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Autore: cassiana    24/06/2009    5 recensioni
Emyn Arnen, Quarta Era: sono i primi tempi del matrimonio tra Eowyn e Faramir e sebbene sembra andare tutto per il meglio, Eowyn si sente irrequieta, scontenta della vita che ha scelto. Durante una sortita di Faramir contro alcuni banditi che vessano la popolazione, la Bianca Dama prende una decisione che la porterà a scoprire sè stessa e i suoi veri sentimenti.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eowyn, Faramir
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Abbandona la spada Bianca Dama

Disclaimer: i personaggi e i luoghi non sono miei, ma di J.R.R. Tolkien e non ci guadagno nulla di nulla.

Ringraziamenti sinceri alla mia beta BlackVirgo per l’ottimo lavoro e i consigli preziosi!

Una premessa sui luoghi: di notizie geografiche specifiche alla Quarta Era ne ho trovate poche. Così ho pensato che Emyn Arnen sia anche il nome di una sorta di castello con annesso villaggio dove vivono i principi dell’Ithilien. Per quanto riguarda Osgiliath immagino sia stata ricostruita, poco più a valle rispetto a quella distrutta dalla Guerra dell’Anello. .






Abbandona la spada Bianca Dama

 CAPITOLO I.
          


        Era da poco sorto il sole sugli Emyn Arnen, rosati e brumosi: il cielo era velato, come traslucida madreperla. Nel cortile del castello dei Signori dell’Ithilien un contingente di uomini piuttosto numeroso era già pronto in assetto di battaglia, sui cavalli scalpitanti dalle cui narici uscivano sbuffi di fumo nell’aria ancora fredda. Faramir uscì dal portone principale, il suo viso era preoccupato e torvo. Rifletteva su come gli uomini, nonostante avessero dovuto essere grati alla pace che Re Elessar aveva regalato loro, fossero invece preda di cupidigia ed insensatezza. Scosse la testa, forse il male era insito negli uomini stessi, forse Sauron non era stato altro che l’aggregazione fisica dell’immoralità che albergava nel cuore degli uomini e che si era andata accrescendo nei secoli fino ad assumere una personalità propria. Cupi pensieri che forse solo Gandalf, con la sua saggezza, avrebbe potuto dissipare. Faramir montò a cavallo, pronto a dare il via ai suoi soldati. Guardò verso l’alto e scorse il viso di Eowyn alla finestra, le sorrise e lei fece un gesto di saluto di rimando.
Pesavano quelle sortite al Principe dell’Ithilien: egli era un uomo di pace, desiderava   la tranquillità dei suoi studi e le semplici gioie domestiche che avrebbe potuto vivere con la moglie accanto. Eppure doveva attendere ai suoi compiti: proteggere gli abitanti di quella terra che gli era stata donata.
Il fido Beregond gli si avvicinò a cavallo riferendogli le ultime notizie.
            - Quanto distano da qui? – chiese Faramir.
            - Sono a tre giorni di cavallo verso sud. Le spie mi hanno riferito che hanno anche diversi battelli per insidiare quanti navighino sul fiume.
            - Hanno imparato bene dalla Guerra. – commentò il principe con amarezza. Diede di sprone al proprio cavallo e lentamente gli uomini lo seguirono.
   
        Eowyn si ritrasse dalla finestra, era giunto il momento d’agire. Veloce e silenziosa si mosse per i più oscuri recessi del maniero che, da quando era giunta, dopo il matrimonio, aveva avuto modo di esplorare a fondo. Con movimenti sciolti e veloci si era sbarazzata del lungo vestito che celava un abbigliamento più consono a quello che era intenzionata a compiere. Si legò strettamente i capelli e li nascose sotto il cappuccio del verde mantello dei ranger. Agiva in fretta per non recedere di fronte all’enormità del progetto che aveva in mente. In un passato non troppo remoto non avrebbe avuto incertezze: sarebbe scesa in battaglia senza arretrare di fronte al pericolo. Ma ora le cose erano cambiate, lei era diversa. Non era più una giovinetta con sogni di gloria, era la moglie di un principe che si aspettava da lei un comportamento consono ad una signora del suo rango. E lei stessa gli aveva promesso che avrebbe abbandonato i campi di battaglia. E, invero, quando aveva pronunciato quelle frasi era realmente convinta: dopo tutta quella morte e disperazione desiderava solo la vita. Ma adesso era tornata prepotente in lei quella antica indole che l’aveva spinta verso il pericolo e la guerra.  In cuor suo era consapevole che le azioni che stava per intraprendere non erano del tutto giuste, né sagge. La sua dama nonché unica amica Niwe, l’aveva caldamente sconsigliata di compiere quel gesto.
            - Non capisci? Non posso pretendere di governare un popolo se non mi batto per esso!
Le aveva risposto Eowyn con enfasi. Niwe aveva ribattuto che nessuno si aspettava da lei un gesto di tal fatta, che non aveva niente da dimostrare, non più. Eowyn aveva dovuto ammettere che c’era una parte di verità nelle parole dell’amica, che pur comprendeva la sua logica perché proveniente anch’essa dal Riddermark. Eppure non si era lasciata persuadere, convinta testardamente della giustezza delle proprie opinioni.
            - É la gabbia che si sta serrando di nuovo intorno a me: si chiude a poco a poco,  togliendomi il respiro ogni giorno di più. – aveva confessato ad una Niwe incredula.
            - Ma qui hai tutto ciò che desideri, mia signora, la pace, l’amore…
            - Anche se di cristallo le sbarre rimangono pur sempre sbarre – l’aveva interrotta a mezza voce. Ora Eowyn si ricordava di quella conversazione chiedendosi una volta di più se avesse fatto bene a scegliere quella vita. Ella amava teneramente Faramir, l’amabile, comprensivo e posato Sovrintendente. La Dama Bianca aveva negli occhi i dolci rilievi dell’Ithilien ma agognava le verdi distese di Rohan. Col cuore in tumulto Eowyn scelse la sua cavalcatura e si unì agli ultimi uomini a cavallo che stavano lasciando Emyn Arnen. Si assicurò che nessuno badasse a lei, avendo avuto cura di farsi passare per uno dei ragazzetti unitosi alla comitiva per l’occasione. Eowyn aveva una certa esperienza nel nascondersi in una compagnia di cavalieri e aveva imparato bene a passare inosservata agli occhi degli uomini.
            La compagnia procedette di buon passo per parecchie miglia. Era primavera inoltrata, il tempo era mite e le campagne erano rigogliose di vita. Piccoli ciuffi bianchi volteggiavano nell’aria dando l’impressione di una bizzarra nevicata fuori stagione. Ma gli uomini, pur se ritemprati nello spirito dal buon profumo sparso dal fogliame lussureggiante, sembravano disinteressati e ciechi alla bellezza del paesaggio che li circondava. Faramir, Beregond e l’altro attendente, Mablung, cavalcavano in testa, tesi e chiusi nei propri pensieri, senza avvertire nel cuore quella morsa di cupa disperazione che li stringeva nel combattere l’Oscuro Signore, ma con un’amarezza ancora maggiore. Il cuore di Faramir era inoltre appesantito dalla preoccupazione che provava per Eowyn. Dopo i primi tempi del loro matrimonio in cui era sembrata molto felice, era comparsa sul suo viso un’espressione malinconica, troppo simile a quella che aveva nelle Case di Guarigione. Faramir avvertiva che la moglie gli stava nascondendo qualcosa: sapeva che Eowyn era stata una guerriera, una fanciulla orgogliosa ed impavida ed ora temeva che quella vita che le aveva donato fosse per lei troppo tranquilla. Faramir ricordava la promessa che la moglie gli aveva fatto sui bastioni di Minas Tirith: mettere da parti armi e battaglie. Era stato talmente felice, allora. Lei gli era sembrata così fragile e bisognosa di protezione. Ma man mano che erano trascorsi i mesi l’indole combattiva di Eowyn era tornata ad affiorare nei suoi modi. Faramir aveva pensato di organizzare delle giostre o delle cacce per lasciare sfogare così l’irrequietezza della moglie. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per non dover più vedere l’infelicità negli occhi della donna che amava. Ma gli usi di Gondor erano diversi da quelli del Riddermark. Sebbene ammirasse la forza di Eowyn, Faramir non poteva fare a meno di seguire quelle che erano le consuetudini della sua terra e imporle in qualche modo alla sua sposa. Ma quello che gli premeva realmente era aiutare Eowyn a cambiare vita, in fondo era quello che anche lei desiderava.


   
 
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