A Love Story - Boromir di Gondor

Capitolo 1 - Era l'anno 3000 (Prologo)

Era l'anno 3000 della Terza Era e nel regno di Gondor il sovrintendente era Denethor II, figlio di Ecthelion II. Non erano anni particolarmente gioiosi per il popolo della città bianca: il monte Fato aveva ricominciato ad eruttare da tempo e l'Ithilien era diventato un luogo pericoloso, venendo così abbandonato da tutti i suoi abitanti, che si erano ritirati attraverso il fiume Anduin. Sire Denethor aveva settant'anni e aveva perso la moglie da dodici, e l'unica cosa che gli dava la forza per continuare a lottare era la speranza che Minas Tirith sarebbe risorta e ritornata al suo antico splendore e la volontà di difendere i propri figli Boromir e Faramir. In essi rivedeva sua moglie: Faramir aveva il suo carattere dolce ed educato, mentre Boromir aveva ereditato la sua forza, unita al carattere e all'attitudine al comando del padre. Boromir, lui sarebbe diventato sovrintendente un giorno, quindi su di lui gravavano maggiormente le aspettative del padre e le respondabilità nei confronti del regno.

Ma Boromir in quel momento era solo un giovane soldato di Gondor, abile a cavallo e con la spada, audace e ambizioso per l'età e per il carattere, e non pensava a quando sarebbe diventato signore della città bianca, nonostante suo padre lo avesse educato per quel giorno e non perdesse occasione per ricordargli i suoi doveri. Il giovane rampollo di Gondor preferiva passare le proprie giornate ad allenarsi nel combattimento, fare attività fisica e studiare le guerre del passato su antichi libri nella biblioteca della città. Come tutti i giovani uomini la sera andava a bere alla taverna, insieme ai propri compagni d'armi e al fratello più giovane Faramir, ed a dir poco apprezzava la compagnia delle giovani fanciulle della città, che se lo contendevano. Si può dire che sia l'aspetto fisico del giovane che il suo carattere sicuro ed autoritario non gli abbiano mai fatto avere problemi a trovare una compagnia femminile, mentre Faramir è sempre stato più introverso ed impacciato in tal senso. 

Denethor, grande stratega e calcolatore, aveva previsto il risveglio del male a Barad-dur, e non smetteva mai di preparare piani che comprendessero tutti gli aspetti della vita del regno e numerose evoluzioni del futuro ancora incerto. Tra gli aspetti che gli stavano più a cuore vi era quello della vita del suo primogenito: Boromir sarebbe diventato un grande capitano di gondor, col tempo sarebbe stato messo a capo della preziosa guarnigione di Osgiliath, così da proteggere la città col suo coraggio e la sua forza, e avrebbe dovuto sposare una nobildonna. Riguardo alla prescelta Denethor supponeva che la miglior scelta fosse una dama di Dol Amroth, forse proprio la figlia del principe Imrahil, o magari sua nipote, in modo da rinnovare l'alleanza tra le due città, ma non era quello il suo primo pensiero in un periodo dove l'ombra ad est cresceva sempre più fitta.

L'anno seguente Faramir si arruolò e fu assegnato alla stessa compagnia del fratello. I soldati di Gondor spendevano molto tempo ad allenarsi con la spada, l'arco e la lancia oltre che a cavalcare. Numerose erano anche le spedizioni verso Cair Andros o il Lossarnach, ma solamente i raminghi e le truppe più esperte si allontanavano verso Est nell'Ithilien. Le battaglie contro gli orchi recanti il simbolo dell'occhio non erano all'ordine del giorno ma nemmeno cosa rara, Boromir preferiva brandire uno scudo rotondo e una spada mentre il fratello era un abilissimo tiratore con l'arco. Ogni volta che si avvicinava uno scontro il primogenito di Denethor soffiava nel suo grande corno e poi guardava il fratello urlando "Chi ne uccide di più beve gratis! Per Gondor!". Inutile dire che il fratello minore dovette pagare molte birre all'altro, più esperto, coraggioso e spregiudicato in battaglia, ma i due erano molto legati e, oltre ad essere fratelli, erano grandi amici. Quando loro madre Findulias morì Faramir aveva appena cinque anni, Denethor passò un periodo molto duro e i due bambini vennero lasciati nelle mani della balia e dei servi per settimane. Boromir cercò sempre di difendere il fratello, si caricò sulle spalle le aspettative del padre negli anni successivi, ma così facendo mise involontariamente in cattiva luce il secondogenito. Quando Boromir compì diciott'anni divenne un soldato, come suo padre aveva sempre voluto, mentre Faramir era ancora un bambino che passava le giornate a giocare da solo o a leggere. E anche crescendo Faramir non riuscì mai a recuperare il rapporto con suo padre, compromessosi con la morte di Findulias di cui lui lo incolpava inconsciamente. Qualsiasi impresa o buona azione potesse fare Faramir la aveva già fatta il fratello maggiore prima di lui, e il padre non riusciva a vedere nel cuore del figlio minore lo stesso amore per lui che c'era in quello di Boromir, e ogni volta che il più giovane provava a mettersi in luce agli occhi del padre questi confondeva la buona volontà e la richiesta di amore da parte sua con arroganza e invidia nei confronti del fratello. 

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