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Autore: fanny80    19/12/2017    4 recensioni
L'unico regalo che Scorpius vorrebbe per Natale è il perdono di Albus, peccato che lui non sia affatto incline a concederglielo...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Disclaimer:

Harry Potter e gli altri personaggi della saga, sono di proprietà di JK Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcuno scopo di lucro e non intende infrangere nessuna legge sui diritti di pubblicazione e copyright. Tutti i personaggi di questa fan fiction sono maggiorenni e immaginari e non hanno alcun legame con la realtà.

SCENE E LINGUAGGIO CONTENGONO DESCRIZIONI, ANCHE DETTAGLIATE, E RIFERIMENTI ESPLICITI A RAPPORTI DI TIPO OMOSESSUALE.

Autrice:   Fanny_80;

Beta:   la FF non è stata betata, mi scuso per eventuali errori, abbiate pazienza XD

Pairing:   Albus Severus/Scorpius;

Rating:  pg;

Profilo FB:   Fanny NA

 

Note dell'Autrice:

In teoria e anche in pratica, non ho molto tempo per scrivere, ciononostante mi sono lasciata prendere dall'entusiasmo di Pally e dalla sua iniziativa "Ripopoliamo il Natale" a tal punto che, come mi suggerì la mia beta anni fa, sono finita col scrivere sprazzi di storie sulla carta igienica XD beh... non proprio, ma su bigliettini volanti e tovaglioli strategicamente infilati nella mia borsa sì, quindi può darsi che dopo questa... ne arrivi un'altra, perché non so proprio contenermi, mi vergogno tremendamente di me stessa ç__ç

Buona lettura e... beh, a voi decidere se mi merito un commentino come regalo di Natale ;)

Fanny

 

***

 

 

Un Meraviglioso Regalo Di Natale

 

 

 

Albus Severus Potter trascinò il tavolino basso della Sala Comune davanti al camino accesso, e vi dispose libri e pergamene, prima di sedersi sul tappeto, poggiando la schiena contro il divano e incrociando le gambe con un sospiro sconsolato. La stanza si era svuotata da poco e appariva così silenziosa rispetto a un'ora prima, quando i suoi compagni si apprestavano a partire per le vacanze di Natale, creando un gran trambusto. La verità era che si sentiva solo e la cosa non gli piaceva affatto.

Il suo settimo anno a Hogwarts era davvero cominciato con il piede sbagliato.

Aveva un sacco di cose per la testa che lo distraevano, inoltre era diventato Capitano della squadra di Quidditch e questo, non solo implicava partecipare agli allenamenti, ma anche il dover ideare nuove strategie di gioco valide, che avrebbero permesso ai Serpeverde di stracciare i Grifondoro senza pietà. Così si era ritrovato indietro con lo studio e davvero non poteva permetterselo in vista dei M.A.G.O.

Motivo per cui era lì, invece che in viaggio per la Romania con la sua famiglia, per trascorrere il Natale con lo zio Charlie. Gli era dispiaciuto rinunciarvi, ma gli insegnanti li avevano sommersi di compiti e lui doveva anche recuperare una relazione di trenta centimetri sul Bezoar, una di quaranta per Storia della Magia, imparare alla perfezione l'ultimo incantesimo di Trasfigurazione che proprio non riusciva a entrargli in testa e che prevedeva il trasformare un divano in un maiale, e un altro paio di cose che...

Porco Merlino, era davvero nella merda!

 Si schiaffò una mano sulla faccia imprecando fra i denti, non aveva la più pallida idea di come sarebbe riuscito a rimettersi in pari! L'unico modo era studiare tutto il santo giorno, fino a sera inoltrata, e avrebbe anche potuto se... se non avesse avuto quei fastidiosi pensieri che continuavano a tormentarlo.

− Al?

Il giovane Potter drizzò la schiena e attese qualche istante prima di voltarsi verso le scale. Lì c'era Scorpius Malfoy che lo guardava con il capo leggermente chino, le mani in tasca, mentre avanzava cauto nella sua direzione. Per quanto si sforzasse non riusciva a distogliere lo sguardo da quel viso, gli occhi appena celati dai capelli biondi che gli scivolavano sulla fronte pallida, quelle labbra mordicchiate dai denti con fare nervoso e il suo corpo... era diventato più alto e magro in quei mesi o era solo frutto della sua immaginazione?

− Che cosa vuoi? − domandò lapidario, cercando di celare le proprie emozioni, e sorprendendosi di quanto gli venisse naturale ormai.

− Possiamo parlare un momento?

− No, levati dai piedi.

Il ragazzo si fermò di colpo, l'espressione mortalmente ferita − Sono mesi che va avanti così, non credi sia ora di finirla?

− Per me la questione è stata chiusa quest'estate, sei tu che non vuoi fartene una ragione − replicò l'altro, afferrando un libro e tirandolo verso di sé − Senti, sono rimasto a scuola perché devo studiare, sono indietro e... non ho tempo da perdere, perciò ti chiedo solo di lasciarmi in pace.

− Potrei aiutarti, che ne dici?

Albus scosse il capo − Scorpius, non mi serve il tuo aiuto, e non riesco a capire perché diamine ti ostini tanto!

− Davvero mi stai chiedendo perché io non riesca a rassegnarmi all'idea che un'amicizia come la nostra debba finire dopo sette anni, per una cavolata?

− Non è stata esattamente una cavolata, e poi non ho voglia di parlarne, perciò se vuoi la Sala Comune tutta per te non hai che da dirlo, io me ne vado − ribatté Potter, facendo leva sui polsi per alzarsi.

− No, no, lascia stare, me ne vado io...

Vide il biondo dirigersi verso l'uscita, sparendo un attimo dopo e non riuscì a impedirsi d'imprecare ancora. Ormai sembrava essere diventata un'abitudine. Sapeva di essere stato duro con lui, ma proprio non poteva a farsela passare. Si strofinò la fronte con i polpastrelli, sospirando pesantemente, e si impose di smetterla, non doveva pensarci, non poteva permettersi lasciarsi condizionare ancora da quello. Così tirò a sé l'enorme tomo di Pozioni e cominciò a sfogliarlo, ripromettendosi di finire la relazione prima di cena.

E in effetti riuscì a terminarla... rimanendo però a digiuno. Ormai era troppo tardi per salire in Sala Grande, il suo stomaco poteva brontolare quanto gli pareva, ma alzarsi di lì significava perdere almeno un'ora per raggiungere le cucine, convincere gli Elfi a dargli qualcosa, consumare il pasto e tornare. No, francamente non ne aveva alcuna intenzione, era presto e doveva impiegare ogni minuto prezioso per recuperare.

La porta della Sala Comune si aprì, ma lui non si voltò nemmeno a guardare chi fosse. Probabilmente era Malfoy, visto che i Serpeverde rimasti a scuola erano solo una decina, e aveva visto due o tre di loro sgattaiolare già verso i dormitori.

Un vassoio venne posato accanto a lui e Albus alzò lo sguardo stupito.

− Ho pensato avessi fame, non sei salito a cena.

− Non ce n'era  bisogno.

− Nessun problema − replicò Scorpius con una scrollata di spalle − Al...

− Ti prego! − gemette il giovane Potter serrando le palpebre con una smorfia esasperata.

− Ok, buonanotte.

Albus sentì i passi del suo ex amico allontanarsi, poggiò la schiena contro la seduta del divano e si prese il viso fra le mani. Era un vero schifo e si odiava per non essere quel tipo di persona capace di voltare pagina. A volte si domandava se non avesse commesso un errore a confidarsi con lui, del resto era stata una specie di reazione a catena dal momento stesso in cui gli aveva detto come stavano le cose. Alla fine però si dava sempre dell'idiota per averlo anche solo pensato! Essere amici significava sentirsi liberi di aprirsi l'uno con l'altro e, se così non poteva essere fra loro, allora quella non era una vera amicizia, non per lui. Non intendeva nascondersi o fingersi diverso solo per compiacere quell'ameba!

Abbandonò le braccia sulle ginocchia e fissò il vassoio davanti a sé, il suo stomaco brontolò di nuovo e lui afferrò il sandwich, gli diede due morsi e poi lo gettò nel piatto con un moto di stizza.

 

***

 

Mai Vigilia di Natale era stata così angosciante come quella appena trascorsa, nemmeno quando sua nonna Molly aveva invitato la vecchia zia Murriel e lei aveva passato l'intera serata a prendere lui, James e Lily a pizzicotti sulle guance, alternandoli a noiosissimi e interminabili racconti su persone di cui, fino ad allora, ignoravano persino l'esistenza. Aveva creduto che niente potesse battere quel tormento, e invece quaranta centimetri sulla guerra fredda fra Maridi e Troll di Montagna, avvenuta quasi mille anni prima, aveva vinto. 

Zia Murriel − 0 / Storia della Magia − 1

Per fortuna però era riuscito a concludere quella dannata relazione e a portarsi avanti anche con Erbologia e Cura delle Creature Magiche, compresi i compiti delle vacanze per quelle due materie almeno. Certo, si era fermato solo per pranzo e cena e ora, a mezzanotte passata, era a dir poco sfinito, ma soddisfatto.

Beh, non era esattamente vero, si era accorto di quando Scorpius era uscito dalla Sala Comune quella mattina, o che non era né a pranzo né a cena, e... non poteva negarlo, aveva pensato a lui spesso fra una cosa e l'altra chiedendosi dove fosse andato a finire. Poi lo aveva sentito rientrare, ormai un paio di ore prima, aveva avvertito il suo sguardo addosso per un lungo, interminabile minuto, e infine i suoi passi veloci sulle scale.

Per lo meno doveva essersi rassegnato, non aveva più provato a parlargli dalla sera prima. Albus chiuse il libro di Erbologia con un sospiro e si alzò stiracchiandosi. Aveva bisogno di una bella dormita e, dal momento che era riuscito a fare più di quanto avrebbe mai sperato, si sarebbe concesso un giorno di riposo, del resto l'indomani era Natale anche per lui!

Salì in camera infilandosi sotto le coperte, dopo aver messo il pigiama, e occhieggiò verso il baldacchino ben chiuso del suo compagno di stanza, prima di far congiungere le proprie tende con un colpo di bacchetta. Solo che invece di crollare dal sonno come aveva sperato si ritrovò a ripercorrere gli avvenimenti di qualche mese prima. Chiuse gli occhi e non fu in grado di sopprimerli ancora, era troppo stanco dopo essersi sforzato di farlo per tutto il giorno, nel tentativo di concentrarsi sui libri.

Durante le passate vacanze di primavera, Scorpius era partito con i suoi per la Francia e Al aveva trascorso un po' di tempo da solo. Questo gli aveva dato modo di riflettere su qualcosa che lo tormentava da tempo, si era accorto già da qualche anno di non avere gli stessi interessi dei suoi compagni. Non sentiva l'esigenza di uscire con le ragazze, alcune erano davvero carine, per carità, ma lui non ne era attratto. Si era lasciato convincere qualche volta, più che altro su insistenza di Scorpius che trovava divertenti gli appuntamenti a quattro a Hogsmeade, tuttavia quegli incontri non portavano mai a niente, perché lui non aveva voglia di dargli un seguito.

Si era scoperto invece ad ammirare con molta più attenzione i compagni di squadra, ad esempio, le linee dei loro corpi fasciati dalla divisa, o le curve delle loro schiene che terminavano su un bel sedere sodo e muscoloso, quando facevano la doccia insieme dopo gli allenamenti.

E non era tutto.

Preferiva... preferiva passare le sue serate con Scorpius, piuttosto che a pomiciare in un angolo buio nei corridoi della scuola. Magari se quello schiacciato fra il muro e il suo corpo fosse stato lui...

Beh, questo aveva deciso di non dirglielo ed era stato un bene vista la sua reazione quando, di ritorno dalle vacanze, aveva preso il coraggio a quattro mani, confidandogli di essere gay, di esserne assolutamente certo. Lì per lì gli era parso che l'avesse presa bene.

− Per me non cambia niente, sei sempre il mio migliore amico. Solo... sono felice che tu me ne abbia parlato.

Peccato che dopo le cose fra loro avessero preso una strana piega. Scorpius era diventato sempre più sfuggente, il che era davvero bizzarro, considerando che dividevano la stanza! Aveva iniziato a chiedersi se non lo giudicasse male, se non fosse quel tipo di persona da allontanarsi per una cosa simile. Si era vergognato di quel pensiero, fino a quando...

Albus si rigirò nel letto e imprecò sotto voce. L'immagine di Scorpius che baciava Rose gli bruciava dentro come una pugnalata. Era accaduto a luglio, durante un'uscita a Diagon Alley con Louis e Fred, Scorpius gli aveva detto di non potersi unire a loro e poi lui lo aveva visto in un vicolo. Sua cugina gli teneva le braccia attorno al collo, le mani pallide di Scorpius sui fianchi della ragazza, le loro bocche unite...

La gelosia era esplosa nel suo petto come il ruggito di un animale ferito, ma aveva cercato di dominarla, andandosene senza farsi vedere. Poi una settimana dopo si era ritrovato a consolare una Rose in lacrime, mollata dal suo migliore amico dopo nemmeno dieci giorni. Era geloso e ora anche furioso con lui per averle spezzato il cuore. Per averlo spezzato a entrambi. Furioso, perché Scorpius non aveva fatto nemmeno un misero accenno  a quella storia, mai, nemmeno una parola.

Così l'aveva affrontato. Ne era nata una lite assurda, nella quale entrambi avevano tirato fuori le cose più insensate. Scorpius lo aveva accusato di stargli col fiato sul collo, di voler sempre sapere tutto, e lui aveva ribattuto che in quel caso stavano parlando di sua cugina. E poi... poi aveva sentito una frase che lo aveva ferito a morte.

− Il fatto che a te piacciano i ragazzi, non vuol dire che debbano piacere anche a me, noi non siamo mica una cosa sola, Al! Cresci una dannata volta, non abbiamo più undici anni, quando era normale essere uno l'ombra dell'altro o dormire persino nello stesso letto. Non può più essere così, non lo capisci?

Albus sentì la rabbia incendiargli di nuovo il petto, gli angoli degli occhi pizzicare pericolosamente, e affondò la testa nel cuscino.

Da allora Scorpius aveva tentato in tutti i modi di chiedergli scusa, di parlargli, persino Rose si era intromessa un paio di volte, cercando di riportare la pace fra loro, però non era servito.

Non riusciva a perdonarlo, proprio non poteva.

Scorpius doveva essere il suo migliore amico, colui che avrebbe dovuto accettarlo e sostenerlo, e invece si era sentito giudicato, come se a causa delle sue preferenze sessuali, niente potesse essere più uguale a prima. Una vera stronzata!

Aveva lasciato che quella faccenda lo tormentasse per mesi, era più che sufficiente, doveva darci un taglio e decidersi a dormire! Tuttavia non bastò quell'imposizione a farlo addormentare, gli ci volle un'altra ora buona, mentre cercava di scacciare Scorpius dalla mente, prima di crollare sfinito, senza neppure accorgersene.

 

***

 

Quando si svegliò quella mattina, Albus si rigirò nel letto per un po', godendosi il caldo tepore delle coperte, dieci minuti più tardi però gli stessi pensieri che avevano agitato la scorsa notte fecero di nuovo capolino, così si decise a dare un'occhiata ai regali di Natale, in modo da far tacere quella fastidiosa vocina. Posò i piedi sul pavimento e si accorse che le tende del baldacchino di Malfoy erano già aperte, lui non era nella stanza e provò una stretta al cuore. In sette anni era la prima volta che non si sarebbero fatti nemmeno gli auguri. Di solito, se non rimanevano a Hogwarts, si incontravano nel pomeriggio a Diagon Alley per scambiarsi i regali e passare qualche ora insieme. Quei due anni consecutivi in cui invece erano rimasti a scuola, al quinto e sesto anno, era stato incredibile! Si erano divertiti come pazzi, avevano mangiato da far schifo, avevano giocato in giardino prendendosi a palle di neve, i giri sulle scope, le chiacchierate davanti al fuoco quasi fino all'alba, ma... beh, quei tempi erano finiti ormai.

Si alzò, avviandosi in bagno, uscendone cinque minuti dopo decisamente più sveglio, e si avvicinò alla pila di regali. Il primo era da parte di Lily, un'intera confezione natalizia assortita di caramelle tutti i gusti più uno, Cioccorane, Api Frizzole e Bolle Bollenti, accompagnata da un biglietto che lo fece sorridere. James gli aveva mandato un paio di ginocchiere e gomitiere nuove per il Quidditch, non che avesse smesso di patteggiare per i Grifondoro da quando aveva preso i suoi M.A.G.O., ma sembrava molto orgoglioso del suo fratellino Capitano della Squadra. Fu il turno del maglione di nonna Molly, della scatola di scherzi dello zio George, del set per pulire la scopa di zio Ron e zia Herm e poi la meravigliosa divisa nuova che suo padre e sua madre avevano commissionato a Madama McClan con i colori della sua squadra e uno speciale incantesimo termico che si adattava alle temperature esterne, in modo che non sentisse freddo d'inverno o caldo a primavera.

Sorrise felice come non mai e si ripromise di provarla quello stesso pomeriggio, del resto un giro in scopa non poteva certo fargli male, lo avrebbe messo di buon umore, cancellando i cattivi pensieri, in modo da predisporlo all'intensa sessione di studio che lo attendeva il giorno dopo.

Spostò le scatole e solo allora si accorse di una pergamena arrotolata e chiusa con un nastrino di raso verde. Il cuore gli si fermò in gola, perché una vocina nella sua testa, la stessa odiosa di sempre, continuava a ripetergli che era di Scorpius. Ne ebbe conferma quando la srotolò e scorse la bella scrittura spigolosa.

 

Buon Natale Al,

visto che non riesco a parlarti ho pensato di scriverti. Dopo quasi sei mesi di rifiuti posso anche mettere da parte la mia avversione per certe cose e prendere in mano una piuma. Sei arrabbiato con me e lo capisco, davvero, ho fatto un gran casino. All'inizio credevo che fosse solo per la storia di Rose, poi abbiamo litigato, e visto ciò che ti ho detto... me ne vergogno, ogni volta che ci penso vorrei sprofondare. Comunque sul treno per Hogwarts ho parlato con lei e ho capito un mucchio di cose. A proposito, vedi? Tua cugina ci ha messo una pietra sopra, perché tu non puoi? Già, se il problema fosse quello, ma a sentire lei non è così, non proprio almeno.

Sono rimasto a scuola solo per te. Speravo... oh, non lo so cosa speravo, è che avevo da dirti tante cose, cose che tu ancora non sai e mi fa strano pensare che il mio migliore amico sia allo scuro di un cambiamento così importante nella mia vita. Ancor di più dal momento che quel cambiamento riguarda anche te, indirettamente, credo. Sto scrivendo un mucchio di stupidaggini, ma non sono bravo con queste cose, tu lo sai.

Vediamo se riesco a mettere un po' di ordine.

Mi manchi. Vorrei parlare con te, così potrei dirti che hai frainteso tutto, e vorrei che tu riuscissi a perdonare la mia idiozia. Ti prego. Ti conosco abbastanza da sapere che quando ti feriscono non riesci proprio a dimenticare, e sono certo che deve essere peggio per te stavolta, visto che sono stato io a farlo. La verità è che ho avuto paura, ma non mi va di spiegarti tutto su uno stupido foglio di carta, vorrei averti davanti e guardarti negli occhi. Perciò... non lo so, magari pensaci.

Sarebbe un magnifico regalo di Natale.

Scorpius

 

Al fissò la pergamena e deglutì a vuoto. Il cuore gli stava per esplodere nel petto, anche se in fin dei conti in quella lettera non c'era niente che non avesse già sentito mille volte. A parte forse l'accenno a un cambiamento di cui non sapeva nulla. Accidenti! Una parte di lui voleva parlargli, ma poi c'era l'orgoglio e la rabbia che glielo impedivano. Tuttavia... beh, Scorpius gli aveva chiesto di pensarci, poteva farlo, almeno quello poteva concederglielo.

Si vestì, salendo di corsa in Sala Grande per colazione, nella testa ancora quella lettera che si alternava a tutti i suoi dubbi. E quando uscì, dopo aver preso il caffè, il suo stato mentale non era certo migliorato. Con la testa fra le nuvole si diresse di nuovo nei sotterranei e finì con lo sbattere contro qualcuno, accorgendosi solo un attimo dopo di essere fra le braccia di Scorpius.

I loro occhi s'incrociarono, poi vide il biondo sollevare il capo verso l'alto e fece lo stesso, notando uno dei rametti di vischio che decoravano il soffitto in tutti i corridoi della scuola.

− Al...

La voce di Scorpius lo fece trasalire, era diversa e appena udibile, abbassò lo sguardo e si accorse che quello dell'altro era concentrato sulla sua bocca. Cazzo, che diavolo...?

Si divincolò in preda al panico e si passò nervosamente una mano dietro la nuca − Scusami, ero distratto io... devo andare − detto questo si avviò a passo spedito verso la Sala Comune, senza mai voltarsi indietro.

Non incontrò Scorpius per tutto il giorno, era strano che avesse saltato il pranzo di Natale, ricordava bene quanto entrambi lo attendessero con trepidazione, ma iniziò a preoccuparsi davvero quando, di ritorno dal Campo da Quidditch, non lo trovò nei loro alloggi e non si presentò nemmeno a cena. Allora fece un giro nel Castello, sperando di scorgerlo da qualche parte, senza risultati. Dove diavolo era finito? Non poteva neppure usare la mappa del Malandrino, dal momento che l'aveva data a Lily e lei si era dimenticata di restituirgliela prima di partire. Dopo più di un'ora si decise a tornare nei sotterranei, magari Scorpius era lì, ma le sue speranze furono spazzate via non appena si accorse che non era neppure nella loro camera. Così finì col trascorrere la serata in preda all'ansia, camminando su è giù davanti al camino della Sala Comune fino a quando si rese conto di essere troppo sfinito e infreddolito per continuare. Salì nel dormitorio, decidendo di aspettare il ritorno di Malfoy sotto le coperte, diverso tempo dopo però trasalì. Doveva essersi addormentato! Gettò un'occhiata al letto di Scorpius, era ancora vuoto, le tende aperte, il piumino in perfetto ordine... cazzo!

Saltò giù dal proprio, dando un'occhiata veloce all'orologio, era l'una passata, così si precipitò scalzo giù per le scale, correndo verso l'uscita e accorgendosi con la coda dell'occhio di una gamba che penzolava oltre il bracciolo del divano. Si avvicino e vide Malfoy addormentato, le braccia strette attorno al petto, probabilmente per il freddo, la bocca leggermente schiusa e le ciglia bionde palpitare di tanto in tanto per il movimento di quegli occhi sotto le palpebre.

Oh, non poteva crederci, gli aveva fatto prendere un colpo, e invece lui se la dormiva alla grande! Allora lo scosse violentemente, facendolo trasalire per lo spavento, e Scorpius boccheggiò incrociando lo sguardo furente di Albus. Ci mise un attimo a rendersi conto di dove si trovasse, poi si rigirò di scatto, mettendosi seduto e prendendosi la testa fra le mani.

− Dannazione Al... − gemette con tono lamentoso.

− Dannazione un corno, razza di decerebrato! − sbraitò lui in risposta, aggirando il divano per poterlo fronteggiare.

− E abbassa la voce o sveglierai tutti!

− Ti rendi conto che hai saltato pranzo e cena e sei sparito nel nulla? Dove diavolo sei stato?

Il biondo drizzò la schiena e sollevò il capo, Albus era lì, a piedi scalzi, i vestiti sgualciti, l'aria assonnata che lo rendeva così simile al bambino che aveva incontrato sull'Hogwarts Express al primo anno. Eppure era così diverso adesso... bello da togliergli il sonno. I capelli scuri, più lunghi e incasinati che mai, gli incorniciavano il viso più maturo, le spalle larghe per via di tutti quegli allenamenti a Quidditch, non si rendeva neppure conto di quanto attirasse a sé gli sguardi di mezza scuola, ed era ridicolo! E lo era ancor di più il trovarsi in quell'assurda situazione... − Non capisco perché la fai così lunga, se volevi trovarmi ti bastava guardare sulla mappa.

− Non ce l'ho la mappa, idiota! L'ha presa Lily e ha dimenticato di ridarmela.

− E come diavolo facevo io a saperlo?

Al resto un momento di stucco, scrutandolo mentre un sospetto si faceva strada nella sua mente − Volevi vedere se ti avrei raggiunto. È così?

Scorpius distolse lo sguardo − Ho pensato che, dopo la lettera e il modo in cui sei scappato stamattina... beh, mi sono detto che non ti avrei imposto la mia presenza, se volevi saresti riuscito a trovarmi.

− E invece non sono venuto e tu hai creduto che...

− Niente di nuovo, del resto sono mesi che mi eviti! Non m'illudevo certo che scriverti potesse risolvere qualcosa.

Albus si mise seduto sul tavolino basso, poggiando i gomiti sulle ginocchia, e lo fissò a lungo − Beh, in realtà ero indeciso, ma quando non ti ho visto nemmeno a cena io... ho girato per il Castello sperando di trovarti, se avessi avuto la mappa, sarei venuto.

Scorpius incrociò i suoi occhi verdi e sentì lo stomaco contrarsi in una morsa − Sto da schifo, Al, ti giuro che... dammi almeno la possibilità di parlarti e poi, se non vorrai comunque avermi fra i piedi, non cercherò più di rimettere le cose a posto, ma ti prego.

− Sto male anch'io − ammise il giovane Potter scrollando le spalle − L'ultima cosa che mi aspettavo da te era che mi giudicassi, che potessi mettere in dubbio la nostra amicizia solo perché siamo diversi.

− Non è così, dannazione! − negò Malfoy prima di prendere un profondo respiro, ora aveva l'occasione di spiegarsi e non doveva lasciarsela sfuggire, doveva tirar fuori tutto quanto, augurandosi che potesse servire − Senti, quando sei venuto da me e mi hai detto di... di preferire i ragazzi, io sono stato felice di essere il primo a cui avevi deciso di confidare una cosa tanto importante. Non mi ha sfiorato neppure per un momento l'idea che fosse una cosa sbagliata o roba simile, te l'assicuro.

− Però poi hai iniziato a evitarmi.

− Non è stato per quello! − si difese il biondo abbassando il capo e impiegando tutta la propria attenzione a studiare la trama del tappeto, cazzo se era difficile! − Io non mi sono mai posto certe domande. I nostri compagni parlavano delle ragazze e mi sono... non so se sia giusta come definizione, diciamo che mi sono adeguato a quello che mi sembrava il normale corso delle cose. Uscire con una bella ragazza, divertirmi un po'... a dire la verità non condividevo tutto il loro entusiasmo, ma pensavo che forse esagerassero un tantino, come di solito capita con tutte le altre cose.

− Che vuoi dire? − quel discorso sconclusionato stava lasciando Albus decisamente perplesso, in più erano quasi le due di notte e non si sentiva molto lucido. La notte precedente aveva dormito poco, era reduce da due giorni di studio intensi e da un pomeriggio sulla scopa che lo aveva sfinito. In realtà quell'allenamento forzato se l'era un po' imposto, nella speranza di riuscire a dormire senza darsi il tormento una volta tanto e ora in effetti iniziava a perdere colpi.

− Avanti, Collins non fa altro che decantare le sue mirabolanti acrobazie sulla scopa, ma tutti l'abbiamo visto volare, no?

Il moro si ritrovò a sorridere − Beh, sì... esagera parecchio in effetti.

− Ecco, pensavo che facessero lo stesso quando raccontavano dei loro appuntamenti, a me non capitava di provare tutte quelle sensazioni, e ogni volta preferivo che ci fossi anche tu, uscire in quattro era più divertente; mi sono detto che forse gli altri dicevano certe cose solo per vantarsi. Poi tu mi hai fatto quella confessione e allora... allora ho iniziato a pensarci.

Al aggrottò la fronte − Continuo a non seguirti, che bisogno c'era di evitarmi e di pomiciare con mia cugina?

− Ti evitavo perché all'improvviso ho cominciato a considerare altre possibilità e mi sentivo a disagio, in realtà a un certo punto ero persino incazzato con te che mi avevi messo in testa quelle idee! E comunque Rose e io non abbiamo pomiciato, ci siamo solo baciati un paio di volte, ma non l'ho mai nemmeno sfiorata, te lo giuro!

− Non ti ho messo in testa un bel niente e poi... Scorpius, io vi ho visti!

Il biondo spalancò gli occhi grigi e scosse il capo − È impossibile, non è successo niente Al, cosa... che diavolo credi di aver visto?

Il giovane Potter ci pensò su e il suo stomaco ruggì di nuovo al solo ricordo, ma si rese conto in un attimo che in effetti le mani di Scorpius erano poggiate solo sui fianchi di Rose, lei gli teneva le braccia al collo, ma non erano nemmeno poi così vicini  − A Diagon Alley, vi stavate baciando contro un muro.

− Ecco, quello è stato il secondo e ultimo bacio, devi credermi!

Il mostro nel petto di Albus si placò all'improvviso, non sapeva bene perché, ma si sentiva sollevato − D'accordo, in ogni caso non capisco dove tu voglia andare a parare.

Scorpius sospirò, serrando le palpebre un momento, poi tornò a puntare gli occhi grigi sull'altro − Sono uscito con Rose perché mi ero accorto che a lei non dispiaceva la mia compagnia, volevo vedere se... non lo so, credo avessi bisogno di rendermi conto di come mi sentissi davvero.

− Di come ti sentissi... mi stai dicendo che l'hai usata?

− No! Cioè... forse, ma non avevo intenzione di ferirla, non ho riflettuto, credo di essermi lasciato prendere da un momento di panico, ero confuso e...

Al si passò una mano fra i capelli e gemette esasperato − Io non riesco a capirti, confuso da cosa, che diavolo...?

− Credo di essere attratto anche io dai maschi − lo zittì Scorpius vedendo i suoi occhi allargarsi per lo stupore − Voglio dire, di certo sono attratto da te, quindi per forza io...

− T-tu...

Il biondo gli sorrise imbarazzato − Beh, noi due abbiamo sempre avuto un rapporto molto... fisico. E mi piaceva. Mi piaceva che ti poggiassi a me sul divano, mentre studiavamo o chiacchieravamo soltanto, o il modo in cui intrecciavi le gambe alle mie se ci trovavamo vicini e non mi sono mai posto il problema... voglio dire, per me era normale che di tanto in tanto ci intrufolassimo nel letto dell'altro. Mi svegliavo a volte e... beh, pensavo fosse una reazione naturale, del resto ho diciassette anni, non sono mica fatto di pietra, e mi capita anche se sono da solo al mattino, io...

Potter arrossì furiosamente, era così frastornato da non essere neppure certo di aver sentito bene, forse stava ancora dormendo e quella era tutta una proiezione della sua mente, che voleva Scorpius così disperatamente da inventarsi una storia tanto assurda  − Beh... co-cosa?!

Scorpius ridacchiò nervosamente − Quando abbiamo litigato ero arrabbiato con te, avevo rotto con Rose perché avevo capito e pensavo fosse colpa tua, pensavo che l'avermi detto che eri gay mi avesse spinto a rivalutare me stesso e che se tu non l'avessi fatto forse io non mi sarei posto certe domande.

− Che stronzata!

− Lo so! Lo so, ma tu... tu non ti sei mai sentito travolto dalla cosa? Ne hai semplicemente preso atto e basta?

Il moro si mordicchiò le labbra e scosse il capo − È da un po' che ci penso, anni... non te ne ho parlato prima perché volevo esserne certo.

− Beh, allora non deve essere poi tanto difficile per te, metterti nei miei panni.

Al scrutò Scorpius per un po', mentre il silenzio calava nella stanza, poi mandò giù qualcosa che continuava serrargli la gola e si schiarì la voce − Così tu...

− Già.

− E... e pensi di essere... di essere attratto da... da me?

Malfoy annuì appena − Questo però non significa che noi... voglio dire, non...

Ma Al si sporse verso di lui e lo baciò, non vide la sorpresa chiaramente dipinta sul volto dell'altro, perché chiuse le palpebre del tutto intenzionato a godersi quel momento. Percepì la mano di Scorpius scivolare dietro al collo, le labbra schiudersi per rendere più intimo quel contatto e si lasciò trascinare giù dal tavolino, ritrovandosi inginocchiato a terra, fra gambe del biondo a lasciarsi stringere dalla sue braccia.

Quando si separarono, si tirò indietro guardandolo con un sorriso − Allora...?

− Co-cosa? − farfugliò Malfoy.

− Baciare me è stato diverso?

Scorpius lo attirò a sé, annullando la distanza fra le loro bocche in un bacio più irruento, la sua lingua a lottare con quella di Albus, i denti a mordere le labbra tumide e il petto del moro sempre più schiacciato contro il proprio − Totalmente diverso... − bisbigliò con un filo di voce, quando si separarono.

Al abbandonò il capo sulla sua spalla, la fronte premuta contro il collo del biondo − Se ti dicessi che... che ho desiderato questo momento per un sacco di tempo?

Malfoy quasi trattenne il respiro a quelle parole, gli accarezzò i capelli scuri e aumentò la presa su di lui − Davvero?

− Ero geloso di Rose.

− Questo vuol dire che...?

− Che anche per me... beh, preferivo stare con te più che con chiunque altro, e oggi, in quel corridoio, volevo baciarti, tu non sai quanto, ho creduto che lo volessi anche tu, ma non sapevo come l'avresti presa e... scusa se sono scappato, mi sei mancato.

Scorpius sorrise, il cuore gli martellava nel petto senza sosta ed era sicuro che in quella posizione Al riuscisse a sentirlo − Non sai quanto.

− Devo dirti un'altra cosa − mormorò Potter, strofinando il viso contro la stoffa del maglione dell'altro.

− E sarebbe?

− Sto letteralmente crollando dal sonno − bisbigliò e Scorpius rise piano, Al sentì le vibrazioni attraverso la sua cassa toracica e tremò appena un po' − Andiamo a letto?

− Sì, andiamo a letto.

Salirono nei dormitori, Al un passo avanti, la mano di Scorpius artigliata alla sua. Chiusero la porta della loro camera e si infilarono sotto le coperte di Albus, vicini, le gambe in un groviglio confuso, i respiri a sfiorare il viso dell'altro.

Malfoy si sporse a baciarlo piano − Buonanotte Al − bisbigliò a fior di labbra.

− Anche a te − sussurrò Albus, stringendoglisi di più contro e cercando di riscaldarsi in quell'abbraccio, il pensiero di svegliarsi esattamente in quella posizione lo fece sorridere, tutto sommato non era stata affatto male come conclusione di quella bizzarra giornata − Scorpius?

− Uhm...?

− Quasi dimenticavo... − biascicò con voce impastata dal sonno.

− Cosa?

− Buon Natale.

 

 

***

 

Note Finali:

lo so, è un tantino melensa, da diabete di tipo 2, però è Natale, ci stava secondo me XD Ancora grazie a Pally per la bellissima idea, visto tesoro? Ce l'ho fatta e forse riuscirò a completare anche l'altra prima dell'Epifania, chissà ;) A presto!

Fanny

   
 
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