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Autore: Biblioteca    11/12/2017    1 recensioni
[Cuphead]
[Cuphead]Cuphead è un gran gioco.
Ecco cosa immagino che accada ai due cattivi principali (Il Diavolo e Re Dado) subito dopo il finale canonico del gioco.
SPOILER! Non leggere se non avete giocato o già scoperto il finale (non lo capireste nemmeno).
(Pubblicata anche su Wattpad)
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Zoppicando, il Diavolo percorse il lungo corridoio rosso che portava al centro del suo casinò.
Re Dado, ridotto anche peggio di lui, era steso su un divano in velluto rosso, cosciente ma con gli occhi chiusi per quanto erano pesti.
“C’è qualcuno?” biascicò.
“Sono io Re Dado, felice di vederti ancora vivo.” Fece calmo il diavolo sedendosi poco lontano da lui.
L’energia perduta stava lentamente tornando.
“Ah… E com’è andata?”
“Hanno vinto loro.”
Lentamente, anche Re Dado si mise seduto, alcune carte scivolarono sul corpo.
“Avevo… Avevo capito qualcosa….”
“Hanno anche bruciato tutti i contratti… Il nostro controllo sull’isola… è andato.”
Il Diavolo provò a muovere una mano e tutti gli elementi distrutti della suo casinò tornarono all’improvviso interi.
“Sto recuperando i poteri.”
“Hanno bruciato anche il mio di contratto?”
Il Diavolo esitò prima di rispondere.
Poi, sospirando, ammise: “Sì. Sei libero di andare.”
“Libero? E che me ne faccio della libertà?” Re Dado riuscì a mettersi in piedi. Barcollando e zoppicando, raggiunse il Diavolo e cadde in ginocchio davanti a lui.
“Quando venni qui, molti anni fa, era il potere che cercavo, non la libertà.”
Il diavolo sorrise e con una mano carezzò la testa quadrata del suo fedele amico. Ormai erano talmente tanti anni che lavoravano insieme, che nemmeno lui se la sentiva di chiamarlo servitore.
Re Dado si accoccolò sulle sue gambe, sentendo l’effetto benefico di quel tocco: gli occhi vennero sanati, così come tutte le altre ferite.
“Alzati ora, amico mio.”
Re Dado obbedì.
“Va a prendere tutto ciò che può servire per organizzare una grande festa. Dobbiamo inaugurare di nuovo il nostro casinò.”
“Ma… Tu credi che tornerranno?”
“Ma certo! Io lo so bene: dicono che non lo faranno più, chiedono perdono, fanno voto, ma poi tornano sempre da me.” Congiunse le mani e ghignò verso la porta.
“E quelle due tazzine?”
Il Diavolo fece un gesto come a scacciare una mosca.
“Buoni fisiologici. Non mi preoccuperei troppo di loro. E se dovrò riaffrontarli, li riaffronterò.”
Re Dado annuì, ma per la prima volta non condivise affatto l’ottimismo del suo amico e padrone.
Lui stesso, probabilmente quando il suo contratto era bruciato, aveva sentito il richiamo della libertà. E quanto era potente. Forse più potente del Diavolo stesso…
“Re Dado, ti ho dato un compito da svolgere.”
Re Dado tornò immediatamente in sé.
“Vado subito.”
“Aspetta.”
Una pergamena comparve dal nulla, insieme a inchiostro e calamaio.
“Una firma qui per favore.”
Re Dado firmò, esitando appena.
Immediatamente tornò nella sfera di influenza del diavolo e sentì il suo potere crescere.
Stranamente, non provò lo stesso piacere della prima volta.
“Ora va e fai tutto per bene.”
“Sì, signore.”
Re Dado sparì.
“Bah, quelle tazzine sono quasi riuscite a portarmi via anche il più fedele dei miei servitori.” Sospirò il Diavolo “D’ora in poi… devo stare attento.”
  
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