Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: UnAllegraRagazzaTriste    07/12/2017    1 recensioni
La violenza, quella nascosta anche nel sorriso più puro.
Genere: Drammatico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Una donna su tre ha subito una qualche forma di violenza.
Sono "felice" che la donna in questione sia io perché forse questo salva almeno mia madre e mia sorella.

Era il 23 febbraio del 2010, mi ero fatta fare le unghie da una mia amica e stavo tornando a casa.
Ero felice, a mezzanotte avrei compiuto 18 anni. Quei 18 anni tanto attesi.
Camminavo per strada e mi sono sentita palpare il sedere, mi sono voltata e mi sono ritrovata immobilizzata tra le braccia di un uomo che si era messo dietro di me, mentre un altro provava a toccarmi e faceva smorfie e mi diceva qualcosa nella sua lingua. Un altro ancora si guardava intorno, forse per fare da vedetta o per cercare un posto in cui portarmi. Non so. So che ero molto coperta da un secchione della spazzatura.
Ricordo che volevo urlare con tutta me stessa e volevo prenderli a calci. Purtroppo però il mio corpo non rispondeva ai miei comandi e perdevo sempre di più le forze e ad un certo punto ho iniziato a vedere tutto sfocato.
Il destino ha voluto che pochi secondi dopo, durati ore, sia passata una volante della polizia.
L'uomo vedetta ha urlato "polizia" e i tre uomini sono fuggiti.
Io sono crollata a terra e poco dopo sono riuscita a prendere il telefono e chiamare mia madre.
Non sapevo dirle dove mi trovassi, nè che giorno fosse, nulla. Non connettevo più.
Mi sentivo uno straccio privo di forze, mi sentivo sporca, mi sentivo addosso delle mani non desiderate, non mie.
Non so come, mia madre è riuscita a trovarmi e mi ha portato dai carabinieri.

Denuncia contro ignoti.

Anche se quel volto che mi fa le smorfie davanti agli occhi io non lo dimenticherò mai.
E quella sensazione di essere stretta tra le braccia di un violento sconosciuto neanche.
E poi il citofono a mezzanotte con i miei amici che volevano farmi gli auguri e ricordo ancora che uno di loro mi disse "e faccelo un sorriso però".
Io la voglia di sorridere l'avevo lasciata ai piedi di quel secchione, insieme alla gioia per i miei vicinissimi diciott'anni.
Mi ricordo il giorno dopo a scuola, seduta a quel banco, avevo qualcosa da dire, qualcosa che non mi permetteva di essere felice e sorridente, ma non ci sono mai riuscita.
Buon diciottesimo compleanno Lauretta.

Io di questo non ne ho mai parlato.
Lo faccio ultimamente, dopo sette anni, perché sento di esser capace di parlarne senza scoppiare a piangere ogni volta.
Ma è difficile, difficilissimo. Non so bene spiegarvi perché.
E pensare che io sono stata FORTUNATA. Perché in fin dei conti non mi hanno fatto nulla.
Ma ogni volta che mi torna in mente questa scena, spesso, penso a come sarebbe potuta andare a finire se non fosse passata quella benedetta volante.
Penso a tutte le donne meno FORTUNATE di me. Alle donne che nelle braccia di quegli uomini di merda ci perdono la loro preziosissima vita.
E mi viene il vomito. E non smetterò MAI di gridare, ogni giorno, MAI PIÙ.
Perché queste storie io non le voglio proprio più sentire e perché se esistono uomini di merda, ed esistono, devono capire che sono la minoranza e devono estinguersi, al più presto.

Di questa storia mi è rimasta la paura fottuta di camminare da sola di notte in un posto poco familiare. Cerco di non farlo più.
Ma so che oltre a questi uomini di merda, ne esistono di favolosi. E vorrei che questi si facessero avanti per difendere ciò che noi meritiamo di vivere. 
La serenità.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: UnAllegraRagazzaTriste