Ringrazio
anche solo chi legge.
“Questa
storia partecipa al Calendario dell’Avvento
(Ripopoliamo i Fandom!) indetta dal gruppo facebook Il Giardino di
Efp”.
Prompt:
2 dicembre: - obbligo: scrivi una storia
natalizia utilizzando la prima persona, nella sezione “Anime
e Manga”.
La
fidanzata del dio
Essere
fidanzata con un ragazzo che ha il complesso
del dio non è per niente facile, soprattutto se un dio lo
è davvero.
Ho
scoperto che era un dio delle calamità, un titolo
che al ragazzo che amo mal si addice. Lui è una
calamità, questo è certo, ma in
altri sensi. È sempre così confusionario,
rumoroso, ma ho scoperto essere una
caratteristica in generale delle divinità. Sono molto
diverse da quelle austere
che c’immaginiamo andando al tempio.
La
dea della guerra è una donna bellissima, ben
lontana dall’uomo barbuto che descrivevano alcune vecchie
poesie.
Da
quando conosco Yato, io stessa non sono più
completamente umana. In questo momento Yato ha il mio corpo sulla
spalla e
riesce a non sembrare un serial killer solo grazie ai poteri che gli
permettono
di rimanere inosservato. Una cosa che generalmente gli grava sulle
spalle come
un fardello. Infatti, così non riesce a farsi notare,
nonostante sia una
divinità capace di fare praticamente qualsiasi cosa con solo
cinque yen.
Mi
stavo giusto chiedendo, anzi, se pagarlo per farmi
rimanere magra anche senza dieta sotto queste feste.
Però,
forse, questo mi cambierebbe ancor di più. Non
oso immaginare cosa farebbe a ciò che rimane di quella che
sono sempre stata,
almeno fino a quando la mia vita non si è intrecciata alla
sua.
Sì,
la vecchia Iki Hiyori non esiste più. Agli occhi
della gente sono diventata narcolettica, se sono persone lungimiranti,
o
semplicemente stramba, se sono persone comuni.
“Cosa
pensi?” mi domanda Yato. Solo almeno dieci
minuti che muove la mano vicino alla mia spalla, indeciso se
abbracciarmi o meno.
Nascondo un sorriso e alzo lo sguardo, il mio fidanzato sta tenendo il
mio
ombrello rosso sopra le nostre teste per ripararci dalla pioggia, ormai
trasformata in nevischio.
“Sarà
il primo Natale che passiamo da soli, senza
neanche Yukine” sussurro.
Yato
avvampa e mi sorride, mostrando i denti
leggermente aguzzi.
“Sei
fortunata che io non abbia ricevuto commissioni
per questa notte” mi dice. Mi sembra strano, di solito
è uno dei giorni in cui
ne riceve di più. Mi chiedo se non sia stato così
pazzo da annullarle pur di
rimanere con me, correndo il rischio di uccidersi. Gli afferro la mano
e me la
metto sulla spalla, dimenando la coda rosa che collega spiritualmente
la mia
anima al corpo.
Certo
che non avrei mai sognato uno come lui al mio
fianco: ha un pessimo senso dell’umorismo, alle volte sembra
bipolare, i suoi
vestiti puzzano di spazzatura e mi prende in giro.
Però… ora non vorrei nessun
altro.
“Sai,
senza di te non avrei mai festeggiato il Natale.
Mi fai scoprire cos’è la felicità.
Prima regalandomi quel piccolo tempio,
adesso facendomi vivere dei momenti di svago tipicamente umani. Non
potrò mai
dimenticarli, come quella volta che mi hai portato al parco
divertimenti e non
potrò mai dimenticare te” mi dice
all’improvviso. La sua voce si è fatta seria,
quasi seducente e ipnotica. Sento il cuore esplodermi nel petto. Spero
di non
star sudando troppo sotto il mio impermeabile, mi stringo la sciarpa
intorno al
collo.
“Tu
sei la mia felicità” ammetto, poggiandogli la
testa sulla spalla. In questo momento, stupidamente, penso che staremo
davvero
insieme per sempre.