lei, sparsi tra le lenzuola, ci sono pennelli e matite a sua disposizione, mentre mi ritrae sulla carta.
-Clary- sussurro a me stesso, infondendomi ancora più decisione, prima di alzare la testa di scatto per non perdere ogni particolare che potrebbe portarmi a lei. Tra la gente che gremisce il locale cerco qualcuno dall’aria sospetta, uno stregone o una fata dalle cattive intenzioni oppure un demone sotto mentite spoglie, possibilmente con un grosso naso, una caratteristica irrinunciabile per un cattivo che si rispetti, ma nessuno sembra corrispondere al mio identikit.
Il mio sguardo sta per tornare sul pennello, quando coglie in un movimento distratto una chioma rossa che scivola lentamente verso i bagni. I piedi mi si muovono da soli seguendo quel richiamo ora nascosto alla vista, raggiungono i bagni e subito vi entrano, non curanti del piccolo cartello che raffigura una fanciulla.
Basta un’occhiata per rendersi conto che la ragazza dalla chioma rossa non è qui, ogni cunicolo con i gabinetti è vuoto, con la porta aperta a dimostrarlo. La cosa non mi stupisce, visto l’odore che impregna l’aria e mi fa storcere il naso.
Getto una veloce occhiata agli specchi, mezzi rotti e ricoperti di scritte che impediscono al mio bel riflesso di tornarmi, prima di uscire e tornare a scrutare la folla.
Eccola di nuovo, quella chioma rossa si aggira dall’altro lato del locale, vicino all’entrata. Mi getto subito verso di lei, ma mentre tento di raggiungerla sparisce un’altra volta, dietro un gruppo di ragazzi tirati a lucido per la serata. Mi guardo intorno, ma non c’è traccia di Clary.
Arrivo fino all’uscita del Pandemonium e controllo le persone avvolte dall’aria fredda, ma ancora non ottengo ciò che voglio, quindi torno all’interno. Ricominciando ad osservare chi si muove intorno a me e cerco di trovare un buon posto in cui qualcuno potrebbe nascondersi.
Individuo la vecchia porta ingiallita dedicata al personale in fondo al locale, è socchiusa, mostrando l’oscurità al suo interno. Mi attira, quasi chiamandomi per nome con un sibilo, capace di sovrastare la musica.
Attraverso la folla con sicurezza, non curandomi dei mondani che colpisco lungo il tragitto, fino a che non raggiungo la fonte del richiamo. La mia mano si stringe decisa sul pomello di vecchia plastica, spingendo la porta per poter entrare. Subito i miei occhi vengono attirati dal quaderno a terra, aperto sul disegno di uno shadowhunter dallo sguardo sicuro e i lineamenti perfetti, che logicamente sono io.
Mi abbasso per accarezzare le pagine lisce con dita ferme, prima di alzare lo sguardo sulla stanza in penombra. Clary è immobile, seduta su dei vecchi scatoloni di cartone, gli occhi verdi vuoti e i capelli ordinati, ricadono a onde sulle sue spalle sottili.
Le mie labbra sono socchiuse, incapaci di rincontrarsi, mentre realizzo che è esattamente come l’ultima volta che la ho vista. Perfetta come ogni volta, ma i suoi occhi non sembrano vedere nulla, né davanti a me, né dietro a me. Sono come persi in qualcosa che non posso vedere.
-Clary?- chiamo il nome della ragazza, alzandomi in piedi e iniziando ad avvicinarmi lentamente. –Clary?- dico ancora in un sussurro, senza ottenere reazione da parte della ragazza, fino a che non sono abbastanza vicino a lei da sentire il suo profumo e poter alzare una mano a sfiorare la sua guancia e i morbidi capelli.
-Jace- risponde lei, ma le sue labbra non si sono mosse e gli occhi verde scuro sono ancora persi nel vuoto. Prendo il suo viso tra le mani e lo avvicino al mio, cercando una risposta nel suo sguardo.
 
-Jace- la voce di Clary mi chiama ancora, svegliandomi dal torpore della notte, mentre una delle sue mani gentili mi scuote una spalla.
-Clary?- dico sorpreso, mettendo a fuoco la figura, sdraiata accanto a me nella nostra stanza all’Istituto. Subito mi alzo suoi gomiti, incantato dalla ragazza vicino a me nel letto, sorpresa mi guarda con un sopracciglio alzato.
-Mi chiamavi nel sonno- dice sorridendomi. –Cosa stav…- non la lascio finire e posando una mano sul suo viso mi avvicino a lei, posando le mie labbra sulle sue.

Spero vi sia piaciuta! Fatemelo sapere con una recensione e se avete consigli non trattenetevi! 
Alla prossima!

 
  
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