Erano ormai da un paio di ore che ero su quella carrozza.
La mia mente si perdeva nel guardare il meraviglioso paesaggio che si estendeva davanti a me. La stradina sterrata che stavamo percorrendo era circondata da entrambi i lati da fiori di campo che variavano nelle colorazioni, andavano da i più gialli ,come i girasoli, ai più rossi ,come i papaveri. Spuntavano ogni tanto piccoli cespugli lilla di lavanda. Questa zona era circondata dai monti sui quali si intravedeva la vetta bianca. Da non molto ,infatti, aveva nevicato ma la giornata era una delle più splendide. Il sole batteva forte e nei campi di grano e i contadini si riparavano all'ombra dei faggi e delle querce per trovare ristoro e rilassarsi dopo il duro lavoro.
La carrozza stava giungendo pian piano ad una villetta rustica. La dimora del mio paziente.
Già, anche se sono molto giovane, sono un dottore. Sono stato istruito da mio padre, un medico molto famoso nel suo campo che da poco si è concesso il privilegio di andare in pensione. Io ho preso il suo posto e questo è il primo incarico che prendo così lontano da casa. Il mio paziente ,dicono, è molto differente da quelli avuti fino ad ora. E' un ragazzo molto giovane , circa diciotto anni, chissà di cosa soffrirà.
Continuavo a pensare al caso assegnatomi finché la carrozza non si ferma di botto facendomi capire che l'abitazione che avevo visto poco fa era stata raggiunta.
Il cocchiere mi fa segno di scendere per poi andare a prendere i miei bagagli riposti sul retro della carrozza.
Scesi tranquillamente prendendo una boccata d'aria pulita e limpida. Potei ,a quel punto, notare meglio la maestosità di quella villa. Era interamente fatta di mattoni e in altri tratti ricoperta di edera che si fermava ai balconi in legno scuro come le cornici delle finestre. C'erano ,inoltre, all'entrata tante piccole aiuole di vari fiori.
Mi avvicinai alla porta mentre alle mie spalle il cocchiere ripartiva. Bussai  e dopo pochi minuti di silenzio la porta si aprì e una cameriera mi guardò per poi chiedermi chi fossi.
<< Sono il dottor Kim >> risposi con tono gentile.
Lei mi sorrise mostrando un sorriso << Certo, la stavamo aspettando>> disse per poi sposarsi di lato facendomi spazio per entrare.
Così feci ed entrai nell'abitazione. Era molto più bella all'interno. Le pareti ricoperte di legno e il pavimento di marmo rendevano la casa molto elegante e raffinata.
<> disse la cameriera iniziando a salire una imponente scalinata che portava al piano superiore e poi congendandosi in una camera.
Io continuai a guardarmi intorno studiando i dettagli del soggiorno. C'era un camino acceso e per questo si stava al calduccio, inoltre, molti quadri erano appesi alle pareti.
Erano dipinti mai visti prima e avvicinandomi non c'era neanche la firma dell'artista.
Erano per lo più paesaggi o quadri totalmente astratti. Sentì ad un certo punto dei passi e girandomi notai che la cameriera era tornata seguita da un ragazzo. Quest'ultimo era molto alto, dai capelli di un castano scuro come gli occhi che si prestavano a guardarmi e che quasi mi mettevano in soggezione. Beh, un ragazzo dalla bellezza unica si può dire.
Mi feci avanti per presentarmi.
<>
Lui mi fece un cenno e mi strinse la mano continuando a guardarmi ma non dicendo niente.
La cameriera si schiarì la voce.
<< Il padroncino Jungkook non parla dottore>> disse.