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Autore: LilyGinny    09/12/2017    3 recensioni
«Stavo pensando» esordì d'un tratto Liam.
Theo, da dietro il libro, alzò un sopracciglio. «Dubito sia possibile» replicò senza staccare gli occhi dalla pagina.
L'altro alzò il dito medio in risposta. «Te l'ha mai detto nessuno che sei ancora più irritante di prima mattina?»
«Nessuno che è vissuto abbastanza da poter finire la frase» rispose Theo voltando pigramente la pagina. «Considerati fortunato per il fatto che io ti ritenga vagamente tollerabile».
Piccola One Shot dedicata a Theo e Liam con sfondo natalizio.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam, Liam Dunbar, Theo Raeken
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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It's beginning to look a lot like Christimas.

 

Un soffio d'aria gelida sfiorò il volto di Theo. Il ragazzo si rigirò tra le coperte infastidito dalla sensazione di ghiaccio sulla sua pelle.
Inevitabilmente si svegliò, contrariato. Osservò il corpo nel letto accanto al suo ronfare beatamente, come se il freddo fosse una realtà lontana anni luce e questo portò Theo ad esalare un sospiro esasperato.

Conscio del fatto che non sarebbe riuscito a riaddormentarsi, si tolse le coperte di dosso e fece per alzarsi prestando particolare attenzione a sciogliere la presa sulla sua mano con la massima delicatezza. Un lieve sorriso gli si formò involontariamente sulle labbra una volta che la sua mente lo portò a realizzare che il suo aprire gli occhi stringendo la mano di Liam e il suo tentare di non svegliarlo quando la mattina scioglieva il contatto per potersi alzare erano diventati gesti di abituaria quotidianità.

Liam aveva scoperto che questo particolare espediente, quello delle loro mani unite, riusciva a calmare Theo nel sonno e ad evitargli, per quanto possibile, gli incubi che sembravano non volerlo abbandonare.

La chimera non lo avrebbe mai ammesso, ma era eternamente grato di poter dormire sogni tranquilli e il merito era solo di Liam.

Posò con gentilezza il braccio del Beta sul letto e corse ad infilarsi qualcosa di più pesante per combattere il freddo. Afferrò un libro e aprì la porta cercando di fare il più piano possibile. Al piano di sotto trovò la casa vuota e silenziosa, ma nonostante la solitudine, venne come sempre accolto dal calore di quelle quattro mura che da qualche mese ormai lo ospitavano e lo facevano sentire a casa. Non era mai stato così felice come in quel periodo. Avere un posto da chiamare casa, sentire che delle persone tenevano a lui era qualcosa che lui riteneva essere prezioso. Quando Liam aveva scoperto che viveva nella sua automobile gli aveva proposto -o, per meglio dire, imposto- di vivere a casa sua. Ne aveva parlato con i suoi genitori, spiegando la situazione di Theo - ma omettendo accuratamente il motivo per il quale i due si erano conosciuti la prima volta- e i due coniugi si erano da subito resi più che disponibili ad accoglierlo in casa loro e a prendersi cura di lui. Theo aveva iniziato a provare cosa volesse dire essere amato e per quanto nuova e a tratti destabilizzante questa sensazione lo rendeva estremamente grato.

Si preparò una tazza caffè e prese a leggere il libro. 
«Theo?» la voce di Liam arrivò dal piano di sopra, impastata dal sonno, ma con un tono ben udibile.
La chimera alzò gli occhi dalla pagina che stava leggendo. «Sono in cucina» rispose. La sensazione di piacevole quotidianità lo avvolse di nuovo. Succedeva quasi tutti i giorni che Theo si alzasse e andasse in cucina prima di Liam e puntualmente il Beta, appena sveglio, si affacciava dalle scale per chiedergli se ci fosse. Era un particolare modo per assicurarsi che Theo fosse ancora lì, in casa e che non se ne fosse andato da qualche altra parte e quando prontamente la replica dell'altro arrivava, Liam si sentiva più sollevato.

«Ok, scendo anche io tra un minuto» replicò quindi. Theo sorrise, poggiando la tazza sulle labbra per bere un altro sorso di caffè.

Quando Liam fece il suo ingresso in cucina, ricordava più uno zombie che un adolescente appena sveglio. Grugnì un buongiorno, poi senza aggiungere altro prese a fare colazione mentre l'altro continuava a leggere imperterrito.

«Stavo pensando» esordì d'un tratto Liam.
Theo, da dietro il libro, alzò un sopracciglio. «Dubito sia possibile» replicò senza staccare gli occhi dalla pagina.
L'altro alzò il dito medio in risposta. «Te l'ha mai detto nessuno che sei ancora più irritante di prima mattina?»
«Nessuno che è vissuto abbastanza da poter finire la frase» rispose Theo voltando pigramente la pagina. «Considerati fortunato per il fatto che ti ritenga vagamente tollerabile».

Liam sbuffò irritato, ma lasciò correre. «Dicevo che stavo pensando» e prima che Theo potesse aprire di nuovo bocca continuò. «Al fatto che probabilmente con il fatto dei Dread Doctors e tutto il resto tu non abbia mai festeggiato il Natale negli ultimi anni».
Theo finalmente lo guardò, alzando le sopracciglia in un tacito “ma va?”.
«Beh, è piuttosto triste»concluse Liam, evidentemente a disagio.

La chimera posò il libro sul tavolo sbattendolo lievemente e incrociò le braccia al petto. «Wow Liam, il tuo unico neurone ha elaborato un'ovvietà, sono impressionato».
Il Beta lo uccise con lo sguardo. «Dammi un buon motivo per non spaccarti questa ciotola in testa», ma prima che Theo potesse rispondere, la signora Geyer entrò nella stanza per annunciare il suo ritorno. Invece di salutarli, però, disse: «un buon motivo è l'ergastolo a cui ti condannerei se lo facessi».

Liam tentò di ribattere, ma la donna lo zittì. «Dovresti mostrare più gentilezza nei confronti di Theo» continuò. «Vorrei proprio sapere da quando sei diventato così maleducato».
Il Beta spalancò la bocca offeso dell'ignobile tradimento appena subito da sua madre e quasi non si accorse che, purtroppo, Theo aveva preso la parola.

«Beh Martha, mi permetta di dire che io sono convinto che lei abbia impartito a Liam la migliore educazione» aveva replicato. «Il problema è che lui non sa applicare quanto appreso».
Il livello d'indignazione di Liam raggiunse il suo massimo, soprattutto quando sua madre concordò con Theo ridendo e lasciando la stanza elogiando l'altro.

Non appena la donna li ebbe lasciati soli, Liam si voltò di scatto verso Theo con espressione rabbiosa. «Non ci posso credere, sei davvero incredibile».
Theo si aprì in un ghigno. «Felice che tu te ne sia reso conto».
«Io giuro che non» iniziò a replicare Liam, ma si interruppe non appena lo sguardo cadde sulla porta a vetri che dava sul giardino. Si ammutolì e come attratto da una calamita vi si avvicinò.

«Liam?» chiese dunque Theo, sorpreso dal cambiamento repentino. Non ricevette nessuna risposta dall'altro e questo lo portò ad avvicinarsi con cautela. «Ti prego non dirmi che anche l'ultimo neurone ti ha abbandonato».
Fu in quel momento che Liam si voltò e gli fece segno di tacere. Allungò la mano per invitarlo ad aggiungerlo e Theo la strinse senza esitare. Qualunque cosa avesse attratto Liam, aveva acceso in lui una luce particolare che aveva ipnotizzato la chimera portandolo a stringere la mano dell'altro senza trovare possibilità di replica.

Liam tornò ad osservare l'esterno rapito e Theo fu grato che fosse così impegnato da non rendersi conto che il suo cuore aveva perso più di un battito. Si avvicinò ancora di più all'altro, arrivando a respirare al suo orecchio e nel mentre percorse con gli occhi il profilo del volto. I lineamenti si erano modificati, adattandosi alla nuova luce che si era sprigionata non appena lo sguardo di Liam era stato rapito dall'esterno.

Il respiro caldo di Theo parve destare il beta che staccò gli occhi da fuori e voltò leggermente il capo per sussurrare con un sorriso gioioso. «Sta nevicando».

 

***

Theo imparò a sue spese che il problema di Liam con la neve era più grave di quel che pensasse. Non solo infatti si era completamente risvegliato, animato da quell'inquietante improvvisa gioia, ma aveva anche passato la giornata a controllare il livello della neve per vedere quando avrebbe potuto uscire a giocare con essa, trascinando con sé anche la povera chimera.

Si era ritrovato a sperare che la neve smettesse di cadere e che iniziasse a piovere per risparmiarsi la tortura, ma evidentemente qualcuno lassù lo odiava e perciò aveva passato quasi tutto il pomeriggio a sopportare l'allegria irritante di Liam. Non avrebbe mai ammesso, neanche a se stesso, che un remota parte di sé lo trovava adorabile.

Il Beta, dal canto suo, non si era fatto rovinare la giornata e anzi, si era divertito ancora di più cullato dal pensiero di star mettendo a dura prova la pazienza di Theo.

«Penso che non mi alzerò più da questo letto fino ad anno nuovo» sentenziò il ragazzo, buttandosi a peso morto sul letto e fiondandosi dentro le coperte al riparo dal freddo.
«Non puoi» disse Liam osservandolo mentre si sdraiava anche lui sul letto accanto a quello dell'altro.
Theo si girò a guardarlo con un sopracciglio alzato. «Come scusa?»
«Ho detto che non puoi» spiegò Liam «perché, e qui mi ricollego al discorso che cercavo di farti stamattina, almeno a Natale dovrai uscire dalle coperte».
La chimera alzò la testa e la poggiò sulla mano, non staccando gli occhi da quelli ragazzo. «Sono curioso di sapere come, nella tua contorta mente, questo si ricolleghi al discorso di stamattina».

Liam tentennò un secondo, indeciso se parlare o meno, poi lasciò andare un sospiro. «Perché» iniziò, sempre poco convinto se aprire bocca. «Come dicevo il fatto che tu non abbia mai festeggiato il Natale è triste» sospirò di nuovo «ma sono felice che quest'anno tu possa festeggiarlo con noi».

L'ultima frase era stata un sussurro appena percepibile, ma a Theo sembrò che Liam lo avesse urlato. Le parole presero a rimbombare nella sua testa, assumendo mano a mano sempre più significato. Non riuscì a trattenere un sorriso, mentre la testa cadeva sul cuscino. Sentì il calore della consapevolezza avvolgerlo più caldo della coperta che lo avvolgeva. 
Voltò la testa e scoprì lo sguardo di Liam su di lui.

Sempre sorridente gli tese la mano, che venne immediatamente stretta.
«Buonanotte Liam» disse semplicemente.
«Buonanotte Theo» rispose Liam chiudendo le palpebre e aprendo le labbra in un sorriso.

 

***

Il Natale a casa di Liam era piuttosto sentito e Theo provò sulla sua pelle la frenesia che aleggiava in aria già dalle settimane precedenti al 25 dicembre. Apprese che per loro la Vigilia di Natale era tradizione invitare gli amici più stretti a cena, mentre il giorno della festa lo passavano assieme alla famiglia.

Durante la giornata del 24 dicembre si era divertito ad aiutare i genitori di Liam a preparare da mangiare. Aveva scoperto, nel corso della sua permanenza nella casa, di avere una particolare propensione per la cucina e di essere anche piuttosto bravo.

La signora e il signor Geyer avevano accolto con molto entusiasmo questa sua passione e lo avevano invitato ad unirsi a loro ogniqualvolta preparavano qualche pasto per insegnargli più ricette possibili.

Liam inizialmente era rimasto piuttosto sorpreso di scoprire che Theo nascondeva questo talento e per un po' gli risultò strano vederlo armeggiare ai fornelli, ma dopo qualche tempo ci aveva fatto l'abitudine, tanto da rimanere più stranito quando non lo vedeva in cucina piuttosto che quando era lì.

Quando quel pomeriggio era entrato nella stanza dopo aver sistemato le ultime cose per la serata gli si presentò davanti agli occhi un quadretto che lo aveva portato immediatamente a sorridere. Theo e i suoi genitori erano intenti ognuno a preparare qualcosa per la cena e chiacchieravano allegramente, ridendo e scherzando. Il signor Geyer prese il mestolo che stava maneggiando e lasciò una scia di sugo sulla guancia di Theo, il quale reagì facendo lo stesso. Si intromise anche la signora Geyer che lanciò ad entrambi un po' di farina addosso.

Liam si appoggiò sullo stipite osservando la scena con un gran sorriso, mentre sentiva un calore pervadergli il corpo. Aveva imparato ad amare quel quadretto così tanto e, in un qualche assurdo modo, lo faceva quasi commuovere.

Il primo ad avvertire la sua presenza fu Theo e Liam suppose che avesse sentito il suo odore nel momento in cui era arrivato. O forse aveva percepito i battiti del suo cuore aumentare per l'emozione. Liam sperò non fosse così perché, ne era certo, Theo lo avrebbe preso in giro a vita.

La chimera si voltò a guardarlo e il sorriso che aveva impresso nel volto si allargò maggiormente. Liam trovava difficile ammettere che vedere Theo ridere con un risata reale, pure, gli faceva da un po' di tempo provare delle strane sensazioni alla bocca dello stomaco.

«Liam» esclamò il giovane avvicinandosi a lui. «Sei arrivato giusto in tempo». Con estrema naturalezza prese la mano di Liam e lo trascinò verso il bancone della cucina, dove un vassoio di invitanti biscotti erano sistemati. Gliene offrì uno e aspettò che l'altro desse il suo giudizio. Era un altro di quei gesti che ormai erano diventati abituali per loro.

Liam addentò il biscotto, la mano ancora stretta in quella dell'altro mentre i suoi genitori li osservavano con silenziosa gioia. La pasta frolla gli si sciolse in bocca ed il sapore misto alle gocce di cioccolato lo portarono a chiudere gli occhi per abbandonarsi al gusto paradisiaco.
Quando riaprì gli occhi trovò quelli di Theo ad osservarlo in attesa di un responso. «Sono davvero buonissimi» commentò quindi. L'altro lo guardò con aria soddisfatta.

«Liam sei un po' troppo pulito» fece il signor Geyer. Theo e la signora Geyer concordarono e Liam si ritrovò coperto di farina e sugo in meno di un secondo.
Nonostante questo, realizzò di non essersi mai sentito così felice come in quel momento.

 

***

Il giorno di Natale Theo venne svegliato, per la prima volta da quando viveva lì, da Liam. Il ragazzo era letteralmente saltato nel suo letto svegliandolo gridando con entusiasmo.
«Alzati e risplendi bell'addormentato, è Natale» strillò, scuotendolo.
Theo grugnì e si mise il cuscino sopra la testa, ma non riuscì a trattenere il sorriso.

«Andiamo Theo, dobbiamo aprire i regali» continuò a tartassarlo l'altro con fare infantile.
«Odio quando sei così insopportabilmente felice» sospirò Theo, mentre il cuscino veniva strappato con forza dalla sua faccia. Liam troneggiava su di lui, con la stessa espressione che aveva avuto quel giorno alla vista della neve che cadeva.

«Se non ti sposti non posso alzarmi, piaga» disse, cercando accuratamente di prestare attenzione a qualsiasi cosa che non fosse Liam in quella posizione.

Il Beta lo guardò per due secondi e poi senza alcun preavviso, totalmente senza averlo programmato, si chinò a posargli un bacio sulla fronte. In seguito scappò letteralmente al piano di sotto.

Theo rimase per qualche minuto fermo immobile, con gli occhi spalancati e il calore delle labbra ancora bollente nel punto in cui si erano posate.

Per il resto della giornata non ebbe tempo, né desiderio, di pensare al gesto di quella mattina, occupato com'era a godersi la giornata in compagnia della famiglia di Liam.
Scoprì ben presto di risultare molto gradito anche ai suoi zii e ai suoi nonni e questo lo portò a punzecchiare Liam a riguardo ogniqualvolta ne aveva l'occasione. E l'altro replicava sempre che evidentemente non lo conoscevano così bene come lo conosceva lui.

I nonni parevano averlo preso particolarmente a cuore, tanto che diedero lui una delle speciali caramelle che, a quanto pareva, donavano solamente ai nipoti e questo rendeva il gesto carico di estrema importanza. Liam si finse offeso dalla decisione di dare a Theo le sue amate e personali caramelle, ma in realtà era contento che avesse fatto così tanto colpo sui suoi nonni.

Si ritrovarono a gareggiare insieme durante il gioco dei mimi, ma riuscirono nonostante tutto a far uscire la loro competizione.

«Non posso credere che tu abbia preferito fare l'idiota e indicare me per farmi indovinare il Grinch» borbottò Theo imbronciato.
«Io non posso credere che tu abbia risposto “La grande bellezza”» replicò Liam esasperato.
«Se mi indichi è ovvio che penso tu ti riferisca a quello».
Liam alzò gli occhi al cielo e implorò di poter cambiare squadra, richiesta che non venne accolta, perché quel teatrino stava divertendo quasi più del gioco.

Arrivò il momento di sedersi a cena e mentre riceveva i complimenti per la cucina, si prese un momento per godersi quanto fosse piacevolmente nuova la sensazione che stava provando. Osservò ad uno ad uno i volti di quella che aveva imparato a sentire come la sua nuova famiglia e mai fino a quell'istante ne era rimasto commosso. Sapeva di essere grato, ma aveva realizzato solo in quel momento di quanto la sua vita avesse preso una piega assolutamente inaspettata. I giorni bui che parevano non avere mai fine passati prima con i Dread Doctors e poi quando si era ritrovato imprigionato dentro il suo inferno personale con Tara sembravano ormai lontani anni luce; la consapevolezza che alla fine quel tunnel oscuro non avrebbe mai trovato uno sprazzo di luce lo aveva abbandonato e sembrava solo un ricordo lontano.

Stava vivendo una nuova vita, una seconda possibilità e se ora era felice come mai lo era stato in vita sua era solo grazie a questa nuova occasione che gli era stata concessa.

Il suo sguardo si posò su quello di Liam di fianco a lui e mentre lo guardava parlare allegramente con la sua famiglia sentì l'irrefrenabile bisogno di stringergli la mano. E lo fece, con quanto più trasporto potesse sentire.

Vide la testa di Liam scattare immediatamente verso di lui con una tacita domanda impressa nello sguardo. Theo gli sorrise, rafforzando la presa senza dire niente e quindi l'altro intrecciò con la stessa semplicità le dita con le sue, voltandosi di nuovo per prendere parte ancora una volta alla discussione.

Aveva sentito il bisogno di quel contatto, gli era stato suggerito da una sensazione profonda, interiorizzata in lui più di quanto fosse consapevole. Perché se lui era lì, se era in grado di provare quelle emozioni nuove, se poteva essere felice, se aveva avuto una seconda occasione, tutto quello che stava vivendo era stato possibile solo grazie a Liam.

Era stato lui a tirarlo fuori dall'inferno, era stato lui a lottare contro tutti per non rimandarlo indietro, era lui che lo aveva considerato una sua responsabilità, lui che lo aveva accolto in casa sua, che si era fidato, che si era preso cura di lui.

Theo sentì gli occhi inumidirsi, rimanendo colpito da questa nuova reazione istintiva che aveva avuto il suo corpo.

La presa delle loro mani si sciolse solo quando dovettero alzarsi per i saluti di congedo.

 

***

Salire le scale non era mai stata un'impresa così complicata per Theo che pensò di poter cadere e rotolare da un momento all'altro.

Quando riuscì ad arrivare in camera, trovò Liam ad aspettarlo con le mani dietro la schiena intento a tormentarsi il labbro inferiore come in preda ad un conflitto. Al suo ingresso, gli occhi si posarono sui suoi.

Senza dire una parola, si diresse verso la porta e la chiuse sotto lo sguardo interrogativo di Theo. Si voltò per incontrare i suoi occhi e sospirò.

«Io..» iniziò, incerto. «Beh sai ti ho fatto un altro regalo solo che.. beh.. non mi sembrava il caso di dartelo davanti ai miei genitori e quindi.. ho pensato che forse era meglio se.. ecco tieni».
Si zittì nel momento stesso in cui gli porse una scatolina e prese a guardare ovunque tranne che ne suoi occhi.

Theo invece continuò ad osservarlo, anche mentre prendeva il pacchetto che gli era stato offerto. Senza dire una parola, sfilò i nastri che legavano la scatolina e l'aprì. Al suo interno trovò un elaborato acchiappasogni.
Alzò gli occhi per incontrare quelli di Liam che continuavano a scrutarlo ansiosi.

«Ho pensato che ti servisse qualcosa per i giorni in cui io devo allontanarmi dalla città con Scott e tu devi rimanere qui per sorvegliare la città» mormorò. «Sai.. che mi potesse sostituire» aggiunse, ancora più piano. La chimera non commentò.
«Ok lo so, è una cosa stupida non avrei dovuto» continuò iniziando a parlare a raffica.

«Liam non è una cosa stupida» parlò quindi Theo. «È.. nessuno aveva mai fatto.. io.. lo apprezzo molto» non gli era mai capitato di balbettare, eppure in quel momento lo stava facendo. «Te ne sono grato».

Liam espirò sonoramente, come se avesse trattenuto il respiro sino a quel momento.

«A dire la verità» proseguì con più forza Theo. «Anche io ho qualcos'altro per te».

Il voltò dell'altro si illuminò di curiosità mentre guardava la chimera avvicinarsi alla cassettiera che gli era stata riservata. Tirò fuori un'elegante scatola nera, adornata da un semplice nastro rosso ed oro.

Theo rimase qualche secondo a guardare la scatolina indeciso, poi alzò lo sguardo e gliela porse.

Liam allungò una mano e quasi non si rese conto che stava tremando. Sciolse il fiocco, indugiando con gli occhi verso Theo prima di aprire il regalo.
Elegante come la scatola in cui era contenuto, Liam trovò un braccialetto. Un'ancora legata ai lati da due sottili fili neri; era semplice, ma solo il beta poteva capire quanto fosse significativo quel che simboleggiava.

Incontrò lo sguardo di Theo.

«Ho pensato a qualcosa che ti potesse aiutare a ritrovare la calma» spiegò. «Qualcosa di semplice, da tenere sempre con te e da guardare per focalizzarti e non perdere il controllo».
Liam si aprì un sorriso. «Non ti facevo così profondo».

Entrambi scoppiarono a ridere. Poi, in silenzio, Theo sfilò il bracciale dalla scatola e lo infilò al polso di Liam. Gli occhi di entrambi erano concentrati sull'oggetto perché nessuno dei due, lo sapevano bene, sarebbe stato in grado di guardare l'altro.

Lentamente però la fronte di Theo andò a posarsi su quella di Liam ed entrambi chiusero gli occhi, le mani che presero ad intrecciarsi, i respiri che iniziarono a mischiarsi, i nasi che cominciavano a sfiorarsi.

«Grazie» mormorò Theo, con voce roca.

Liam sorrise. «Non avrei dovuto dirlo io?»

«No, non per questo» sorrise a sua volta Theo, la bocca quasi su quella dell'altro. «Per tutto. Per avermi liberato dall'inferno, per avermi dato una seconda possibilità, per avermi fatto capire cose significa essere amati» era un fiume in piena che sembrava non volersi arrestare ed era così strano da parte sua, così poco da lui che si chiese se stesse sognando. «Per avermi fatto passare il Natale migliore della mia vita» continuò ad elencare, ormai le labbra si toccavano. «Per tutto».

Liam sorrise contro la sua bocca. «Prendo molto sul serio le mie responsabilità».

Entrambi risero, senza però allontanarsi.

Fu Liam quello che poi posò un leggero bacio sulle labbra di Theo. I due cuori iniziarono ad accelerare i loro battiti, specialmente nel momento in cui Theo rispose al bacio. Il mondo sembrò fermarsi per un attimo e sembrò non esistere nient'altro che loro.

Si separarono, con estrema riluttanza, solo quando furono costretti a riprendere fiato. Ansimarono l'uno contro l'altro, aprendosi in sorrisi di gioia.

«Ok ora sei quasi perdonato per averci fatto perdere al gioco dei mimi» decretò Liam, allontanandosi leggermente senza però sciogliere la presa sulla mano di Theo.
La chimera alzò un sopracciglio. «Come scusa? È colpa mia se abbiamo perso?»
Liam annuì convinto. «Certo che è colpa tua» disse con ovvietà. «E sappi che hai perso il diritto di replica quando per farmi indovinare “Io sono leggenda” ti sei indicato».
Theo sbuffò. «Non è colpa mia se il tuo neurone non riesce a capire una cosa così ovvia».
«Ti detesto» sentenziò Liam, ma si sporse per dargli un altro bacio.
«Oh sì, mi pare evidente» rise Theo sulle sue labbra.


Nota dell'autrice:
Well, penso che non ci sia nessuno sveglio a quest'ora, ma avevo bisogno di pubblicare questo piccolo lavoro. Amo i miei Thiam e adoro immaginarli durante il periodo natalizio.
Spero vi sia piaciuto questo piccolo racconto. Fatemi sapere.
Un abbraccio

  
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